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Bottrigari, Ercole Title: Aletelogia di Leonardo Gallucio ai benigni, e ...

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cosi:<br />

[<strong>Bottrigari</strong>, <strong>Aletelogia</strong>, 54; text: ut, mj, sol, fa, re, la, sol 20. 17. 19. 15.]<br />

Ma che? Oltre lo hauer'Ei cosi parlato in Insoonio, non ben forse anco per mio credere<br />

desto soggiunge. “Quando Aristosseno uuol <strong>di</strong>re quello che sia il Tuono, <strong>di</strong>ce, [-53-<br />

recte -55-] che il Tuono è quella <strong>di</strong>fferenza, che si troua frà le due prime Consonanze,<br />

le due prime Consonanze sono la Diapente, et la Diatessaron. Adunque la loro<br />

<strong>di</strong>fferenza sarà il Tuono. Ma la loro <strong>di</strong>fferenza è la priportione sesquiottaua,<br />

considerando l'una nella proportione sesquiterza, e l'altra nella Sesquiatera; Adunque<br />

il Tuono sesuiottauo è quello, <strong>di</strong> cuj ragiona Aristosseno.” Paolo Ueneto, il Massa, il<br />

Mirandola, non <strong>di</strong>co ciascuno da per sè: ma tutt'insieme agiuntoli anco quel suo Pietro<br />

[insanno uolli <strong>di</strong>re add. supra lin.] Hispano non sapeuaano del Sillogizare à gran<br />

pezza quello che questo [Artusi]] Loico sà del fare Argomenti speciali, doppij,<br />

intricati con sussequentie delle Consequentie conciudenti etian<strong>di</strong>o fuore delle<br />

Premesse. Et per formare questi suoj Sillogismj, ò sofismj egli allega Aristosseno<br />

<strong>di</strong>cendo ch'Ei <strong>di</strong>ffinendo il Tuono <strong>di</strong>ce, che'l “Tuono è quella <strong>di</strong>fferentia che si troua<br />

frà le due prime Consonanze:” Ma tale allegatione è secondo il solito Artisino<br />

<strong>di</strong>ffettiua per mancaruj la maggiore importanza; la qual'è, quanto alla grandezza: Et le<br />

parole <strong>di</strong> Aristosseno oltre i due terzj del primo libro de' suoj Armonici fatte latine dal<br />

Gogauino à carta 16. sono questo: Est ergo tonus primarum Consonantiarum quò ad<br />

magnitu<strong>di</strong>nem <strong>di</strong>fferentia: <strong>di</strong>ce, quò ad magnitu<strong>di</strong>nem; Onde quella Consideratione <strong>di</strong><br />

sesquiterze, sesquialtere sesquiottaue uenga ad esser uana. Et quella conchiusione del<br />

Tuono sesuiottauo à non esser uera, ch;ei sia lo Aristossenico: Et à non essere<br />

medesimamente uero,c he in alcun modo la Dimostratione dello Autore del Parere sia<br />

falsa; “perche ci apporti (cosi <strong>di</strong>ce questo [[Artusi]] [Usarti. Add. supra lin.]) due sorti<br />

<strong>di</strong> Tuonj, l'uno maggior dell'altro, et ambiduj <strong>di</strong>fferenti dal Sesquiottauo [[;]] (Di che<br />

poco stante ragionarassi.) Oltra <strong>di</strong> questo (segu'Ei quando l'Autor del Parere ci uuole<br />

constituire questo Colore nelle quattro Corde, la maggiore è <strong>di</strong> quattro parti, e rende il<br />

suono graue, et la minore, che è <strong>di</strong> trè ci fà sentire il suono acuto della Diatessaron<br />

(questo si oncede) Adunque ci constituisce [constituira ante corr.] (seg'ei) la<br />

Diatessaron nella Sesquiterza proportione (e questo anco si ammette) se alla<br />

Sesquiterza (soggiung'Ei pur) uogliamo aggiungere per hauer la sesquialtera (oh,<br />

questo si nega) forma della Diapente, l'Uno de' Tuonj da luj descrittj, senza dubbio<br />

non sarà [uera add. supra lin. ] mà falsissima:” Anzi senza dubio, <strong>di</strong>co io, ella sarà [-<br />

56-] [[[-54- ante corr.]]] non solamente uera: ma uerissima; Imperoche aggiungendosi<br />

alla Diatessaron un Tuono de' ddescritti dallo Autore del Parere, se le aggiungerà per<br />

hauere non una Diapente sesquialtera: Ma una [Diapente, add. supra lin.] un<br />

Pentecordo, ouero, [una add. supra lin.] Quinta <strong>di</strong> quella Forma, et proportione<br />

qual'ella sarà. Si come chiaramente si uede auuenire nel Cromatico Di<strong>di</strong>mico usato<br />

per ispessamento del Diatonico incitato <strong>di</strong> Tolomeo, che uolendosi, da Cfaut in<br />

Pentecordo, ò Diapente uerso lo acuto se le dà, non potendosele dare altro, lo E fa ut,<br />

<strong>di</strong>esato # ò come si <strong>di</strong>ce solleuate; Il qual Pentecordo ò Diapente, se ben per ciò non è<br />

<strong>di</strong> proportione sesquialtera ma supersettepartiente<strong>di</strong>ciottecima, et<br />

minoredellSesquialtera per un Semituono gran<strong>di</strong>ssimo da 27. à 25. non resta per ciò<br />

[<strong>di</strong> essere add. supra lin.] Diapente, e Pentecordo, e Quinta ò composta, od<br />

incomposta, ch'ella si uoglia, Si come uolendosi la Quinta <strong>di</strong> Cfaut, <strong>di</strong>esato # uerso lo<br />

acuto nonsi può darli altra, che alamire; Onde per contrario ella sia <strong>di</strong> proportione<br />

maggiore della sesquialtera per un Semituono maggiore sesquiquin<strong>di</strong>cesimo, et cosi<br />

uno Interuallo <strong>di</strong> Sesta minore <strong>di</strong>atonica incitata <strong>di</strong> Tolomeo, <strong>di</strong> proportione

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