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assegna stampa<br />
miti, aveva il potere di dare la vita, perché<br />
Maa-Kheru (che ha la giusta voce).<br />
Di questa concezione fu largamente<br />
informata tutta l’area del Vicino Oriente<br />
antico. Gli Egizi, ai quali si deve la più<br />
antica formulazione del ‘Dio che crea con<br />
la parola’ (teologia per Logos del menfita<br />
Ptah), poi ripresa dall’evangelista<br />
Giovanni (ma l’ideologia è variamente<br />
attestata), la trasmisero a popoli più giovani,<br />
all’idealismo sapienziale greco che,<br />
pur stabilendo storicamente l’identità fra<br />
pensiero e realtà, contribuirono per primi<br />
alla degradazione della civiltà mitica.<br />
Fa data da allora l’occultamento del mistico,<br />
destinato a riemergere nel mondo<br />
ad ogni epoca di grande crisi.<br />
Parole di Dio – medu nether – le chiamarono<br />
gli Egizi: anche la scrittura degli<br />
albori fu sacra quanto il Verbo; era una<br />
sua diretta emanazione e perciò ne conservava<br />
in certa qual misura il potere magico.<br />
Finché anche i geroglifici non divennero<br />
incomprensibili agli uomini, soppiantati<br />
da un surrogato secolarizzato e<br />
ormai spento di vita: la scrittura moderna.<br />
Ad ogni crisi, dicevo. E in questo secolo<br />
di radicali sconvolgimenti ideologici, di<br />
straordinarie scoperte, l’uomo contemporaneo<br />
non casualmente ha riscoperto<br />
il mito, sia nei modi interpretativi della<br />
esegesi storica sia in quelli dell’immagine,<br />
della recitazione mascherata ad opera<br />
dei mass-media. Lo ha riscoperto – e<br />
non se ne rende ancora conto – anche<br />
nella sua verità scientifica: la ‘magia del<br />
fare’ ha portata cosmica.<br />
(continua)<br />
<strong>rassegna</strong> stampa<br />
attualità<br />
è uno dei giornali<br />
che ha pubblicato il 2 giugno<br />
L’Indipendente<br />
la notizia di una importante sentenza<br />
della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo<br />
a favore del Grande Oriente d’Italia.<br />
La seconda negli ultimi anni. “Ancora una<br />
volta, dopo il caso della regione Marche, –<br />
aveva detto il Gran Maestro Gustavo Raffi<br />
– la Magistratura europea ha condannato<br />
lo Stato italiano per aver violato, in pregiudizio<br />
dei massoni la libertà di associazione,<br />
censurando comportamenti di criminalizzazione<br />
e di discriminazione nei confronti dei<br />
Liberi Muratori del Grande Oriente d’Italia.<br />
Ora è un imperativo che tutti gli Enti pubblici<br />
e le Regioni che ancora contemplano<br />
al proprio interno dispositivi legislativi o regolamentari<br />
contrari alla Massoneria – adottino,<br />
con immediatezza, ogni misura necessaria<br />
a rimuovere la violazione censurata<br />
dalla Corte Europea”.<br />
Il Gran Maestro faceva riferimento alla sentenza<br />
del 31 maggio 2007 con la quale la<br />
Corte di Strasburgo ha accolto il ricorso presentato<br />
dal Grande Oriente contro la legge<br />
regionale del Friuli Venezia Giulia (15 febbraio<br />
2001, n 1) che obbliga di dichiarare la<br />
propria eventuale appartenenza alla Massoneria,<br />
per accedere alle cariche regionali<br />
indicate dall’articolo 55 della legge.<br />
La Corte Europea, infatti, pronunciandosi<br />
contemporaneamente sulla ricevibilità e sul<br />
merito, ha riconosciuto, per sei voti contro<br />
uno, la violazione dell’articolo 14 (diritto a<br />
non subire discriminazioni) letto in combinato<br />
disposto dell’articolo 11 della Convenzione<br />
europea dei diritti dell’uomo (diritto<br />
alla libertà di associazione) dichiarando,<br />
inoltre, che la condanna dello Stato convenuto<br />
rappresenta di per sé un risarcimento<br />
a titolo di danno morale fermo restando<br />
l’obbligo dello Stato di rimuovere<br />
la situazione di incompatibilità con la<br />
Convenzione europea dei diritti dell’uomo.<br />
“ Adesso – aveva aggiunto il Gran Maestro<br />
– la Regione Friuli Venezia Giulia dovrà<br />
modificare la legge censurata in modo<br />
da dare piena attuazione agli obblighi assunti<br />
dall’Italia mediante la ratifica della<br />
Convenzione europea dei diritti dell’uomo”.<br />
Nel numero 11-12 di quest’anno Erasmo Notizie<br />
aveva informato del provvedimento,<br />
spiegando le motivazioni della Corte.<br />
Ora siamo in grado di pubblicare la sentenza<br />
che proponiamo integralmente ai nostri<br />
lettori.<br />
32<br />
numero 17-18 / 2007