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Bottrigari, Ercole Title: Aletelogia di Leonardo Gallucio ai benigni, e ...

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con grande accortezza lo Artusi <strong>di</strong>ce per non poter essere preso in parole) in quelle;<br />

nelle quali Ei uiene <strong>di</strong>uiso. La sesta et ultima Propositione è. Che “per coprire l'Autor<br />

del Parere la sua fallacia ricorre per <strong>ai</strong>uto dal signore Patricio.” [[Di]] [À add. supra<br />

lin.] questa si prolungarà la risposta al dopo essersi bregolato, ò spigolato alcune belle<br />

cose; che sono per fine <strong>di</strong> questa settima Inconsideratione la prima delle quali [(à carta<br />

22.)], che percioche il Ditono dello Autore del Parere supera quello de' Pitagorici per<br />

la proportione sesqui1215 (La qual'è minore ass<strong>ai</strong> <strong>di</strong> un quarto del Comma<br />

sesquiottantesimo) egli sia inutile, et <strong>di</strong>sonantissimo.” Che tal Ditono sia <strong>di</strong>sonante<br />

[<strong>di</strong>sonatissimo ante corr.] ò <strong>di</strong>sonatissimo già se gli è considerato,poiche Aristosseno<br />

anch'Ei ne' luoghi sopracitati lo acconsente: Ma ch'Ei sia inutile, io non sò come si<br />

possa fare <strong>di</strong> non negargliele, e perciò se li nega: e tanto maggiormente se li nega,<br />

poiche non è uero, che da luj tale inutilità sia stata (com'egli afferma <strong>di</strong> hauer<br />

promesso) in alcun modo ne prouata, ne <strong>di</strong>mostrata. À questa prima ne segue un'altra<br />

quasi la stessa quarta Propositione; Della quale si è detto in conformità delle sue<br />

parole esser fuore [-52-] <strong>di</strong> proposito il parlarne: [[Ma]] soggiungendo Ei non<strong>di</strong>meno,<br />

che'l “Semi<strong>di</strong>tono dalla proportione supertripartiente 17. contenuto è minore della<br />

Sesquiquinta; la quale <strong>di</strong>ce l'Autore del Parere esser la forma della minor terza, e<br />

consonante; et perciò Interuallo <strong>di</strong>ssonantissimo:” Io non uuò lasciar <strong>di</strong> <strong>di</strong>re, che lo<br />

Artusi per bugiardo suo sogno riferisce [che add. supra lin.] lo Autore del Parere<br />

Quando riprende il Patricio; il qual Ei m<strong>ai</strong> non riprese, et nel Proemio <strong>di</strong> quel suo<br />

Parere se ne protesta (behce esso Patricio, ò lo Stampatore della sua Poetica per luj<br />

acconsente lo esser ripreson con Uerità) <strong>di</strong> non uolere, come riprensore del Patricio<br />

ma come amatore della ueità compiacere allo Armico: [[hauer]] detto, che la<br />

Sesquiquinta sia forma della Distributione del Tetracordo Diatonico fatta da Di<strong>di</strong>mo,<br />

et dello incitato <strong>di</strong> Tolomeo. Ma perche in tuto quel suo Parere non gli uenne maj<br />

occorrentia. Che Interuallo tale poi sia [non add. supra lin.] (com'Ei <strong>di</strong>ce)<br />

<strong>di</strong>sonantissim: ma <strong>di</strong>sonante, se li concede, come gli è già stato conceduto la<br />

Dissonantia del Ditono, per essere anchora egli uno <strong>di</strong> quej molti Interuallj, come <strong>di</strong>ce<br />

Aristosseno, minore della Diatessaron. Non argomenta per ciò bene questo Artusi,<br />

com'Ei soggiunge argomentarsi, che “tutto il Tetracordo cosi <strong>di</strong>mostratocj per una<br />

Inuentione sì: mà però fatta secondo la mente <strong>di</strong> Aristosseno non isa ne uero, ne là<br />

uicino: Ma una terza cosa fatta à suo dosso. Dico oltra <strong>di</strong> questo ((segue pur lo Artusi)<br />

che questi due Inteualli accoppiati insieme, ciò è, l'una, et l'altra Terza nonci possono<br />

dare la Quinta <strong>di</strong> proportione Sesquialtera, come l'Autor del Parere ci suppone,<br />

quando uuol leuare il Tuono sesquiottauo dalla <strong>di</strong>fferenza delle due maggiori<br />

Consonanze [Consonant ante corr.].” Et oltre à ciò, <strong>di</strong>co io, <strong>di</strong> non sapere ciò che<br />

importi, quando ben fusse uero, che questi due Interuallj, ciò è, la una, et l'altra Terza<br />

composte insieme non potessero dare la Quinta <strong>di</strong> proportione sesquialtera; Oltre <strong>di</strong><br />

che à questo Artusi non dourebbe ciò parere ne miracolo, ne punto strano: perch'ej<br />

dourebbe conforme alla gran professione, che fà <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>oso, e d'Intelligente, non<br />

ignorare, che ne anche quej <strong>di</strong> Archita, ne quej <strong>di</strong> Di<strong>di</strong>mo congiunt'insieme<br />

compongono il Pentecordo <strong>di</strong> proportione Sesquialtera, et men quej <strong>di</strong> Tolomeo,<br />

eccetto nel Suo Diatonico incitato, et ne anco in tutt'i luoghi <strong>di</strong> quello, come trà la<br />

Licanos [Hypaton, add. supra lin.] e [-53-] la Mese, ò <strong>di</strong>ciam Dsolre, et alamire;<br />

Dou'esso Pentecordo è <strong>di</strong> proportione supertre<strong>di</strong>cipartienteuentisettecima, ciò è, da<br />

40. à 27. Onde per un Comma nostro moderno sesquiottantecimo minore della<br />

Diapente Eratostenica ò Pitagorica, et “della altre Tolem<strong>ai</strong>che Diatoniche incitate <strong>di</strong><br />

proportione sesquipla, come lo Autore del Parere ci suppone” (<strong>di</strong>ce lo Artusi senza<br />

però segnare luogo certo; benche supponalo, ò non lo suppona, che più tosto non lo<br />

suppone in esso suo Parere nulla importa) quando uuol leuare il Tuono sesquiottauo

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