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Annuario degli Artisti di Fiesole 2013

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Enzo Butera<br />

<strong>Annuario</strong> <strong>degli</strong> <strong>Artisti</strong> <strong>di</strong> <strong>Fiesole</strong> <strong>2013</strong><br />

“Enzo Butera, tra Funk e New Realism”<br />

<strong>di</strong> Francesco Gurrieri<br />

Quando per la prima volta in ragione della<br />

mia irrefrenabile curiosità per la cultura<br />

artistica, sono sceso da <strong>Fiesole</strong> alla riva destra<br />

<strong>di</strong> Pian <strong>di</strong> Mugnone, mi sono imbattuto<br />

in uno dei più singolari stu<strong>di</strong> d’artista <strong>di</strong> Toscana;<br />

uno spazio dolce e trasgressivo insieme, naturalistico<br />

e fortemente antropizzato: insomma, la metafora <strong>di</strong><br />

un “ossimoro” intenso, forte ed esplicito. Come il<br />

“new realism” <strong>di</strong> Alice Neel o la dura riconversione<br />

figurativa <strong>di</strong> Lucien Freud, gli acrilici <strong>di</strong> Butera spingono<br />

irreversibilmente verso ciò che <strong>di</strong> più macerato<br />

può esprimere la figura umana. C’è, infatti, nelle figure<br />

<strong>di</strong> Butera, una intrinseca <strong>di</strong>sputa esistenziale,<br />

un vitalismo che riposa, hegelianamente, su contrapposizioni<br />

<strong>di</strong>alogiche. In verità, Enzo Butera, che marca<br />

i territori dell’arte almeno dagli anni ’70, ha firme<br />

illustri nel suo curriculum bibliografico (basterebbero<br />

quelle <strong>di</strong> Paolo Emilio Poesio o <strong>di</strong> Paul L. Walzer); ma<br />

questi ne hanno sottolineato più la personalità umana,<br />

il <strong>di</strong>venire del suo percorso trasgressivo e il fascino<br />

del suo talento che implementa le sue ra<strong>di</strong>ci millenarie<br />

con i laboratori della contemporaneità. È<br />

invece ora <strong>di</strong> parlare delle sue opere, della sua poetica<br />

e della sua collocazione nei movimenti e nelle tendenze<br />

dell’arte contemporanea. E ciò non per dare<br />

una collocazione alla sua opera e “repertoriarla” in<br />

qualche modo, ma per render giustizia con una lettura<br />

critica che da conto della sua <strong>di</strong>mensione artistica.<br />

Certo, quando nel ’67, alla University Art Museum <strong>di</strong><br />

Berkley si organizzava la prima esposizione “Funk”<br />

(con<strong>di</strong>zione parallela della beat generation), Butera<br />

era altrove, eppure quel fare “Funk” e quella “Bad<br />

Painting” - <strong>degli</strong> stessi anni e nello stesso crogiuolo<br />

<strong>di</strong> Berkley - sono arrivati per vie misteriose, fino alla<br />

stu<strong>di</strong>o in riva al Mugnone, innescando uno dei più<br />

intensi detonatori del linguaggio artistico. Io non so<br />

a quali traguar<strong>di</strong> porti questo percorso <strong>di</strong> Butera: so<br />

tuttavia per certo che la sua generosa provocazione<br />

plastica vale sicuramente ad allontanarci da tanti<br />

stanchi archetipi che spesso umiliano ogni attività<br />

creativa.<br />

Enzo Butera vive a <strong>Fiesole</strong><br />

www.enzobutera.com - enzobutera@iol.it<br />

Uomo incinto, 1982,<br />

bronzo, cm. h 53<br />

L’uomo incinto, <strong>di</strong> Enzo Butera (1983)<br />

Durante la gravidanza <strong>di</strong> mia moglie ho vissuto la crescita<br />

della “pancia” come un fatto nostro, fino al punto<br />

<strong>di</strong> sentirmi partecipe della gestazione, quin<strong>di</strong> “incinto”:<br />

questo stato è durato nove mesi meno alcune<br />

ore. Perché, dal momento in cui mia moglie ha cominciato<br />

ad avere le doglie, nonostante la mia presenza e<br />

la continua partecipazione, ho sentito che il mio “stato<br />

<strong>di</strong> gravidanza” era finito. Non ero più “incinto”, era<br />

mia moglie a partorire, io ero stato solo un mezzo. In<br />

pancia mi sentivo un enorme buco. La “natura” mi ha<br />

fatto, ahimè, ritornare alla realtà, privandomi <strong>di</strong> una<br />

sensazione che non potrò mai provare. Nonostante il<br />

buco in pancia rimarrò sempre “incinto” in testa.<br />

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