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Settembre - La Piazza

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10 Attualità<br />

UN’ESTATE FIAMMANTE:<br />

LA MIA ESPERIENZA NEL GARGANO<br />

di Ivano Moreschini<br />

È uno di quei casi in cui non è piacevole poter dire:<br />

“io c’ero”. Si tratta della giornata di fuoco che ha investito<br />

il Gargano il 24 luglio 2007, provocando tre morti,<br />

molti danni e tanta paura. Ebbene, io c’ero: insieme alla<br />

mia famiglia, stavamo passando le vacanze in un campeggio<br />

a 2 km da Vieste, sulla strada che va verso Peschici.<br />

Uno potrebbe dire: ma perché raccontarlo su un<br />

giornale locale<br />

<strong>La</strong> risposta è molto semplice: tutti abbiamo capito<br />

ormai che il clima è cambiato; queste situazioni potrebbero<br />

essere più frequenti di un tempo. Può essere utile<br />

puntare un poco l’attenzione su come una normale<br />

vacanza si può tramutare pian piano in una giornata di<br />

ordinaria paura.<br />

Erano già un paio di giorni che faceva più caldo del normale:<br />

del resto ce l’hanno ripetuto più volte che una<br />

delle novità del clima impazzito sono le ondate di calore<br />

che durano più giorni. <strong>La</strong> mattina, io ed i bambini partiamo<br />

verso le nove per andare a fare la spesa a Vieste.<br />

Verso le nove e mezza per strada si boccheggia: uno dei<br />

termometri del centro segna già 38°. Gli anziani vagano<br />

come storditi. C’è un vento di scirocco che porta vampate<br />

di fuoco sul viso. Facciamo la spesa in fretta e torniamo<br />

in camping.Verso le dieci e mezza scendiamo in<br />

spiaggia. Ci restiamo mezz’ora: dopo un veloce bagno si<br />

capisce che non è la giornata adatta per stare al sole.<br />

Intanto continua il vento di scirocco, anche con folate<br />

violente che fanno saltare qualche ombrellone. Decidiamo<br />

di tornare nel bungalow: del resto la spiaggia è quasi<br />

deserta.<br />

Lontano si vede qualche focolaio d’incendio, ma nessuno<br />

ci fa caso più di tanto: nessuna notizia è ancora arrivata,<br />

e peraltro gli incendi violenti a Peschici scoppieranno<br />

dopo le undici. Arrivati nel bungalow decidiamo<br />

di chiudere, oltre alle persiane, anche i vetri delle finestre:<br />

l’aria che entra è troppo calda per resistere. Chiusi<br />

nel bungalow passeremo le ore più calde della giornata,<br />

seduti o sdraiati, alzandosi ogni mezz’ora per una doccia<br />

fredda per avere un piccolo refrigerio. Verso le tre di<br />

pomeriggio anche i mobili cominciano a scottare. Noi<br />

intanto siamo isolati:<br />

il bungalow non ha<br />

televisore, la radio<br />

non l’abbiamo portata.<br />

L’atmosfera è<br />

innaturale, ma non<br />

sappiamo nulla di<br />

quello che sta succedendo<br />

nella zona. Si<br />

sente ogni tanto volare<br />

un elicottero. Ogni tanto esco dal bungalow per<br />

vedere se il clima migliora: mi arrivano delle ondate di<br />

calore terribili; lo scirocco continua a soffiare forte. In<br />

spiaggia il bagnino ha misurato 53° al sole a mezzogiorno.Verso<br />

le cinque decido di uscire a vedere la situazione<br />

del campeggio: c’è un po’ di agitazione, qualcuno dal<br />

punto più alto del campeggio osserva un focolaio non<br />

molto lontano. Mi avvicino ad un campeggiatore, che mi<br />

descrive una situazione preoccupante: l’incendio forte a<br />

Peschici, i morti, i campeggi distrutti, il paese evacuato,<br />

le vie di fuga bloccate.<br />

Intanto il focolaio si avvicina, il personale del campeggio è<br />

in agitazione, un nostro vicino di bungalow carica i bagagli<br />

in macchina e va via, non si capisce bene dove: penso sia<br />

arrivato al massimo a Vieste.Verso le sei del pomeriggio ci<br />

dicono di scendere in spiaggia. Si insinua una certa ansia:<br />

prepariamo in fretta le valigie, le mettiamo in macchina,<br />

parcheggio la macchina sperando di ritrovarla intatta.<br />

Qualche zainetto e quello che avevamo addosso, ci aspettano<br />

delle barche di pescatori che ci avrebbero portato alle<br />

Tremiti, visto che Vieste ormai era piena.<br />

Fortunamente il fuoco viene domato. Verso le sette e<br />

mezza ci dicono che il pericolo è passato. Andiamo a<br />

cena, ma la notte non sarà così facile dormire. Nel campeggio<br />

un’aria irreale, una sensazione di disgrazia evitata<br />

per un soffio.<br />

Poi il giorno dopo la spiaggia quasi vuota, molti partono.<br />

Il 25 era mercoledì, noi restiamo fino al sabato.<br />

Siamo stati anche bene. Ma è come se si fosse rotto qualcosa.<br />

Sicuramente bisogna colpire i piromani, sicuramente<br />

i soccorsi non erano organizzati. Ma dentro di<br />

me sono convinto che il problema è il clima: i soccorsi<br />

possono evitare i danni, ma la temperatura così alta non<br />

la ferma nessuno.

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