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Crocifisso sul Monte Nebo<br />
per i Frati Francescani della<br />
Terra Santa. Fantoni lavora<br />
inoltre alla sistemazione<br />
liturgica della basilica<br />
dedicata a Mosè, una<br />
struttura che ha origini nel<br />
III° secolo. Suo anche il<br />
Simbolo di Mosè posto<br />
all'esterno dell'edificio sacro.<br />
I due mentori artistici<br />
per Gianni come artigiano<br />
e come artista sono Padre<br />
Angelo Polesello, architetto<br />
e priore che lo aiutò ad<br />
Gianni Fantoni al lavoro (1978)<br />
entrare in contatto con i<br />
più grandi cantieri di edifici sacri dell'Italia dell'epoca. Oggi non viene<br />
ricordato a dovere ma Gianni Fantoni può essere considerato uno<br />
dei più interessanti e innovativi artisti di Arte Sacra che il nostro<br />
paese abbia mai avuto. Un’altra figura fondamentale per la vita artistica<br />
di Fantoni è Padre Michele Piccirillo, che lo invitò a lavorare<br />
proprio sul Monte Nebo in un luogo diventato fonte di ispirazione e<br />
anche di ricerca interiore. Secondo il capitolo conclusivo del Deuteronomio,<br />
il Monte Nebo è quello sul quale il profeta ebraico Mosè<br />
ebbe la visione della Terra Promessa che Dio aveva destinato al Suo<br />
Popolo Eletto.<br />
«Poi Mosè salì dalle pianure di Moab sul monte Nebo, in vetta al<br />
Pisga, che è di fronte a Gerico. E il SIGNORE gli fece vedere tutto il<br />
paese: Galaad fino a Dan, tutto Neftali, il paese di Efraim e di Manasse,<br />
tutto il paese di Giuda fino al mare occidentale, la regione<br />
meridionale, il bacino del Giordano e la valle di Gerico, città delle<br />
palme, fino a Soar».<br />
Secondo le tradizioni ebraico-cristiane, Mosè fu sepolto su questa<br />
montagna dallo stesso Dio, ma il sito rimase sconosciuto. Gli studiosi<br />
seguitano a discettare se la montagna attualmente nota come<br />
Nebo sia la stessa montagna cui ci si riferisce nella Torah.<br />
Il 9 marzo 2000, Papa Giovanni Paolo II visitò il sito durante il suo<br />
pellegrinaggio in Terrasanta. Durante la visita ha piantato un albero<br />
di ulivo a fianco della cappella bizantina come simbolo di pace. <strong>La</strong><br />
scultura cruciforme con serpenti di rame intrecciati sopra il Monte<br />
Nebo, creata da Fantoni, ricorda il Nehushtan, il bastone di Mosè,<br />
guardando il quale, il popolo di Israele non moriva, veniva salvato,<br />
dal morso dei serpenti incontrati nel deserto. È l'immagine di Cristo<br />
crocifisso, Salvatore del mondo.<br />
« Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra un’asta; e<br />
avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi<br />
guardava il serpente di rame, restava in vita » (Numeri 21:9)<br />
Secondo il progetto iniziale di Gianni Fantoni la croce avrebbe dovuto<br />
assumere la struttura di un grande oggetto sincretico, dove si sarebbero<br />
mescolati i simboli delle religioni più importanti (oltre alla croce<br />
cristiana) e che avrebbe dovuto ricordare Mosè e il Redentore. Fatto<br />
il bozzetto e presentato ai frati Francescani non fu però approvato,<br />
forse per la troppa modernità della simbologia, e si decise di realizzare<br />
una croce a forma di bastone da pastore della zona, una sorta di<br />
“tau” alto e compatto, che in cima si biforca, realizzato in tubi di ferro,<br />
come un serpente attorcigliato attorno ad un legno luminoso. Questa<br />
croce, fatta a forma di tau, può rappresentare simbolicamente anche<br />
il riposo dell’umile pastore che si appoggia al vertice del bastone,<br />
come per assistere al proprio gregge in pericolo, anche durante il<br />
<strong>La</strong> visita nel 2000 al<br />
Monte Nebo di Giovanni<br />
Paolo II, fotografato in<br />
preghiera davanti al<br />
Crocifisso per la copertina<br />
dell'Osservatore Romano<br />
breve e scomodo sonno quotidiano. <strong>La</strong> Croce di Fantoni è immensa (8<br />
mt di altezza) e ci raccontano che di giorno è brillante e luminescente,<br />
sotto il sole caldo della Giordania, tanto da essere visibile anche dagli<br />
aerei che sorvolano la zona. Come ultimo sforzo, prima di un meritato<br />
riposo, Gianni finirà di arredare la Chiesa Francescana del Monte<br />
Nebo con panche, leggii e un rosone realizzato con piastrelle di molti<br />
colori. Il 9 maggio 2009 anche Benedetto XVI ha visitato il sito, nel<br />
corso del suo viaggio apostolico in Terra Santa. In un altro monte, in<br />
un’altra parte del mondo, sulle dolci pendici del Monte Morello (Cerreto<br />
Maggio), anche il fratello maggiore Marcello Fantoni, eresse un<br />
monumento ai caduti del Morlione e di Paterno di Vaglia. Due luoghi<br />
così lontani e così diversi ma che rappresentano in maniera esemplare<br />
la passione per la vita e per l'arte che da sempre esiste nella famiglia<br />
Fantoni. Oggi il Crocifisso del Monte Nebo è un simbolo molto<br />
importante per la Giordania, campeggia sui biglietti della compagnia<br />
aerea nazionale e persino sui desktop di alcuni cellulari del paese.<br />
Importante anche il suo lavoro come insegnante che lo ha visto impegnato<br />
come direttore del “Corso di Formazione per l’Artigianato del<br />
Ferro Battuto” presso Stia in collaborazione anche con l’imprenditore<br />
Toni Benetton, allora presidente della neonata struttura formativa.<br />
Fantoni è stato anche unico nella realizzazione di manufatti e oggetti<br />
in materiale misto. Sono bellissime le stoviglie e le bottiglie realizzate<br />
in vetro di Empoli, supportate da una struttura di ferro e metalli<br />
appositamente disegnata dal maestro fiorentino.<br />
<strong>La</strong> famiglia di Gianni Fantoni al completo (Natale 2002)<br />
Gian Paolo (Gianni) Fantoni<br />
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