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14 v a l d i n o n 1/2010 Nuovo sindaco per Cles n Per Maria Pia Flaim è un ritorno sullo scranno clesiano per 11 voti in più rispetto a Osele. Sentenziata la divisione del centro sinistra nel capoluogo noneso. Dopo un risultato al cardiopalma, per soli 11 voti di vantaggio sul sindaco uscente Giorgio Osele, Maria Pia Flaim è il nuovo sindaco di Cles. Per Flaim si tratta di un ritorno, visto che già due legislature addietro aveva svolto le funzioni di sindaco. Ora la rielezione dopo una campagna elettorale che ha sancito la netta spaccatura del centro sinistra trentino, almeno in Valle di Non, tra l’area che si rifà al Pd e quella che gravita attorno all’Upt-Patt di cui era espressione il sindaco uscente (e sconfitto) Osele. La neo sindaco ha già formato la sua giunta: ad affiancarla come vicesindaco sarà l’altra donna presente nel consiglio comunale, Flavia Giuliani (con competenze su politiche sociali, istruzione, pari opportunità e sanità). Assessori saranno Luciano Bresadola (PD, sport e turismo), Mario Chini (PD, urbanistica, edilizia privata e fonti rinnovabili), Mario Springhetti (Civica di Centro, ambiente, agricoltura e foreste), Mario Nicolodi (assessore esterno, politiche giovanili, cantiere comunale) e Roberto Luchini (Ascoltiamo Cles, commercio e cultura). Sindaco Flaim, cosa si prova ad essere sindaco per soli 11 voti? Si prova una grande responsabilità. Mi rendo conto che la mia compagine è stata scelta dal 50% dei residenti, mentre il restante 50% è andato all’altra parte. Il mio impegno è quello di coinvolgere tutte le forze che esistono in seno al Consiglio comunale, oltre che le associazioni e le consulte esistenti sul territorio comunale. La mia volontà è quella di fare un’amministrazione il più possibile partecipata, compresi i due gruppi che sono rimasti fuori dal Consiglio comunale. Il centro sinistra trentino a Cles si è suddiviso in due fazioni contrapposte: ci sono possibilità per una ricucitura? Da parte mia c’è tutta la volontà di lavorare assieme per ricompattare un’area politica che è omogenea e naturale. Credo Maria Pia Flaim; sotto, il palazzo Assessorile sede dell’amministrazione clesiana che tra tutte le formazioni politiche ci siano persone di valore, che devono essere coinvolte attivamente nella gestione del Comune per fare progredire tutta la comunità clesiana. Domanda di rito: i suoi primi obiettivi da neo eletta sindaco? Vorrei avviare da subito il progetto di amministrazione partecipata con tutto il tessuto associativo presente sul territorio, oltre ad attivare quei provvedimenti volti a migliorare la vivibilità del territorio, ad iniziare dalla variante per evitare l’attraversamento della piazza principale. Anche se siamo un comune di poco più di 6.000 abitanti, sul territorio risiedono i servizi per oltre 50.000 persone, quelle delle valli di Non e di Sole. Poi, voglio puntare sul turismo per valorizzare le nostre risorse ambientali e culturali. Poi c’è anche il ruolo dell’ospedale... Abbiamo la fortuna di avere un ospedale di buon qualità che ha un bacino adeguato. Voglio che questa struttura non venga considerata una sorta di “ramo secco”, ma che abbia una sua specifica specializzazione, anche in un ottica di respiro provinciale. A chi andrà la presidenza del Consiglio comunale? Già in sede di campagna elettorale mi ero espressa nel senso che tale carica di garanzia fosse assegnata alle minoranze. In seno al Consiglio ci sarà dibattito sulla figura del presidente. Lei sarà un sindaco a tempo pieno? Uno dei vincoli della mia coalizione era quello che il sindaco fosse a tempo pieno. Lo farò, come l’ho fatto nella mia precedente legislatura. Dovrò distaccarmi per il tempo del mandato dal mio lavoro in seno all’assessorato provinciale alla cultura, dove avevo avviato un percorso interessante di valorizzazione del patrimonio culturale.
v a l d i n o n 1/2010 15 Variante troppo lenta n Aperta da pochi mesi, la nuova variante di Mezzolombardo, specie nel tratto Mezzolombardo-Lavis, è inadeguata Aperta da pochi mesi al traffico, la nuova variante di Mezzolombardo si dimostra inadeguata alla mole di traffico che deve sostenere, soprattutto nelle ore di punta, specie nel tratto a due sole corsie di marcia tra Mezzolombardo e Lavis. Una strada con luci (poche) e ombre (tante). Nata dopo un faticoso compromesso sull’altare della tutela ambientale, la strada è il proseguimento del tratto di variante nord della tangenziale di Trento che per decenni è stata un’opera monca, che s’interrompeva al casello autostradale di Trento nord. Da Trento Nord fino a Lavis, la strada è a quattro corsie, cosa che permette al traffico di scorrere fluidamente e di effettuare in tutta sicurezza i sorpassi dei tantissimi mezzi pesanti che percorrono quest’arteria. I problemi vengono da Lavis in poi, sia per un carente collegamento stradale tra l’uscita di Lavis e la vecchia statale (la bretella lunga poco più di un chilometro che sboccherà alla nuova rotatoria “Sevignani” è stata appena appaltata dopo il blocco dei lavori a seguito dell’indagine della magistratura sugli appalti truccati) che, soprattutto, per la riduzione da 4 a 2 sole corsie di marcia. Già all’altezza di Lavis i mezzi pesanti spesso s’accorgono all’ultimo momento di dovere cambiare corsia per proseguire verso Mezzolombardo e le valli di Non e di Sole, con conseguente repentino cambio di corsia, spesso senza rispettare coloro che si Il traffico sulla nuova variante; sotto, impossibile il sorpasso: tutti a 70 km/h sono preincanalati per tempo e le automobili che sopraggiungono, costrette a repentini, pericolosi rallentamenti. Da Lavis in poi, il traffico è vistosamente rallentato e si creano lunghi incolonnamenti dietro i numerosi mezzi pesanti che viaggiano a 70 km/h, riducendo notevolmente la fluidità del traffico leggero, costretto ad arrancare dietro i “bestioni” per l’impossibilità di effettuare sorpassi sia per la conformazione del sedime stradale (tanti ampi curvoni con divieto di sorpasso) che, soprattutto, del traffico proveniente in senso contrario. Se si avesse avuto la lungimiranza politica di realizzare la strada a 4 corsie, questi problemi ora non ci sarebbero. Altro nodo è costituito dalla rotatoria di Zambana: invece di realizzare un incrocio a livelli sfalsati (come esistono all’uscita di Lavis e di Mezzolombardo sud e nord), qui si è preferito fare una grande rotatoria, che rallenta notevolmente il traffico, creando lunghe colonne di camion che hanno le loro oggettive difficoltà tecniche a frenare, inserirsi in rotatoria e a riaccelerare successivamente. Il tratto nelle due ampie gallerie che “saltano” l’abitato di Mezzolombardo ha l’unico difetto di un limite di velocità troppo basso che potrebbe essere tranquillamente portato a 90 km/h come nei due lunghi tunnel di Martigano, mentre è criticabile il “buco nero” che esiste tra l’uscita nord delle due gallerie e la Rocchetta, un tracciato tortuoso con notevole variazione altimetrica che, in presenza di traffico pesante e di quello agricolo, diventa un autentico calvario da percorrere. “Credo che sia indispensabile intervenire al più presto per potenziare tutta la viabilità da e per le valli di Non e di Sole” dice il consigliere provinciale leghista Luca Paternoster che auspica “il raddoppio della strada il prima possibile”. Anche per presidente dell’Apt della Valle di Non, Gianni Holzknecht, “è necessario potenziare i collegamenti della valle, soprattutto stradali, perché ogni fine settimana qui si formano lunghe colonne di turisti e non è possibile impiegare ore per passare dalla Rocchetta ai campi da sci dell’alta Anaunia o della val di Sole. Una strada a 4 corsie sarebbe utile se non indispensabile”. Una promessa, quella di migliorare la viabilità di valle, che risale a decine di anni fa, quando si decise di realizzare un polo industriale a Cles: chi viaggia da Cles a Trento ogni giorno sa come è finita.
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