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8 f o r u m Case di riposo, aumentano le rette L ’assessore alla sanità ha parlato di coraggio nel varare la decisione di aumentare le rette delle case di riposo a carico degli ospiti e dei loro familiari, soddisfacendo da una parte i gestori degli enti, ma scontentando dall’altra sindacati e famiglie degli ospiti. Dopo il blocco delle rette degli ultimi tre anni, ora scattano gli aumenti, con punte anche del 12% per la Civica di Trento. Le rette oggi vigenti spaziano dai 33 euro al giorno di Villa S. Lorenzo di Storo ai 46 euro giornalieri di Villa Alpina di Baselga di Piné. Dal prossimo anno, questi valori sono destinati a crescere, talvolta anche in modo consistente, creando non pochi problemi agli ospiti e alle famiglie spesso con redditi bassi. Certo, gli enti gestori raggruppati nell’Upipa hanno le loro ragioni nell’affermare che la qualità del servizio reso è buona, spesso eccellente e come con una media di 40 euro al giorno nessun albergo riesca ad assicurare vitto, alloggio, servizi di lavanderia, sartoria e cura del corpo. Solo che la cura degli ospiti, specie di quelli non autosufficienti non può ricadere solo sulle famiglie, ma dovrebbe avere anche una ricaduta sociale, come chiedono anche i sindacati. Sarà che in assessorato c’è un decisionista, ma bisognerebbe tenere maggiormente in conto le esigenze - in continuo aumento - della popolazione che sta inesorabilmente invecchiando. I soldi ci sono: basterebbero quelli destinati al rinnovo dei costumi delle bande e degli Schützen. 1/2010 mi dica Manfred De Eccher Consigliere comunale Pdl a Trento Recintare i parchi, questione di sicurezza Consigliere De Eccher, lei ha presentato la proposta di recintare i parchi alla sera? Assieme al mio gruppo consiliare del Partito delle Libertà, ho proposto di recintare i parchi pubblici della città di Trento per evitare situazioni di degrado specie alla sera e di notte. Noi vorremmo che a Trento, così come in altre città, i parchi chiudessero al pubblico dalle ore 20 alle 7 per evitare di essere trasformati in dormitori, luogo di spaccio e di prostituzione, oltre che per evitare che i parchi si trasformino nottetempo in luoghi di risse e di aggressioni tra immigrati e disadattati o, peggio, nei confronti dei cittadini come successo anche di recente. Michelangelo Marchesi Assessore all’ambiente Comune di Trento Perché la proposta del gruppo PdL non è stata adottata prima? Dovrebbe essere una risposta che il sindaco precedente e quello attuale dovrebbero dare ai cittadini in modo franco e chiaro. Le situazioni di degrado presenti sul territorio comunale sono decine e decine, non solo nei parchi pubblici e nelle loro immediate vicinanze, ma anche negli edifici delle case private e in quelle Itea. Un primo passo nella giusta direzione è comunque quello di recintare i parchi cittadini e di aprirli ad orario. Si eviterebbe che al mattino i primi visitatori trovino situazioni di degrado incivile, che al Comune e ai cittadini costa ripristinare. Assessore Marchesi, cosa risponde il comune alla proposta del PdL? Recintare i parchi come hanno fatto altre città non credo che sia la soluzione più adatta per Trento. Punterei piuttosto sulla riqualificazione degli spazi verdi. L’amministrazione comunale ha previsto specifici interventi per la riqualificazione di piazza Dante nei prossimi tre anni. Personalmente, credo che in queste aree sia necessario che divengano delle aree vive, animate da associazioni che propongano attività varie. Quanto alla sicurezza serale, le varie forze di polizia hanno intensificato i controlli notturni nei parchi, sia tramite pattuglie che tramite la telesorveglianza. Mi pare che la situazione stia migliorando, ma non si deve intervenire solo nei parchi, perché altrimenti si rischia di trasferire la delinquenza da una parte all’altre della città. Lamenta la mancanza di controlli da parte della pubblica sicurezza di notte? La polizia urbana può sicuramente fare di più mediante una migliore organizzazione del personale, stabilendo turni ulteriori alla notte in coordinamento con le altre forze dell’ordine in modo da distribuire meglio le risorse. Certo, la questione dell’ordine pubblico non è da sottovalutare come sta facendo la maggioranza di centro sinistra: è necessario intervenire subito con maggiore fermezza per stroncare fenomeni che stanno incidendo pesantemente, oltre che sulla sicurezza, anche sulla qualità di vita dei cittadini, specie i residenti del centro storico. Poche sere fa, una consigliera comunale è stata aggredita... Non era nel parco di piazza Dante ma nella via attigua. Una situazione sicuramente spiacevole, ma non credo che si possa risolvere solo con le cancellate nei parchi. Come amministrazione siamo disponibili a considerare le varie situazioni in modo laico, a prescindere dalle ideologie. Può anche darsi che per alcune realtà la soluzione sia quella della recinzione del parto. Vedremo. Tutti abbiamo a cuore la questione della pubblica sicurezza in città, anche se non bisogna enfatizzarla più del dovuto. Bisogna sempre confrontarsi con quella che è la percezione della sicurezza da parte dei cittadini, che spesso è più elevata di quello che è effettivamente necessario. Comunque, stiamo affrontando la questione e non intendiamo affatto sottovalutarla.
f o r u m 1/2010 9 chi chi è chi Giorgio Valzolgher direttore Laborfonds Da dieci anni, il direttore di Laborfonds, il fondo pensione integrativo dei lavoratori dipendenti della regione Trentino Alto Adige, è l’ex sindacalista Cisl Giorgio Valzolgher. Chi è Giorgio Valzolgher? Sono un ex segretario confederale trentino della Cisl, già dipendente dei supermercati Poli, fin dalla sua fondazione sono direttore di Laborfonds. Ho seguito la nascita dei fondi pensione fin dai primordi e mi è sembrato naturale passare dall’esperienza sindacale che per me volgeva al termine a questa nuova realtà. La sfida mi ha appassionato e ora iniziamo a vedere i primi risultati soddisfacenti. Cos’è Laborfonds? É un fondo pensione contrattuale con due particolarità rispetto ai fondi contrattuali nazionali, visto che è territoriale (rivolto quindi ai soli lavoratori attivi sul territorio della regione) ed è un fondo intercategoriale (possono aderire quasi tutti i settori produttivi, pubblico impiego compreso). Laborfonds è un fondo pensione che si muove sul libero mercato, perché è il singolo lavoratore a scegliere dove vuole investire il proprio trattamento di fine rapporto (Tfr). A differenza di altri fondi pensione gestiti da società di capitali, Laborfonds è una realtà priva di scopo di lucro, cosa che consente di riconoscere agli aderenti maggiori rendimenti. Rendimenti che risentono anche delle minori spese di gestione, visto che per legge istitutiva spetta a Pensplan (la struttura regionale costituita per rendere i servizi necessari ai fondi pensione integrativi attivi sul territorio locale) coprire tutte le spese di funzionamento e di gestione dei fondi. Quanti sono gli aderenti a Laborfonds? Attualmente sono quasi 112.000 pari ad un patrimonio gestito di oltre 880 milioni di euro. Dopo le difficoltà degli anni di avvio, il numero si sta stabilizzando, con qualche calo a seguito della crisi economica che ha comportato molti disoccupati. Dal punto di vista statistico, Laborfonds assorbe circa il 45% dei potenziali iscritti, uno dei tassi più elevati d’Italia. A chi conviene aderire al fondo pensione? A tutti i lavoratori, specie a quelli giovani che hanno un regime pensionistico basato sul sistema contributivo entrato in vigore a seguito della riforma di qualche anno fa. Con il nuovo sistema, chi va in pensione dopo 40 anni di lavoro non avrà più una pensione pari all’80% dell’ultima retribuzione come accadeva con il sistema pensionistico retributivo, ma avrà il 52, massimo 55% dell’ultima retribuzione. Un divario molto sensibile, che necessita di essere colmato. Per questo motivo sono nati i fondi pensione che, utilizzando le quote di Tfr, riescono a coprire la quota mancante di pensione, avvicinando l’assegno mensile del pensionato al 75-80% dell’ultimo stipendio. L’adesione al fondo è obbligatoria? No, il lavoratore può decidere di mantenere il proprio Tfr accantonato nell’azienda dove lavora, ma così perde alcuni interessanti incentivi previsti Giorgio Valzolgher Direttore Laborfonds dalla legge, come la possibilità di ricevere da proprio datore di lavoro un versamento integrativo pari all’1% della retribuzione, identico a quello versato dal lavoratore oltre alla quota del Tfr. Si tratta di una possibilità piuttosto conveniente, che in un arco temporale di 30-40 anni contribuisce ad innalzare il capitale maturato in modo sensibile. Laborfonds ha avuto ripercussioni dalla tempesta finanziaria che si è scatenata tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009? All’inizio ne abbiamo risentito come tutti, specie sulle linee con maggiori percentuali di investimento in capitale di rischio. Quando le cose sono mutate in meglio, abbiamo potuto recuperare rapidamente, tanto che a fine 2009 le quattro linee d’investimento di Laborfonds sono cresciute dal 6,4 al 7,8% su base annua. Tra il 2004 e il 2008, periodo piuttosto critico per i mercati finanziari mondiali, il rendimento medio di Laborfonds è stato del 2,93%, contro una media di rivalutazione del Tfr del 2,68% e del 1,3% dei fondi aperti. Gli iscritti non possono lamentarsi. In cosa differiscono le quattro linee di Laborfonds? Nella quota di capitale investito in azioni: si va da quella “Garantita” che investe quasi completamente in obbligazioni a quella “Dinamica” che investe per oltre il 70% in azioni. Per chi è giovane e ha dinanzi un lungo periodo è meglio che i primi anni siano investiti in una gestione con più investimenti azionari, passando progressivamente verso gestioni più “tranquille”, con maggiore presenza di obbligazioni man mano che si avvicina la pensione.
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