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STRUMENTI PER IL CICLO DELLA REGOLAZIONE - Governo Italiano

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Strumenti per il ciclo della regolazione<br />

In questa fase, è pure importante rilevare gli eventuali rischi di natura sociale,<br />

ambientale o economica che possono essere ridotti o eliminati mediante l’intervento<br />

(ci si riferisce, naturalmente, a quelli che sarà possibile individuare ex ante).<br />

Uno strumento fondamentale di rilevazione è costituito dalle consultazioni con gli<br />

stakeholders e con i soggetti interessati dall’intervento, che consentiranno di<br />

effettuare una ricognizione non soltanto delle loro esigenze e aspettative, ma anche di<br />

reperire dati e informazioni utili per individuare eventuali criticità.<br />

È opportuno redigere un Piano delle consultazioni, nel quale andranno indicati<br />

chiaramente le categorie dei soggetti da coinvolgere, le modalità di consultazione, i<br />

tempi 34 entro cui i Documenti di consultazione saranno pubblicati e quelli previsti per<br />

la risposta.<br />

Prospetto 2-2 Esempi di rilevazione delle esigenze<br />

a) Caso AIR “Riforma dell’attività faunistico-venatoria” (Regione Friuli V. Giulia, 2005)<br />

Esigenze giuridiche (esterne):<br />

Il sistema attuale di programmazione della gestione della fauna sul territorio appare fortemente lacunoso.<br />

Non è ancora stato adottato il piano regionale pluriennale di gestione faunistica che dovrebbe costituire<br />

l’atto fondamentale di programmazione avente come obiettivo la conservazione, riproduzione e<br />

miglioramento delle condizioni della fauna, nonché il razionale sfruttamento della stessa sotto il profilo<br />

venatorio. Tale atto è in corso di elaborazione.<br />

In attesa che uno strumento di programmazione generale divenga operativo, la gestione dell’attività<br />

venatoria si fonda attualmente in larga misura sul principio di autogestione, che vede riconosciuto un<br />

ruolo primario ad organismi di diritto privato (riserve di caccia, distretti venatori, aziende faunisticovenatorie),<br />

con attribuzione alla p.a. di una generale funzione di controllo sugli atti degli stessi.<br />

Nell’annata venatoria 2003-2004 sul territorio regionale sono stati dichiarati abbattimenti di ungulati<br />

difformi rispetto ai piani di prelievo autorizzati, pari a circa il 5% del totale. Queste sono irregolarità che<br />

emergono dalle annotazioni effettuate sul tesserino venatorio regionale da parte degli stessi cacciatori<br />

che le commettono, per cui si può credibilmente ritenere che il dato sia fortemente sottostimato. Nel<br />

corso dell’anno 2003 su tutto il territorio regionale sono stati accertati reati conseguenti all’esercizio della<br />

caccia in assenza della licenza (bracconaggio).<br />

Esigenze amministrative (interne):<br />

L’attuale sistema dei controlli risulta peraltro scarsamente efficace, specie per quanto concerne<br />

l’irrogazione delle sanzioni amministrative. Si è infatti accertato presso alcuni Uffici provinciali che la<br />

sanzione amministrativa media in materia di caccia comporta un pagamento di circa 80 €, e che i tempi<br />

procedimentali possono essere anche molto lunghi. In conseguenza di ciò, le sanzioni in molti casi<br />

appaiono assolutamente inadeguate. Ulteriore ragione di intervento è quindi l’individuazione di strumenti<br />

che favoriscano il corretto esercizio venatorio aumentando l’effetto deterrente e preventivo delle sanzioni<br />

amministrative.<br />

Esigenze economiche:<br />

Il sistema sanzionatorio prevede inoltre alcune tipologie di sanzioni disciplinari da irrogarsi a cura di una<br />

Commissione disciplinare di primo grado e di una di secondo grado istituite presso l’Amministrazione<br />

regionale, che sopporta di conseguenza notevoli costi in termini di risorse umane e finanziarie per<br />

l’esercizio di tale funzione.<br />

Il solo costo del personale dipendente impiegato nell’attività della Commissione disciplinare di primo<br />

grado si aggira attorno ai 30.000 euro per il solo semestre ottobre 2004-marzo 2005, in cui tale attività è<br />

stata avviata. A ciò va aggiunto il costo dei gettoni di presenza dovuti ai componenti esterni della<br />

commissione regionale d’appello, nonché il costo della cancelleria. Vi è quindi l’esigenza di riportare a<br />

canoni di economicità e semplificazione l’attività amministrativa in tale ambito, contenendo il dispendio di<br />

risorse umane e denaro connesso all’irrogazione delle sanzioni disciplinari da parte delle Commissioni<br />

disciplinari regionali. Parimenti è necessario individuare forme diverse e più efficienti di intervento a<br />

carico dei responsabili delle violazioni.<br />

34 Che dovranno rispettare i termini entro cui si intende concludere la fase di rilevazione.<br />

32

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