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Bottrigari, Ercole Title: Aletelogia di Leonardo Gallucio ai benigni, e ...

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maggior dell'altra, e frà <strong>di</strong> loro non ui può esser ugualianza, eet per ciò non possono<br />

esser compartite secondo la mente <strong>di</strong> Aristosseno?” À quest'altra Dimanda fatta dallo<br />

[-65-] Artusi sono io certisssimo, ch'Ei non è per hauere à modo alcuno risposta dal<br />

nuouo Aristosseno; ch'egli intende per non esser conueniente, ch'Ei gliele <strong>di</strong>a, et<br />

hauendo altre occupationj: Ma li risponderò io con <strong>di</strong>mandare primieramente à luj, se<br />

non essendo Ei, com'egli ha liberamente confessato nella sua quarta Inconsideratione<br />

<strong>di</strong> non esser Secretario, e men herede della Opinione <strong>di</strong> Aristosseno, come cosi parli<br />

Ei <strong>di</strong> sua mente? forse per ispiratione ampollinea, ò per forse reuelatione boccale. Se<br />

cosi è, <strong>di</strong>camj chiaramente, com'egl'Intenda, che questa Musica Aristossenica si<br />

habbia da effettuare ò per attuale prattica, ò per astratta Specolatione. Sal<strong>di</strong>si<br />

farmamente trà noj questa partita, poi ci parlaremo. Ciò <strong>di</strong>co; Perciocch'Ei uuole, che<br />

si prenda in questa Musica hora in ispirito, hora materialmente. Riprende [riprende<br />

ante corr.] hora l'operare in essa per le proportioni numerali rifiutandole, come non<br />

conosciute da Aristosseno, ò ban<strong>di</strong>te da luj. Hora abbracciandole, et accarezzandole<br />

uuole co'l mezo loro fracassare, <strong>di</strong>sperdere, mandare in ruina quanto altri ha fatto. E<br />

per conchiusione Ei uuole in questa Musica Aristosssenica non come suo Amico, e<br />

Protettore: Ma come inimico, e <strong>di</strong>struttore quel; che non è possibile, che sia, ò non è<br />

stato sin' ad hora da tanti eccellenti Matematicj trouato, che possa essere; che<br />

Interuallj <strong>di</strong> grandezze eguali in una medesima linea siano contenuti da proportioni<br />

eguali. E quando questo impossibile fusse pur ridutto al possibile, mi sarebbe caro,<br />

che poi da questo Artusi mifusse mostrato doue, in che luogo de' Libri Armonici <strong>di</strong><br />

Aristosseno si legga, ch'Ei uoglia, che i Tuoni, e tutti gli altri suoj Interualli musicali<br />

habbiano da essere insieme eguali <strong>di</strong> altra egualità, che della eguale <strong>di</strong>stantia, ò spatio<br />

della Corda dallo uno rispetttiuamente allo altro; ciò è, che gli accorciamenti della<br />

Corda continenti il Tuono siano sempre <strong>di</strong> egual grandezza, et quantità trà loro. Et<br />

similmente quej de' Semituonj trà loro. Et quej de' Diesis medesimamente trà loro: E<br />

per conseguentia et Quarte, et Quinte parimente trà loro dentro ad una intiera Ottaua,<br />

ò Diapason: E d'in<strong>di</strong> poi seguentemente conforme alla gran<strong>di</strong>sslima Eccellentia che<br />

trà le proportioni tiene (come habbiam ueduto hauer [[notato]] alquanto<br />

imperfettamente notato lo Artusi <strong>di</strong>r Tolomeo) la proportione dupla, forma <strong>di</strong> essa<br />

Diapason; Onde sia stata fatta dal Caualier Bottrigaro nuoua Elettione (non sò, se fia<br />

bisogno, ch'Ei ne impetri da questo Artusi buona licentia, etiam in scriptis, <strong>di</strong> usarla,<br />

[-66-] e <strong>di</strong> publicarla: Non<strong>di</strong>meno nello Antartusi Dialogo noto ad esso Artusi: ma da<br />

luj sin'ad hora per mio credere non ueduto, n'è fatto lungo ragionamento) <strong>di</strong> un<br />

numero; che solo egli, et non alro è sufficiente, e proprio à questo effetto; Il qual<br />

numero io quj' non segno per esser <strong>di</strong> luj fatta non solamente, come ho detto, larga<br />

mentione: ma compiuta Descrittione insieme con tutte le sue pertinentie, adherentie,<br />

et dependentie in esso Dialogo Antartusi. Ma perciò non uuò mancare alla promessa<br />

fattali <strong>di</strong> rispondere à luj; Accioche anco Ei possa in tanto so<strong>di</strong>sfar <strong>di</strong> risposta à chi li<br />

facesse (che io non lo credo) [[<strong>di</strong>]] tal proposta. Dicoli adunque che s'ei uorrà<br />

affirmatiuamente affirmare, ch'essa Dimostratione fatta co'l mezo delle Proportioni<br />

[[<strong>di</strong> quegl'Interuallj]] [sia uera, add. supra lin.] potrà sicuramente affirmarlo;<br />

Anchorache delle Proportioni <strong>di</strong>j [da ante corr.] quegl'Interuallj [Interuallo ante corr.]<br />

la una sia maggiore dell'altra, et che non si possano agguagliare insieme: Che per tutto<br />

ciò non restarà ch'ess'Interuallj non siano sempre compartiti secondo la mente <strong>di</strong><br />

Aristosseno; Imperoche non si legge ne' suoj libri, ch'egli hauesse maj rispetto alcuno<br />

alla Egualità <strong>di</strong> esse Proportioni. Ma si bene alla sola eguale grandezza quantitatiua<br />

delle 12. particelle per lo Tuono, et delle 6. delle medesime per lo Semituono. E<br />

perch'Ei segue <strong>di</strong>cendo. “Se affirmar uolessj, che la Demostratione fatta in parti eguali<br />

delle linee ò Corde fusse uera:” <strong>di</strong>co che lo potrà medesimamente con ogni sicurezza

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