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Bottrigari, Ercole Title: Aletelogia di Leonardo Gallucio ai benigni, e ...

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occasione datane dallo Artusi, si ragiona. Che s'egli, et non con quella patientia; ch'Ei<br />

mostra con sì sdegnoso <strong>di</strong>sprezzo portare: ma con quella; ch'ei dourebbe uolontieri<br />

portare, hauesse aspettato <strong>di</strong> uedere, et <strong>di</strong> leggere acuratamente et non trascuratamente<br />

come appare essere il suo solito <strong>di</strong> leggere i buonj Librj, non haurebbe scritto queste<br />

sue Inconsiderationi et insieme quelle sue Imperfettioni che Ei per farsi meglio<br />

conoscere per uno impatiente, et ignorante male<strong>di</strong>co cosi frettolosamente non bene<br />

asciutto forse anco lo inchiostro ha publicato per le stampe. Ma ueniamo à gli oltra li<br />

altri Inconuenienti; che ne succedono, come (cosi <strong>di</strong>c'Ei per fine <strong>di</strong> questa sua Sesta<br />

Inconsideratione) <strong>di</strong>mostrarà, ciò è, nella seguente sua [-45-] [settima add. in marg.]<br />

Inconsideratione. La qual'Ei comincia con questo bello, et gentile Essor<strong>di</strong>o; il quale se<br />

io potessi far <strong>di</strong> meno, certo per honor suo non recitarej. “Mentre [<strong>di</strong>c'Ei, add supra<br />

lin.] che io mi riuolgo alle Considerationj delle parole, e Demostrationj dello Autore<br />

del Parere nella passata consideratione recitate, tante sono le bugie, e gl'inconuenienti,<br />

che in loro ritrouo, che da quale io habbia à dar principio, quasi non lo sò. Essendo<br />

uero, come in effetto farò conoscere, che mentre egli si pensa, e persuade <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mostrare il Tetracordo <strong>di</strong> Aristosseno ci rappresenta, come un passa per parte, un<br />

Colore totalmente deforme da quello che Aristosseno <strong>di</strong>ce, et è più tosto simile à<br />

quello <strong>di</strong> Di<strong>di</strong>mo, ò <strong>di</strong> Tolomeo, che à quello <strong>di</strong> Aristosseno. Simile <strong>di</strong>co in questa<br />

parte, che li Tuonj ambidue sono ineguali, e'l Semiuono non è per la metà del Tuono,<br />

come uuole Aristosseno, però <strong>di</strong>mostrarò.” Piano hora, <strong>di</strong>co io; Percioche hanno<br />

prima queste ciancie <strong>di</strong> passare per qualche Cimento. Quando, Benignj, e sinceri<br />

Lettori, uno manca de' buoni principij; Ei come Mosca senza capo si aggira, si aggira,<br />

e non sà ciò ch'Ei si faccia. Lo Artusi, come quello; che manca <strong>di</strong> ogni buon principio,<br />

si uolge, et si riuolge, et con occhij tralunati, e biechi guardando, ogni cosa à luj pare<br />

torta; Onde i <strong>di</strong>fetti suoj proprij tutti ritorce ne gli altri. Chi è più <strong>di</strong> luj confuso, e<br />

<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato ne' suoj Scritti? Chi scriue più bugie <strong>di</strong> luj? Quali inconuenienti maggiori,<br />

et in maggior quantità si trouano leggendo, che nelle sue Carte? Ei <strong>di</strong>ce, che “nelle<br />

parole, et Dimostrationi dello Autore del Parere sono tante le bugie, e gli<br />

Inconuenienti, che da quale egli habbi à dar principio quasi non lo sà.” E quando si<br />

crede, ch'Ei pur cominci a scoprire particolarmente et ad una ad una queste tante<br />

bugie, et questi Inconuenienti, e per tali far ueramente conoscere e gli uni, e le altre,<br />

<strong>di</strong>ce, “ch'Ei farà conoscere in effetto, (come è uero) che mentre lo Autore del Parere si<br />

pensa, e si persuade <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare il Tetracordo <strong>di</strong> Aristosseno rappresenta come un<br />

passa per parte (Motto, ch'egli ha malamente da quello che si legge nel Patricio Parere<br />

à carta 23.) un Colore totalmente deforme da quello, che <strong>di</strong>ce Aristosseno, et è più<br />

tosto simile à quello <strong>di</strong> Aristosseno, simile, <strong>di</strong>ce in questa parte, che li Tuonj ambidue<br />

sono ineguali [-46-], e'l Semituono non è per la metà del Tuono.” Quasi come, che<br />

uno Asino per hauere nella Testa gli Orecchij, gli Occhij, il Naso, et la Bocca simigli<br />

un Porco, ò un Castrone. Per tale inegualità de' Tuonj, et minoranza del Semituono<br />

alla metà del Tuono si potrebbe anche <strong>di</strong>re, che fusse questo Colore simile à quello <strong>di</strong><br />

Archita, et al molle, ò <strong>di</strong>licato <strong>di</strong> esso Tolomeo; Onde per conseguenza ciascuno <strong>di</strong><br />

questi scambieuolmente simigliasse lo altro. E che poi sarebbe per questo, che lo<br />

Autore del Parere non habbia, come ha fatto la uera Dimostatione del Tetracordo<br />

Diatonico Sintono <strong>di</strong> Aristosseno? Cosi lo hanno <strong>di</strong>mostrato, et con gli istessi numerj<br />

120. 114. 102. 90. Tolomeo nel da me soprallegato Capitolo 14. Tauola terza Colonna<br />

terza del secondo libro de gli Armonici. Il Galileo à carta 107. Colonna terza del suo<br />

Dialogo [luogo add. supra lin.] soprallegato. Et il Zarlino nel Capitolo primo Specie<br />

terza del quarto Libro de' Supplementi. Ma, come ho sopradetto, ne' numeri ra<strong>di</strong>cali<br />

delle Proportioni ch'essi contencono, ciò è, 20. 19. 17. 15. che moltiplicati, come<br />

anche io sopra<strong>di</strong>ssj, per 6. fanno parimente 120. 114. 102. 90. con hauer segnato loro

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