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La TOSCANA - Febbraio 2014

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Crocifisso sul Monte Nebo<br />

per i Frati Francescani della<br />

Terra Santa. Fantoni lavora<br />

inoltre alla sistemazione<br />

liturgica della basilica<br />

dedicata a Mosè, una<br />

struttura che ha origini nel<br />

III° secolo. Suo anche il<br />

Simbolo di Mosè posto<br />

all'esterno dell'edificio sacro.<br />

I due mentori artistici<br />

per Gianni come artigiano<br />

e come artista sono Padre<br />

Angelo Polesello, architetto<br />

e priore che lo aiutò ad<br />

Gianni Fantoni al lavoro (1978)<br />

entrare in contatto con i<br />

più grandi cantieri di edifici sacri dell'Italia dell'epoca. Oggi non viene<br />

ricordato a dovere ma Gianni Fantoni può essere considerato uno<br />

dei più interessanti e innovativi artisti di Arte Sacra che il nostro<br />

paese abbia mai avuto. Un’altra figura fondamentale per la vita artistica<br />

di Fantoni è Padre Michele Piccirillo, che lo invitò a lavorare<br />

proprio sul Monte Nebo in un luogo diventato fonte di ispirazione e<br />

anche di ricerca interiore. Secondo il capitolo conclusivo del Deuteronomio,<br />

il Monte Nebo è quello sul quale il profeta ebraico Mosè<br />

ebbe la visione della Terra Promessa che Dio aveva destinato al Suo<br />

Popolo Eletto.<br />

«Poi Mosè salì dalle pianure di Moab sul monte Nebo, in vetta al<br />

Pisga, che è di fronte a Gerico. E il SIGNORE gli fece vedere tutto il<br />

paese: Galaad fino a Dan, tutto Neftali, il paese di Efraim e di Manasse,<br />

tutto il paese di Giuda fino al mare occidentale, la regione<br />

meridionale, il bacino del Giordano e la valle di Gerico, città delle<br />

palme, fino a Soar».<br />

Secondo le tradizioni ebraico-cristiane, Mosè fu sepolto su questa<br />

montagna dallo stesso Dio, ma il sito rimase sconosciuto. Gli studiosi<br />

seguitano a discettare se la montagna attualmente nota come<br />

Nebo sia la stessa montagna cui ci si riferisce nella Torah.<br />

Il 9 marzo 2000, Papa Giovanni Paolo II visitò il sito durante il suo<br />

pellegrinaggio in Terrasanta. Durante la visita ha piantato un albero<br />

di ulivo a fianco della cappella bizantina come simbolo di pace. <strong>La</strong><br />

scultura cruciforme con serpenti di rame intrecciati sopra il Monte<br />

Nebo, creata da Fantoni, ricorda il Nehushtan, il bastone di Mosè,<br />

guardando il quale, il popolo di Israele non moriva, veniva salvato,<br />

dal morso dei serpenti incontrati nel deserto. È l'immagine di Cristo<br />

crocifisso, Salvatore del mondo.<br />

« Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra un’asta; e<br />

avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi<br />

guardava il serpente di rame, restava in vita » (Numeri 21:9)<br />

Secondo il progetto iniziale di Gianni Fantoni la croce avrebbe dovuto<br />

assumere la struttura di un grande oggetto sincretico, dove si sarebbero<br />

mescolati i simboli delle religioni più importanti (oltre alla croce<br />

cristiana) e che avrebbe dovuto ricordare Mosè e il Redentore. Fatto<br />

il bozzetto e presentato ai frati Francescani non fu però approvato,<br />

forse per la troppa modernità della simbologia, e si decise di realizzare<br />

una croce a forma di bastone da pastore della zona, una sorta di<br />

“tau” alto e compatto, che in cima si biforca, realizzato in tubi di ferro,<br />

come un serpente attorcigliato attorno ad un legno luminoso. Questa<br />

croce, fatta a forma di tau, può rappresentare simbolicamente anche<br />

il riposo dell’umile pastore che si appoggia al vertice del bastone,<br />

come per assistere al proprio gregge in pericolo, anche durante il<br />

<strong>La</strong> visita nel 2000 al<br />

Monte Nebo di Giovanni<br />

Paolo II, fotografato in<br />

preghiera davanti al<br />

Crocifisso per la copertina<br />

dell'Osservatore Romano<br />

breve e scomodo sonno quotidiano. <strong>La</strong> Croce di Fantoni è immensa (8<br />

mt di altezza) e ci raccontano che di giorno è brillante e luminescente,<br />

sotto il sole caldo della Giordania, tanto da essere visibile anche dagli<br />

aerei che sorvolano la zona. Come ultimo sforzo, prima di un meritato<br />

riposo, Gianni finirà di arredare la Chiesa Francescana del Monte<br />

Nebo con panche, leggii e un rosone realizzato con piastrelle di molti<br />

colori. Il 9 maggio 2009 anche Benedetto XVI ha visitato il sito, nel<br />

corso del suo viaggio apostolico in Terra Santa. In un altro monte, in<br />

un’altra parte del mondo, sulle dolci pendici del Monte Morello (Cerreto<br />

Maggio), anche il fratello maggiore Marcello Fantoni, eresse un<br />

monumento ai caduti del Morlione e di Paterno di Vaglia. Due luoghi<br />

così lontani e così diversi ma che rappresentano in maniera esemplare<br />

la passione per la vita e per l'arte che da sempre esiste nella famiglia<br />

Fantoni. Oggi il Crocifisso del Monte Nebo è un simbolo molto<br />

importante per la Giordania, campeggia sui biglietti della compagnia<br />

aerea nazionale e persino sui desktop di alcuni cellulari del paese.<br />

Importante anche il suo lavoro come insegnante che lo ha visto impegnato<br />

come direttore del “Corso di Formazione per l’Artigianato del<br />

Ferro Battuto” presso Stia in collaborazione anche con l’imprenditore<br />

Toni Benetton, allora presidente della neonata struttura formativa.<br />

Fantoni è stato anche unico nella realizzazione di manufatti e oggetti<br />

in materiale misto. Sono bellissime le stoviglie e le bottiglie realizzate<br />

in vetro di Empoli, supportate da una struttura di ferro e metalli<br />

appositamente disegnata dal maestro fiorentino.<br />

<strong>La</strong> famiglia di Gianni Fantoni al completo (Natale 2002)<br />

Gian Paolo (Gianni) Fantoni<br />

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