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s a l u t e
1/2010
Un terzo dei trentini si droga
n Cresce la diffusione delle sostanze che generano dipendenza
Cresce in Trentino la diffusione
di sostanze, legali e
non, che creano dipendenza.
Una realtà per molti versi
sconosciuta o ignorata, ma
dalle pesanti ripercussioni
sociali, sanitarie, economiche
e giuridiche, visto che
alcuni consumi sono illegali.
Per saperne di più, ecco l’intervista
con il direttore del
Sert, dott. Raffaele Lovaste.
Dr. Lovaste, che quadro
emerge dall’indagine sui
dati 2008?
Emerge una realtà per alcuni
versi preoccupante e per altri
incoraggiante. La diffusione
delle sostanze che creano
dipendenza è piuttosto elevata,
sia tra gli adulti che tra
gli adolescenti. Paradossalmente,
le sostanze più diffuse
sono quelle legali, come tabacco
e alcol. La stima è che
il 91,6% dei residenti abbia
fatto uso almeno una volta
nella vita di alcool e il 67,1%
di tabacco. Negli ultimi 12
mesi, tali percentuali scendono
rispettivamente all’85,1%
e al 32,6%, evidenziando un
calo consistente specie nella
predisposizione al fumo in
età adulta negli uomini, mentre
in quella adolescente e tra
le donne la predisposizione
al fumo è ancora percentualmente
consistente.
L’assunzione di sostanze
alcoliche comprende
anche il vino?
Sì, perché se si eccede nel suo
consumo può causare gravi
danni alla salute e generare
dipendenza. Comunque,
non si deve mai sottovalutare
come per gli alcolici a bassa
gradazione ci sia una corrente
di pensiero scientifico che
ne sottolinea l’utilità. Rimane
il fatto che la presenza di sostanze
alcoliche nell’ambito
della disponibilità familiare
ne facilita il consumo sia tra
gli adulti consapevoli che tra
gli adolescenti che possono
incappare in fenomeni di
ubriachezza e di alcolismo.
Le indagini dimostrano
come la diffusione
dell’alcol sia in crescita
specie tra i giovani?
Probabilmente ciò si deve ad
uno stile di vita relazionale
che ha portato i giovani a ritenere
più facili le relazioni se
si consumano bevande alcoliche,
spesso anche in quantità
rilevanti. Quando si è in gruppo
è più facile lasciarsi andare
e nella fascia di età 15-19 anni
i casi di ubriacatura sono percentualmente
rilevanti.
Emerge anche che circa un
terzo dei trentini ha fatto
uso di stupefacenti come
la cannabis...
Sì, la diffusione della cannabis
è piuttosto diffusa: il 32,7%
degli intervistati ha detto di
averla utilizzata almeno una
volta nella loro vita e il 14,2%
tra gli adulti e il 24,4 tra gli
adolescenti l’ha consumata
nell’ultimo anno, con punte
del 14,4% tra quest’ultimi che
ha dichiarato di usarla frequentemente.
Preoccupante il fatto che
il 5,6% degli adolescenti
abbia provato almeno una
volta la cocaina e circa
il 2% l’abbia utilizzata
nell’ultimo mese...
Questo equivale
a circa 990 ragazzi
in Provincia
che hanno
consumato cocaina,
con ben
350 che l’hanno
consumata anche
nell’ultimo
mese.
Cosa porta un
adolescente
ad avvicinarsi
Dott.Raffaele Lovaste
agli stupefacenti?
Probabilmente è un insieme
di condizioni, che spesso si
verificano nelle famiglie. La
nostra è una società del “tutto
e subito”. Se c’è un problema,
ti danno una pastiglia,
senza vedere quali sono le
ragioni perché si sta male.
Spesso le famiglie
con entrambi
i genitori
al lavoro non
hanno il tempo
necessario per
stare dietro ai
figli: si lavano
la coscienza
dando loro ricche
paghette
senza indagare
sull’uso che poi
viene fatto di
questo denaro. Inoltre, le famiglie
non condannano taluni
comportamenti a rischio,
come il fumare, il bere troppo
o il drogarsi. Se un genitore
fuma, beve o si fa qualche
spinello è purtroppo normale
che reputi non problematico
se il figlio utilizza anche lui
queste sostanze.
Dalla ricerca emergono
altri dati preoccupanti,
come la crescita della
diffusione dell’eroina...
Ciò si deve alla maggiore disponibilità
di questo prodotto
sul mercato che ne ha fatto
calare il prezzo al consumatore.
Inoltre, è anche cambiato
il modo di assumere l’eroina:
non serve più iniettarsela in
vena, ma si può anche fuma-