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Campo de'fiori

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<strong>Campo</strong> de’ fiori<br />

Associazione Artistica Ivna<br />

Artisti di Vignanello, Vallerano, Corchiano, Civita Castellana<br />

condividono l’arte<br />

MUSICA, RUMORE ED ESSENZA NEI<br />

COLORI DI VINCENZO RIDOLFI<br />

Vincenzo Ridolfi giovane artista, trascorre<br />

la sua infanzia a Corchiano, centro del<br />

viterbese. A sei anni palesa già le sue doti<br />

musicali, a undici incontra la musica jazz,<br />

perfezionandosi nello studio delle percussioni.<br />

Artista affascinato dalla cultura latina<br />

e greca, che sa cogliere con entusiasmo e<br />

abilità gli incoraggiamenti del suo insegnante<br />

di storia dell’arte, grazie al quale<br />

scopre e sviluppa la sua passione per la<br />

pittura e la scultura. Si ispirerà anche alle<br />

nebulose, stile pittorico utilizzato da<br />

Vincenzo Balsamo, artista che Ridolfi ha<br />

avuto modo di frequentare. La sua formazione<br />

si fonda sui principi figurativi dell’arte<br />

e sui classici scultorei per poi trasmigrare<br />

all’astrattismo attraverso la passione per<br />

la musica jazz che verrà trasfigurata in<br />

arte visiva. E’ così che Vincenzo Ridolfi<br />

riesce a trasferire la musica nell’arte pittorica.<br />

Le armonie jazziste si ritrovano inaspettatamente<br />

sulla tela in un gioco di partitura<br />

cromatica e spaziale in un’improvvisazione<br />

di genere melodico, armonico ed<br />

interiormente innovativo. Quella complessità<br />

di pentagrammi “sui quali è scritta la<br />

parte che una voce o uno strumento deve<br />

eseguire simultaneamente agli altri in un<br />

brano non solistico” viene dislocata in<br />

ambito artistico visivo, come espressione<br />

manuale abile nel tramandare l’essenza<br />

del corpo, del mondo percepito grazie ad<br />

un semplice gesto, ad un suono emesso<br />

con strumenti musicali, creando immagini<br />

sonore che assumono forma visibile.<br />

In questo modo l’arte di Vincenzo Ridolfi<br />

sembra farci strada, addentrandosi nella<br />

dimensione sensibile, riconoscibile nel<br />

rumore urbano collettivo della città, sui<br />

muri, che gridano la loro disapprovazione<br />

per essere stati “dipinti” dalle bombolette<br />

spray: è una sorta di silenzio personale<br />

proiettato verso l’ascolto dell’esterno.<br />

Questa è la voce che dà all’artista Ridolfi la<br />

spinta a creare le immagini pittoriche,<br />

riportando su tela “ quei variopinti muri”.<br />

Non solo musica, ma anche rumore urbano<br />

e colori di attimi irriverenti ed estremi<br />

di un imbratto murale contemporaneo su<br />

antiche opere d’arte, come richiamo di un<br />

presente che vuol essere visibile con tutto<br />

il suo disagio sociale ed interiore. Tutte le<br />

voci che accompagnano la fantasia visiva<br />

di Ridolfi arrivano improvvisamente, identificandosi<br />

in musicalità interiore. Il sottofondo<br />

musicale, anche se non sempre<br />

jazz, è il collaboratore vibrante dei dipinti<br />

e delle sculture di Vincenzo. In tutta la sua<br />

espressività artistica non c’è mai il silenzio<br />

assoluto, ma quello indotto dalle pause o<br />

dagli stacchi delle note e dei suoni. Non<br />

tutto, però, può essere palesato nei dettagli,<br />

infatti in molti suoi dipinti piomba una<br />

velatura come una censura improvvisa e<br />

spontanea dell’anima, un qualcosa che<br />

copre, che offusca l’immagine originaria.<br />

Il velo che cade davanti all’intero anfratto<br />

di colori, stratificati con originali tecniche<br />

miste, fa immaginare cose molteplici a<br />

seconda di chi le guarda inducendo a<br />

diversificare l’interpretazione della realtà,<br />

che appare coperta e protetta dai giochi di<br />

colore ad effetto velato. Realtà, quindi,<br />

attutita da barre appena accennate che<br />

frenano la sana creatività, il colore che c’è<br />

dietro, la vitalità e la vita che silenziosamente<br />

nel nascondimento continuano a<br />

fare la loro parte. In alcuni casi ci sembra<br />

di intravedere intense scie luminose, abbaglianti<br />

fasci di luce che impediscono di<br />

riconoscere la complessità della realtà,<br />

a cura della<br />

Prof.ssa Maria<br />

Cristina<br />

Bigarelli<br />

senza permettere una percezione chiara<br />

del significato dell’esistenza; in altri casi, le<br />

superficiali tonalità scure degli autoritratti<br />

coprono, quasi a voler soffocare la ricchezza<br />

dei colori vivi del bianco, del giallo,<br />

che sotto la superficie nera, vengono stesi,<br />

quasi a dire che la creatività, la vita sono<br />

sempre lì, vigili, pronte ad esplodere, a dar<br />

respiro alla libertà esistenziale del pensiero,<br />

della gestualità e all’accennata percezione<br />

socio-emotiva contemporanea.

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