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Diana Baylon<br />
<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />
Spirale quadrata, 2008, carpet, cm. 247x302<br />
ph. Gino <strong>di</strong> Paolo<br />
Diana Baylon (1920) inizia il suo percorso artistico<br />
negli anni ’40 con la ceramica e la<br />
pittura figurativa, passando nei ’50 all’arte<br />
astratta prima su tela e poi su superfici metalliche.<br />
Dall’inizio dei ’60 collabora con la galleria Il<br />
Fiore <strong>di</strong> Corrado del Conte, con la Galleria Numero <strong>di</strong><br />
Fiamma Vigo e la galleria Inquadrature <strong>di</strong> Marcello<br />
Innocenti. Un inizio <strong>di</strong> carriera così rapido che il popolare<br />
cinegiornale Se<strong>di</strong> nei suoi titoli <strong>di</strong> testa include<br />
Il Vice presidente Jonhson in Asia e Il debutto <strong>di</strong> Diana<br />
Baylon (Se<strong>di</strong> n.1226). Nel 1968 si trasferisce in una<br />
casa colonica fiesolana che ristruttura anche con le<br />
sue mani,trasformandola in hermitage che, oltre al<br />
laboratorio e all’atelier, le consentirà un progressivo<br />
<strong>di</strong>stacco dal milieu dell’arte con/temporanea che<br />
aborre. Anomala sia come artista sia come artigiana,<br />
www.<strong>di</strong>anabaylon.it<br />
assembla materiali <strong>di</strong>versi - alluminio, acciaio, ferro,<br />
vetro, plexiglass, carta, lana, pietre e metalli preziosi<br />
- in un crescendo eclettico da molti denunciato e negato<br />
insieme & contemporaneamente, come nel caso<br />
<strong>di</strong> Alfonso Panzetta: “Un eclettismo apparente quello<br />
della Baylon data la continuità e una coerenza assolute<br />
tra un pezzo e l’altro, come se l’artista avesse <strong>di</strong>gerito<br />
e riproposto Brancusi in modo assolutamente<br />
contemporaneo”. Nel 1969 il manifesto del parigino<br />
G30 in collaborazione con la galleria Inquadrature,<br />
esposto a Spoleto al Festival dei due Mon<strong>di</strong>, vede Diana<br />
Baylon assieme a maestri come Pierre Alechinsky,<br />
Jean Dubuffet, Piero Manzoni e a molti altri gran<strong>di</strong><br />
nomi come gli amici Alberto Burri e Lucio Fontana.<br />
“Gli anni ’60 e ’70 sono particolarmente creativi per<br />
l’artista - verga Stefano de Rosa - che anticipò nella<br />
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