Campo de'fiori
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44 <strong>Campo</strong> de’ fiori<br />
I “GESTI BIANC<br />
Il signor Domenico faticò un po’ ma alla<br />
fine vinse lui. Sua moglie Cesira non voleva<br />
sentirne di tagliare i due abeti secolari<br />
ed i sei ulivi del giardino di fronte alla loro<br />
villa di campagna. Così, dopo vari tira e<br />
molla, si costruì un campo da tennis in<br />
terra battuta. Per il buon esito del progetto<br />
fu determinante lo charme giovanile<br />
delle ragazze tenniste ritratte in queste<br />
fotografie.<br />
La notizia non sarebbe tale se si omettesse<br />
d’indicare la data degli scatti, il 1928,<br />
ed il luogo dove vennero effettuati: si,<br />
siamo proprio a Civita Castellana, precisamente<br />
all’interno di villa Petti - o Di<br />
Battista - su via Roma.<br />
I nove ragazzi immortalati, sei donne e tre<br />
uomini, rappresentano i pionieri del tennis<br />
civitonico, e, probabilmente, della provincia<br />
di Viterbo. E questa è una notizia.<br />
Perché i più, compreso chi scrive, hanno<br />
sempre pensato al campo di don<br />
Checchino, dietro la chiesa parrocchiale di<br />
S. Benedetto, come al primo impianto tennistico<br />
di Civita Castellana.<br />
“Fu mio padre Fabio, che compare nelle<br />
fotografie con mia madre Maria Teresa e<br />
con i loro amici, che ebbe l’idea di costruire<br />
quel campo da tennis nel 1926. Lo convinsero<br />
i due carissimi amici l’avvocato<br />
Valerio Flamini, che abitava lì vicino, ed<br />
Antonio Steyr, imprenditore civitonico<br />
figlio di Antonia Tarquini”. A fornire le inedite<br />
notizie ed i documenti sono l’avvocato<br />
Vittorio Di Battista e la dottoressa Giada<br />
Steyr che conservano amorevolmente le<br />
memorie familiari.<br />
Per chi ha a cuore la storia della nostra<br />
città è la conferma, questa, che le scoperte<br />
non terminano mai, come le ricerche.<br />
“Il gruppetto di amici giocava a tennis nei<br />
giorni festivi tra la primavera e l’autunno.<br />
Alla primavera del 1928 risalgono le fotografie<br />
che vengono riportate in questo<br />
articolo. Mio padre non mi raccontò mai di<br />
tornei veri e propri, ma solo di partite,<br />
soprattutto di doppio, talvolta anche<br />
misto. Tra ragazzi ventenni fu un modo<br />
per conoscersi meglio.” Aggiunge con sorriso<br />
ironico Vittorio.<br />
Ma chi sono le ragazze fascinose ed eleganti<br />
che compaiono in queste foto? Ci<br />
soccorre ancora Vittorio: “Oltre ai miei<br />
genitori Fabio e Maria Teresa Scopetti,<br />
sono riconoscibili Alfonsina Sacchi, Vanda<br />
Di Battista, Rosina Scopetti, Valerio<br />
Flamini, Antonio Steyr con la sua futura<br />
moglie Bianca Maria Bellini insegnante elementare<br />
a Civita nel 1927-28, infine un<br />
giovanissimo Ivo Scopetti. Voglio ricordare<br />
Antonio Steyr<br />
anche il custode del campo,<br />
che non appare in foto, il<br />
signor Pietro Alleghini”.<br />
Tutte persone della buona<br />
borghesia civitonica di quel<br />
tempo, i cui discendenti,<br />
ancora oggi, occupano posizioni<br />
di prestigio e responsabilità.<br />
Ma, al di là di questo, gli<br />
scatti risaltano soprattutto la<br />
serenità dello sguardo di<br />
tutti i ragazzi, in uno col<br />
fascino del loro abbigliamento.<br />
Rigorosamente bianco,<br />
nei pantaloni lunghi “a<br />
tubo” degli uomini e nelle<br />
caste gonne plissettate delle<br />
donne, nell’eleganza esibita<br />
con fiocchi e collane girocollo.<br />
Nostalgia per quei tempi?<br />
Forse sì forse no. Per lo stile<br />
certamente sì. Lo stile, una<br />
parola con un significato che<br />
oggi andrebbe rispolverato.<br />
Ottant’anni fa Civita<br />
Castellana era già una cittadina<br />
industriale con imprenditori<br />
di spessore e operai di<br />
grande professionalità. Si<br />
ricordano le ceramiche<br />
Marcantoni, Sbordoni,<br />
Coletta, Vincenti, FACI,<br />
Coramusi,<br />
FIAM<br />
L’agricoltura e l’allevamento<br />
sono ancora due settori<br />
molto sviluppati che assorbono manodopera.<br />
I fondi coltivati appartengono per lo<br />
più a poche famiglie quali Feroldi de Rosa,<br />
Trocchi, Montanari, Morelli, Basili, Riccioni.<br />
Artigiani, commercianti e professionisti<br />
rendono vitale la società dell’epoca. Civita<br />
è sede diocesana da più di un millennio,<br />
ed il seminario vescovile, sulla piazza principale,<br />
ne promuove le vocazioni.<br />
L’ospedale mandamentale S. Giovanni<br />
Decollato Andosilla diretto dal noto ed<br />
amato prof. Vincenzo Ferretti è un punto di<br />
riferimento sicuro per la salute dei cittadini.<br />
Le vie di comunicazione sono, all’incirca,<br />
quelle di sempre se si eccettua la<br />
Ferrovia Roma – Nord che collega Civita a<br />
Roma, e, di lì a poco, anche a Viterbo. La<br />
stessa provincia viterbese, all’epoca di<br />
queste foto, ha compiuto il primo anno di<br />
vita. L’ex capitale dei Falisci vive un periodo<br />
di forte crescita demografica ed economica<br />
anche se la depressione mondiale<br />
dell’anno successivo ne rallenterà il cammino.<br />
Le foto pubblicate documentano una<br />
generazione certamente sana e di grande<br />
vitalità, alle prese con uno sport che<br />
Gianni Clerici definì “dei gesti bianchi” per<br />
via dell’abbigliamento e della bellezza<br />
gestuale.<br />
Per pura curiosità, bisognerà anche ricordare<br />
che il progenitore del tennis, all’inizio<br />
del Seicento, fece un’illustre vittima: il<br />
Caravaggio. In un’accesa disputa di gioco<br />
– ma certamente anche per cause diverse<br />
– egli pugnalò a morte tale Ranuccio<br />
Tommasoni di Terni e da lì iniziò una lunga<br />
fuga che finì tragicamente sulle spiagge di<br />
Porto Ercole. Altri tempi.<br />
Il tennis mondiale di fine anni Venti del<br />
secolo scorso è dominato, al femminile<br />
dalla mitica Suzanne Lenglen, capace di<br />
perdere un solo incontro (per ritiro!) in<br />
tutta la sua carriera. Tra i maschi è al tramonto<br />
il campione americano Bill Tilden e<br />
stanno nascendo gli astri dell’inglese Fred