Settembre - La Piazza
Settembre - La Piazza
Settembre - La Piazza
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Tradizioni popolari<br />
31<br />
Tradizioni popolari a Castel Madama - Proverbi<br />
selezione ed elaborazione del testo a cura di Gualtiero Todini<br />
Dalla tesi sulle “Tradizioni Popolari a Castel Madama, 1949” di Vittorio Todini<br />
Miumiu piagne ju<br />
mortu e freca ju<br />
vivu - Quantu si’<br />
pocrita! Viju fa<br />
sottu sottu, comme<br />
le patane! Vella<br />
dice ‘na cosa, ma<br />
ne penza n’ara!<br />
E, peggio ancora:<br />
Piangere il morto e<br />
fregare il vivo! A<br />
me piace chi dice pane al pane e vino al vino, ma<br />
capita anche a me, a volte, di confondere il vino<br />
con l’acqua. E, invece, quanto è bella la coerenza:<br />
chiara, limpida, trasparente.<br />
Al funerale: tutti piangono, sono tutti affranti, che<br />
dolore. Ci sono quelli che vengono da Roma; oggi<br />
tanti castellani o figli di castellani abitano a Roma<br />
e, perciò, sommesse si ascoltano voci di rammarico,<br />
di velato rimprovero: “Ci vediamo solo in<br />
queste circostanze”, “Ce averèmmo da vedé più<br />
spissu”, “Dài rivediamoci presto, fissiamo un<br />
giorno adesso”. Parole. Non si rivedranno, fino al<br />
prossimo funerale. Ma il proverbio è più caustico,<br />
più brutale (“bruttale” dicéa sempre Franciscu,<br />
che voléa parlà ciuvile): al funerale ci sta sempre<br />
qualcuno che, mentre piange il morto, sta in piena<br />
attività per fregare i vivi. I quali si fanno fregare,<br />
perché hanno in mente quel proverbio che recita<br />
Chi ‘n ze fida è marfidatu, ma dimenticano o<br />
ignorano la seconda parte spaventosamente cinica:<br />
e chi se fida remane frecatu.<br />
Noi spesso favoleggiamo sull’antica, solidale<br />
civiltà agropastorale: “Quanto si volevano bene,<br />
quanto si aiutavano, che esempio di solidarietà!”.<br />
Ma le cose non stavano proprio così. <strong>La</strong> civiltà<br />
contadina spesso era “incivile”, gretta, avara: le<br />
grame condizioni esistenziali spingevano molti a<br />
comportarsi all’insegna del terribile motto darwiniano<br />
Mors tua, vita mea... Dico ai miei tre lettori:<br />
“Ma non vi sentite un po’ di freddo addosso”.<br />
(Ho detto tre, forse esagerando: quest’estate con<br />
un’inchiesta casuale ed estemporanea ho verificato<br />
che questa pagina sui proverbi castellani non la<br />
leggono nemmeno gli amici, nemmeno i conoscenti;<br />
e nemmeno i parenti... Peggio pe’ issi!).<br />
Se pianu più mosche co ‘n cucchiaru ‘e mèle che<br />
co ‘n barile d’acitu – Ma adesso risaliamo un po’<br />
la china. Dall’ Inferno, in cui eravamo precipitati<br />
con il proverbio Miumiu, passiamo ad un altro,<br />
ricco di buon senso pedagogico. Gli insegnanti<br />
sanno che, se un allievo è un po’ discolo, si ottiene<br />
poco da lui con le cattive (l’acitu), molto invece<br />
si può ottenere, se cerchi di coinvolgerlo nella<br />
vita corale della classe, di responsabilizzarlo.<br />
Noi, ai nostri tempi (1946-47), erèmmo ‘na classe<br />
‘n po’ discola: io, Peperino (gnu sa ju padre de<br />
Amadio), ‘Ndino (ju fornaru), Cacinetto (frezza<br />
bianca), Romoletto (chi gn’ha cunusciutu),<br />
Micchele Petrucci (se nne j a fa ju viggile a<br />
Roma), Vittorio Iori; e ju maestro Carlo, invece<br />
dell’acitu, ce sonea la fisarmonica: magari noi un<br />
po’ discoli ci rimanevamo lo stesso e Carlo ju<br />
facèmmo ‘ncazzà.<br />
Piglia oggi: vai a Roma con la macchina e al<br />
primo semaforo trovi il lavavetri che ti schiaffa lo<br />
spazzolone sul tergicristallo, senza chiederti l’assenso,<br />
ti pulisce i vetri e gli dai venti centesimi; al<br />
semaforo successivo, un altro lavavetri ti rischiaffa<br />
lo spazzolone sul tergicristallo e te lo lava,<br />
mentre tu lo guardi indispettito e la mancia non<br />
gliela dài; al terzo semaforo, prima che lui..., tiri<br />
giù il vetro e gli gridi: “Non ho bisogno di niente!”;<br />
e lui Schiaffa lo scopettone sul vetro e ti<br />
guarda in atto di sfida; e tu Tu gli dai un euro, il<br />
cucchiaio di miele (provocatorio, però), e lo ringrazi.<br />
Ma tanti altri, diversamente da te, si guastano<br />
il sangue e imprecano contro gli immigrati,<br />
tutti gli immigrati.<br />
Non sarebbe meglio,<br />
se il sindaco, il sempre<br />
buono Veltroni,<br />
realizzasse un albo dei<br />
lavavetri, aperto a<br />
tutti i cittadini del<br />
mondo con permesso<br />
di soggiorno, ai quali<br />
assegnare, dopo che<br />
hanno affrontato un<br />
breve corso di formazione,<br />
uno dei tanti<br />
semafori in funzione