12.11.2012 Views

SCARICA IL PDF - MESESPORT

SCARICA IL PDF - MESESPORT

SCARICA IL PDF - MESESPORT

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

€€uro 2,,000 www.mesesport.it<br />

Mensile di critica e attualità sportiva - 213 - novembre 2005<br />

Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena<br />

Armani e Chievo: una domenica da urlo


Direttore<br />

Mario Ciani<br />

Direttore responsabile<br />

Paolo Corbini<br />

Direzione – Redazione – Fotolito<br />

Bernard & Co.<br />

Strada di Busseto 18 -C2/3 – Siena<br />

Tel. 05.77.28.53.74<br />

Fax 05.77.22.10.14<br />

E-mail: redazione@mesesport.it<br />

Edito e stampato presso<br />

Arti Grafiche Ticci<br />

Loc. Pian dei Mori 278 - Sovicille (Si)<br />

Tel. 05.77.34.92.22<br />

Fax 05.77.34.93.66<br />

Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 430<br />

del 27.01.1983<br />

Hanno collaborato a questo numero:<br />

Raffaele Ascheri, Corrado bagella, Duccio Balestracci, Luca Bianchin, Mauro Bindi, Giancarlo Brocci,<br />

Andrea Bruschettini, Massimiliano Bruttini, Fabio Cannoni, Barbara Cerretani, Mario Ciani, Chiara Cicali,<br />

Vincenzo Coli, Fabio Fineschi, Stefano Fini, Riccardo Giacopelli, Emilio Giannelli, Daniele Giannini,<br />

Antonio Gigli, Luca Luchini, Mauro Mancini Proietti, Simone Marrucci, Augusto Mattioli, Andrea Monciatti,<br />

Roberto Morrocchi, Francesco Oporti, Gigi Rossetti, Senio Sensi, Rudi Simonelli, Antonio Tasso, Matteo Tasso,<br />

Francesco Vannoni.<br />

Fotografie di Paolo Lazzeroni e Augusto Mattioli<br />

Collaborazione fotografica: Fabio Di Pietro<br />

Editing: Francesco Vannoni – Sito web: Olivia Agnelli<br />

Progetto grafico: Bernard Chazine<br />

editoriale<br />

Più rock che lento<br />

Il tormentone di Celentano è appena cominciato,<br />

ma già si sprecano i tentativi di imitazione. Nel<br />

mondo dello sport soprattutto, ma non solo. Da<br />

noi, ad esempio, non è un esercizio facile individuare<br />

chi fra Siena e Mens Sana è lento o rock.<br />

Stabilito che vie di mezzo non ci sono, cominciamo<br />

col dire che i bianconeri, attestati a metà<br />

www.mesesport.it<br />

numero<br />

213<br />

novembre 2005<br />

ANNO XXIII<br />

classifica e saldamente a 9 punti dalla serie B,<br />

sono certamente rock. Anche perché in difesa<br />

lenti lo sono sempre. E poi è tutto relativo:<br />

qui ci si batte contro il meglio del calcio italico,<br />

e qualche…lentezza ci può stare.<br />

Anche la Montepaschi, che prima di perdere la sua<br />

imbattibilità a Varese, era sicuramente rock,<br />

con la sconfitta a Masnago non è che può passare<br />

subito all’altra sponda, perché la sua posizione<br />

di vertice è sempre integra e nel prossimo<br />

turno ha la possibilità di schiarirsi le idee<br />

direttamente con gli avversari milanesi suoi<br />

coinquilini.<br />

E le altre squadre senesi di livello?<br />

La squadra femminile della Ducato, che ha seguito<br />

di una serie di circostanze sfortunate si<br />

trova in una posizione di classifica a lei poco<br />

congeniale, è sicuramente lenta. Era partita<br />

rock, ma poi ha dovuto ricredersi. Lo stesso dicasi<br />

per la Virtus, al via per l’ennesima volta<br />

con l’obiettivo di non ripetere le esperienze<br />

precedenti, ma finita fin da subito fra i lenti.<br />

Come il rinnovatissimo Costone, che trova più<br />

difficoltà del previsto a plasmarsi, nonostante<br />

la lunga permanenza in C1. Chi non fa mistero<br />

di appartenere alla categoria del rock, è<br />

sicuramente il Cus basket maschile, ancora imbattuto<br />

capolista dello stesso campionato,<br />

mentre qualche difficoltà di collocazione trova<br />

per ora la squadra femminile di volley del Cus,<br />

neo promossa in B1.<br />

Questo relativamente alle squadre che hanno un<br />

respiro nazionale. Poi ci sono i vari personaggi<br />

che si muovono all’interno delle stesse, ma<br />

fare dei nomi in questo caso equivarrebbe a<br />

tracciare una riga fra buoni e cattivi, fra belli e<br />

brutti, fra bravi ed incapaci, e qui nessuno<br />

vuole fare liste di proscrizione… Al massimo<br />

ci si può limitare a dire che non basta essere<br />

rock per essere anche i migliori, oppure che<br />

tanti lenti sono tali perché non messi nella condizione<br />

di essere rock. Per ora può bastare. ■


Questa volta non c’è che l’imbarazzo<br />

della scelta: è stato il mese dell’emozionante<br />

vittoria dell’Olimpico contro la<br />

Roma (d’accordo, non è più una novità,<br />

ma fa sempre un bell’effetto…), o quello<br />

della discussa sconfitta coi viola con annessa<br />

aggressione a De Luca; quello del<br />

rocambolesco tre a tre con la Samp, oppure<br />

quello del blitz di Treviso?<br />

Per quanto ci riguarda un po’ di tutto,<br />

perché sono episodi che in qualche<br />

modo entrano a far parte della piccolagrande<br />

storia della Robur, non fosse<br />

altro che per testimoniarne la presenza<br />

sul più importante palcoscenico del calcio<br />

italiano. Che non è affatto scontata.<br />

Prendiamo la gara di Roma: Spalletti<br />

ha detto che il Siena si è chiuso per<br />

tutta la partita e non meritava di vincere.<br />

È la sua opinione, rispettabilissima.<br />

Però non può dire che si è solamente<br />

difeso quando sul 2 a 2, anziché difendere<br />

un risultato già prestigioso, è andato<br />

a segnare e vincere con un terzino!<br />

La sconfitta nel derby chiama in<br />

causa altri elementi di discussione. L’inattesa<br />

esclusione di Chiesa e Locatelli,<br />

l’incapacità di opporsi efficacemente<br />

sulla metà campo alle scorribande dei<br />

gigliati, ma soprattutto una fragilità difensiva<br />

che si fa seria. Specie se non si<br />

riesce a segnare il cosiddetto ‘gol in<br />

più’. Che la scelta di De Canio sia stata<br />

un po’ cervellotica, è fuori dubbio. Nessuno<br />

può pensare di lasciare in panca i<br />

due principali finalizzatori di una squadra<br />

con l’attenuante che ci sono due<br />

impegni in quattro giorni (se questo è il<br />

motivo vero), perché ogni partita va vissuta<br />

a sé, indipendentemente dalle<br />

scorie che può lasciare.<br />

Ma è soprattutto il discorso sulla tenuta<br />

della retroguardia che continua a<br />

suscitare perplessità. Nello spazio stretto<br />

i nostri difensori sanno come cavarsela,<br />

se non altro per il mestiere. È quando<br />

si vedono affrontare in campo aperto<br />

e sono presi in velocità che non riescono<br />

più a tamponare. Certamente anche<br />

con la complicità di un centrocampo che<br />

non fa sufficientemente filtro.<br />

È un problema di uomini o di schemi?<br />

I primi ci sarebbero, ma si portano<br />

dietro storie personali tutte da dimenticare.<br />

Se riusciranno a superare in fretta,<br />

il Siena si troverà con una retroguardia<br />

fra le migliori dell’intera serie A, ma<br />

ancora devono farlo. Forse è passato<br />

troppo poco tempo. Intanto qualcuno<br />

su cui si sprecavano le scommesse<br />

(vedi Tudor), tarda a venir fuori ed a recuperare<br />

quel ruolo di allenatore in<br />

campo già felicemente recitato la stagione<br />

scorsa. Ed è quindi già un mezzo<br />

problema questo. L’altro mezzo chiama<br />

in causa lo schieramento, nel senso che<br />

le soluzioni proposte da De Canio rispondono<br />

sì ad una certa logica (basta<br />

vedere come la squadra si distende in<br />

certi momenti, con quale fluidità scorre<br />

la manovra), ma dopo un quarto di stagione<br />

è lecito pretendere una maggiore<br />

continuità di scelte. Intanto risolvendo il<br />

dubbio sulla difesa: a tre o a quattro?<br />

Siamo sicuri che cambiare tutte le volte<br />

disposizione non crea qualche difficoltà<br />

di affiatamento fra uomo e uomo, e<br />

forse anche fra reparto e reparto? Non<br />

sarebbe meglio puntare su uno schema<br />

collaudato con elementi collaudati? Individuare<br />

cioè una squadra tipo e su<br />

quella innestare tutte le variazioni necessarie?<br />

È vero che oggi il calcio si<br />

gioca in venti e che non ci dev’essere il<br />

posto garantito per nessuno, ma presentarsi<br />

al derby senza aver mai provato<br />

l’inedito schieramento senza Chiesa<br />

e Locatelli non è una forzatura?<br />

Certo tutto questo non inficia il rendimento<br />

complessivo di una squadra<br />

che al suo terzo campionato di serie A<br />

può vantare già tre punti in più rispetto<br />

al primo e addirittura quattro sul secondo.<br />

Una squadra, e questo forse è l’aspetto<br />

più positivo di questa prima<br />

parte della stagione (pur con le ombre<br />

affiorate qua e là) che non dà niente per<br />

scontato, che può battersi contro<br />

chiunque e dovunque con le stesse<br />

possibilità di vincere o di perdere, mai<br />

chiusa comunque chiusa in partenza.<br />

Un bel passo in avanti per una Società<br />

salita da poco nella massima<br />

serie, ma con la quale sta prendendo<br />

velocemente confidenza: dalla vittoria<br />

su Totti e compagnia bella, a quella col<br />

Treviso in trasferta. Un campo anche<br />

questo (ed a maggior ragione quello romano),<br />

in cui la squadra di De Canio è<br />

scesa senza condizionamenti, sicura di<br />

giocarsela fino in fondo. Pur sapendo<br />

che il mondo dello sport è pieno di situazioni<br />

apparentemente facili (come<br />

Archiviato un mese<br />

non privo di soddisfazioni, i bianconeri<br />

tentano la fuga dalla ...salvezza<br />

Ok: il passo<br />

è giusto<br />

Mario Ciani<br />

poteva essere la visita al ‘Tenni’) che poi<br />

si trasformano in sonore delusioni.<br />

Tanto per ribadire che nella Marca i<br />

bianconeri non hanno fatto il minimo indispensabile,<br />

ma il massimo.<br />

Insomma questa squadra è sicuramente<br />

capace di tutto, nel bene e nel<br />

male, ma il fatto stesso di potersela giocare<br />

con tutti alimenta i sogni di una<br />

tifoseria sempre più esigente. Ma<br />

anche realista, perchè nessuno pretende<br />

da lei più di quanto può onestamente<br />

dare. L’importante è che sappia soffrire,<br />

perché non c’è niente di<br />

mortificante in una sconfitta accompagnata<br />

da una prova generosa.<br />

Dopo aver sperperato diversi punti in<br />

casa, ora i bianconeri sono attesi comunque<br />

da una serie di prove tutte alla<br />

loro portata, che non vuol dire però facili.<br />

A cominciare da quel Chievo che al<br />

Rastrello ha sempre fatto la sua figura. E<br />

siccome occupa una posizione di classifica<br />

tutto sommato di prestigio, va trattato<br />

alla stregua di una potenziale grande:<br />

concentrazione, quindi, ed<br />

aggressività. Non bisogna farlo ragionare,<br />

in poche parole, bisogna sporcarne il<br />

gioco (quello che non s’è fatto con la<br />

Fiorentina), perché solo così siamo sicuri<br />

di aver fatto il possibile e l’impossibile.<br />

Poi, come si dice, le pecore si contano<br />

la sera.<br />

P.S. Ci avevano promesso che non<br />

sarebbe successo più, anche se non era<br />

la prima volta che lo dicevano. Ci avevano<br />

promesso tolleranza zero, termine<br />

tanto abusato quanto vuoto…D’ora in<br />

poi, insomma, non ci sarebbe stato più<br />

scampo per nessuno.<br />

Per nessuno? Tralasciando i fatti<br />

non meno gravi di Ascoli, Gallipoli e<br />

…Siena (relativamente all’aggressione<br />

a De Luca), siamo sempre in attesa di<br />

sapere quali provvedimenti saranno<br />

presi a carico di Roma e/o Lazio per la<br />

monetina che ha colpito al volto Paparesta<br />

nel derby. Scommettete che<br />

siamo stati noi? ■<br />

ca l c i o 3


a tutto campo<br />

Buon campionato e cattivi comportamenti<br />

Senio Sensi<br />

TV (E SOCIETÀ) SPAZZATURA<br />

Quando si dice il fair play, tanto raccomandato<br />

dai vertici del calcio! In due settimane<br />

ne abbiamo viste due davvero emblematiche:<br />

un calciatore ha colpito un<br />

barelliere-volontario perché, per perdere<br />

tempo, voleva rimanere a terra, dentro il<br />

campo. Dopo quindici giorni un gruppo di<br />

facinorosi ha assediato la macchina del<br />

Presidente del Siena.<br />

Già i fatti, di per sé, sembrerebbero di<br />

una certa gravità e tali da creare sconcerto<br />

specie in chi, come i senesi (Società,<br />

giocatori e squadra), ha un curriculum<br />

della propria storia calcistica non macchiato<br />

da episodi gravi. Ma l’inaccettabile<br />

è che: nel primo caso l’Udinese, cui appartiene<br />

Obodo giocatore dalla…bottigliata<br />

facile, ha preso le difese del proprio atleta<br />

anche quando è stato squalificato per<br />

due giornate. Non una parola di solidarietà<br />

verso chi, senza percepire niente a differenza<br />

di chi gioca al calcio, cerca solo di<br />

dare una mano in caso di infortuni. Nel secondo<br />

episodio poi le uniche parole da<br />

sponda “avversa” (quella Fiorentina, per<br />

intendersi…)sono state: un tentativo di minimizzare<br />

l’aggressione; una lettera “firmata”<br />

(e quindi a mio avviso nemmeno da<br />

pubblicare) che dice di aver visto tutto e<br />

non concorda con De Luca (se era lì era<br />

un fiorentino…unici ammessi e non un<br />

tifoso senese come dice); le parole del<br />

Questore di Siena che dice “solo” che il nostro<br />

Presidente è stato imprudente (?); la<br />

minaccia di azioni legali da parte della tifoseria<br />

fiorentina per “danno all’immagine”<br />

(roba da scompisciarsi dalle risa…); un tiepido<br />

mea culpa arrivato tre giorni dopo da<br />

Della Valle (Presidente della Fiorentina)<br />

che comunque si schiera subito con la versione<br />

data dal Questore. Bella carrellata,<br />

non c’è che dire. Ma non è finita: le grandi<br />

tv nazionali (private o pubbliche), con rarissime<br />

eccezioni, hanno irriso il barelliere<br />

e non dato spazio all’aggressione di De<br />

Luca. C’è da domandar loro: ma siete sicuri<br />

che questo sia il sistema per allontanare<br />

la violenza dagli stadi???<br />

LE RESPONSAB<strong>IL</strong>ITÀ DEI VERTICI<br />

Sembra che le cause di tante morti o di<br />

danni irreparabili a calciatori degli anni ’80<br />

e ’90 siano stati causati dall’assunzione,<br />

forse a cuor leggero e comunque imposta,<br />

di farmaci molto vicini al doping da parte di<br />

atleti di prima linea. Sembra che almeno<br />

fino a qualche anno fa alcune sostanze<br />

proibite o comunque dannose siano state<br />

somministrate a calciatori di serie A: le inchieste<br />

di Guariniello hanno portato alla<br />

luce fatti inquietanti.<br />

Sembra che esista un modo, in parte<br />

messo in atto, per cancellare tracce di farmaci<br />

proibiti e pericolosi dalle urine per coloro<br />

che ne fanno uso: fatto che renderebbe<br />

inutile il prelievo e successiva analisi<br />

antidoping. Sembra che, sotto forme diverse<br />

e nonostante un irrigidimento di chi,<br />

giustamente, deve tutelare la salute degli<br />

atleti e garantire la regolarità alle gare<br />

(non solo nel calcio), qualche “aiutino”<br />

venga ancora somministrato o autonomamente<br />

assunto per rendere più “energici” i<br />

baldi atleti.<br />

Eppure, dopo tutto questo, sembra che<br />

Pescante, Presidente del CONI, abbia<br />

detto che sui controlli antidoping il nostro<br />

Paese è troppo rigido e che converrebbe allinearsi<br />

a quanto fanno negli altri Paesi europei<br />

(cioè poco…). Nessuno ha smentito<br />

la notizia fatta circolare due o tre settimane<br />

fa; si presume quindi che sia vera. Ecco,<br />

questi sono i vertici dello sport italiano!<br />

AVANTI BIANCONERI,<br />

ANCHE SE...<br />

14 punti in 10 partite; Chiesa secondo<br />

capocannoniere della serie A; un ciclo di<br />

partite abbordabili quelle che abbiamo di<br />

fronte. C’è di che essere soddisfatti. Ma ci<br />

sono delle ombre pesanti sul cammino<br />

della Robur formato 2005/2006. E non mi<br />

riferisco agli aspetti economici della Società,<br />

sulla qual cosa sapremo di più a fine<br />

anno, ma al campo.<br />

Senza dubbio qualche punticino<br />

in più potevamo averlo:<br />

un paio di “ladrocinii” (per carità…in<br />

buona fede) degli arbitri;<br />

un briciolo di sfortuna; qualche<br />

errore difensivo non<br />

giustificabile. Ma anche qualche<br />

scelta tecnica che non abbiamo<br />

capito. De Canio legge<br />

molto meglio le partite in trasferta<br />

che quelle in casa. Autentici<br />

capolavori a Roma,<br />

Genoa (sponda Samp) e Treviso.<br />

Molto meno bene sa leggere,<br />

prima e in corso d’opera, le<br />

gare interne. Dubbi, tanti, nelle<br />

gare con Palermo, Udinese e<br />

soprattutto Fiorentina.<br />

4<br />

Errori di preparazione e impostazione<br />

come quelli con i “cugini” dell’Arno sono<br />

poco comprensibili; meno ancora lo sono<br />

le ragioni di certe scelte tenute nascoste<br />

alla stampa, subito dopo la gara (con il solito<br />

atteggiamento da “lesa maestà”) e<br />

sussurrate ad un gruppo di tifosi. I senesi<br />

avrebbero voluto che l’eventuale turn over<br />

venisse messo in atto con tutte meno che<br />

con la Fiorenza. Avrebbero voluto vedere<br />

il grande Chiesa, cui era stato destinato un<br />

omaggio a…tutta tribuna, dal primo minuto<br />

a danno dei due centravanti (Nanni e<br />

Bogdani) apparsi abbastanza “doppioni”.<br />

Dire poi che la squadra ha giocato meglio<br />

nel primo tempo, senza Locatelli e Chiesa,<br />

equivale a fare harakiri. Intanto perché nel<br />

secondo tempo i centrocampisti non rifornirono,<br />

ovviamente, come nel primo<br />

tempo e poi perché se così fosse…tanto<br />

varrebbe tener fuori il Capitano tutte le domeniche.<br />

E qui ritorna il “vizietto” del Mister: non<br />

accetta le critiche, cosa invece normale<br />

per tanti allenatori (vero Mancini, Ancelotti<br />

e perfino Capello???), e non ammette,<br />

mai, di avere sbagliato qualcosa. Sono atteggiamenti<br />

che irritano il pubblico (e forse<br />

anche la Società) e che rischiano di creare<br />

grandi fratture nello spogliatoio.<br />

Siccome il Siena può fare un buon<br />

campionato, per organico e mediocrità di<br />

molte squadre, sarebbe bene che De<br />

Canio acquistasse più serenità anche<br />

quando perde e parlasse il linguaggio dei<br />

semplici e degli umili.Virtù che fanno grandi<br />

gli uomini. E anche gli allenatori... ■


Dopo un quarto di campionato si delineano meglio<br />

le caratteristiche dell’undici bianconero<br />

Verso un futuro<br />

incoraggiante<br />

Luca Luchini<br />

Il Siena edizione 2005-2006 è forse<br />

una formazione particolarmente adatta<br />

alle trasferte, quella che la tradizione<br />

calcistica definisce la classica squadra<br />

corsara? Oppure il gruppo di De Canio<br />

è più forte delle dirette concorrenti nella<br />

lotta per la retrocessione, ma allo stesso<br />

tempo non è competitiva con le formazioni<br />

maggiormente titolate che lottano<br />

per l’Europa?<br />

Stando a quanto accaduto in queste<br />

prime dieci giornate, ambedue le<br />

precedenti affermazioni sembrerebbero<br />

plausibili. In effetti due vittorie in trasferta,<br />

che avrebbero potuto essere<br />

quattro solo se fossimo stati più pratici<br />

ad Ascoli ed avessimo trovato un arbitro<br />

normale a Genova, con l’unica<br />

sconfitta a Milano con i diavoli rossoneri,<br />

possono realmente avvalorare la tesi<br />

di una squadra particolarmente adatta<br />

a giocare in trasferta. E le vittorie interne<br />

con le modeste Cagliari e Messina,<br />

contrapposte alle sconfitte subite al<br />

Rastrello da Palermo, Udinese e Fiorentina<br />

non possono dare l’idea di una<br />

serie A divisa in due tronconi con i bianconeri<br />

senesi a fare da spartiacque fra<br />

il gruppo delle grandi, o presunte tali, e<br />

quelle destinate a soffrire fino in fondo?<br />

Forse le cose non sono così chiare<br />

come i numeri e i dati statistici potrebbero<br />

far sembrare, ma dopo questa<br />

prima importante tranche di campionato<br />

alcune considerazioni iniziano ad<br />

avere validi fondamenti.<br />

Prima di tutto questo Siena è veramente<br />

una buona squadra, che diverte e<br />

fa ben sperare per il futuro e che, pur potendo<br />

lamentare qualche torto arbitrale e<br />

qualche sgarbo della buona sorte, ha<br />

una classifica sicuramente positiva. Alcuni<br />

giovani hanno già dimostrato il loro<br />

valore ed altri potranno essere molto importanti<br />

nel prosieguo del torneo, mentre<br />

i giocatori più esperti stanno confermando<br />

tutto il loro valore e chi è venuto<br />

a Siena in cerca di riscatto sembra aver<br />

trovato la strada giusta.<br />

Un’altra considerazione riguarda l’e-<br />

quilibrio attacco-difesa. Pur consapevoli<br />

che il modello usualmente adottato da<br />

De Canio è fortemente offensivo e sbilanciato<br />

verso l’attacco, la difesa ha fino<br />

ad oggi concesso un po’ troppo, subendo<br />

molte, troppe reti che non possono<br />

non far preoccupare. Ad oggi resta valida<br />

la nostra prima impressione di un<br />

gruppo dotato di ottimi difensori quando<br />

la squadra gioca più bassa e coperta,<br />

ma estremamente in difficoltà quando<br />

incontra attaccanti agili e veloci che possono<br />

giocare di rimessa.<br />

L’infortunio di Colonnese, unico ad<br />

avere caratteristiche fisiche diverse<br />

dagli altri difensori bianconeri, potrebbe<br />

complicare le cose, anche se fino ad<br />

oggi l’ex laziale è stato utilizzato molto<br />

poco dal mister senese. A Treviso, comunque,<br />

finalmente Mirante è riuscito a<br />

mantenere inviolata la sua rete ed il<br />

Siena ha colto una vittoria che potrebbe<br />

rappresentare un‘autentica svolta<br />

positiva per il nostro campionato. Occorre<br />

anche dire, però, che una difesa a<br />

tre può giocare bene soltanto se il centrocampo<br />

opera un adeguato filtro che<br />

non sempre fino ad oggi ha funzionato.<br />

Di contro, un immenso Chiesa, capace<br />

di segnare, fare assist ai compagni<br />

e addirittura inseguire gli avversari,<br />

quando occorre, fino all’area bianconera,<br />

unito alla classe di Locatelli ed all’abnegazione<br />

di Bogdani e Volpato,<br />

stanno conferendo all’attacco senese<br />

una potenzialità insospettata che potrebbe<br />

addirittura divenire esplosiva se<br />

Nanni confermerà quanto di buono ha<br />

fatto vedere nel primo tempo con i cugini<br />

viola. A differenza dell’albanese, infatti,<br />

la punta argentina sembra vedere<br />

la rete da bomber di razza, e, come il<br />

suo compagno di reparto, ha stazza fisica<br />

e grinta da vendere. Chissà che<br />

non sia la piacevole sorpresa della seconda<br />

parte del torneo?<br />

Consideriamo, inoltre, che Tudor<br />

deve ancora ritrovare la forma fisica migliore,<br />

Legrottaglie sta crescendo di<br />

partita in partita e Bachini e Paro sem-<br />

brano in grado di rappresentare molto<br />

di più di una semplice alternativa ai titolari.<br />

Un quadro positivo, dunque, che<br />

lascia ben sperare, solo che i bianconeri<br />

riescano ad eliminare quegli attimi di<br />

deconcentrazione, specialmente all’inizio<br />

della gara o del secondo tempo, che<br />

fino ad oggi ci sono costati molto cari.<br />

Resta purtroppo la brutta sconfitta<br />

interna con i cugini viola, ancora più dolorosa<br />

perché immeritata. I gigliati<br />

hanno tirato in porta due o tre volte ed<br />

hanno fatto due reti, mentre i bianconeri<br />

hanno creato molto senza nulla concretizzare,<br />

anche per l’ottima prestazione<br />

offerta da Frey. Tutto, però, è stato<br />

fortemente condizionato dall’ingenuità<br />

messa in mostra in occasione della<br />

prima rete di Toni, con numerosi bianconeri<br />

sul banco degli imputati.<br />

Un vero peccato, specialmente per<br />

il grande pubblico bianconero che sta<br />

seguendo con passione e calore i propri<br />

beniamini sostenendoli anche lontano<br />

dalle mura amiche e nei momenti più<br />

difficili.<br />

Due parole infine sul mister bianconero.<br />

Noi siamo convinti delle capacità<br />

di De Canio, ed i risultati gli stanno<br />

dando nuovamente ragione, ma deve<br />

essere meno permaloso e più disponibile<br />

ad accettare eventuali critiche (inevitabili<br />

in un mondo in cui tutti ci sentiamo<br />

commissari tecnici) ed a<br />

riconoscere possibili errori, ammesso<br />

che questi vengano commessi. Quando<br />

non c’è malafede e la critica è costruttiva,<br />

dettata soltanto dall’amore<br />

per la squadra bianconera, ogni confronto<br />

può e deve essere costruttivo. ■<br />

ca l c i o 5


io c’ero<br />

Una domenica bestiale<br />

Fabio Cannoni<br />

Un’emozione come quella vissuta<br />

dai tifosi bianconeri il 2 ottobre scorso<br />

a Roma contro la squadra di Totti e Cassano,<br />

meritava di essere fissata nel ricordo<br />

di un tifoso d’eccezione: quel<br />

Fabio Cannoni detentore di uno fra i<br />

più originali ed imbattuti record d’Italia,<br />

e forse anche del mondo: dall’ottobre<br />

1996 segue infatti ininterrottamente i<br />

bianconeri sia in casa che fuori e quella<br />

dell’Olimpico costituiva appunto la<br />

sua 319^ partita consecutiva.<br />

“Ragazzi sveglia! Il Siena ha vinto<br />

all’Olimpico, mica a Montevarchi. Su,<br />

un po’ di brio! “<br />

Era questo il grido che percorreva il<br />

pullman dei tifosi al ritorno dalla vittoriosa<br />

trasferta contro la Roma. Ma io mi<br />

domandavo, mentre stavo ancora pensando<br />

allo spettacolo che i nostri colori<br />

avevano offerto sul terreno di uno dei<br />

templi del calcio: quanti saranno, su<br />

questo mezzo, a poter fare questo improbabile<br />

confronto?<br />

Ci rendiamo idea di cosa può significare<br />

per un tifoso che è andato a…<br />

Montevarchi, o in altri campi simili<br />

(dove magari ’è stato anche sbeffeggiato),<br />

esultare nello stadio della Capitale<br />

dopo aver sconfitto una delle squadre<br />

più famose e seguite d’Italia?<br />

6<br />

Quel giorno ero insieme al solito<br />

gruppo di amici che con me hanno condiviso<br />

tutte le vicende del nostro RO-<br />

BURRONE e l’abbraccio spontaneo fra<br />

di noi che è seguito al gol di Colonnerse<br />

del 3 a 2 definitivo, è stata la dimostrazione<br />

di quanto possa essere forte<br />

un legame che dura da più di trent’anni.<br />

Ma anche quanto sia radicata una<br />

passione che non ha praticamente confini:<br />

dalla C2 alla serie A, da Licata a Torino,<br />

da Sansepolcro a Milano.<br />

E quando ci siamo precipitati giù<br />

dalle scale per salutare i giocatori in<br />

maglia bianconera che venivano sotto<br />

la curva a festeggiare con noi questa<br />

incredibile vittoria, suscitando anche<br />

ilarità e incredulità da parte dei più giovani<br />

(evidentemente poco avvezzi a vedere<br />

questi scalmanati dai capelli abbondantemente<br />

brizzolati comportarsi<br />

come il più incallito dei supporter, ecco<br />

che in quel preciso momento abbiamo<br />

capito che la Vecchia Robur, quel giorno,<br />

l’aveva fatta davvero grossa!<br />

La vittoria di Roma, dopo quelle<br />

conquistate negli anni scorsi a Marassi,<br />

al San Paolo, al Bentegodi, al Sant’Elia<br />

ed in altri prestigiosi stadi d’Italia,<br />

fanno vivere in noi che abbiamo subito<br />

la mortificazione di tanti campi anonimi<br />

(pur senza rimpiangere nulla del passato<br />

bianconero), una sensazione di<br />

straordinaria ‘leggerezza’ e sincera felicità.<br />

Da qui a domandarci quando arriverà<br />

la prima vittoria a San Siro o al<br />

Delle Alpi, il passo è breve. Senza dimenticare<br />

quella campanilisticamente<br />

forse più attesa e ambita da tutti gli<br />

sportivi senesi: quella sui Viola al Franchi<br />

fiorentino.<br />

Sogni e speranze che se li porta via<br />

un piovoso pomeriggio di inizio ottobre,<br />

con i più giovani, esausti ma felici,<br />

che nella via del ritorno non trovano<br />

neppure più la forza di intonare ‘Nella<br />

Piazza del Campo…’, ed i più anziani<br />

che si promettono di non tornare più indietro:<br />

‘Addio Montevarchi, non ci vediamo<br />

più, non ci vediamo più…”<br />

Che domenica bestiale, ragazzi! ■


ARCHIVIO SERIE A<br />

6 a giornata<br />

ROMA-SIENA 2/3<br />

(pt 17’ Negro; st 1’ Taddei, 9’ Chiesa, 41’ Panucci,<br />

45’ Colonnese)<br />

7a giornata<br />

SIENA-UDINESE 2/3<br />

(pt 26’ e 31’ Di Michele; st 1’ Di Michele, 8’ Chiesa,<br />

22’ aut Bertotto)<br />

8a giornata<br />

SAMPDORIA-SIENA 3/3<br />

(pt 39’ Flachi rig.; st 3’ Locatelli, 9’ Volpi, 25’ Chiesa<br />

rig.; 38’ Vergassola, 49’ Volpi rig.)<br />

9a giornata<br />

SIENA-FIORENTINA 0/2<br />

(pt 2’ Toni; st 23’ Toni)<br />

10a giornata<br />

TREVISO-SIENA 0/1<br />

(pt 46’ Chiesa)<br />

Classifica: Juventus 27; Milan 25; Fiorentina 22;<br />

Inter 19; Livorno 18; Palermo e Chievo 16; Roma e<br />

Lazio 15; Sampdoria, Udinese, Siena ed Empoli 14;<br />

Ascoli 11; Reggina 9; Messina 8; Parma 6; Treviso 5;<br />

Cagliari e Lecce 4.<br />

Roberto D’Aversa, centrocampista


7,1<br />

<strong>IL</strong> MIGLIORE<br />

CHIESA<br />

MIRANTE (voto 6,2) – Fino al derby si era<br />

fatto notare più per i gol sventati, che per quelli<br />

subiti. Poi è successo qualcosa: difficoltà<br />

nella presa e nella respinta, discutibile senso<br />

della posizione. Evidentemente ci aveva abituato<br />

male, anche se a Treviso è riuscito per la<br />

prima volta a mantenere inviolata la porta<br />

bianconera.<br />

NEGRO (voto 5,6) – A Roma un gol ed una<br />

prestazione di grande spessore, poi un lento ma<br />

graduale declino. Nello stretto concede poco,<br />

ma se si lascia infilare in velocità sono guai. I<br />

tifosi comunque lo aspettano, magari contro avversari<br />

che non vestono necessariamente il<br />

giallorosso.<br />

MIGNANI (n.g.)<br />

LE GROTTAGLIE (voto 6,1 ) - Cresce.<br />

Tempestivo negli anticipi, sia di piede che di<br />

testa, esce spesso vincente dalle situazioni<br />

più difficili, anche se manca di continuità. Con<br />

l’Udinese, ad esempio, è stato letale. Al contrario<br />

di Treviso, dove non ha sbagliato niente. Apprezzabili<br />

i tentativi di inserimento, purchè non<br />

vadano a scapito della copertura difensiva.<br />

PORTANOVA (voto 6) – Dopo le prime<br />

apparizioni sull’esterno, dove patisce anche lui<br />

la maggior velocità degli avversari, De Canio<br />

contro la Samp l’ha riproposto al centro con Legrottaglie,<br />

ma evidentemente non dev’essergli<br />

piaciuto tanto se nel derby è rimasto in panchina.<br />

Peccato, perché all’Olimpico non aveva sfigurato<br />

contro un certo Totti, ed in più aveva fornito<br />

a Negro il gol dell’uno a zero. Nella media a<br />

Treviso, inserito nuovamente sulla fascia al<br />

posto dello sfortunato Colonnese.<br />

PARO (voto 6,2) – Cresce in personalità di<br />

giornata in giornata. Contro i viola, ad esempio,<br />

è stata una delle poche cose da salvare, anche<br />

se tanta dinamicità e determinazione non sono<br />

bastate ad evitare la sconfitta. Ma soprattutto<br />

dimostra di saper fare abbastanza bene tante<br />

cose (contenimento, proiezioni, conclusioni), e<br />

questo per un giovane che deve migliorare è già<br />

una bella base di partenza.<br />

D’AVERSA (voto 6,2) – Non va mai sotto<br />

la media, ed anche se la sua azione ogni tanto<br />

non è lucida come si pretenderebbe, si guadagna<br />

onestamente lo stipendio. A Roma, contro<br />

i nazionali giallorossi, ha fatto ad esempio<br />

le pagelle di ottobre<br />

un figurone, ma più in generale tutte le sue migliori<br />

prestazioni coincidono con quelle della<br />

squadra. Insomma uno a cui è difficile trovare<br />

un sostituto.<br />

FOGLIO (n.g.)<br />

VERGASSOLA (voto 6,5) - È sempre fra<br />

i migliori, a conferma di una condizione psicofisica<br />

già ottimale. Corre, suda, soffre, ispira. È<br />

l’uomo che con le sue intuizioni garantisce<br />

quel quid in più che manca agli altri. E se all’Olimpico<br />

lascia la squadra in 10 non è per<br />

una leggerezza, ma perché non voleva concedere<br />

a Totti il vantaggio di servire Cassano<br />

smarcato. Una intuizione che premia l’ottima<br />

panoramica di gioco.<br />

CHIESA (voto 7,1 ) – Con otto gol all’attivo<br />

(quanti ne aveva segnati l’anno scorso alla<br />

31a giornata!), ormai fa decisamente più notizia<br />

quando non segna. Peraltro tutti gol costruiti<br />

(come il secondo sulla Roma, un gol didattico,<br />

che potrebbe trovare spazio in qualsiasi scuola<br />

di calcio), ma soprattutto frutto di quei guizzi di<br />

cui a 35 anni è sempre capace. Certo non ha le<br />

caratteristiche per entrare a partita in corsa, per<br />

questo la sua esclusione contro la Fiorentina ha<br />

sollevato giustificate perplessità ed abbassato<br />

la media. Intanto prosegue il suo personale<br />

duello con Montella per lo scettro del miglior attaccante<br />

in attività.<br />

BOGDANI (voto 6,1) – È il nostro… Ibrahimovic,<br />

nel senso che non realizza in proporzione<br />

a quanto costruisce. Sottoporta è un pericolo<br />

costante, sia che parta dal centro che da<br />

sinistra, peccato che non inquadri quasi mai la<br />

porta, e quando ci riesce trova sempre pronto<br />

un portiere ad esaltarsi. A parte le due prove limite<br />

di Roma e nel derby (da 7,5 la prima, da 5<br />

la seconda), potenzialmente è uno che può far<br />

male. Ma quell’indecisione al ‘Tenni’…<br />

VOLPATO (n.g.)<br />

FALSINI (voto 6,5) – Non farà sfracelli,<br />

ma quando non c’è si nota al pari di quando<br />

c’è (vero Taddei?). Dalla sua parte insomma<br />

si passa male, e quando spinge e si propone<br />

per il cross non è mai banale. Ma soprattutto<br />

piace per quel suo ruolo di trascinatore che<br />

sembra aver riscoperto dopo una stagione vissuta<br />

al di sotto delle aspettative.<br />

ALBERTO (voto 6) – È il classico elemento<br />

dal gioco oscuro ma prezioso. Quando<br />

non firma rimonte difficili, anche se non impossibili,<br />

come a Genova. Insomma il suo riesce<br />

a farlo quasi sempre, sia in fase di contenimento<br />

che di spinta sulla fascia, dove rischia<br />

semmai la rapidità dell’avversario diretto.<br />

MOLINARO (n.g.)<br />

GASTALDELLO (n.g.) – Quando è stato<br />

spostato sulla fascia per sostituire Falsini non<br />

ha fatto concessioni a nessuno, giocando peraltro<br />

da autentico veterano. Ma i 60 minuti dell’Olimpico<br />

(sui 450 complessivi giocati ad ottobre),<br />

sono troppo pochi per dare giudizi più<br />

approfonditi. Intanto prendiamo atto che non<br />

costituisce una soluzione di ripiego.<br />

COLONNESE (voto 6) – Nonostante la<br />

buona prestazione di Roma, impreziosita da<br />

un gol di rara fattura, non ha trovato molto spazio<br />

nelle restanti gare. E quando De Canio, a<br />

Treviso, si è deciso a ributtarlo nella mischia,<br />

è uscito dopo 24’ per infortunio. Peccato, perché<br />

il miglior Colonnese farebbe comodo ad<br />

una retroguardia spesso farfallona e statica.<br />

Lo aspettiamo.<br />

TUDOR (voto 5,7)- Evidentemente sulla<br />

via del ritorno a Siena il croato si è in parte<br />

smarrito. Rimedia una prova incolore dietro<br />

l’altra con errori di misura che non sono da lui.<br />

Peggio che andar di notte, poi, se deve chiudere<br />

sul contropiede avversario, così come<br />

denota una preoccupante mollezza negli appoggi.<br />

Forse ci aveva abituato male, ed ora non<br />

riusciamo a farcene una ragione.<br />

LOCATELLI (voto 6,5) – Alterna una prestazione<br />

buona, ad un’altra meno buona. Insomma<br />

non sai mai con quale Locatelli hai a<br />

che fare. Eppure dall’ex bolognese il Siena si<br />

aspetta molto, sia in fase di costruzione che di<br />

finalizzazione. Dopo Chiesa e con Vergassola,<br />

è l’elemento con maggior talento, ma se cammina<br />

invece di correre (con l’Udinese) ne risente<br />

tutta la squadra. Decisamente meglio a<br />

Genova, dove ha segnato il quarto gol stagionale<br />

equivalente al 100° del Siena in A.<br />

MARAZZINA (n.g.) – Una sola apparizione,<br />

peraltro impalpabile, contro l’Udinese, e<br />

poi fuori per infortunio. Le sirene del Torino intanto<br />

continuano a cantare: non sarà mica in<br />

vista un secondo ‘caso Cozza’?<br />

NANNI (n.g.) – De Canio contro i viola lo<br />

preferisce a Chiesa, ed è uno dei pochi a salvarsi.<br />

Sfoggia un repertorio di tutto rispetto,sia<br />

di testa che di piede, è forte fisicamente, peccato<br />

che al pari di Bogdani non inquadra ancora<br />

la porta. E poi bisogna vedere come si<br />

adatterà al nostro campionato, dettaglio secondario<br />

solo al completo recupero da un<br />

infortunio importante.<br />

BACHINI (n.g.) – Torna in campo con la<br />

Sampdoria dopo tredici mesi di squalifica, ma<br />

un quarto d’ora non basta a farci un’idea del<br />

giocatore restituito al campionato. Si segnala<br />

comunque per aver fornito a Vergassola l’assist<br />

per il terzo gol, e questo è già un bel biglietto<br />

da visita. ■<br />

<strong>IL</strong> PEGGIORE<br />

NEGRO<br />

5,6


9/ storia e calcio<br />

PARALLELI INEVITAB<strong>IL</strong>I di Duccio Balestracci<br />

Stampe della collezione Ettore Pellegrini<br />

Tanto è inutile: anche se si dovesse rigiocare insieme per mill’anni, tutte le volte sarebbe<br />

giocoforza paragonare la partita alla storia di secoli fa. Hai voglia a voler sublimare,<br />

razionalizzare, ragionare: quei secoli di astio e di rancori sono lì e non li cancella nemmeno<br />

il padreterno con la gomma da inchiostro.<br />

Un anno fa avevamo rivissuto una Montaperti calcistica, quest’anno c’è toccato ingollare<br />

il rospo della sconfitta. “Colle con un po’ di culo”, mi scrive sul cellulare, appena<br />

finita la partita, l’amico Sergio, fiorentino della Fiorentina, garbato interlocutore dell’altra<br />

parte della barricata, col quale condivido giornate di lavoro all’università, smoccolamenti<br />

per la riforma Moratti, trepidazione per i rispettivi amori calcistici e affettuosi, reciproci<br />

sfottò.<br />

Colle? Mah…Se proprio dovessi cercare un episodio che, nella storia del disgraziato<br />

rapporto che per secoli abbiamo avuto con quelli della riva d’Arno, assomigli a quel che<br />

s’è visto la sera del 26, forse non sceglierei Colle 1269 ma, semmai, Scannagallo 1554.<br />

Era la battaglia-chiave della guerra fra Siena e Cosimo dei Medici. Non doveva essere<br />

persa in nessuna maniera. Invece, chi, ancora a secoli di distanza, la analizza rimane sconcertato<br />

dal modo in cui fu preparata e per come la interpretò il comandante delle truppe<br />

senesi, Pietro Strozzi, (certo che anche noi a confonderci con un fiorentino…! mah…).<br />

Sapeva di avere davanti un esercito agguerrito, fra i migliori che ci fossero al momento<br />

sui campi di calcio, pardon: di battaglia, d’Italia; sapeva di avere sotto di sé un’armata<br />

non all’altezza di quella nemica ma nemmeno indecorosa. Insomma, poteva giocarsela<br />

e magari cavarne con onore le gambe.<br />

Invece sbagliò tutto dall’inizio: fece muovere le truppe sotto il sole d’agosto che picchiava<br />

come un matto; rimandò a Siena le artiglierie perché tanto non gli servivano (quell’altri<br />

ce l’avevano eccome, le artiglierie, e le usarono con effetti determinanti contro l’esercito<br />

senese); si rinfidò nella capacità della cavalleria francese che invece si rivelò un<br />

budino che, al primo affondo dei fiorentini, si squagliò sparendo dal terreno di gioco, pardon,<br />

di scontro; lasciò che i fiorentini attaccassero quando le sue truppe erano nel passaggio<br />

più infido, a cavallo del fosso di Scannagallo, mezze di qua e mezze di là.<br />

I senesi per la verità giocarono, pardon: combatterono, bene e vendettero cara la<br />

pelle. Ma non ci fu niente da fare. Quel giorno vinse Firenze e i bianconeri tornarono<br />

(quelli che tornarono) a casa avviliti.<br />

Lo Strozzi non fu esonerato, pardon: non fu rimosso dal comando, ma tutti quelli che<br />

hanno scritto la storia di quella giornata sono concordi nel dire che, con tutto l’affetto<br />

per un comandante che aveva ben meritato (e che, per la verità, continuò a ben meritare<br />

anche in seguito) nei confronti di Siena, tuttavia in quella giornata ci aveva messo del<br />

suo per tornare a casa con un amaro zero a due. ■


La prima parte della stagione va in archivio<br />

con i primi responsi che , per ciò che<br />

riguarda i colori bianconeri, hanno dato indicazioni<br />

positive seppur contrastanti. Una<br />

squadra di qualità capace di far divertire e<br />

di giocare un calcio piacevole alla quale,<br />

fino ad ora, è mancato un pizzico di equilibrio.<br />

Del resto, possiamo sicuramente affermare<br />

che si tratta di un pegno quasi<br />

scontato da pagare quando si ha a che<br />

fare con una rosa fortemente rinnovata e<br />

che deve nel contempo riuscire a far coesistere<br />

ed amalgamare diversi elementi di<br />

qualità. Se nelle stagioni precedenti, infatti,<br />

l’organico bianconero poteva puntare su<br />

un fuoriclasse che inevitabilmente catalizzava<br />

le giocate bianconere (leggi Enrico<br />

Chiesa), in questo campionato al bomber<br />

ligure si sono aggiunti, solo per citare il reparto<br />

avanzato, due giocatori come Locatelli<br />

e Bogdani la cui contemporanea presenza<br />

sul terreno di gioco, da una parte<br />

garantisce un rendimento elevato in fase<br />

di finalizzazione, dall’altra necessità di<br />

un’applicazione pressoché perfetta dei<br />

movimenti in fase di non possesso. Movimenti<br />

determinanti per garantire un’efficace<br />

copertura del campo.In ogni caso,<br />

quando la palla è là davanti, i problemi riguardano<br />

soprattutto le squadre avversarie<br />

che devono contrastare essenzialmente<br />

l’imprevedibilità del tridente bianconero.<br />

Ed è proprio degli avversari bianconeri<br />

che vogliamo parlare in questo spazio tecnico,<br />

focalizzando l’attenzione sul<br />

mese di novembre, durante il<br />

quale la squadra di De Canio<br />

dovrà affrontare nell’ordine<br />

Chievo, Lecce<br />

e Reggina.<br />

CHIEVO. Dopo una stagione, quella<br />

passata, in cui la società del presidente<br />

Campedelli ha rischiato la retrocessione, in<br />

questo campionato i gialloblù sembrano<br />

aver riallacciato il collegamento con il “vecchio”<br />

Chievo dei miracoli. Un nuovo tecnico,<br />

Pillon, per un progetto collaudato (il 4-<br />

4-2) ed un organico pressoché invariato<br />

rispetto allo scorso anno se si esclude<br />

quello che sembra il nuovo fenomeno proveniente<br />

dal continente africano, quell’Obinna<br />

che preso in prestito dall’Inter<br />

l’angolo tecnico<br />

Un trittico per fare ‘cassa’<br />

Riccardo Giacopelli<br />

per giocare nella Primavera, si è dimostrato<br />

giocatore dalla progressione devastante,<br />

dal dribbling spesso decisivo e dal gol<br />

facile. Una squadra, quella clivense, che fa<br />

dell’ordine e del rispetto dei dettami tattici<br />

il proprio punto di forza, con un collettivo<br />

senza grosse individualità, e con un gioco<br />

semplice ma nel quale il giocatore in possesso<br />

di palla conosce sempre esattamente<br />

i movimenti dei compagni. Spesso D’Anna<br />

& C. faticano ad imporre il loro gioco,<br />

molto meglio va quando la squadra di Pillon<br />

attende compatta l’offensiva avversaria<br />

per poi ripartire velocemente sugli esterni<br />

favorendo così il taglio per gli attaccanti e<br />

l’inserimento dei centrocampisti.<br />

LECCE. Iniziamo subito con un affermazione<br />

difficilmente contestabile: gestire<br />

il dopo-Zeman, è veramente complicato,<br />

specie quando, come nel caso del Lecce<br />

dello scorso campionato, la squadra allenata<br />

dal tecnico Boemo è riuscita a coniugare<br />

lo spettacolo ( immancabile marchio<br />

di fabbrica “zemaniano”) ai risultati (altalenanti<br />

certo, ma che hanno comunque portato<br />

alla salvezza). Ed infatti il giovane tecnico<br />

Gregucci è rimasto subito stritolato<br />

dalla pesante eredità pagando<br />

con l’esonero per colpe,<br />

10<br />

sicuramente, non tutte sue. Al suo posto<br />

una vecchia conoscenza bianconera: Silvio<br />

Baldini, l’unico forse, tra i tecnici rimasti<br />

in “piazza”, a possedere una personalità<br />

così forte da poter gestire il difficile<br />

ambiente salentino. Il Mister toscano ha riproposto<br />

subito il modulo 4-2-3-1 già sperimentato<br />

felicemente prima ad Empoli e<br />

poi a Palermo. Difesa a quattro, appunto,<br />

poi il duo di centrocampo che unisce il fosforo<br />

e la classe di Ledesma alla corsa di<br />

Del Vecchio, più avanti la linea a tre che<br />

amalgama la velocità di Konan alle qualità<br />

teniche di Valdes e Pinardi. Terminale offensivo<br />

Vucinic. Squadra che, come il<br />

Chievo, gioca molto sulle ripartenze ma<br />

con un approccio completamente diverso:<br />

poche palle sulle fasce e molte verticalizzazioni<br />

veloci alla ricerca della profondità.<br />

REGGINA. La squadra di Mazzarri non<br />

sembra in grado, almeno per quanto visto<br />

fino ad ora, di confermare i buoni risultati<br />

della stagione precedente. Diversi sono i<br />

fattori a supporto di tale ipotesi, alcuni tecnici<br />

(in attacco la partenza di Bonazzoli e<br />

l’infortunio di Bianchi privano di fatto la<br />

squadra dell’indispensabile punto di riferimento<br />

offensivo, visto che Cavalli sembra<br />

ancora acerbo), altri ambientali (il feeling<br />

tecnico-società-tifosi ha subito alcuni cedimenti,<br />

ed, inoltre, il “fattore Granillo” non<br />

sembra avere la stessa incidenza rispetto<br />

al recente passato). Il Mister amaranto sta<br />

tentando di limitare le difficoltà in zona gol<br />

impiegando contemporaneamente due<br />

mezze punte in un modulo (il 3-4-2-1) che<br />

per quanto visto fino ad ora non può prescindere<br />

dalle invenzioni dell’ex bianconero<br />

“Ciccio” Cozza e dagli inserimenti dell’ex<br />

Livorno Vigiani, ma che sia nei quattro<br />

di centrocampo che nei tre di difesa presenta<br />

evidenti limiti tecnici. ■<br />

Il brasiliano Siqueira de Oliveira Luciano<br />

del Chievo


La flessione di presenze al Franchi oggetto di un acceso dibattito<br />

Dove sono finiti<br />

i tifosi dell’ultim’ora?<br />

Ma insomma, questi spettatori sono<br />

tanti, pochi o…giusti?<br />

Per anni ha rincorso il ‘mito’ dei diecimila<br />

(anche se si sarebbe accontentata<br />

di ottomila…), ma ora che finalmente<br />

è arrivata dove realisticamente nessuno<br />

avrebbe mai immaginato, la Vecchia<br />

Robur scopre che il suo fianco debole<br />

resta sempre quello degli spettatori.<br />

Un dibattito, quello sulle presenze al<br />

Rastrello, che ha investito per anni tutto<br />

l’ambiente bianconero, messo continuamente<br />

di fronte al mai risolto quesito:<br />

la gente è poca perché il profilo del<br />

Siena è sempre basso, visto che non sa<br />

riemergere dalla melma della C1 e della<br />

C2, oppure c’è una disaffezione ‘patologica’<br />

nei confronti di una realtà sportiva<br />

che almeno a livello di interesse<br />

verbale non è mai stata dimenticata?<br />

Sul quesito si sono innescate nel<br />

tempo varie correnti di pensiero, la prevalente<br />

delle quali individuava nel primo<br />

motivo la causa vera dell’allontanamento<br />

della gente da una squadra che<br />

pure restava sempre nel cuore di molti<br />

più tifosi di quanti la seguivano.<br />

Una ragione abbastanza plausibile,<br />

se è vero che con la conquista della serie<br />

B da parte dei bianconeri le presenze<br />

passarono dalle 62.823 (abbonati compresi<br />

) del campionato di C1 1999/2000,<br />

alle 101.170 della stagione successiva,<br />

la prima fra i cadetti, con un aumento<br />

pari al 38 per cento. Ecco, si diceva: nel<br />

momento in cui i bianconeri si sono affacciati<br />

alla categoria superiore, la città<br />

ha risposto come ci si aspettava.<br />

Quello che non successe a cavallo<br />

degli anni ottanta e novanta, quando<br />

passando dalla C2 alla C1, fu registrata<br />

la miseria di 9.648 spettatori in più (da<br />

41.803 a 51.451. Dato che fece letteralmente<br />

sobbalzare l’allora tecnico bianconero<br />

Attilio Perotti, deluso da un aumento<br />

medio di spettatori a partita di<br />

appena 567 unità (da 2.459 a 3.026)<br />

quando aveva sperato di portarne almeno<br />

4-5000.<br />

Dunque il punto chiave della situazione<br />

resta quello del passaggio dalla<br />

C1 alla B a cavallo dei due secoli, quando<br />

la risposta dei tifosi fu convinta e<br />

massiccia, a dimostrazione che ad allontanarli<br />

dal Franchi era solo la sequela<br />

di tanti, troppi campionati giocati<br />

senza slanci ed impennate.<br />

Una tendenza confermata, ed anzi<br />

ulteriormente dilatata, con il successivo<br />

salto dalla B alla serie A, quando le presenze<br />

passarono dalle 102.410 della<br />

stagione 2002/03, alle 194.056 di quella<br />

successiva, con un aumento di spettatori<br />

pari al 48 per cento.<br />

Fu il trionfo della teoria che per anni<br />

aveva prevalso su tutte: il disinteresse<br />

nei confronti del Siena (in parte dovuto<br />

anche alla parallela esplosione del fenomeno<br />

basket), era dovuto principalmente,<br />

se non esclusivamente, al modesto livello<br />

delle categorie frequentate, e non<br />

già da una generica indifferenza nei confronti<br />

del calcio in generale e della Robur<br />

in particolare.<br />

Tutto a posto allora? Neanche per<br />

sogno. Termina infatti la seconda stagione<br />

di serie A, ed in fase di consuntivo<br />

ci si accorge che all’appello mancano<br />

qualcosa come 16.682 presenze.<br />

Roba da poco, è vero, ma pur sempre<br />

una inversione di tendenza che nessuno<br />

avrebbe mai immaginato. Ma non basta,<br />

perché alla prima verifica della stagione<br />

in corso (cioè dopo quattro gare interne)<br />

la flessione è già di 10.090 spettatori,<br />

con una diminuzione tendenziale a fine<br />

anno di circa un quarto del totale rispetto<br />

al 2004/05, pur considerando che<br />

dopo tre turni l’anno scorso era già<br />

scesa al Rastrello la Juventus.<br />

Allora a questo punto che dire? La<br />

diminuzione c’è, ma è frutto di un risorgente<br />

distacco della gente dai bianconeri,<br />

oppure ci sono altre cause? Magari<br />

quella del caro biglietti,<br />

ma qui la società bianconera, almeno<br />

nei confronti delle curve, si è mossa<br />

in controtendenza. O forse il calo è fisiologico<br />

rispetto al resto d’Italia, dove<br />

nel primo mese di campionato si è registrata<br />

una diminuzione netta di oltre il<br />

20% di spettatori. In qualche caso può<br />

aver inciso anche l’entrata in vigore<br />

delle nuove norme, ancora da metabolizzare<br />

bene, o forse un po’ di tutte queste<br />

cose messe insieme.<br />

Insomma il dibattito fra chi prende<br />

atto, tout court, che la gente è diminuita<br />

e basta e chi sostiene, al contrario,<br />

che il fenomeno è legato a cause generali,<br />

resta apertissimo.<br />

Una cosa è certa: al di là delle motivazioni<br />

vere o presunte, la media dei<br />

senesi che si riversa al Franchi in occasione<br />

delle partite interne resta altissima,<br />

soprattutto se si tiene conto del ristretto<br />

bacino d’utenza. Semmai viene<br />

da chiedersi se non sia stata la fugalli<br />

che il primo anno di serie A si erano accostati<br />

ai bianconeri solo per curiosità e<br />

non per convinzione, i cosiddetti tifosi<br />

dell’ultim’ora, a determinare il calo che<br />

si registra in questo avvio di stagione.<br />

Gente che si è stancata subito di mangiare<br />

caviale non tanto perché non era<br />

più buono, ma solo perché non aveva<br />

più fame.<br />

Lo stesso non si può dire invece di<br />

tutti quei sinceri tifosi che dopo aver<br />

sofferto sui campi più modesti delle già<br />

modeste categorie frequentate, non si<br />

sono affatto stancati di questa straordinaria<br />

avventura che stanno vivendo da<br />

tre anni, ed anzi solo oggi cominciano<br />

ad apprezzarne in pieno il gusto.<br />

Perché solo chi ha vissuto l’umiliazione<br />

di perdere per 4 a 0 a Borgo San<br />

Lorenzo, può dare il giusto peso ad una<br />

vittoria come quella, ad esempio, dell’Olimpico<br />

contro la Roma, e magari<br />

continuare a sognare altri colpi come<br />

questo. ■<br />

ca l c i o 11


perle<br />

Meno male che voleva abbassare i Toni!<br />

Simone Marrucci<br />

ROCK O LENTO?<br />

L’arbitro che assegna due rigori inesistenti<br />

contro il Siena, è lento.<br />

Chiesa è rock.<br />

Il barelliere che non schiva la borraccia<br />

di Obodo è lento.<br />

Locatelli è rock.<br />

De Luca che non schiva i tifosi viola inferociti,<br />

all’uscita dallo stadio, è lento.<br />

Mirante è rock.<br />

Tudor (a volte) è lento.<br />

I tifosi del Siena sono rock.<br />

De Canio che lascia fuori Chiesa e Locatelli<br />

è lento.<br />

SCAMBI DI MAGLIE<br />

A forza di cambiare maglie, l’Ascoli, tornato<br />

dopo anni in serie A, si ritrova con la<br />

stessa divisa del Siena di due stagioni fa. Il<br />

Siena, invece, ha una maglia completamente<br />

nuova e uno sponsor tecnico sconosciuto<br />

ai più: schema vagamente a scacchi,<br />

con fitte strisce nere variabili per dimensioni<br />

(per la serie: ieri ho mangiato il rigatino).<br />

Dopo le prime polemiche, qualche passo<br />

indietro annunciato (torneremo alle strisce<br />

tradizionali”, sentenziò il presidente), alla<br />

fine ci si è adeguati. Anzi, la maglia comincia<br />

a piacere (persino al critico d’arte Gilberto<br />

Madioni). Meno male. Però lo sponsor<br />

si era offeso: “Bisogna rispettare il lavoro di<br />

seri professionisti”. La cosa ci tranquillizza:<br />

addirittura delle maglie del Siena se ne<br />

sono occupate persone che, di mestiere, si<br />

occupano di articoli sportivi!<br />

NOSTRADAMUS DE CANIO<br />

Diavolo di un De Canio! Non ne sbaglia<br />

una! A parte le formazioni, l’allenatore è<br />

un grande sensitivo, uno che prevede il futuro,<br />

che è sempre un passo avanti agli<br />

altri. Volete una conferma? Bastano due<br />

sue dichiarazioni alla vigilia di Siena-Fiorentina,<br />

per chiudere qualsiasi dubbio.<br />

Toni? “Un grande goleador al quale dovremo<br />

dedicare grande attenzione come del<br />

resto va dedicata a tutti i nostri avversari”.<br />

Un giudizio sulla Fiorentina?<br />

“Per i nostri avversari certe migliorie<br />

penso che servano a<br />

poco, perché non credo<br />

che la Fiorentina possa<br />

andare oltre la quarta<br />

posizione. I primi tre<br />

posti, almeno in<br />

questa stagione,<br />

sono assegnati e i<br />

viola lotteranno<br />

con Palermo,<br />

Sampdoria, Roma<br />

e Udinese per<br />

piazzarsi alle spalle<br />

delle grandi”. Ovviamente,<br />

Toni segnerà<br />

al primo minuto contro<br />

i bianconeri, con un solitario<br />

colpo di testa, e<br />

avrà modo di raddoppiare<br />

nel secondo tempo. Quanto<br />

alla Fiorentina, si stabilirà saldamente<br />

al terzo posto, mentre Roma,<br />

Udinese e Sampdoria rimarranno all’altezza<br />

del Siena, se non sotto, in classifica.<br />

DALL’OSTEOPATA ALLO PSICOLOGO<br />

Dopo la figura dell’osteopata, arrivata<br />

13<br />

insieme al grande passo in serie B (peraltro<br />

rimasta a lungo misteriosa per gli stessi dirigenti<br />

di allora), nello staff medico del<br />

Siena c’è stato un importante salto di qualità<br />

con l’arrivo di autorevoli specialisti. È arrivato<br />

un noto riabilitatore come Alberto Andorlini,<br />

nelle ultime due<br />

stagioni al<br />

Chel-<br />

sea,<br />

ed in precedenza<br />

sette stagioni<br />

alla Fiorentina, nonché personal trainer di<br />

Gabriel Batistuta nel Qatar. E tanto per non<br />

farsi mancare niente, dal Milan-Lab è arrivato<br />

il Prof.Zerbini, uno specialista nel recupero<br />

psicofisiologico dei calciatori infortunati.<br />

Come sono lontani i tempi in cui il buon<br />

Ricci non sapeva in che ruolo giocasse un<br />

osteopata...<br />

CON GLI OCCHI CHIUSI<br />

Bellissimo il poster distribuito in questi<br />

giorni, con il Siena al completo. La foto ufficiale<br />

sarebbe stata un capolavoro se non<br />

fosse stata scattata con una luce che ha<br />

costretto alla chiusura delle palpebre<br />

quasi tutti i calciatori fotografati.■


febbre alta<br />

A proposito del derby<br />

Antonio Gigli<br />

Messo in archivio con molti rimpianti il<br />

derby con la Fiorentina, il Siena torna a<br />

correre in quello che, toccando ferro, sta<br />

per diventare il primo campionato tranquillo<br />

in serie A. I commenti tecnici, però, li lasciamo<br />

ad altri, per parlare della cornice di<br />

pubblico che ha assistito alla partita persa<br />

contro i viola di Toni. Non vogliamo neppure<br />

tornare sulle polemiche del dopo partita,<br />

anche se la “dimenticanza” dei Della<br />

Valle nel dimostrare solidarietà al presidente<br />

del Siena, ci inorridisce e ci fa<br />

paura, soprattutto in vista di partite future.<br />

Vogliamo occuparci in queste righe di<br />

un altro argomento, sempre legato al tifo.<br />

Il match con i viola ha richiamato al Franchi<br />

un pubblico da record, per la prima<br />

volta quest’anno, con tanti, tantissimi tifosi<br />

della squadra di Prandelli. Forse anche<br />

troppi, e diciamo questo pensando ai tanti<br />

senesi, soprattutto della provincia ma,<br />

ahimè, anche della nostra città, che sono<br />

venuti all’Artemio Franchi, per incitare gli<br />

avversari dei bianconeri. La cosa, inutile<br />

negarlo, non ci è piaciuta. al di là del fatto<br />

che ognuno (ci mancherebbe altro) è libero<br />

di fare ciò che ritiene più opportuno,<br />

così di dover sopportare eventuali critiche<br />

non offensive. Quello che ci fa saltare sulla<br />

sedia è il fatto di non sapere come si sono<br />

comportati i nostri cari concittadini quando<br />

dalla curva San Domenico, già prima della<br />

partita, sono partiti i cori offensivi, nonché<br />

gli striscioni esposti, contro la nostra città.<br />

Sì, la nostra città, perché le offese al Palio,<br />

al carattere dei senesi, alla nostra storia,<br />

sono offese per la città e quindi, a costo di<br />

essere tacciati di eccessivo campanilismo,<br />

ci chiediamo come abbiano fatto i senesifiorentini<br />

ad accettare tutto questo. Il tifo<br />

calcistico per una squadra, dicono in molti<br />

(a parte Emilio Fede che per ovvi ed op-<br />

portunistici motivi ha traditola Juve per il<br />

Milan...), è come la mamma e non si può<br />

tradire. Ma tifare Fiorentina (o Inter, o Juventus,<br />

o Milan) quando il Siena disputa la<br />

serie A ci pare un po’ anacronistico e soprattutto<br />

provinciale nel senso più deleterio<br />

del termine. Va bene, vuol dire, tanto<br />

per consolarci, che quell’umido mercoledì<br />

sera almeno qualche senese ha goduto<br />

una gioia calcistica....<br />

Detto questo l’argomento derby non<br />

può esaurirsi. La partita in questione, purtroppo,<br />

ha creato le prime crepe circa l’affidabilità<br />

e la sicurezza dello stadio senese,<br />

ma soprattutto del tanto esaltato<br />

decreto Pisanu. Moltissimi tifosi fiorentini,<br />

infatti, hanno potuto acquistare tranquillamente<br />

il biglietto per assistere alla partita<br />

nei settori occupati tradizionalmente dai<br />

senesi (vedi gradinata scoperta). Perché è<br />

accaduto questo? Il Siena si è affrettato a<br />

dire di aver fatto il proprio dovere inviando<br />

14<br />

il quantitativo dovuto nel capoluogo, per il<br />

resto non poteva fare nulla. Va bene, ma<br />

allora a che serve presentare il documento<br />

d’identità al momento dell’acquisto?<br />

Pensate che la stessa cosa succederebbe<br />

se, per esempio, migliaia di tifosi romani<br />

andassero tranquillamente nelle rivendite<br />

milanesi ad acquistare biglietti per la gara<br />

con l’Inter? Credete che potrebbero acquistare<br />

lo stesso il biglietto? Se la risposta è<br />

sì, allora tanti saluti al decreto Pisanu ed<br />

alla sicurezza negli stadi, perché se il documento<br />

serve a capire soltanto chi occupa<br />

quel posto in caso di incidenti, senza<br />

prevenirli, l’utilità delle nuove norme ci<br />

pare davvero scarsa.<br />

Una nota di merito, sempre per quanto<br />

riguarda il famigerato derby, dobbiamo<br />

farla invece ai tifosi bianconeri. Tutto (o<br />

quasi) è filato liscio ed ancora una volta<br />

sugli spalti il dominio dell’intelligenza e<br />

dell’arguzia senese è stato totale. Da sottolineare<br />

anche la splendida scenografia<br />

iniziale, semplice ma affascinante, giocata<br />

tutta sui colori della Balzana e dedicata al<br />

nostro giocatore più grande: Enrico Chiesa,<br />

assente pesante nel primo tempo della<br />

gara. Il tutto senza gli antipatici fumogeni<br />

e con un’autofinanziamento che fa invidia<br />

a molti, pensando ai fiorentini che si fanno<br />

sponsorizzare anche la passione sportiva.<br />

Insomma pubblico almeno da Coppa<br />

Uefa, squadra che cerca la tranquillità e<br />

che finalmente potrebbe averla trovata,<br />

cercando, quindi, di ripagare una tifoseria<br />

calda, appassionata e soprattutto intelligente<br />

(leggetevi il comunicato del dopo<br />

partita circa l’aggressione a De Luca)<br />

come merita. ■


Dal ‘caso Rosi’ alla separazione tra le società di A e di B,<br />

passando per il fattaccio di Ascoli<br />

Bonolis<br />

e dintorni<br />

• Mauro Mancini Proietti<br />

Apparirà superfluo da sottolineare, ma<br />

sarà pur doveroso riflettere di come la vicenda<br />

del “cascatore” Rosi e la spettacolarizzazione<br />

a tutti i costi del sistema calcio<br />

ad uso e consumo dell’ audience,<br />

appaiono in fondo due facce della stessa<br />

medaglia ed in particolare del processo<br />

della profonda involuzione sempre più<br />

marcata dei valori nel sistema calcio.<br />

Se un grande conduttore di una importante<br />

emittente televisiva ha visto bene di<br />

svilire il malcapitato di turno, reo di aver improvvidamente<br />

deciso di plateizzare a<br />

scoppio ritardato un colpo ricevuto da un<br />

giocatore dando luogo alla prima espulsione<br />

nella storia di un calciatore per violenza<br />

consumata nei confronti di un soccorritore,<br />

apparirà allora ovvio, caro Bonolis, di come<br />

non ci debbano più stupire le sconsiderate<br />

gesta di Ascoli e via discorrendo, frutto<br />

della ordinaria demenza di coloro che probabilmente<br />

più che negli stadi farebbero<br />

miglior mostra di sé nelle gabbie di un buon<br />

giardino zoologico.<br />

Un calciatore strapagato che sulla<br />

vendita della propria immagine ricava la<br />

propria fortuna, non potrà in nessun modo<br />

essere paragonato a chi in fondo non fa<br />

altro che prestare gratis et amore dei la<br />

propria opera al servizio degli altri. Né<br />

tanto meno le stesse società sportive potranno<br />

continuare a lamentarsi di un uso a<br />

loro danno in sede di giustizia sportiva di<br />

quelle stesse immagini che, croce e delizia,<br />

rappresentano nello stesso tempo una<br />

ricca fetta del loro fatturato.<br />

Si è parlato giustamente di una ricercata<br />

spettacolarizzazione a tutti i costi,<br />

frutto di una superficialità assoluta che finisce<br />

per dar luogo ad una pesante inver-<br />

sione della scala dei valori, laddove viene<br />

messa sullo stesso piano la condotta di un<br />

volontario soccorritore con quella di un<br />

calciatore professionista con il risultato di<br />

una odiosa comparazione anche delle<br />

conseguenti responsabilità. Non occorre<br />

scomodare principi di diritto per capire<br />

che non è così. Non lo è ne dal punto di<br />

vista giuridico, tanto meno dal punto di<br />

vista morale. E questo chi fa informazione<br />

pubblica su scala nazionale dovrebbe ben<br />

averlo presente.<br />

Ma la vicenda di per sé censurabile<br />

nella quale nessuno si è preoccupato di<br />

procurare le proprie scuse e, ancor più<br />

grave, sulla quale nessuno ha sentito il dovere<br />

di stigmatizzare, si presenta come<br />

tutt’uno rispetto al problema della profonda<br />

crisi del sistema calcio, sempre più votato<br />

nella sua trasformazione ed adeguamento<br />

alle pure leggi di mercato a scapito<br />

di quei valori deontologici che dovrebbero<br />

essere propri dello sport, anzi dello sport<br />

per eccellenza di molti giovani.<br />

La separazione consensuale registrata<br />

in Lega tra le società di serie A e di serie B,<br />

non è altro che il riflesso di una profonda divaricazione<br />

che le leggi di economia pongono<br />

tra grosse e piccole società in un mercato<br />

sempre più concorrenziale ove appare<br />

impensabile condividere spettatori paganti<br />

ed introiti per diritti televisivi e non. Era inevitabile<br />

nel momento stesso in cui aveva<br />

termine la mutualità in termini di diritti collettivi,<br />

per lasciare spazio a diritti soggettivi<br />

delle singole società, che la forbice e le differenze<br />

in termini di capacità finanziaria,<br />

avrebbero fatto sentire tutto il loro peso<br />

Era inevitabile, pertanto, che la riduzione<br />

degli introiti per i diritti televisivi determi-<br />

nata dalla concorrenza tra reti pubbliche e<br />

private e tra queste rispetto a quelle a pagamento,<br />

finisse per determinare la necessità<br />

di estromettere le parti più deboli.<br />

Ad oggi si parla di separazione consensuale<br />

con tanto di buonuscita spalmata<br />

nei nove anni a venire, ma il dopo, è<br />

certo, apparirà sempre più a tinte fosche.<br />

Dal momento che finiranno gli “alimenti”,<br />

per le società meno virtuose di B o che vivranno<br />

al di sopra della loro capacità economica<br />

effettiva al di fuori da artificiose<br />

cosmesi di bilancio, le possibilità di sopravvivenza<br />

appaiono assai ridotte. Qualcuno<br />

parla di una opportuna riduzione<br />

delle società professionistiche ed un ritorno<br />

ad un più virtuoso dilettantismo o semi<br />

professionismo.<br />

Per le altre inutile parlare di virtuosismi<br />

e di amore per lo sport nel senso nobile del<br />

termine. Si tratterà solo di vendere meglio<br />

e a miglior prezzo il proprio prodotto, con<br />

buona pace dei tifosi. Su questo piano, l’<br />

ennesimo escamotage da parte delle società<br />

finalizzato a fare cassa sfruttando i<br />

propri diritti di immagine. È la stessa filosofia<br />

di fondo che regola i diritti di autore<br />

nelle opere d’ingegno. Qui si tratterà di<br />

sfruttare l’uso della propria immagine da<br />

parte delle emittenti, una volta che, terminata<br />

la stagione calcistica di riferimento,<br />

queste tornano a far parte del patrimonio<br />

della società secondo il noto sistema delle<br />

Library. Le emittenti che a fini di repertorio<br />

vorranno poi utilizzare quelle stesse immagini<br />

avranno così l’ onere di pagare alle<br />

società i relativi diritti.<br />

Una soluzione che la dice lunga sullo<br />

stato economico delle cose e della situazione<br />

finanziaria dei grandi club sempre<br />

più indebitati tra loro e con il fisco. Decreto<br />

spalma debiti o non, in mancanza di una<br />

netta inversione di tendenza nella “riduzione<br />

del costo del lavoro” dei giocatori, la situazione<br />

appare difficile in una guerra che<br />

registrerà il tutti contro tutti. Una corsa ovviamente<br />

a cui non si sottrarranno le emittenti<br />

televisive, come l’attuale querelle tra<br />

Mediaset e Lega docet, ove in fondo ciò<br />

che conta è solo lo sfruttamento in esclusiva<br />

delle immagini e degli highlights.<br />

Per le bandiere, l’attaccamento ad una<br />

maglia e le nostalgie del passato, potrà a<br />

ragione parlarsi di articoli da museo o di<br />

amarcord. È allora che il povero “cascatore<br />

Rosi” finirà per accorgersi di essere caduto<br />

in un sistema più grande di lui con<br />

buona pace di tutti.<br />

Lui probabilmente avrà perso, ma si è<br />

altrettanto sicuri che con lui abbiamo<br />

perso un po’ tutti. E su questo, caro Bonolis,<br />

prima di invertire i termini morali del<br />

problema e di somministrare un certo<br />

modo di fare informazione e commenti a<br />

buon mercato sulla parte debole di turno,<br />

farà bene a riflettere anche lei. ■<br />

Una immagine<br />

di Francesco Rosi,<br />

qui premiato per<br />

la sua attività<br />

di volontario della<br />

Pubblica Assistenza<br />

ca l c i o 15


16/ sport&contrade<br />

DOVE ARRIVARE SECONDI NON VUOL DIRE ‘PURGARSI’<br />

di Chiara Cicali<br />

Contrade e sport: un connubio caratterizzato da un arcobaleno di idee che colora strade, vicoli, campi di<br />

calcio, palazzetti della città. Questo perché “contrada” e sport non è vista solo nell’ottica, tra l’altro recente,<br />

delle annuali visite di cortesia che Robur e Mens Sana fanno, alle 17 società, oppure alle trasferte che le stesse<br />

organizzano con i pullman contraddistinti non più dai numeri, ma dai nomi dei rioni, per seguire la loro<br />

fede sportiva all’Olimpico, a San Siro, al Delle Alpi oppure al PalaEur, al Paladozza, al PalaMalaguti. Lo sport è<br />

entrato a far parte della vita di contrada molto tempo fa, per rendere meno lunga l’attesa che separa l’ultimo<br />

palio dal primo dell’anno seguente, un po’ perché nella circostanza si sfoderano doti atletiche e spirito agonistico<br />

inimmaginabili quando si gareggia per la propria contrada, sì che il cuore batte davvero sotto lo stemma<br />

araldico che si rappresenta (quanto sarebbe bello se la stessa fede sostenesse anche tutti quegli idoli che<br />

puntualmente ogni estate danno vita ad un autentico “mercimonio mediatico”).<br />

La prima manifestazione sportiva in assoluto organizzata per le contrade, per essere precisi dalla Selva, è<br />

stata il “cross de’ rioni, che resiste da ben 31 edizioni, pioggia e vento compresi, come nell’ultima recente edizione.<br />

Ogni anno, nel giorno della festa della Madonna, l’otto settembre, tra i tabernacoli allestiti dai cittini delle<br />

17 consorelle, oltre 100 “podisti” si sfidano, “sfrecciando” (almeno i primi che chiudono la gara in meno di 25<br />

minuti), come un serpentone colorato, in velocità, fiato, polmoni e gambe, in un percorso di circa 8 Km che si<br />

snoda tra le vie di Siena toccando tutti e diciassette i rioni ed affrontando salitone ispide ed interminabili come<br />

via del Comune, Sant’Agata, Santa Caterina, le scalette che salgono dalla Giraffa in piazza Provenzano…<br />

Ogni contrada può partecipare con due squadre, rispettivamente composte da almeno una donna ed un<br />

over 35 per squadra: la classifica finale viene stilata in base al punteggio globale che ogni contrada ottiene con<br />

i suoi atleti. Altra manifestazione sportiva podistica, è quella organizzata dalla Tartuca il 25 aprile, festa della<br />

Liberazione. Qui le contrade partecipanti sono divise in compagnie militari: 4 atleti per compagnia, perché la<br />

gara è una staffetta di corsa su strada da Siena a Montalcino che parte da piazza Sant’Agostino per arrivare<br />

fino alla fortezza ilcinese. Ogni atleta compie circa 8 km e poi passa il testimone al compagno, fino all’ultimo<br />

che dovrà compiere il tratto finale, il più duro, perché buona parte in salita, che inizia dal bivio per Montalcino<br />

fino a raggiungere, appunto, la fortezza.<br />

La Tartuca organizza anche un torneo di calcio a 7, lo sport più rappresentato nelle manifestazioni di contrada,<br />

il Nirvano Fossi, che si svolge nel campino di Vico Alto, ad ottobre, con l’appoggio della Uisp, per ragazzi<br />

dagli undici ai tredici anni. L’Oca “fa la sua parte” con il torneo di calcio a 11, l’Arcese (da pochi anni<br />

denominato Dudo Casini), che si svolge sui campi di Torre Fiorentina e delle Cerchiaia (con quarti, semi e finale<br />

allo stadio Franchi) in maggio-giugno e una gara di pesca sportiva a squadre, dove vince quella che ha<br />

pescato il maggior numero di chili di pesce (generalmente trota), nei vari laghetti della provincia: Quornia, il<br />

Moro, Vallechiara… Il Barbero, torneo di calcio a 7, è organizzato invece dal GS San Miniato per i bambini dai<br />

nove ai dodici anni, presso gli impianti sportivi omonimi, nel campetto in erba sintetica.<br />

Il CSI, per la prima volta quest’anno, nei mesi di aprile- maggio, ha dato vita ad un torneo di calcio a 7,<br />

sempre per bambini di età compresa fra i dieci e i dodici anni, sfruttando i campi di calcio di Ovile e dell’Alberino,<br />

torneo che ha registrato il maggior numero di adesioni, ben 15 contrade su 17. Organizzato con il patrocinio<br />

del Comune di Siena e dell’ AC Siena, nel 2004 è stato proposto anche un torneo per strada, su pietra<br />

serena, in piazza Jacopo della Quercia, chiamato “Palla in gioco” dove hanno preso parte i bambini dagli<br />

otto agli undici anni. L’Endas, nel 1997, è stato il precursore del primo torneo di calcio femminile a 7, il “Violante<br />

di Baviera” che si svolge presso l’impianto di via Custoza tra ottobre e dicembre-gennaio. A questo si<br />

sono aggiunti negli anni seguenti il torneo primaverile “Aspettando il 29 giugno” ed un altro organizzato dalla<br />

Uisp, nel campino del Petriccio, sempre di calcio a 7. Rimanendo al calcio, quasi tutte le società di contrada<br />

partecipano poi ai vari tornei Uisp o Aics, di eccellenza e promozione, assieme a compagini della provincia o<br />

ad altre squadre sponsorizzate da bar e negozi della città.<br />

Passando ad altri sport, la Civetta organizza un torneo di basket, due contro due, in piazza Tolomei nel<br />

mese di giugno, in notturna, mentre la Pantera ha ideato per tanti anni un torneo di pallavolo misto, l’”Ettore<br />

Bastianini”, dove le squadre erano composte sia da ragazze che da ragazzi, da disputarsi presso le palestre<br />

del Costone e del Coni. Il Leocorno, nel 2004, ha dato vita per la prima volta ad un torneo di beach volley<br />

nelle valli di Follonica, due contro due, squadra formata da un ragazzo ed una ragazza oppure da due ragazzi.<br />

Il Bruco, negli splendidi giardini della società dell’Alba, organizza invece, ai primi di giugno, in una sola giornata<br />

(la domenica), un torneo di pallavolo misto fra bambini e ragazzi dai dieci ai quattordici anni.<br />

Ma non è tutto. La Chiocciola si è fatta promotrice di una cronoscalata in bicicletta, dove ogni squadra è<br />

composta da due bambini ed un adulto, che dalla piaggia del Giuggiolo, pedalando interamente in salita, arrivano<br />

fino al pozzo di San Marco. L’Istrice da anni, verso marzo e sulle piste dell’Abetone, organizza a sua volta<br />

la nota gara di sci “Per sport e per amore”. I partecipanti, numero libero, sono divisi per categorie e si cimentano<br />

nella difficile e veloce prova dello slalom. Anche qui la classifica finale viene stilata sommando i vari tempi<br />

dei partecipanti. Infine la contrada dell’Onda. Nei prossimi mesi, con il contributo organizzativo del CSI, proporrà<br />

nei locali della società Duprè il primo torneo di ping pong con la formula della Coppa Davis. Una disciplina,<br />

questa, finora assente dal panorama sportivo-contradaiolo di cui ci stiamo interessando<br />

Come si può notare, il massimo impegno delle contrade è rivolto ai bambini ed ai giovani, questo perché<br />

lo spirito di tutte queste manifestazioni deve essere, appunto, quello di aggregare e far crescere il valore ed il<br />

rispetto verso la contrada stessa, accompagnandolo ad un sano agonismo e giusto spirito competitivo. Passando<br />

alle specialità individuali, molti contradaioli, che fanno dello sport la loro professione, si sono contraddistinti,<br />

e continuano a farlo, sia in campo nazionale che internazionale in varie discipline, senza mai staccarsi<br />

dal fazzoletto della propria contrada, come una seconda pelle. È la vittoria più bella per tutti coloro che si<br />

prodigano all’insegnamento dei valori della contrada e a trasfondere l’amore per questa. ■


Le formazioni<br />

Esordienti B e<br />

Giovanissimi<br />

Provinciali<br />

18 ca l c i o<br />

Mentre il gruppo sportivo del presidente Toscano scopre il web,<br />

una grande cerimonia inaugura la stagione 2005/2006<br />

Il San Miniato<br />

spenge 25 candeline<br />

• Gigi Rossetti<br />

www.gssanminiato.org<br />

Il San Miniato è on line. Da tempo<br />

ormai era nella mente di tutti un sito neroverde<br />

, poi finalmente il “toro che<br />

viene preso per le corna” ed eccolo allora<br />

il notiziario in rete del gruppo sportivo<br />

alle sue nozze d’argento con il calcio<br />

giovanile. Il merito del primo passo<br />

ufficiale della nuova comunicazione, va<br />

ascritto soprattutto a Stefano Gentilini<br />

che nella società del presidente Toscano<br />

ha portato tutta la sua grande professionalità,<br />

frutto di tanti anni di calcio<br />

vissuto prima sul campo e poi da dirigente<br />

ma non certamente da dietro una<br />

scrivania perché alle parole, Gentilini,<br />

preferisce soprattutto i fatti.<br />

Poco più di un mese di vita e già<br />

oltre mille i contatti avuti (tutti veri perché<br />

il contatore è partito da zero); sicuramente<br />

un successo, almeno in questa<br />

prima fase che può senz’altro essere<br />

definita di sperimentazione in quanto,<br />

come tutte le cose all’inizio, suscettibile<br />

di modifiche che andranno a migliorare<br />

quello che vuole essere un servizio<br />

di facile consultazione per tutti quelli<br />

che girano intorno alla società ma non<br />

solo. Risultati e classifiche, notizie e curiosità:<br />

insomma, la vita della società in<br />

un clic, che ormai fa sembrare lontano<br />

anni luce quel Neroverde, opuscolo<br />

fatto di 12 pagine patinate che qualche<br />

anno fa cominciò a dare notizie sulla<br />

vita del club e che ancora oggi, comunque,<br />

continua regolarmente ad uscire<br />

perché la carta stampata continua pur<br />

sempre a mantenere tutto quanto il suo<br />

fascino. Proprio come fa Mesesport<br />

che, attraverso le sue colonne, anche al<br />

San Miniato, permette di fare il resoconto<br />

mensile.<br />

Una opportunità per far sapere a chi<br />

legge che, nel suo venticinquesimo<br />

anno di vita, il San Miniato ha presentato<br />

tutte le sue squadre in maniera sfavillante.<br />

La cornice è stata quella bellissima<br />

dell’Hotel Garden, i colori della<br />

“tela” quelli neroverdi, ovviamente,<br />

punteggiati dall’allegria delle oltre ottocento<br />

persone che a questa serata<br />

hanno partecipato. Tanti infatti, tra atleti,<br />

genitori, autorità e ospiti sono stati<br />

quelli che alla serata hanno partecipato.<br />

Una serata come davvero mai, per<br />

una presentazione ufficiale, si era mai<br />

vista prima; una serata degna di un anniversario<br />

importante come possono<br />

essere venticinque anni di attività che<br />

hanno portato il San Miniato a primeggiare<br />

in città prima e in provincia<br />

poi e che ha voluto<br />

essere una ulteriore dimostrazione<br />

di forza e stabilità<br />

societaria, oltre che l’ennesima<br />

risposta a qualcuno<br />

che, con stucchevole prolissità,<br />

continua a gettare<br />

ombre su questo gruppo<br />

sportivo.<br />

Il San Miniato invece è<br />

più vivo che mai e la presenza<br />

delle maggiori autorità<br />

cittadine ( il sindaco<br />

Cenni e il presidente della<br />

Fondazione Mussari in<br />

testa) sono lì a dimostrare<br />

quale e quanto sia l’affetto<br />

che circonda questa società.<br />

“Una società- come<br />

ha ricordato il presidente<br />

Toscano- che deve moltissimo<br />

al volontariato locale, ai<br />

ragazzi, tantissimi, che hanno scelto di<br />

difendere i nostri colori, ai loro genitori, al<br />

sostegno dei nostri sponsor oltre a quello<br />

morale e materiale dell’Amministrazione<br />

Comunale, alla sua giunta e ai preziosi<br />

suggerimenti del sindaco Cenni.<br />

Una società che vuole vedere crescere<br />

in serenità i ragazzi che ci vengono<br />

affidati, e che vuole trasformare in fiducia<br />

nell’avvenire le loro eventuali<br />

incertezze. Una società che guarda al<br />

concreto, più che a quelle strategie fatte<br />

di chiacchiere maligne che assolutamente<br />

non ci appartengono e che con il<br />

calcio non hanno nulla a che vedere”.<br />

Per quel che riguarda il calcio giocato,<br />

troppo poco è il tempo trascorso<br />

dall’inizio dei campionati per poter stilare<br />

un primo, anche se sommario, resoconto.<br />

C’è chi va molto bene e chi<br />

no, chi sta rispondendo in maniera<br />

egregia e chi invece ha diverse difficoltà<br />

ma proprio perché siamo soltanto all’inizio,<br />

nel dettaglio entreremo solo nel<br />

prossimo numero.■


zapping<br />

Dalle mazze ferrate ai tacchetti,<br />

è lo spirito che conta<br />

Vincenzo Coli<br />

Animo, fratelli. L’anno scorso non avevamo<br />

vinto la battaglia di Montaperti, quest’anno<br />

non abbiamo perso la battaglia di<br />

Colle Val d’Elsa (1269: data un po’ rimossa<br />

ma segnò l’inizio del declino senese rispetto<br />

a Firenze). E soprattutto non c’è<br />

stata la temuta guerra fra tifoserie, a parte<br />

l’episodio deplorevole dell’aggressione al<br />

presidente De Luca. Come il Palio è la trasfigurazione<br />

simbolica dello “spirto guerriero”<br />

messo in quarantena<br />

nel 1555 e<br />

lasciato implodere<br />

nelle giostre cittadine,<br />

la partita di palloneSiena-Fiorentina<br />

- non diciamo<br />

niente di nuovo - è la<br />

proiezione esterna<br />

di questo animus, il<br />

regolamento di conti<br />

ancestrali lasciati in<br />

sospeso ed edulcorati<br />

se non nel contenuto<br />

almeno nella<br />

forma: i tacchetti<br />

possono far male, le<br />

mazze ferrate molto<br />

di più. La ‘riavuta’ è<br />

stata oggettivamente<br />

difficile da organizzare<br />

su un<br />

campo di calcio: i gigliati<br />

sempre al vertice,<br />

da Lojacono a<br />

Batistuta, i bianconeri<br />

arrabattati a navigare<br />

a vista tra le<br />

serie C e D, e in<br />

mancanza di meglio<br />

il testosterone è<br />

scorso a fiumi nei<br />

derby col Livorno.<br />

Poi il pendolo della<br />

storia calcistica ha<br />

fatto salire noi e<br />

scendere di brutto<br />

loro, finché le lancette<br />

dell’orologio non si sono finalmente incontrate.<br />

Dopo il flop del campionato scorso,<br />

lo “scarpaio” (la definizione non è<br />

nostra, ma della signora Anna Falchi in Ricucci)<br />

ha fatto le cose per bene, e l’effetto<br />

dei miliardi spesi finalmente si vede.<br />

Quanto al Roburrone, non sempre il cuore<br />

di una squadra può bastare per portare a<br />

casa la vittoria, ma riesce a sintonizzarsi<br />

con quello dei tifosi, se continua a battere<br />

con questo fervore. Vi pare poco?<br />

E bravo Cicciocozza, che ha ritrovato<br />

l’habitat nella sua Reggio Calabria dove<br />

ha ripreso a segnare e a infiammare la<br />

curva. Rapporto esaurito con la crisi del<br />

settimo mese (il calcio ha tempi decisamente<br />

compressi rispetto alla fisiologia<br />

amorosa), quello tra il fantasista e la nostra<br />

città - scusate se torno sull’argomento<br />

- non è stato il solo caso di matrimonio<br />

sportivo finito male. Per un capitan Mignani<br />

che qui trova moglie e identità contradaiola,<br />

per uno Zukauskas che mette radi-<br />

19<br />

ci e s’ispira per allargare la famiglia, per<br />

uno Stefanov che non ha mai imparato<br />

una parola d’italiano ma si sentiva perfettamente<br />

senese, e quando decisero di non<br />

rinnovargli il contratto i dirigenti della Mens<br />

Sana non sapevano come dirglielo, qualche<br />

caso di rigetto ci può stare. Ci è venuto<br />

in mente il povero Claudio Malagoli, ala<br />

tiratrice che da Varese, dove aveva giocato<br />

con Meneghin e Bob<br />

Morse, nei primi anni ottanta<br />

venne a crivellare retine in<br />

viale Sclavo. Firmò il contratto,<br />

fece un giro in città, visitò<br />

i musei, assaggiò pici e<br />

ribollita e soppesò le due o<br />

tre ipotesi di casa in affitto<br />

proposte dalla società, che<br />

pensava di sistemarlo in<br />

centro. Macché. Malagoli<br />

chiese se c’era un posto lontano<br />

da città ma abbastanza<br />

comodo per venire ad allenarsi,<br />

e si sistemò a Colle<br />

val d’Elsa. Senza offesa per<br />

l’amor proprio di nessuno.<br />

Sui gusti non si discute. C’è<br />

anche chi (per la verità non<br />

un uomo ma una signora,<br />

produttrice televisiva) ha definito<br />

la Ferilli una cozza,<br />

con la c minuscola. Mettiamola<br />

così: certi tipi sono refrattari<br />

alla sindrome di<br />

Stendhal, vogliamo fargliene<br />

una colpa?<br />

Primo mese di basket<br />

giocato, dopo un’astinenza<br />

che sembrava interminabile.<br />

La Mens Sana vola, e Dan<br />

Petersen torna a fare pronostici.<br />

O presagi, detti da lui.<br />

Respirano di sollievo Bologna,<br />

Roma e Milano che<br />

non convincono appieno il<br />

mago, si toccano i gioielli di<br />

famiglia Treviso e, guarda<br />

caso, Siena, ambedue ritenute le meglio<br />

attrezzate. In 48 ore ha anche appioppato<br />

a due giocatori diversi, molto diversi, l’etichetta<br />

di Nowizki italiano, e anni a venire<br />

assai vincenti: il giovanissimo Bargnani e il<br />

nostro scafato Stonerook. Si decidesse, il<br />

vecchio Dan. I due ragazzi, nell’attesa,<br />

sono andati a farsi benedire. ■


cinque cerchi•Francesco Vannoni<br />

Denso di significati, ancora una volta, l’annuale<br />

appuntamento promosso dal Coni Provinciale<br />

•Se la Giornata<br />

è Olimpica<br />

20<br />

Una festa per tutti, invitato speciale lo sport con i suoi attori…<br />

produttori e spettatori.<br />

Il fascino della Giornata Olimpica, svoltasi anche quest’anno<br />

presso la sede centrale della Banca di Credito Cooperativo<br />

di Sovicille, - partner attento ed autorevole ad ogni opportunità<br />

di crescita e sviluppo del territorio - è quello del grande appuntamento<br />

diventato tradizione e ormai radicato nel calendario<br />

annuale del Comitato Provinciale del Coni. Volendo proseguire<br />

nella metafora cinematografica, non è sbagliato definire<br />

questa suggestiva kermesse una sorta di “Premio Oscar” dello<br />

sport locale. È bene ribadire che i contenuti della Giornata<br />

Olimpica non si limitano ai podi, ai trofei e alle classifiche, ma<br />

anzi rappresentano un prezioso compendio di esperienze e percorsi<br />

nei quali il successo non è premiato soltanto come esito di<br />

punti, rilievi cronometrici o altro termine di confronto, ai numeri,<br />

ma diventa, innanzitutto, la sintesi più alta dell’interpretazione<br />

sportiva, come insieme di valori etici e morali che, in<br />

nome del “vero” sport, stanno all’origine di qualsiasi vittoria di<br />

gruppo e di qualunque prodezza individuale.<br />

“Il nostro impegno – ha detto il presidente del Coni Roberto<br />

Montermini – è quello di contribuire, anche attraverso<br />

manifestazioni di questo tipo, alla formazione di uomini e<br />

donne di sport che, oltre ad essere oggi atleti di vario livello,<br />

sappiano diventare, in futuro, dei dirigenti esemplari, camminando<br />

nel solco di quelle figure che in questi anni hanno dato<br />

un impulso fondamentale allo sviluppo di tutto il movimento.<br />

Perché, terminata la carriera, sappiano ritrovare lo slancio<br />

necessario per trasmettere alle “nuove leve” il patrimonio di<br />

emozioni e sensazioni che lo sport è in grado di regalare”.<br />

Un sogno che non è utopia considerando anche la stretta<br />

collaborazione esistente con tutte le istituzioni del territorio<br />

cittadino e provinciale ed il perfetto coordinamento operativo<br />

da anni instaurato con il Comitato Regionale Toscano”.<br />

“Siamo orgogliosi, in questo senso, – ha proseguito Montermini<br />

- che la giunta Nazionale abbia dato positivamente seguito<br />

alla richiesta avanzata proprio dal Comitato di Siena, assegnando<br />

a Rabizzi la Stella d’Oro al Merito Sportivo,<br />

massima onorificenza prevista dall’ordinamento del Coni”.<br />

Nel suo intervento Rabizzi - ospite della Giornata Olimpica<br />

- ha messo in risalto la necessità di universalizzare il linguaggio<br />

sportivo, come elemento capace di concorrere all’integrazione<br />

socio-culturale tra i popoli e quale portatore di<br />

principi condivisi in nome del progresso civile”.<br />

Una linea guida imprescindibile per l’avvenire dello sport,<br />

idealmente sottoscritta da tutti gli atleti e i dirigenti protagonisti<br />

dell’evento e ripresa anche dall’assessore allo Sport della<br />

provincia di Siena Giorgio Del Ciondolo, presente insieme a<br />

Tanzi e Giovannini, assessori allo sport dei comuni di Siena e<br />

Sovicille – il quale ha evidenziato il ruolo del Coni “come interlocutore<br />

privilegiato in una serie di progetti orientati ad<br />

una collaborazione sempre più proficua tra istituzioni e “governo<br />

sportivo territoriale”. I brillanti riscontri avuti col progetto<br />

“Il Bambino sceglie lo Sport”, realizzato con l’indispensabile<br />

concorso degli organi scolastici, ci spinge a<br />

rilanciare e rafforzare il nostro impegno, diretto a tutte quelle<br />

fasce di popolazione che possono e vogliono fruire del prodotto<br />

sportivo e dei suoi evidenti benefici.<br />

A questo scopo – ha sottolineato ancora Del Ciondolo –<br />

stiamo approntando, insieme al Coni, una serie di iniziative<br />

per la Terza Età, convinti di assecondare un interesse crescente<br />

anche tra i meno giovani.<br />

Nel corso della manifestazione, riconoscimenti sono andati<br />

a Ugo Fiorilli e Albo Mechini, insigniti rispettivamente<br />

della Stella d’Argento e di quella di Bronzo al Merito Sportivo.<br />

Il primo, ex arbitro di calcio, per un ventennio presidente<br />

del Comitato Provinciale della Federazione Italiana Gioco<br />

Calcio e medaglia d’oro dell’Associazione Italiana Arbitri,<br />

dove ha svolto per sessant’anni la propria attività; il secondo,<br />

invece, è un nome molto noto nel mondo del volley: fondatore<br />

della Avis Pallavolo Montepulciano (al cui interno ha ricoperto<br />

tutte le cariche dirigenziali), Mechini è stato consigliere<br />

regionale Fipav dall’ ’88 al ’92 e della sua opera si è avvalso


lo stesso Coni Provinciale come infaticabile promotore di iniziative<br />

per la diffusione della pratica sportiva.<br />

Le numerose premiazioni, effettuate in riferimento alla stagione<br />

2004/2005, hanno visto avvicendarsi sul palco esponenti<br />

delle più diverse discipline, individuali e di squadra, vincitori<br />

di titoli provinciali, regionali o nazionali. Particolarmente nutrita<br />

anche la “fetta” di atleti distintisi nelle varie competizioni<br />

in ambito europeo e mondiale, traguardi che indistintamente<br />

portano lustro allo sport senese nel suo complesso.<br />

La consegna delle medaglie al valore atletico, oltre a premiare<br />

con l’argento la pattinatrice<br />

Cristina Giulianini per gli<br />

ottimi risultati conseguiti<br />

anche in campo europeo e<br />

mondiale e con il Bronzo la<br />

nuotatrice Serenella Parri e la<br />

campionessa italiana di bowling<br />

a squadre Daniela Buzzelli,<br />

ha consentito di riaprire una<br />

“finestra” sulla stagione<br />

2003/2004 anno del primo, storico<br />

tricolore mensanino: Roberto<br />

Chiacig ha ricevuto la<br />

medaglia di bronzo al Valore<br />

Atletico e, insieme a Carlo Recalcati,<br />

ha ritirato anche uno<br />

speciale riconoscimento per<br />

l’Argento Olimpico di Atene.<br />

Alla società biancoverde, rappresentata<br />

dal general manager<br />

Ferdinando Minucci, sono<br />

andati ulteriori riconoscimenti<br />

per i successi ottenuti anche in<br />

campo giovanile con lo scudetto<br />

Under 20 e Juniores.<br />

Tra le società sportive,<br />

anche il Cus e la Virtus Siena<br />

hanno fatto incetta di riconoscimenti:<br />

il sodalizio di via<br />

Banchi ha portato alla ribalta il Basket (con il titolo di Campione<br />

Nazionale Universitario), la Scherma (sesta ai Campionati<br />

Italiani di Fioretto serie A2 Maschile e Femminile) e il<br />

Judo, che ha primeggiato nel Campionato regionale di serie<br />

B). La società del presidente Fabio Bruttini è stata premiata<br />

per l’ottimo secondo posto nel campionato italiano Under 20<br />

ed il quarto nella categoria “Bam Open”.<br />

La contemporaneità con impegni sportivi, in capo ad una<br />

nuova stagione appena iniziata, ha fatto registrare qualche defezione<br />

nella compagine dei premiati: “Alcune assenze che si<br />

sono verificate – rileva Montermini -, se da una parte denotano<br />

la grande vivacità e la larga diffusione dell’ “offerta sport”,<br />

dall’altra serviranno per apportare alla macchina organizzativa<br />

quei piccoli ritocchi utili a perfezionarne il funzionamento in<br />

proiezione futura”.<br />

Lavorare per una sempre maggiore “penetrazione” sul<br />

territorio, con un occhio rivolto al domani: questo l’imput<br />

principale che il Coni senese è pronto a raccogliere per affrontare<br />

le nuove sfide che un messaggio sportivo rivolto ai<br />

giovani impone di superare. ■<br />

Tre immagini della<br />

cerimonia svoltasi il 22<br />

ottobre<br />

21


22<br />

cicloturismo•Giancarlo Brocci<br />

È andata in archivio l’edizione record dell’affascinante corsa d’epoca<br />

con partenza ed arrivo a Gaiole<br />

•L’Eroica varca l’oceano<br />

Novecentouno iscritti, 858 partenti provenienti da ogni angolo di<br />

mondo.<br />

L’Eroica raddoppia i numeri e conferma tutti i suoi altissimi indici<br />

di gradimento fra vecchi e nuovissimi adepti. La cicloturistica<br />

d’epoca con partenza ed arrivo a Gaiole in Chianti si è svolta il 2<br />

ottobre, preceduta da un fine settimana davvero intenso per il piccolo<br />

centro del nord senese. Il giovedì si era tenuta la prima riunione<br />

della nuova struttura nazionale FCI, presenti Di Rocco, Martini,<br />

Zuccaro e Piol, quel rappresentante del granfondismo che<br />

finalmente va a rappresentare il movimento all’interno della Federazione.<br />

Tra gli intervenuti praticamente tutti i maggiori organizzatori<br />

italiani, per una discussione davvero ampia ed esauriente<br />

che spera di aver trovato orecchie attente.<br />

Il venerdi è stato di scena a Gaiole l’avvocato Carmine Castellano,<br />

gradito ospite a parlare di polvere e ciclismo, a ripercorrere in immagini<br />

e racconto quel Colle delle Finestre che aveva riportato la<br />

strada bianca ai fasti del Giro d’Italia ed alla gloria di immagini che<br />

hanno bucato ogni video.<br />

Già il pubblico si era riempito di giornalisti, scrittori, vecchie glorie,<br />

collezionisti e semplici “eroici” appassionati, tutti attori protagonisti<br />

di un week end memorabile.<br />

Il sabato, infatti, è stato di rara intensità, con l’apertura di una mostra<br />

di bici d’epoca che si è arricchita non poco grazie al contributo<br />

dei francesi, con Patrick Joret in testa: un museo con un centinaio<br />

di biciclette di valore inestimabile, con maglie e cimeli capaci<br />

di trasmettere passioni e nostalgie, di accendere ricordi, di animare<br />

racconti.<br />

Ovviamente, tra gli habitué nostrani, spiccavano i pezzi di Berruti<br />

e Leonardi, Cerica e Vieri, Poccianti e Ricci ecc., mentre le Selle<br />

Brooks hanno esposto con successo i loro capolavori, riproposti in<br />

straordinario stile artigianale.<br />

Il pomeriggio, alle 15,30, è partito un nutrito gruppo di bambini<br />

per la Minieroica, un salto verso il Castello di Meleto per assaggiare<br />

un pezzo di sterrato e conoscere un luogo storico di grande suggestione.<br />

Poi la presentazione di libri di ciclismo, appuntamento<br />

ormai classico, cui non sono voluti mancare ben 8 autori, molti<br />

coi rispettivi protagonisti, introdotti e coordinati da Carlo Delfino:<br />

Mazzi col suo Malabrocca, la Argelli con Ortelli, Pellegrini con Bui,<br />

Picchi e Viani col Bartali per ‘Giglio Amico’, presente il figlio Andrea.<br />

Poi Facchinetti per il suo Bottecchia, Ancilotti e Passignani<br />

sul ciclismo toscano, Fiori e il suo Pantani, Bardelli che ha presentato<br />

gli aggiornamenti al ‘Generazione Epo’.<br />

La sera cena degli Eroici, con un parterre straordinario: presenti<br />

Claudio Martini, governatore della Toscana, gli onorevoli, Baldi,<br />

Vigni e Pagliarini, quest’ultimo entusiasta al via; quindi il procuratore<br />

Pasqualin, il regista del prossimo Bartali televisivo Negrin<br />

con l’attore Gandolfo, gli industriali del settore Tommasini, Marresi<br />

e Marzorati ed uno stuolo di vecchie e recenti glorie davvero<br />

impressionante: Corrieri, Seghezzi, Soldani, Rossello, Falsini, Tognaccini,<br />

Sorensen, Salvietti, Veltro, Riccò, i rammentati Ortelli,<br />

Malabrocca e Bui, qualche altro confuso fra la festosità informale<br />

del clima e di un menù ben poco ciclistico, a base di ribollita, salsicce<br />

e fagioli, dolci senesi e tanto Chianti Classico. A seguire lo<br />

spettacolo del Bruscello, teatro, poesia e musica che quest’anno gli<br />

autori e registi Bonechi e Marsan avevano dedicato a Costante Girardengo.<br />

L’indomani, alle 5 del mattino, le prime partenze, quelle per i percorsi<br />

lunghi (200 e 137 km, oltre la metà di strade bianche). Alle<br />

8,30 il via ai ‘corti’, 75 e 38 km, con una Piazza Ricasoli piena di<br />

colori e di vecchi fotogrammi, tratti da chissà quale album della<br />

‘Panini’; le maglie più incredibili, quasi tutte ben ricamate a mano,<br />

tirate fuori dai più nascosti cassetti, le biciclette tirate a lucido<br />

dopo anni di profonda cantina, una gioia che si è esternata anche<br />

nelle lunghe attese per la firma del foglio di partenza, che ha<br />

espresso anche i 70 attendati allo stadio, grazie al lavoro volontario<br />

della Misericordia locale che ha offerto ospitalità gratuita ai<br />

saccopelisti.<br />

Le cifre: 80 donne, ben 104 stranieri di cui 11 austriaci, un belga,<br />

2 canadesi, 4 ceki, 8 svizzeri, 15 tedeschi, 9 francesi, uno spagnolo,<br />

27 inglesi, 9 olandesi, un sudafricano, 10 statunitensi, 2 giapponesi,<br />

un danese.<br />

Sono giunti all‚arrivo in 790, di cui 169 nel 38 km, 272 nel 75, 104<br />

nel 137 e ben 246 nel Lungo, più del doppio dello scorso anno, guadagnando<br />

targa ricordo e bottiglia numerata di Chianti Classico<br />

con etichetta ad hoc. Premi anch‚essi speciali per ognuno dei partecipanti<br />

con bici eroica: panforte Fiore, olio dell’Azienda Olearia<br />

del Chianti, vino di pregio di Badia Coltibuono, proprietà Stucchi<br />

Prinetti, casata storica di produttori di bici d’inizio secolo la cui titolare<br />

Emanuela ha preso il via con tanto di gloriosa maglia biancorossa<br />

marchiata ‘Stucchi’. ■


MPS.. SPAZIALE<br />

Qualcuno si sarà lasciato<br />

andare ad espressioni<br />

di stupore, altri –<br />

forse coloro che seguono<br />

più assiduamente il basket<br />

in tv e ne osservano ogni<br />

particolarità, spesso apprezzandone<br />

anche gli avveniristici<br />

impianti e i ritrovati<br />

tecnologici (specie<br />

in quelle autentiche “città<br />

al chiuso” che sembrano<br />

essere alcuni “palace”<br />

americani), l’avranno accolto<br />

con un senso di liberazione e, perché no, come un segno dell’ulteriore<br />

progresso mensanino.<br />

Insomma, il nuovo tabellone elettronico che fa bella mostra di<br />

sé calato dal soffitto del PalaMensSana, non è passato inosservato:<br />

del resto la centralissima posizione e la mole non trascurabile, molto<br />

difficilmente avrebbero potuto impedirne la visione…Il resto l’ha<br />

fatto la curiosità dei tifosi biancoverdi che per la prima volta ne ammiravano<br />

l’imponenza.<br />

Lungo il cammino della Montepaschi, sia sui parquet della nostra<br />

serie A ma soprattutto nei palasport continentali dove va in<br />

scena la grande vetrina dell’Eurolega, di marchingegni del genere se<br />

ne sono visti in larga misura e non di rado nell’immaginario collettivo<br />

diventavano essi stessi, ancora prima degli aspetti tecnici, la<br />

prova più eclatante del valore dell’avversario: bastava vedere uno di<br />

questi sofisticati “mostri elettronici” per mettere le “mani avanti”<br />

sulle insidie di una partita o crearsi quell’alibi che giustificasse il timore<br />

reverenziale di chi, come noi, era appena arrivato a confrontarsi<br />

con i club di prestigio internazionale: “Eh…ma questi c’hanno<br />

anche il tabellone”.<br />

Ora che la consacrazione come grande realtà del basket è da<br />

tempo conquistata, questo straordinario accessorio a quattro facce<br />

ci farà sentire un po’ più “grandi”, anche per la suggestione di un attrezzo<br />

al quale in molti, soprattutto i più giovani spettatori del Pala-<br />

MensSana, avranno riservato la solita pioggia di aggettivi superlativi<br />

e giganteggianti: “spaziale”, “megagalattico”, “foloso” o<br />

“ganzissimo”… e via aggettivando nel ricco e roboante vocabolario<br />

del lessico celebrativo giovanile.<br />

Un “extra” che testimonia la maturità, non solo tecnica ma<br />

anche logistica e strutturale, di una piazza come quella senese dove,<br />

accanto al primo storico tricolore e a trofei come la Supercoppa e<br />

la Coppa Saporta, le volte del palasport si dotano di un qualcosa che<br />

serviva all’impianto. Fattori emozionali a parte, va rilevato il ruolo<br />

“di servizio” che il nuovo tabellone, necessario tributo alla modernità,<br />

può offrire a tutto il pubblico del PalaMensSana. Ottima visuale<br />

del punteggio e del tempo di gara; possibilità di osservare con immediatezza<br />

la situazione falli e i punti realizzati da ogni singolo<br />

giocatore, a sua volta individuato non più con il cognome, ma con<br />

il numero di maglia. Intendiamoci: niente maxischermo, niente riproduzione<br />

in contemporanea di prodezze, finezze e…nefandezze<br />

dei dieci in campo: per vedere “la partita nella partita” bisognerà<br />

aspettare ancora.<br />

Ma volete mettere il vantaggio di “leggere” l’andamento del<br />

match ad “altezza d’occhio”, memori degli sforzi che le pupille<br />

hanno dovuto compiere fino a ieri per cercare una conferma quando<br />

i riscontri, tra scout ufficiali e cifre segnate a penna sul taccuino,<br />

non corrispondono? Provvidenziale dunque, oltre che grande alleato<br />

di chi la partita deve raccontarla anche attraverso i numeri. Quei<br />

numeri che per ora restano matematici…in attesa, magari, di trasformarsi<br />

in “numeri” balistici da poter apprezzare col naso all’insù,<br />

intenti ad ammirarne sullo schermo la spettacolarità…al prossimo<br />

capitolo di questa storia. ■<br />

24/ fatti e personaggi del mese<br />

a cura di Francesco Vannoni<br />

FRANCESCO ROSI<br />

Avere un nome e un<br />

cognome “importanti”,<br />

magari perché le gesta di<br />

qualcuno ancor più importante<br />

contribuiscono<br />

ad accrescerne la notorietà,<br />

è una situazione<br />

curiosa e non di rado diventa<br />

motivo di simpatici<br />

confronti. Qualcuno ci<br />

marcia un po’ sopra per il<br />

fatto di “chiamarsi come...quello là”, altri non se ne curano per<br />

nulla e alla ribalta sono poco avvezzi. Francesco Rosi è diventato,<br />

suo malgrado, un personaggio. Ora è famoso, e non per quella<br />

clamorosa omonimia con uno dei più grandi maestri del cinema<br />

italiano alla quale in pochi penseranno, ma per una borraccia<br />

presa sul naso nel concitato finale di Siena-Udinese.<br />

Il suo è un mestiere umile, ma di quelli che rendono celebre<br />

tra la gente comune, che fanno parte di un “piccolo mondo antico”<br />

pieno di genuina e semplice quotidianità.<br />

Il vocabolario lo inserirebbe al lemma “fornaio”, la sua gente,<br />

dall’avvocato alla donna di casa, dal bambino al nonno, lo chiama<br />

invariabilmente “il panaio”, secondo gli schietti adattamenti<br />

linguistici della campagna che percorre ogni giorno col suo furgone<br />

pieno di “fili”, “pagnotte” e “schiaccioni”. Lontano anni luce<br />

dalla scena di uno spettacolo collettivo dove Francesco si è trovato<br />

a svolgere, come altre volte, il ruolo nobile e silenzioso del<br />

volontario, senzadistinzioni di razza, cultura, censo o religione. È<br />

abituato a stare sul “rettangolo verde”, col fischietto però, per arbitrare<br />

le partite di un calcio “povero ma bello” perché frutto<br />

della passione e che, non a caso, si chiama “Amatori”.<br />

Non sorprende l’improvvisa attenzione che i giornali hanno riservato<br />

al barelliere, ma del resto quando ad essere soccorsi sono<br />

giocatori di un certo calibro, anche se di riflesso, fanno “notizia”<br />

anche quanti ne curano l’incolumità dopo uno scontro, una caduta<br />

o un infortunio. Figurarsi, poi, se ci tocca di prendere una<br />

borraccia nel naso dal centrocampista nigeriano Chris Obodo.<br />

Viste le circostanze, si può discutere sulla volontarietà del gesto,<br />

ma ciò che è apparso particolarmente disdicevole è stato l’attacco<br />

mediatico sferrato da tutti i “salotti televisivi” del pallone, svelti<br />

a “bollare” come colpo di teatro la caduta successiva di Francesco,<br />

spinto da Iaquinta; neppure sfiorati dal dubbio che uno<br />

degli strapagati interpreti del nostro calcio potesse aver sbagliato<br />

e di grosso, al cospetto di chi, gratuitamente, dedica parte del proprio<br />

tempo agli altri. Se ne parlerà per un po’, in ossequio al vizio<br />

italico di voler dire sempre e comunque la nostra. Francesco è già<br />

andato oltre, pronto a tornare alla semplice quotidianità di ogni<br />

“panaio” e a prodigarsi ancora al fianco di chi soffre nella partita<br />

della vita, l’unica che conta davvero.


Il volley mensanino si rifà il trucco e punta forte sulla linea verde.<br />

Ha preso avvio una nuova, importante stagione per la sezione femminile<br />

di pallavolo della Mens Sana che, sotto la guida dei dirigenti<br />

Paola Cobbe e Giorgio Milanesi e del responsabile tecnico Raimondo<br />

Della Volpe (trascorsi sul parquet con la mitica Panini Modena di<br />

Julio Velasco), vara un’ambiziosa ristrutturazione del proprio settore<br />

giovanile parallelamente all’avventura della prima squadra nel<br />

campionato di Serie C. La società ha infatti deciso di dare vita ad un<br />

progetto finalizzato all’avvicinamento alla disciplina con particolare<br />

attenzione alle categorie giovanili il cui obiettivo, è quello di concorrere<br />

allo sviluppo dell’intero movimento del Volley per i prossimi<br />

anni.<br />

Un’idea che nasce seguendo il modello dei club professionistici,<br />

forte dell’accresciuta qualità del settore tecnico mensanino, di un<br />

paio di prestigiose sponsorizzazioni che negli anni hanno garantito<br />

stabilità alla sezione (confermati, infatti, gli accordi con Fondi Ducato<br />

e Segis) e di alcune importanti collaborazioni (su tutte quella<br />

con l’Istituto di Medicina dello Sport, che già nella passata stagione<br />

aveva seguito la prima squadra con appositi test di valutazione e funzionalità).<br />

L’obiettivo che la Mens Sana si pone è quello di offrire alle<br />

giovani atlete che entrano in palestra (e di conseguenza alle loro famiglie),<br />

un progetto formativo-sportivo nel quale una seria attività<br />

sotto rete sia accompagnata di pari passo da un’accurata preparazione<br />

fisica che comprenda anche apposite valutazioni scientifiche<br />

ed antropometriche: il tutto senza mai perdere di vista la quotidiana<br />

attività scolastica delle pallavoliste, componente anzi fondamentale<br />

di quella formazione culturale senza la quale è poi impossibile<br />

costruire anche un buon atleta.<br />

La stagione 2005/2006, da poco inaugurata, vede la Mens Sana pallavolo<br />

mettere a disposizione i corsi ludico-sportivi di Minivolley e<br />

Superminivolley (1° e 2° livello), dedicati all’apprendimento della<br />

disciplina nelle atlete in tenera età, ma anche schierare le formazioni<br />

Under 13 promozionale, Under 14, Under 16 (il team disputerà<br />

anche il campionato di 3^ Divisione) ed Under 18 (di scena pure in<br />

1^ Divisione). Di assoluto livello lo staff tecnico, che agisce sotto il<br />

coordinamento di Raimondo Della Volpe. Camilla Nerli è l’istruttrice<br />

del Minivolley, Paolo Falavigna si occupa del Superminivolley 1°<br />

livello, mentre il Superminivolley 2° livello è affidato ad Aurora Fiorilli,<br />

che ha pure il compito di allenare la formazione Under 13 (assieme<br />

a Nerli). L’Under 14 della Mens Sana è allenata da Veronica<br />

Muzzi, impegnata anche come vice nell’attività dell’Under 16, affi-<br />

data invece alle cure di Alessandro Passaponti. Infine l’Under 18, allenata<br />

da Francesco Marzocchi (vice Falavigna), già vice della prima<br />

squadra biancoverde. Affiancato all’aspetto tecnico, anche quello<br />

atletico. Il preparatore è Pietro Piu, cui la squadra di Serie C si è affidata<br />

nell’ultimo torneo per il ruolo di scuot-man, vero e proprio<br />

lusso per una simile categoria.<br />

Per la Mens Sana, dunque, un’avventura che si annuncia intensa e<br />

vincente...come vincente, negli anni, ha dimostrato di saper essere<br />

il volley italiano.<br />

Sponsorizzata anche nella stagione 2005/2006 dai marchi Segis e<br />

Fondi Sistemi Ducato, la Mens Sana pallavolo affronta il campionato<br />

di Serie C femminile cercando nel proprio vivaio le giuste alternative<br />

per un futuro di spessore. Rivoluzionata rispetto all’ultima<br />

avventura, quando la permanenza in categoria fu colta all’ultimo<br />

tuffo grazie ad uno splendido colpo di reni, la squadra guidata da<br />

Della Volpe non si pone, né si preclude, particolari obiettivi: “Non<br />

sono abituato a fare proclami – spiega il coach –, preferisco lavorare<br />

e divertirmi in palestra piuttosto che parlare di salvezza, metà<br />

classifica o playoff. Di sicuro puntiamo al ricambio generazionale<br />

promuovendo in prima squadra quelle giovani che ci sembrano in<br />

grado di reggere l’urto della Serie C. Vogliamo aprire un ciclo per<br />

garantire continuità alla pallavolo mensanina: l’idea è quella di far<br />

crescere le nostre giovani per dare alla società quella stabilità che<br />

può tranquillamente ottenere anche solo con le proprie forze”.<br />

Un grave handicap ha però caratterizzato l’avvio del torneo. Il serio<br />

infortunio al ginocchio occorso alla capitana Veronica Pulcini nella<br />

sfida d’esordio significa dover affrontare la stagione senza un elemento<br />

fondamentale nello scacchiere di Della Volpe. Un guaio al<br />

quale la forza e lo spirito del gruppo dovranno far fronte. ■<br />

Matteo Tasso•polisportiva<br />

La società biancoverde conferma il suo impegno<br />

in una disciplina in piena espansione<br />

•Il volley mensanino<br />

sposa la linea verde<br />

SQUADRA<br />

Palleggiatrici: Arianna Sarchi,<br />

Alessia Cappelli<br />

Schiacciatrici: Veronica<br />

Pulcini (k), Rita Bartalini,<br />

Eva Guerrini, Silvia Bocci, Valentina<br />

Ciccolini, Valentina Censini<br />

Centrali: Enza Caliandro,<br />

Anastasia Pisani, Angela Sani<br />

Libero: Benedetta Castagnini<br />

Allenatore: Raimondo<br />

Della Volpe<br />

Assistenti: Francesco<br />

Marzocchi, Paolo Falavigna<br />

STAFF<br />

Direttore di sezione: Paola<br />

Cobbe<br />

Vice direttore: Giorgio Milanesi<br />

Preparatore Atletico: Pietro Piu.<br />

Medico sociale: Gilberto<br />

Martelli<br />

Dirigente accompagnatore:<br />

Maurizio Castagnini<br />

25


27/ reportage<br />

SE LO TSUNAMI DIVENTA UNA SQUADRA<br />

di Augusto Mattioli<br />

Settembre 2005. In un paese di pescatori nei pressi di Pondicherry, in Tamil Nadu. Una<br />

delle zone del sud dell’India più colpite dallo Tsunami Nel dicembre dello scorso anno.<br />

Dove siamo andati per capire come vanno avanti i progetti<br />

finanziati dal comitato Terre di Siena Tamil Nadu – Sri<br />

lanka e che vengono concretizzati grazie alla collaborazione<br />

con alcune organizzazioni non governative, il Ciai, Centro<br />

italiano assistenza infanzia, Mani Tese, Ucodep.<br />

In una riunione di pescatori arriva un anziano dalla faccia<br />

scavata, accompagnato da un giovane con una maglietta<br />

celeste di taglio sportivo. Non ci sbagliamo quando<br />

riusciamo a leggere una scritta: “Tsunami volley club tourament<br />

2005”. Il ragazzo ci conferma di far parte di una<br />

squadra di pallavolo che gioca nella zona. Un modo per tornare<br />

ad una normalità peraltro assai difficile. Perché lo tsunami<br />

ha distrutto nei villaggi dei pescatori le barche o i catamarani,<br />

mentre gli agricoltori non possono coltivare la<br />

terra invasa dall’acqua salata e dalla quale ricavano quel<br />

poco che avevano per andare avanti. E che ora deve vivere<br />

degli aiuti della cooperazione internazionale.<br />

Lo sport è certamente l’ultima delle preoccupazioni in<br />

questo grande paese già povero di suo (ma dove non mancano<br />

anche elementi di forte sviluppo) dove gran parte delle persone non ce la fa a vivere<br />

come avrebbe diritto qualsiasi essere umano. Eppure nel corso del viaggio in questo<br />

paese, di cui abbiamo visitato soltanto una piccolissima parte, abbiamo visto anche solo<br />

dalla macchina giovani e giovanissimi in spazi più o meno attrezzati giocare a cricket,<br />

sport tradizionale inglese, ma che in India, che è stata una colonia di sua maestà britannica,<br />

è ancora il più popolare e seguito. Come da noi il calcio.<br />

Vista da vicino la vita della gente è davvero molto difficile, anche se almeno questa è<br />

stata la nostra impressione. Le difficoltà non sembrano però fiaccarne la voglia di lottare.<br />

Ma lo doveva essere ancora prima dell’onda anomala di quasi un anno fa che anche da<br />

queste parti ha fatto tantissime vittime, anche bambini. Un viaggio difficile, certo molto<br />

diverso da quelli dei turisti comuni. Non solo per il caldo umido che ti taglia le gambe.<br />

Non solo per i problemi causati da un diverso modo di alimentarsi o di bere . È quello che<br />

ti è passato davanti che te lo ha reso tale . La povera capanna subito fuori dell’ albergo<br />

di ottimo livello dove assieme agli animali, al cane che abbaia, peraltro senza convinzione,<br />

all’intruso che invade il suo territorio, dormono per terra bambini e anziani. La mendicante<br />

che la mattina presto ti chiede le dieci rupie (un euro circa) che poi consegna ad<br />

un uomo ben vestito che probabilmente la sfrutta. Il mercato del pesce dove la merce è<br />

letteralmente coperta dalle mosche, inutilmente scacciate dalle venditrici che guardano<br />

di traverso chi le fotografa. I bambini abbandonati di cui si cura un centro gestito da suore<br />

cattoliche che abbracciano chiunque dimostri loro interesse e affetto. La gente che di<br />

notte dorme in mezzo allo sterco di vacca sacra perché evidentemente non può disporre<br />

di una casa propria. La donna che nel campo temporaneo di accoglienza nei pressi di<br />

Kaniakumari, nell’estremo sud dell’India, ci mostra la disperazione che si legge negli<br />

occhi, la misera capanna dove sarà costretta a vivere a lungo e che un soffio di vento più<br />

forte potrebbe far crollare.<br />

A fronte di queste poche immagini si vede, in forte contrasto, la ricchezza esibita e<br />

forse anche arrogante di persone che girano con fuori strada da migliaia di euro o frequentano<br />

locali che non sfigurerebbero neanche da noi.<br />

Quanta differenza con il giovane con la maglia celeste da pallavolo o con i giovani che<br />

giocano a cricket con tanto entusiasmo. Ma restano anche delle immagini belle. La gioia<br />

delle donne che hanno la possibilità di vivere grazie ad una mucca che produce latte la<br />

cui vendita consente di far quadrare il magro bilancio familiare. L’entusiasmo e la voglia<br />

di vivere dei bambini. La gentilezza delle persone. La felicità delle ragazze alle quali è stata<br />

regalata una bicicletta per poter andare a scuola perché le famiglie non si possono permettere<br />

neanche il biglietto del bus. Maledetto tsunami. ■


scherma •Daniele Giannini<br />

Positivo avvio di stagione per gli atleti<br />

senesi, già protagonisti su varie pedane<br />

d’Italia<br />

•La valanga Cus<br />

si è messa in moto<br />

I giovanissimi<br />

schermitori partecipanti al<br />

Torneo GPG<br />

28<br />

Il mese di ottobre vede l’esordio sulle pedane di Lucca della<br />

nuova stagione della scherma senese.<br />

Sono le “under 20” della sezione universitaria del C.U.S.<br />

Siena sponsorizzata dalla MontepaschiVita - Chiron Vaccines a<br />

misurarsi con le coetanee nel Trofeo “Le mura di Lucca”, valido<br />

come prima prova di Coppa del Mondo “giovani” di fioretto femminile.<br />

Hanno partecipato alla selezione per la qualificazione al<br />

torneo internazionale Beatrice Giardini, Erica Mazzi e Giorgia<br />

Zizzo. La selezione, che vedeva in campo oltre 60 atlete italiane,<br />

era valida per l’accesso alla prova del circuito iridato giovanile.<br />

La Giardini e la Zizzo non riuscivano a qualificarsi per la prova<br />

internazionale, mentre la Mazzi, dopo un avvio in sordina, raggiungeva<br />

la qualificazione collezionando quattro vittorie consecutive<br />

su un totale di sei assalti disputati. Non è la prima volta che la<br />

Mazzi riesce nell’impresa, infatti anche lo scorso anno aveva raggiunto<br />

il battesimo internazionale nell’edizione 2004 del torneo.<br />

Nel girone di qualificazione la giovane cussina batteva una<br />

francese ed una moldava, ma, per una sola stoccata, non raggiungeva<br />

la qualificazione nel tabellone di eliminazione diretta<br />

classificandosi in quarantanovesima posizione.<br />

Un avvio positivo per Erica Mazzi in preparazione della<br />

prima prova nazionale di Categoria in programma ad Ariccia.<br />

Sempre a Lucca, dopo l’evento internazionale, è stato organizzato<br />

un torneo regionale under 14 dove le giovani lame della<br />

sezione scherma del CUS hanno sbaragliato il campo come società,<br />

conquistando otto podi e inserendo complessivamente<br />

nelle finali ad “8” ben 14 atelti.<br />

Nelle prime lame femminili, classe 1996, all’esordio assoluto<br />

fuori dalla palestra dell’Acquacalda, argento per Claudia Dei<br />

e bronzo per Elena Ferrini con Virginia Simpatico che perveniva<br />

anche lei alla finale ad otto e si classificava in settima posizio-<br />

ne. Felice esordio anche nelle prime lame maschili con il bronzo<br />

per Lorenzo Giannini, sesta posizione per Ferdinando<br />

Piccolini e settima per Dimitri Tarantino.<br />

Nella categoria maschietti tre finalisti con Mattia Laurigi<br />

sesto, Alessandro Zizzo settimo e Bernardo Crecchi ottavo; nei<br />

giovanissimi bronzo per Guido Ferrini; mentre negli allievi di<br />

sciabola argento per Edoardo Marri, bronzo per Alex Breghi ed<br />

ottimo quinto posto per Cristiano De Salve.<br />

Netta vittoria nelle allieve di fioretto per Alice Volpi che si<br />

aggiudicava il torneo battendo in finale la pisana Batini; sul<br />

podio anche Irene Crecchi che ha dovuto cedere il passo alla<br />

compagna di sala nella semifinale.<br />

La settimana seguente di scena i “Cadetti”, under 17, a<br />

Terni con tre atleti che riuscivano a raggiungere la qualificazione<br />

per la prima prova “Giovani”, under 20. Dopo il girone iniziale<br />

“all’italiana”, nel quale vengono eliminati fra il 20 ed il 30%<br />

dei partecipanti, Giorgia Zizzo nel fioretto femminile, Niccolò<br />

Zanchi e Tommaso Vagaggini nel fioretto Maschile, Lorenzo<br />

Bruttini nella spada maschile e Giovanna Dimitri nella spada<br />

femminile approdavano alla eliminazione diretta. Vagaggini e<br />

Dimitri però si fermavano al primo turno del tabellone di diretta<br />

mentre Zizzo, Zanchi e Bruttini riuscivano a superarlo raggiungendo<br />

la qualificazione per i “Giovani”. Positivo il 26° posto<br />

della classifica finale per Giorgia Zizzo che, ripetendo il risultato<br />

nella seconda prova, potrebbe accedere alla fase finale del<br />

Campionato Italiano di Categoria riservato ai migliori “32” atleti<br />

della classifica generale delle due prove.<br />

Nella penultima domenica di ottobre si è svolto a Siena il<br />

Trofeo Montepaschi Vita, gara a squadre con staffetta alle sei<br />

armi riservata ai nati negli anni 1991 e 1992. La manifestazione<br />

è stata organizzata dal C.U.S. negli impianti sportivi dell’Acquacalda<br />

in collaborazione con la Federazione Italiana Scherma e<br />

Montepaschi Vita, sponsor del circuito under 14 della F.I.S. Il<br />

torneo era riservato ad 8 squadre, tra cui una formazione “All<br />

Stars”, selezione nazionale composta dai Campioni Italiani “Allievi”,<br />

under 14, del 2005. Per questi ragazzi, è stato il “debutto”<br />

in nazionale che hanno onorato conquistando il torneo sulla rappresentativa<br />

ungherese invitata dalla federazione scherma proprio<br />

per dare più risalto all’evento. Fra le altre squadre, le quattro<br />

Società prime classificate nella graduatoria dei Campionati<br />

Italiani Under 14: Mangiarotti Milano, C.S. Roma, Fides Livorno<br />

ed Ariccia oltre la rappresentativa del C.U.S. Siena, Società<br />

ospitante, e la Società Giulio Verne di Roma invitata direttamente<br />

dalla Montepaschi Vita.<br />

Decisamente positiva la prestazione degli schermitori cussini<br />

scesi in pedana con la squadra composta da Giulio Baldassarri,<br />

Lorenzo Bruttini, Irene Crecchi, Cristiano De Salve, Gaia Fratini<br />

e Alice Volpi. La squadra senese, dopo aver superato nel girone<br />

iniziale l’Ungheria e il C.S. Roma, batteva nel primo incontro<br />

della eliminazione diretta la Mangiarotti Milano per poi cedere<br />

alla rappresentativa azzurra in semifinale. Nella finale per il terzo<br />

posto i cussini si dovevano arrendere per poche stoccate alla rappresentativa<br />

di Ariccia terminando il torneo in quarta posizione.<br />

Contemporaneamente, sempre negli impianti universitari<br />

dell’Acquacalda, si svolgeva una manifestazione riservata alle<br />

“Prime Lame”, classe 1996, con un torneo a squadre miste di fioretto<br />

nel quale la sezione scherma cussina metteva in pedana<br />

ben 12 piccoli schermitori divisi in quattro squadre. La vittoria<br />

andava al C.S. “Chiti” di Pistoia che superava nella finale il C.S.<br />

Ariccia; al terzo posto, a pari merito, si classificavano la Mangiarotti<br />

Milano e il C.U.S. Siena “A” formato da Lorenzo Giannini,<br />

Sofia Monaci e Ferdinando Piccolini. Giusto ricordare anche gli<br />

altri piccoli cussini, di cui molti all’esordio assoluto, che hanno<br />

partecipato alla manifestazione nelle altre tre squadre del C.U.S.<br />

Siena: Claudia Dei, Tommaso Della Seta, Elena Ferrini, Veronica<br />

Minucci, Francesco Porru, Virginia Simpatico, Andrea Sperduti,<br />

Carlo Alberto Stortini, Dimitri Tarantino.<br />

Risultati di inizio stagione molto positivi, anche grazie al perfetto<br />

funzionamento delle armi attraverso lo sponsor tecnico Allstar-Senarmi<br />

sempre vicino al sodalizio universitario presieduto<br />

dal professor Francesco Pulitini e seguito dal responsabile di sezione<br />

Giancarlo Pigino. ■


Classifica A/2 maschile Classifica A/2 femminile<br />

Parma 8 Libertas Siena 6<br />

Reggio Emilia 6 Castelgoffredo (MN) 4 (**)<br />

Vita S. Elpidio (AP) 6 Molfetta 4 (*)<br />

Libertas Siena 4 Vasto (CH) 2 (*)<br />

Verzuolo (CN) 4 Mugnano (NA) 2 (**)<br />

Arpino (FR) 2 Castello Roma 0<br />

Castello Roma 2 (**) due partite in meno<br />

Vinchiaturo (IS) 0 (*) una partita in meno<br />

Buono lo sprint iniziale con cui le squadre della Libertas<br />

Siena hanno affrontato gli impegni dei campionati di A/2, maschile<br />

e femminile, e pronostici pienamente rispettati.<br />

La formazione maschile ha finora vinto due incontri, assestandosi<br />

al quarto posto in classifica e dimostrando di valere<br />

posizioni ben più alte. Quanto rammarico resta, infatti, per<br />

le due partite perse 5 a 4 contro la capolista Parma e contro la<br />

seconda Reggio Emilia. Partite, peraltro, condotte magistralmente<br />

in vantaggio fino al 4 a 2, sotto la spinta di un Fatai<br />

Adeyemo superlativo, sempre vincitore. Ma poi, negli ultimi<br />

due singolari, inaspettate rimonte degli avversari e, sul quattro<br />

pari, il doppio perso malamente al quinto set. Aldilà di tali<br />

sconfitte, comunque, la squadra ha dimostrato ampiamente di<br />

non essere inferiore alle prime della classe e di poter aspirare<br />

a traguardi più importanti. Specialmente se Fatai Adeyemo<br />

riuscirà a conservare le attuali condizioni di forma, che, insieme<br />

alla classe che lo contraddistingue, gli hanno consentito di<br />

mantenere l’imbattibilità dopo otto incontri disputati. Incontri,<br />

si badi bene, molto impegnativi, al termine dei quali ha<br />

mietuto vittime illustri, quali il russo Khorkhov di Parma ed<br />

il cinese Liu Wenyu di Reggio Emilia, ben più avanti di lui<br />

nelle classifiche nazionali.<br />

Sul primo tavolo, poi, Andrea Bongini ha collezionato<br />

buone prestazioni, ma con alti e bassi che hanno influenzato il<br />

risultato finale. Altrettanto si dica per Marco Noli ed Angelo<br />

Teatino sul secondo tavolo, che hanno alternato partite decisamente<br />

positive ad altre meno incisive, facendo vedere però<br />

di essere in grado di competere alla pari con avversari più quotati<br />

di loro. E basterebbe una maggiore convinzione nei propri<br />

mezzi, per rilanciare la Libertas ai vertici della classifica.<br />

In A/2 femminile, dopo quattro giornate i valori in campo<br />

sono già ben delineati. Tre squadre in lotta per la promozio-<br />

ne, le altre tre in corsa per le posizioni di rincalzo. Le più forti<br />

sono, in primis, lo Sterilgarda Castelgoffredo (con la cinese Qi<br />

Rong, numero uno in Italia, ed Alessia Arisi, per tanti anni incontrastata<br />

campionessa d’Italia), seguito dal Molfetta (con la<br />

cinese Han Yan, numero due d’Italia) e dalla Libertas Siena.<br />

Purtroppo, dopo le prime tre partite vinte a mani basse per<br />

5 a 0, la squadra senese ha subito la prima sconfitta nel big<br />

match contro il Molfetta. E, proprio com’era successo nei<br />

primi due incontri della A/2 maschile, al termine di un match<br />

condotto con sicurezza fino al 4 a 2, ma poi sorprendentemente<br />

ribaltato dalle pugliesi. La svolta si è realizzata alla settima<br />

partita, quando la cinese di Molfetta Han Yan ha superato<br />

la cinese di Siena Zhang Yanan, motivando così al massimo<br />

le compagne, che hanno compiuto il miracolo. E proprio di<br />

miracolo si deve parlare, perché la sconfitta di Anna Brzan,<br />

contro la Scardigno, e di Marloes De Smet, contro la Racanati,<br />

non rientravano assolutamente nelle previsioni.<br />

Peraltro, a questo punto del campionato, nulla è compromesso,<br />

ma certamente la strada si fa più in salita per le ambizioni<br />

delle ragazze della Libertas. A metà novembre, l’altro<br />

scontro al vertice contro lo Sterilgarda Castelgoffredo servirà<br />

a chiarire ulteriormente la situazione.<br />

Certo, appaiono quanto meno singolari gli episodi che<br />

hanno caratterizzato l’inizio di stagione delle formazioni Libertas.<br />

Le tre partite più importanti perse per 5 a 4, dopo essere<br />

stati in vantaggio per 4 a 2: che sia una specie di sortilegio?<br />

Per il prosieguo dei campionati è senz’altro il caso di fare<br />

i debiti scongiuri. ■<br />

Corrado Bagella•tennis tavolo<br />

Parte subito bene la squadra femminile, mentre stenta<br />

quella maschile nonostante un grande Adeyemo<br />

•La Libertas in linea<br />

con le sue ambizioni<br />

29


la galleria<br />

dei nuovi biancoverdi


Stagione di Serie A 2005/2006<br />

Rimantas Kaukenas, guardia<br />

foto Lazzeroni


volley •Francesco Vannoni<br />

Cambio della guardia sulla panchina degli universitari:<br />

Bellafiore sostituisce Santilli nella corsa verso la salvezza<br />

•Al Cus c’è qualcosa di nuovo sotto rete<br />

32<br />

Il Cus volley femminile si è affacciato sul palcoscenico<br />

della serie B1 vestito con l’abito di una matricola dalle idee<br />

chiare: programmazione, lavoro e sviluppo del vivaio sono i<br />

tre capisaldi con i quali la società senese si presenta, da neopromossa,<br />

in un campionato non facile, guadagnato al termine<br />

di una stagione esaltante come quella passata, nella quale<br />

la compagine cussina è risultata l’unica a salire di categoria rispetto<br />

a tutte le altre realtà del vasto panorama sportivo cittadino.<br />

Un motivo di orgoglio per i dirigenti del sodalizio di Via<br />

Banchi, che vedono premiata una filosofia tecnica ed organizzativa<br />

improntata verso scelte precise, capaci di guardare lontano<br />

ottimizzando al meglio le esigenze agonistiche con i parametri<br />

di bilancio.<br />

La novità più rilevante è in panchina: interrotta la collaborazione<br />

con Giuseppe Santilli, per molti anni responsabile<br />

dello staff tecnico del Cus, la squadra è stata affidata a Tommaso<br />

Bellafiore, che in precedenza ha ricoperto il ruolo di direttore<br />

sportivo insieme a Massimo Machetti.<br />

“Fino al momento in cui ho accettato di tornare in panchina,<br />

prendendo in mano le redini della prima squadra, sono stato direttore<br />

sportivo del settore giovanile. Questa è un’esperienza che vivo<br />

con entusiasmo e nella quale spero di far bene. La fiducia che mi è<br />

stata accordata mi onora e mi spinge al massimo impegno per ottenere<br />

ciò che la società si attende”.<br />

Umiltà e applicazione e l’affiatamento di un qualificato<br />

gruppo di collaboratori, sono gli ingredienti giusti per riprendere<br />

ad allenare dopo un periodo passato dietro la scrivania.<br />

“Devo rilevare – evidenzia Bellafiore – la completa identità<br />

di vedute con il mio vice Marcello Cervellin: poter pianificare insieme<br />

l’organizzazione del lavoro, confrontandoci sulle scelte, permette<br />

di relazionarci meglio al cospetto di una squadra anagraficamente<br />

disomogenea come la nostra”.<br />

Del resto Tommaso Bellafiore conosce il mestiere e i suoi<br />

tre lustri trascorsi in casa Cus, oltre ad essere il segno tangibile<br />

di fedeltà ad un progetto e al lavoro di quanti operano per<br />

realizzarne le linee principali, rappresentano un periodo di<br />

esperienze comunque importanti, spesso impreziosite dalla<br />

gioia del successo.<br />

“La stagione ’98-’99 è stata quella più ricca di soddisfazioni:<br />

in quell’anno, come tecnico delle compagini giovanili, ho fatto il tris<br />

di titoli provinciali guidando alla vittoria le formazioni Under 14,<br />

Under 16 e Under 18”.<br />

Un curriculum di tutto rispetto, dunque, al quale il nuovo<br />

tecnico ha aggiunto risultati importanti ottenuti in campo maschile:<br />

nel 2000, infatti, ha condotto il sestetto cussino alla<br />

promozione in serie C, sfiorando, dopo un periodo di consolidamento<br />

nella categoria, il salto nella categoria superiore, sfumato<br />

soltanto alle semifinali dei play-off.


Squadra Cus Volley Femminile<br />

Campionato di serie B1 - GIR. C<br />

nome e cognome n. alt. ruolo anno nasc.<br />

Elisa Ciabò 1 175 S 1977<br />

Costanza Marmugi 2 165 L 1973<br />

Tatiana Pieri 3 180 C 1980<br />

Chiara Brandini 4 180 C 1989<br />

Laura Monaci 5 178 U 1979<br />

Carlotta Romeo 6 176 S 1988<br />

Valeria Carlozzi 7 180 C 1983<br />

Laura Ulivieri 8 178 O 1986<br />

Alice Quadri 9 175 A 1987<br />

Claudia Ghiribelli 10 181 O 1971<br />

Martina Semboloni 11 181 S 1979<br />

Ginevra Benvenuti 12 165 L 1988<br />

Valeria Verdino 15 175 A 1988<br />

Allenatore: Tommaso Bellafiore<br />

Vice allenatore: Marcello Cervellin<br />

Per la prima esperienza in B1, le ragazze di Bellafiore sono<br />

impegnate in un raggruppamento che comprende formazioni<br />

toscane, umbre e marchigiane, con tappe in Emilia Romagna<br />

e Abruzzo.<br />

Proprio in Emilia, a Ravenna contro il Club Italia, la squadra<br />

senese ha bagnato con una vittoria per 3-1 l’esordio nel<br />

nuovo campionato.<br />

“È un’affermazione importante perché ottenuta al cospetto di<br />

una squadra formata da giocatrici che fanno parte del giro azzurro<br />

e che costituiscono le risorse future del volley ad alto livello”.<br />

Un test molto probante, superato senza timori reverenziali<br />

e che lascia ben sperare per il futuro.<br />

“Iniziare bene conta molto: per il gruppo, il morale e ovviamente<br />

la classifica. Vale ancora di più se consideriamo che la squadra<br />

deve amalgamarsi e raggiungere, tra conferme e nuovi innesti gli<br />

equilibri necessari per l’adattamento al modulo di gioco”.<br />

A proposito di nuovi volti, il direttore sportivo Massimo<br />

Machetti ha lavorato per sostituire le pedine che hanno dovu-<br />

to trasferirsi altrove: partenze di rilievo, ma anche arrivi di valore,<br />

soprattutto in prospettiva, già in grado di dare solidità all’organico:<br />

il libero Costanza Marmugi, la centrale Tatiana Pieri<br />

e la palleggiatrice Elisa Quadri, prelevata dal Perugia, si sono<br />

unite alle molte conferme, tra le quali quelle di Valeria Carlozzi<br />

ed Elisa Ciabò, per un cocktail di esperienza e gioventù.<br />

“Bisogna considerare le oggettive difficoltà che società come la<br />

nostra incontrano nel reperire giocatrici alla portata delle casse.<br />

Per questo è fondamentale sostenere e rinnovare costantemente<br />

il vivaio, “serbatoio” per creare quel ricambio in<br />

grado di garantire continuità”.<br />

Cinque squadre impegnate nei vari campionati di categoria:<br />

due Under 13, un’ Under 14, un’Under 16 e un’Under 18,<br />

sono la riprova di<br />

una fiorente attività<br />

alla quale vanno aggiunte<br />

le partecipanti<br />

ai corsi di Avviamento<br />

allo sport, per<br />

un totale di oltre<br />

cento ragazze.<br />

“Sotto questo profilo<br />

l’eccellente lavoro<br />

del nostro responsabile<br />

Fabrizio Becatti, coadiuvato<br />

da Annamaria<br />

Fusillo e Claudio<br />

Mei, insieme alla collaborazione<br />

che abbiamo<br />

instaurato con<br />

altre realtà cittadine e<br />

provinciali attraverso<br />

scambi e sinergie, fisserà<br />

le pezze d’appoggio<br />

sulle quali approntare<br />

nuovi progetti di<br />

crescita per tutta la<br />

pallavolo senese”. ■<br />

33


motociclismo<br />

34<br />

Grandi famiglie, per una grande storia. Non uno slogan,<br />

ma il segno di un destino comune a molte patrie vicende che<br />

hanno segnato i tempi attraverso le vicissitudini, fortunate o<br />

meno, di una tradizione professionale tramandata secondo<br />

regole antiche e legami profondi.<br />

Storie da “copertina”, intrise di sentimenti, ricordi e passione<br />

della gente: il solo termometro capace di misurare il<br />

successo di un progetto, popolarità dei fatti e, perché no, il<br />

radicamento di modi di vivere.<br />

Perché nelle grandi storie c’è la vita: quella di chi, ad una<br />

passione, decide di dedicare impegno e risorse, guardando sì<br />

al proprio soddisfacimento, ma con l’idea di costruire qualcosa<br />

per coloro che verranno. Dietro ad una grande idea o<br />

ad un marchio prestigioso c’è sempre un ‘Grande Vecchio’<br />

che a questa causa ha sacrificato tutto, per scelta.<br />

Il nome di Giuseppe Giannettoni, pilota ufficiale della ‘Gilera’<br />

degli anni Quaranta, scomparso nel 1997, è da sempre<br />

legato al motociclismo senese, che continua a percorrerne le<br />

orme ricevendo spinta proprio dall’esempio di un ‘padre’ che<br />

ne ha tracciato le origini con lungimirante saggezza. Ecco<br />

perché fa un certo effetto parlare ancora di un Giannettoni in<br />

sella ad una moto: è un po’ come trovarsi di fronte al predestinato,<br />

a colui che non poteva far altro che proseguire la<br />

‘corsa’ del nonno nella sfida continua al senso del limite.<br />

Far parlare Riccardo Giannettoni è un piacere autentico:<br />

la sua voglia di raccontare è manna per il cronista; solleva dal<br />

compito di dover, in qualche caso, impostare il canovaccio di<br />

un’intervista – per arrivare su determinati argomenti che ne<br />

costituiscono l’ossatura –, specie quando ti accorgi che ogni<br />

occasione è buona per rinfrescare aneddoti, rammentare situazioni<br />

e ritagliare istanti che fissano un legame quasi simbiotico<br />

tra nonno ‘Beppe’ e Riccardo. La fortuna è quella di<br />

unire il fascino del ricordo all’esperienza del presente, non necessariamente<br />

identica, ma ugualmente emozionante.<br />

“Mio nonno è stato il punto di riferimento principale – esordisce<br />

Riccardo - nella nascita, nella crescita e nello sviluppo di<br />

questa passione. Una figura indimenticabile ed una guida che<br />

mi ha seguito ovunque, sin dalle prime esperienze, con grande<br />

entusiasmo e competenza. Non posso certo dimenticare il primo<br />

motorino che proprio lui mi regalò a due anni e con il quale mi<br />

divertivo in Piazza Provenzano, vicino alla sua officina; e poi<br />

a quattro e a sei anni, quando ebbi la gioia di ricevere il primo<br />

Si chiama Riccardo Giannettoni, è nipote del ‘mitico’ Beppe<br />

dal quale ha ereditato la passione per le 2 ruote<br />

•Buon sangue non mente<br />

‘due ruote’ con le marce”. Una continuità che ha riguardato<br />

anche Paolo, figlio di Giuseppe e padre di Riccardo, che ha<br />

“attraversato” tutte le specialità motociclistiche, proseguendo<br />

l’opera avviata dal celebre genitore.<br />

Quello di Riccardo Giannettoni con la velocità è un rapporto<br />

che inizia ufficialmente nel 1989, a quattordici anni, e<br />

che si esprime nel motocross prima e nell’Enduro poi.<br />

“Ho fatto cross per cinque anni, poi mi sono preso un periodo<br />

di pausa per dedicarmi alla famiglia, fino al ’99 quando ho ripreso<br />

a gareggiare. Dal 2003 la mia attività si è spostata nella<br />

specialità Enduro. Ho maturato questa decisione valutando<br />

anche la maggiore propensione di tanti amici che avevano iniziato<br />

con me quest’avventura e stavano pensando di intraprendere<br />

una nuova sfida”.<br />

Una disciplina bella e difficile, che vuol “guardare in faccia”<br />

e che per questo richiede freddezza e lucidità.<br />

“Effettivamente dobbiamo essere in grado di affrontare situazioni<br />

particolarmente complesse, soprattutto durante le prove<br />

speciali (una in linea, una di cross e la prova “extreme”, la più<br />

breve ma anche la più difficile) che troviamo nei 50 km del percorso<br />

di gara da ripetere per tre giri e che, con la somma dei<br />

tempi realizzati, concorrono a stilare la classifica finale”.<br />

Il rispetto dei valori umani più alti è anche per Riccardo,<br />

nello sport come nella vita, la legge fondamentale da osservare.<br />

“In questo senso l’Enduro favorisce la socializzazione e l’amicizia;<br />

c’è uno spirito diverso nell’approccio alla gara; la competizione<br />

è prima di tutto contro il cronometro, che con il suo scorrere<br />

scandisce tempi e graduatorie e così è più facile familiarizzare,<br />

riuscendo anche a sorridere e scherzare insieme quando, alla fine<br />

della gara, guardiamo e commentiamo la classifica”.<br />

Un divertimento che però comporta sacrifici economici<br />

e logistici (Riccardo si sposta, spesso da solo, da marzo ad<br />

ottobre, girando in lungo e in largo la nostra penisola) e in<br />

merito al quale il trentaquattrenne motociclista ha le idee<br />

chiare di chi vuol prepararsi non solo per partecipare, ma<br />

per competere al vertice e, se possibile vincere. “Mi alleno<br />

con la moto almeno tre giorni a settimana su percorsi delimitati<br />

appositamente, anche in condizioni meteorologiche avverse.<br />

Coinvolgo spesso mia moglie per i rilievi cronometrici. Inoltre,<br />

per curare la condizione atletica, vado spesso in bicicletta”.<br />

Un lavoro molto meticoloso che ha portato frutti: nel<br />

2003 con il titolo di Campione Toscano Promozionale e nel<br />

2005, anno d’oro per il centauro senese, con la vittoria nel<br />

Campionato Toscano, ottenuta con due gare d’anticipo<br />

sulla fine della stagione, il secondo posto al Campionato Italiano<br />

“Major” e al Trofeo delle Regioni.<br />

Scelte diverse da quelle di Giuseppe, che avrebbe preferito<br />

vedere il nipote correre su strada e che non perdeva occasione<br />

per definire il motocross, con graffiante ironia, ‘Lo<br />

sport dei contadini’.<br />

“Sì, è vero! Nonno la pensava così, ma non mi ha mai influenzato,<br />

lasciandomi libero di decidere il mio futuro: ovviamente,<br />

la sua battuta non era riferita ad un ragionamento di<br />

maggiore o minore dignità sociale, ma all’asperità delle superfici<br />

e ai più evidenti ‘segni della battaglia’ che ogni gara lascia<br />

sulla moto o sulla tuta del pilota, costringendo ad un lavoro successivo<br />

di riordino e sistemazione”.<br />

Chissà cosa direbbe, il ‘Grande Vecchio’, ora che suo nipote<br />

ne ha fatta… di strada, anche se tra gli impervi percorsi<br />

Enduro. Facile prevedere che ne sarebbe orgoglioso e<br />

quando Riccardo, in chiusura, confessa candidamente di<br />

farsi il segno della croce prima dell’inizio di una gara e di<br />

guardare Lassù in cerca di sostegno e protezione, allora capisci<br />

che nonno Giuseppe non l’ha mai lasciato solo. Del<br />

resto, avrà pur praticato lo “sport dei contadini” , ma anche<br />

Riccardo è un altro Giannettoni in sella ad una moto. Che<br />

diamine! ■<br />

FV


atletica leggera •Andrea Bruschettini<br />

Sul finire della stagione la società senese conquista due titoli italiani di categoria<br />

con Calzeroni e Baini<br />

•Chiusura con fuochi d’artificio<br />

per l’Uliveto Uisp<br />

36<br />

Mancava solo un titolo italiano FIDAL nell’ottima stagione<br />

2005 dell’Uliveto Uisp Siena, ma invece di uno ne sono arrivati<br />

addirittura due.<br />

I quattro atleti in maglia azzurra (Calzeroni, Cito, Magi e<br />

Palmieri) rappresentavano infatti un record senza precedenti<br />

nella storia dell’atletica senese, a cui sono da aggiungere altri<br />

piazzamenti di prim’ordine raggiunti a livello nazionale nel<br />

corso della stagione (come il secondo posto della Palmieri agli<br />

italiani promesse e agli universitari, il terzo di Magi nei 200m<br />

agli italiani juniores, il quarto posto di Cito sui 5000 agli italiani<br />

juniores), vari titoli regionali, e l’accesso della formazione<br />

assoluta maschile alla finale nazionale serie B gruppo 3.<br />

Certo è che il finale di stagione, che concentrava varie manifestazioni<br />

giovanili in ottobre, poteva portare nuovi allori, in<br />

particolare grazie al talento del martellista Luca Calzeroni e<br />

del velocista Edoardo Baini.<br />

Luca, è uno degli atleti che sono stati in nazionale in questo<br />

2005. Grazie ad un lancio di oltre 62m, aveva infatti raggiunto<br />

la qualificazione per i mondiali under 18 di Marrakesh,<br />

nei quali, un po’ tradito dall’emozione, era risultato<br />

ventiquattresimo con 57,70m.<br />

Tornato a casa, l’atleta di Flamur Shabani si era rimesso<br />

sotto con gli allenamenti, e, per niente sconfortato dal risultato<br />

in maglia azzurra, ha messo a fuoco un nuovo obiettivo: i<br />

campionati italiani allievi di Rieti.<br />

Consapevole di essere il migliore in Italia nella categoria,<br />

Luca, ha continuato a progredire, lanciando ad una settimana<br />

dall’evento pugliese a 64,12 a Firenze nei Campionati toscani<br />

allievi.<br />

Nella città laziale ha quindi sbaragliato la concorrenza, siglando<br />

un nuovo record provinciale di 65,58m, lasciando il secondo<br />

a 5m, e regalando all’Uliveto Uisp Siena il secondo titolo<br />

italiano allievi della sua storia.<br />

Le potenzialità di Luca Calzeroni, erano chiare, data la<br />

sua stazza (quasi un metro e novanta) e la crescita tecnica mostrata<br />

in allenamento, ma indubbiamente con questo risultato<br />

ne è venuta una specifica conferma, che mostra per lui ottimi<br />

orizzonti nell’immediato futuro.<br />

A partire dal 2006 salirà nella nuova categoria juniores, e<br />

ritroverà il grossetano Rocchi, suo antagonista nella stagione<br />

2004 e numero uno in Italia. Sarà quindi una bella sfida, anche<br />

perchè il Calzeroni di oggi non è più quello del 2004, ed è lecito<br />

attendersi dopo questo titolo e la maglia azzurra un ulteriore<br />

salto di qualità anche per il 2006.<br />

Ha invece solo 15 anni la seconda medaglia d’oro del club<br />

senese, e porta il nome di Edoardo Baini. Giovane sprinter<br />

della Val di Chiana, scoperto in questa stagione dalla talent<br />

scout Angela Fè (che lo allena sulla pista di Torrita), ha vinto<br />

a Bisceglie il Campionato italiano cadetti sugli 80m, una<br />

prima assoluta per l’Uliveto Uisp Siena in questa categoria.<br />

Giunto nella località pugliese, con il secondo tempo d’iscrizione<br />

(9”18), alle spalle del siciliano Maccarrone (8”9),<br />

Edoardo ha vinto la propria batteria eliminatoria in 9”58.<br />

In finale ha poi effettuato il capolavoro, regolando tutta


l’agguerrita concorrenza in 9”37, lasciando il più vicino avversario,<br />

l’emiliano Alfieri, a ben 14 centesimi (9”51).<br />

È troppo presto per ipotizzare il futuro di questo talentuoso<br />

sprinter, ma è indubbio che l’essere allenato da un<br />

bravo tecnico come Angela Fè, rappresenta una sicura garanzia<br />

per il suo avvenire.<br />

Nei due appuntamenti di Rieti e Bisceglie, sono scesi in<br />

gara anche altri atleti dell’Uliveto Uisp Siena: la 4x100 allievi,<br />

composta da Michele Raspanti, Riccardo Marcocci, Eugenio<br />

Giorgi e Andrea Coghe, era accredita alla vigilia di un<br />

buon 44”8 manuale, che nell’occasione è stato migliorato con<br />

44”84 elettrico, per classificarsi nella graduatoria complessiva<br />

al 16° posto (su 27 squadre iscritte); mentre a Bisceglie erano<br />

arrivati anche Michele Boccini, 14° con 40,18m nel martello,<br />

Alice D’Auria ed Elisa Pieri.<br />

Le due atlete allenate da Stefano Giardi hanno avuto<br />

un’alterna fortuna nell’evento pugliese, in quanto Alice, accreditata<br />

di un ottimo 1,59m nell’alto, era stata obbligata alla<br />

vigilia a ridurre gli allenamenti a causa di un fastidioso infortunio<br />

alla schiena, che l’ha costretta a saltare solo 1,50m, giungere<br />

settima, e guardare da lontano il secondo posto del podio<br />

(1,58m) che era alla sua portata.<br />

Elisa, da poco campionessa toscana del salto con l’asta con<br />

il personale di 2,35m, si è invece migliorata arrivando a 2,60m,<br />

valido per conquistare il 15° posto assoluto.<br />

Se il contesto nazionale ha riservato ai colori senesi soddisfazioni<br />

come mai prima d’ora, altrettanto positivo è stato il<br />

successo conseguito a livello regionale da altri atleti dell’Uliveto<br />

Uisp Siena.<br />

Oltre ai già citati Pieri e Calzeroni, Elisa Palmieri ha vinto<br />

l’ennesimo titolo toscano tra le promesse nel martello<br />

(57,86m), mentre Emanule Magi, dopo aver fatto proprio il titolo<br />

juniores dei “suoi” 400m (50”11), ha pure vinto nei 400<br />

ostacoli (58”86). Michele Raspanti, altro sprinter di razza plasmato<br />

da Angela Fè, ha invece vinto tra gli allievi i 100m<br />

(11”72) e i 200m (23”70).<br />

Nella categoria ragazzi, sono infine da ricordare i successi<br />

di Lorenzo Morellini nel salto in lungo (5,51m), e della staffetta<br />

4x100m (Morellini, Van de Nes, Ciani e Labardi), prima<br />

a Colle Val d’Elsa in 52”4.<br />

Proprio con la gara colligiana si è conclusa la stagione agonistica<br />

2005 dell’atletica leggera toscana, e merita soffermarsi<br />

un attimo sull’aspetto organizzativo delle manifestazioni d’atletica<br />

in Provincia di Siena.<br />

Con la gara di Campionato toscano esordienti, ragazzi e cadetti,<br />

ottimamente organizzata dalla Libertas Atletica Valdelsa,<br />

è stata infatti ufficialmente inaugurata la rinnovata pista<br />

Impresa Edile<br />

CIUPI ALVARO & C. srl<br />

ED<strong>IL</strong>. CRE.A. srl<br />

d’atletica di Colle, che potrà essere la nuova “casa” per gli allenamenti<br />

di un vasto bacino d’utenti, come è quello valdelsano<br />

in cui si trovano 4 società affiliate FIDAL (Libertas Valdelsa,<br />

Olimpia Colle, UPP Poggibonsi, San Gimignano<br />

Sport). Le equilibrate sinergie trovate nella gestione dell’impianto<br />

(affidata alla locale squadra di calcio), la capacità organizzativa<br />

espressa in questa occasione, e l’entusiasmo dei dirigenti,<br />

potranno fare da volano per lo sviluppo di una forte<br />

compagine agonistica in quest’area della provincia.<br />

Poche settimane prima dell’evento colligiano, un’altra importante<br />

manifestazione si era svolta invece al campo scuola<br />

di Siena: la finale del Gran Prix MPS.<br />

Circuito estivo di meeting allestiti dalla FIDAL Toscana,<br />

sostenuto economicamente dalla banca senese, la finale è tornata<br />

per la seconda volta nella città del Palio, dopo l’edizione<br />

2002. Nonostante la pioggia che ha pesantemente disturbato<br />

il secondo pomeriggio di gare, l’Uliveto Uisp Siena ha fornito<br />

una valida organizzazione, ad un meeting che in due giorni ha<br />

visto sulla pista senese vari atleti del giro azzurro o di caratura<br />

internazionale: la velocista Pacini, l’altista Lemmi, l’epthatleta<br />

ucraina Melnichenko, e lo sprinter dello Sri Lanka Kuranaghe.<br />

Sono stati nell’occasione assegnati i secondi memorial<br />

“Renzo Corsi” e “Foffo Dionisi”, andati rispettivamente a<br />

Claudia Pacini (Toscana Atletica Empoli) prima nei 100m, e<br />

a Mattia Treve (Toscana Atletica) primo nei 3000 siepi. ■<br />

53100 SIENA<br />

Via Renaccio, 71 - Tel. 05.77.36.47.15 - Telefax 05.77.36.64.28<br />

Due immagini relative alla<br />

finale del Gran Prix Banca<br />

Monte dei Paschi di Siena<br />

AZIENDA OPERANTE DA OLTRE TRENTA ANNI NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI ED<strong>IL</strong>I, CI-<br />

V<strong>IL</strong>I E INDUSTRIALI, RESTAURI MONUMENTALI ED OPERE DI URBANIZZAZIONE, CON ELEVA-<br />

TA COMPETENZA PROFESSIONALE E GARANZIA DI QUALITÀ<br />

IMMOB<strong>IL</strong>IARI DEL GRUPPO CIUPI PER LA COSTRUZIONE E LA VENDITA DI APPARTAMENTI, CON POSSIB<strong>IL</strong>ITÀ<br />

DI PERMUTE E REALIZZAZIONE DI INFRASTRUTTURE CIV<strong>IL</strong>I, CON GARANZIA DI QUALITÀ E CORTESIA


Mentre il mondo del basket è agitato<br />

dalla vicenda del futuro numero degli italiani<br />

da inserire in organico, argomento sul<br />

quale era auspicabile una soluzione, ma che<br />

come al solito non ha visto individuati equilibri<br />

temporali atti ad armonizzarne gli effetti,<br />

il campionato si mette alle spalle la<br />

prima convulsa raffica di partite e, in ottica<br />

tutta senese, sono molti i motivi di soddisfazione<br />

che hanno accompagnato le prime<br />

uscite della Montepaschi.<br />

Infatti se erano molti coloro che si auguravano<br />

un buon inizio di campionato per<br />

i colori biancoverdi, pochi sicuramente avevano<br />

previsto la perentorietà che ha accompagnato<br />

le vittorie senesi.<br />

Sta tutta qui la partenza sprint degli uomini<br />

di Recalcati, a cavallo tra capacità di<br />

sfruttare le occasioni offerte dal calendario e<br />

capacità di sorprendere per il livello di gioco<br />

espresso, rinfocolando quell’entusiasmo che<br />

l’alterne vicende dello scorso campionato<br />

avevano sopito, ma che rimaneva sotto traccia<br />

in attesa di scoprire il nuovo volto del<br />

gruppo assemblato nel corso dell’estate.<br />

E come per tutte le attese, tra prudenza<br />

e speranze, era forte il desiderio di misurare<br />

le aspettative della squadra di fronte ad un<br />

inizio di campionato a ragione considerato<br />

invitante, ma che al tempo stesso avrebbe<br />

potuto amplificare dubbi e perplessità in<br />

caso di battute d’arresto contro avversari<br />

giudicati abbordabili.<br />

La sconfitta di Varese cambia l’aspetto<br />

statistico del cammino senese, ma non modifica<br />

in assoluto il giudizio sulla Montepaschi,<br />

capace di aggredire il campionato con<br />

una grande determinazione. E questo è un<br />

valore che va oltre le vittorie.<br />

Innanzitutto non può sfuggire come un<br />

gruppo rinnovato, anzi sarebbe meglio dire<br />

rifondato, per 8/12, difficilmente sia in<br />

grado di produrre in un così breve tempo<br />

un’identità tanto spiccata, basta guardarsi<br />

intorno e volgere lo sguardo alle avversarie<br />

deputate della Mens Sana, per rendersi<br />

conto come il concetto di cambiamento si<br />

sposi con termini quale attesa, transizione,<br />

difficoltà; tutti vocaboli che indicano nella<br />

parte iniziale della stagione una fase di passaggio<br />

densa di problemi e caratterizzata da<br />

uno specifico lavoro, che ha come obiettivo<br />

quello di raggiungere nel minor tempo possibile<br />

una dimensione, la più vicina possibile,<br />

a quella definitiva.<br />

Lungi dal pensare che la Montepaschi<br />

abbia concluso questo iter, rimane la considerazione<br />

di come la squadra senese, accanto<br />

alla solitaria conquista della testa del<br />

campionato addirittura alla quarta giornata,<br />

abbia soprattutto già trovato degli equilibri<br />

importanti che ruotano essenzialmente sulla<br />

tenuta difensiva dell’intero gruppo, la cui<br />

LA PRIMA SCONFITTA DOPO CINQUE VITTORIE<br />

NON INFICIA I POSITIVI GIUDIZI<br />

SULLA NUOVA SQUADRA BIANCOVERDE<br />

Una Montepaschi<br />

dall’identità già spiccata<br />

capacità fisica, mentale e tattica ha prodotto<br />

dei risultati facilmente leggibili alla luce di<br />

numeri assolutamente ineccepibili.<br />

Concedere percentuali appena superiori<br />

al 40% da due e addirittura inferiori al 30%<br />

da 3, dominare a rimbalzo ed avere un saldo<br />

attivo consistente tra palle recuperate e<br />

perse, sono tutti indicatori di una consistenza<br />

difensiva non casuale e sulla quale risulta<br />

assai molto più semplice costruire un<br />

buon attacco.<br />

Certo può rischiare di pesare una pericolosa<br />

tendenza che è quella di avere percentuali<br />

scadenti dalla lunetta come è accaduto a<br />

Varese, ma al di là di questo aspetto, sul quale<br />

è logico immaginare un impegno costante a<br />

migliorarsi, la Montepaschi è una squadra<br />

che sa esaltarsi in transizione ed il ritmo,<br />

tanto ricercato sin dall’inizio della stagione,<br />

trova una sua logica anche in chiave offensiva,<br />

dove il pallone si muove già con grande<br />

scioltezza e la spaziatura tra i vari giocatori<br />

permette di evitare sovrapposizioni.<br />

Cambiano gli uomini ma la filosofia di<br />

Recalcati rimane la stessa, con i lunghi a<br />

muoversi molto sul perimetro, capaci di fare<br />

gioco e colpire dalla distanza, questo perché<br />

la Montepaschi ha lunghi che sanno coniugare<br />

fisicità, velocità e tecnica, mentre i piccoli<br />

indifferentemente possono colpire in<br />

penetrazione e rendersi pericolosi sull’arco.<br />

La palla staziona pochissimo nelle mani<br />

dei giocatori. Rispetto allo scorso anno sono<br />

molti di meno i palleggi che inframezzano la<br />

manovra bianco-verde, sintomatica la capacità<br />

della squadra senese di gestire il gioco<br />

sui cambi di difesa avversaria, frutto di una<br />

disposizione in campo e di un allenamento<br />

mentale tale da ammortizzare i problemi inerenti<br />

al cambio di giochi a seconda che si attacchi<br />

una difesa ad uomo o a zona.<br />

Sorprendente non è tanto il fatto che si<br />

sia raggiunto già un ottimo equilibrio, quanto<br />

il tempo che è stato necessario per raggiungere<br />

questi risultati, che potranno essere<br />

messi in discussione nel corso del<br />

campionato da esami più probanti, ma al<br />

tempo rappresentare le fondamenta sulle<br />

quali continuare a crescere le ambizioni<br />

biancoverdi.<br />

Non possiamo ovviamente dimenticare<br />

come il tutto si sia materializzato in un contesto<br />

non immune da difficoltà. Le assenze<br />

per infortunio di uomini come Kaukenas e<br />

Woodward hanno colpito figure non secondarie<br />

del gruppo, ma sarebbe falso affermare<br />

che la squadra ha percepito lo stato di difficoltà<br />

in loro assenza, anzi è parsa ancora<br />

più evidente una caratteristica di questa<br />

squadra, cioè la capacità di scoprire protagonisti<br />

diversi di volta in volta, sfruttando la<br />

mancanza di egoismi controproducenti proprio<br />

per il gruppo stesso.<br />

Certo non tutti i mali vengono per nuocere.<br />

Basta pensare alle scelte obbligate imposte<br />

dalla mancanza del passaporto sloveno di<br />

Boisa e dal ritardo nella procedura di naturalizzazione<br />

di Stonerook, che in primo luogo<br />

hanno determinato il mancato arrivo di Sanders<br />

e poi dischiuso le porte del campo ad un<br />

Datome che, stante anche le assenze alternate<br />

dei due esterni senesi, ha trovato spazi<br />

tanto insperati quanto egregiamente sfruttati<br />

dalla diciottenne promessa mensanina.<br />

MAURO BINDI<br />

ba s ke t 39


40 ba s ke t<br />

Che Datome fosse una risorsa su<br />

cui contare nel futuro per la Montepaschi<br />

non esistevano dubbi, che potesse<br />

diventare immediatamente un<br />

giocatore di totale affidabilità era<br />

più una speranza che una certezza.<br />

Ed invece in solo poche giornate<br />

Luigi ha fatto vedere dei numeri e<br />

scritto delle cifre di assoluto rilievo,<br />

consegnandolo direttamente alle<br />

cronache del basket, come uno degli<br />

italiani che maggiormente infiammano<br />

le attese degli appassionati, al<br />

pari di un Bargnani, di un Belinelli o<br />

di un Gallinari.<br />

Certamente occorre cautela nel<br />

maneggiare un “prodotto” tanto<br />

particolare come può essere Datome<br />

per la Montepaschi ed anche per<br />

il basket nazionale. Certamente la<br />

contemporanea presenza di chi lo<br />

ha plasmato, Pianigiani e di chi ne<br />

ha programmato scrupolosamente<br />

l’utilizzo ad alto livello, Recalcati,<br />

garantisce al tre senese un impatto<br />

con la realtà di serie A fatto di tranquillità<br />

e consapevolezza. Accresciuta<br />

anche dalla considerazione ricevuta<br />

dal resto della squadra, che lo ha accettato<br />

immediatamente come un giocatore a tutti<br />

gli effetti e non come il ragazzino di belle<br />

speranze che fa i primi passi a livello professionistico.<br />

Certamente non mancano in squadra<br />

elementi in grado di dare fiducia al ragazzo,<br />

pensiamo a Stonerook, che ha impiegato<br />

meno di un mese per accaparrarsi un ruolo<br />

assolutamente essenziale all’interno degli<br />

equilibri di squadra.<br />

Poche volte è capitato di vedere un giocatore<br />

dominare le partite come riesce all’ex<br />

canturino, capace di prendersi a volte un<br />

solo tiro dal campo nel corso di quaranta minuti,<br />

ma di far saltare da solo il disegno tattico<br />

degli avversari, ridicolizzando il diretto<br />

opposto e offrendo barlumi di classe assoluta<br />

da playmaker aggiunto.<br />

Cresce l’intesa con il resto del gruppo, a<br />

certe difficoltà iniziali di lettura riguardo ai<br />

modi e tempi di passaggio di Stonerook, sta<br />

seguendo un progressivo adattamento agli<br />

stessi da parte del gruppo e se a ciò si<br />

somma l’incidenza del futuro neo italiano al<br />

capitolo rimbalzi, si capisce come Recalcati<br />

nel riproporsi l’eventualità della scelta<br />

forzata tra Boisa e l’ex canturino, non possa<br />

che privilegiare il carisma di quest’ultimo.<br />

Non che Boisa abbia demeritato, anzi il<br />

suo esordio ha dimostrato tutta la bontà dell’investimento<br />

a lunga gittata fatto da Ferdinando<br />

Minucci con l’ex Olimpia Lubiana,<br />

ma rimane la percezione che in questo momento<br />

la squadra non possa fare a meno<br />

della leadership di Stonerook, temuto e rispettato<br />

da avversari ed arbitri, capitolo rispetto<br />

al quale Boisa necessita di un maggior<br />

livello di comprensione.<br />

Ma la precarietà di Boisa sta per concludersi.<br />

L’emergenza Woodward ci ha permesso<br />

di ammirare i numeri del georgiano,<br />

che unisce alla consistenza fisica, la capacità<br />

di svariare su tutto il fronte offensivo.<br />

L’inizio dell’Eurolega ora, gli consegna abbastanza<br />

stabilmente il parquet, nella speranza<br />

che anche in campionato il prossimo<br />

arrivo del passaporto italiano di Stonerook,<br />

lo proponga stabilmente tra i dodici biancoverdi,<br />

perché la sua è indubbiamente una addizione<br />

importante per la squadra.<br />

Soffre sotto canestro Chiacig, sicuramente<br />

non a suo agio con i ritmi sostenuti<br />

della squadra, ma anche dal suo recupero è<br />

lecito attendersi una variante tattica che può<br />

tornare utile, specie ora che irrompe nel calendario<br />

degli impegni l’Eurolega, dove la<br />

presenza di un maggior numero di lunghi di<br />

ruolo può rendere utile il mestiere e l’ingombro<br />

volumetrico che Roberto è sempre<br />

in grado di offrire.<br />

Certo il pacchetto lunghi senese è una<br />

dalle più piacevoli conferme di questo inizio<br />

di campionato. Se la complementarietà,<br />

l’intercambiabiltà e la poliedricità sono<br />

sempre state caratteristiche che hanno accomunato<br />

nel tempo le scelte operate in questa<br />

parte delicatissima del campo, il pacchetto<br />

sotto canestro assemblato per questa stagione<br />

sembra aver ancor più accentuato queste<br />

vocazioni. Pensiamo alle mille soluzioni a<br />

disposizioni di Recalcati, che può alternare<br />

5 uomini del calibro di Stonerook, Boisa,<br />

Chiacig, Eze, Nicola, senza dimenticare il<br />

jolly Zukauskas, giocatori che hanno un numero<br />

illimitato di opzioni sia difensive che<br />

offensive, tali da non offrire punti di riferimento<br />

certi a nessun avversario.<br />

Certamente sull’asse pivot-play si è sempre<br />

giocato il destino e le fortune delle squadre<br />

e per la Montepaschi quella appena iniziata<br />

è una stagione che in cabina di regia ha<br />

visto completarsi una vera e propria rivoluzione.<br />

Dalla purezza tattica di uno Stefanov<br />

che interpetrava il ruolo nella maniera più<br />

tradizionale e di un Vanterpool accentratore,<br />

che amavano trattenere molto la palla tra le<br />

mani, si è passati alla gestione “cooperativa”<br />

dei vari Hamilton, Woodward, Pecile, senza<br />

dimenticare che già altri hanno provato ad<br />

utilizzare Kaukenas in posizione più centrale,<br />

ma al di là degli spartiti recitati dai singoli,<br />

risulta evidente come le caratteristiche dei<br />

singoli trovino sul campo concrete possibilità<br />

di valorizzazione e che tutti i sopra menzionati<br />

stiano facendo uno sforzo notevolissimo<br />

per rendere quanto più possibile fluida la manovra<br />

di gioco.<br />

Sarebbe sbagliato credere che giocatori<br />

come quelli che schiera la Montepaschi nel<br />

reparto dietro, siano uomini che non amano<br />

tenere la palla tra le mani. Anzi i trascorsi di<br />

alcuni di loro ce li hanno proposti proprio in<br />

versioni accentratrici, che ne avevano determinato<br />

anche la bontà del loro rendimento,<br />

quindi quanto raggiunto in questa fase iniziale<br />

di stagione è oltremodo positivo e rappresenta<br />

il frutto di un duplice lavoro: quello<br />

del tecnico, che lancia uno specifico input<br />

e quello del singolo giocatore che, accogliendolo,<br />

si impegna a raggiungere uno<br />

specifico obiettivo comune.<br />

Il punto di incontro è dato dai risultati sul<br />

campo ed in funzione di ciò è giusto riconoscere<br />

i meriti, per quanto parziali, a chi ha<br />

contribuito in massima parte alla loro realizzazione.<br />

Non ce ne vorrà quindi Recalcati,<br />

che sappiamo essere uomo di assoluta onestà<br />

intellettuale, se riconosciamo grandi meriti in<br />

questa fase iniziale a Simone Pianigiani, che<br />

ha raccolto quanto assemblato da Minucci in<br />

estate e ha dato corpo ad una squadra che era<br />

tutta da scoprire.<br />

Certo ora ci vuole tutta la capacità di un<br />

grande tecnico come il C.T. azzurro, per gestire<br />

un gruppo che ha realmente 10/11 giocatori<br />

veri, ma è indubbio che Ferdinando<br />

Minucci ha realizzato una campagna acquisti<br />

di assoluto rilievo, dove i meriti del massimo<br />

dirigente senese sono ineccepibili,<br />

tanto più se consideriamo che con Recalcati<br />

impegnato nella preparazione degli Europei<br />

e con Pianigiani momentaneamente<br />

svincolato a fine giugno, buona parte del<br />

mercato bianco-verde è ricaduto essenzialmente<br />

sulle sue spalle e ciò, al di là delle capacità<br />

manageriali, denota una conoscenza<br />

delle caratteristiche tecniche e motivazionali<br />

dei giocatori assolutamente perfetta.<br />

Soddisfatta la curiosità di vedere l’impatto<br />

della squadra senese in campionato,<br />

siamo pronti a valutarne il rendimento<br />

anche in Eurolega, dove a fronte di un elevato<br />

valore tecnico degli avversari, fa riscontro<br />

l’indiscutibile motivazione di ben<br />

figurare da parte di tanti giocatori in biancoverde<br />

che vedono realizzato il desiderio<br />

di misurarsi con il meglio del basket continentale.<br />

Cosa che a livello motivazionale<br />

vale molto di più di qualsiasi altra spinta.<br />

Certo il girone della Montepaschi è di<br />

una difficoltà estrema, ma la fiducia non<br />

manca e se anche Ettore Messina, neo coach<br />

moscovita del CSKA, parla di Siena come<br />

di un progetto intrigante, vuol dire che la<br />

Montepaschi ha le sue chance da giocare e<br />

questa è già una premessa importante per<br />

godersi lo spettacolo di una manifestazione<br />

alla quale, seppur alla quarta partecipazione,<br />

ci accingiamo sempre con l’entusiasmo<br />

della prima volta. ■


diario<br />

Chi ha paura della Lega?<br />

Roberto Morrocchi<br />

D’accordo sulla difesa dei nostri<br />

vivai…e la Montepaschi è un esempio per<br />

tutti. D’accordo sul fatto che i nostri talenti<br />

e i giocatori di scuola italica trovino spazio<br />

in serie A, ma l’ultima uscita della FIP mi<br />

pare francamente scriteriata.<br />

Il famoso 5+1+6, dove 5 sono gli Italiani,1<br />

è il giocatore con passaporto italiano<br />

e 6 sono gli stranieri ha bisogno di una attenta<br />

riflessione.<br />

Certo da qualche parte bisognava partire,<br />

ma invece di buttare giù numeri a<br />

caso, il Presidente della Federazione<br />

aveva, secondo il mio parere, il dovere istituzionale<br />

di battere la strada del consenso<br />

e dell’accordo, da trovare ad ogni costo<br />

con chi, leggi Società e Proprietari, sostengono<br />

da soli i costi del massimo campionato<br />

(..il più spettacolare insieme a<br />

quello spagnolo), allestendo squadre<br />

competitive anche in campo europeo.<br />

Viene il sospetto che nella vicenda<br />

l’uomo della Fip, Maifredi, si sia fatto prendere<br />

la mano da Petrucci, il Presidente del<br />

Coni, portatore di interessi legittimi, per<br />

carità, ma che rischiano di scontrarsi con<br />

quelli sacrosanti delle Società della massima<br />

serie.<br />

Al momento lo scontro fra Lega e Fip<br />

appare inevitabile, ma il bello è che anche<br />

con l’adozione dello schema Maifredi gli<br />

interessi nazionali, o forse sarebbe meglio<br />

definirli nazionalistici?, non sono assolutamente<br />

salvaguardati. Anche un bambino<br />

capisce che in almeno la metà delle squadre<br />

avremmo un quintetto base di stranieri,<br />

uno stranger come primo cambio e i<br />

“nostri” quali pedine di complemento.<br />

La verità è che gli italiani di valore trovano,<br />

prima o poi, un posto al sole. Proprio il<br />

torneo in corsa ci dimostra come i Bargnani,<br />

Bellinelli, Mancinelli, Datome, Ress,<br />

Gigli, Boscagin e compagnia cantante,<br />

siano stati in grado di ritagliarsi spazi importanti,<br />

fino a diventare veri e propri protagonisti.<br />

E dietro di loro vengono su forte Antonutti,<br />

Bolzonella, Fultz, Gergati, Cusin,<br />

Cavaliero, Cuccarolo (..chi è Cuccarolo?<br />

Un diciassettenne di 2,17 futuro centro dell’Italbasket!).<br />

Basta avere un po’ di pazienza<br />

e un pizzico di coraggio e quelli bravi<br />

sbocciano. Eccome se sbocciano!<br />

Vedremo come andrà a finire la querelle,<br />

ma le Società difenderanno, ovviamente,<br />

i loro diritti contro gli schemi imposti.<br />

Intanto ci godiamo questa Montepaschi.<br />

Alla sesta giornata già 5 vittorie: un bot-<br />

Gigi Datome<br />

tino di tutto rispetto. Certo arriveranno<br />

anche momenti difficili, ma questa squadra<br />

ci ha dato qualcosa di più di una impressione<br />

di forza, compattezza, solidità e<br />

fortezza morale.<br />

Si può stare tranquilli. Quando perderemo<br />

sarà solo perché gli avversari si saranno,<br />

nell’occasione, dimostrati più bravi.<br />

Intanto ci godiamo Datome. Gigi ha<br />

sfruttato come meglio non poteva il minutaggio<br />

che il Charlie gli ha concesso. Ha<br />

mostrato una maturità, per certi versi, sorprendente<br />

e si è preso iniziative e tiri che in<br />

altre occasioni avrebbe delegato ad altri.<br />

Deve solo continuare a battere questa<br />

strada. Senza timori e senza mai correre il<br />

rischio di montarsi la testa. Se lo conosco<br />

un pochino, non credo che il ragazzo si<br />

perderà nella marea montante degli elogi.<br />

41<br />

Basta che continui ad accettare i consigli<br />

di chi finora l’ha guidato, senza perdersi<br />

d’animo quando qualche cosa non gli<br />

andrà per il verso giusto…<br />

Chiudo ripensando per un attimo alla<br />

splendida presentazione della nostra<br />

squadra, il 6 ottobre, al nostro palasport.<br />

C’era George Bucci, il capocannoniere di<br />

sempre, ed è stata una festa. Sbaglia chi<br />

ha interpretato la presenza del “Divino”<br />

come una mancanza di rispetto nei confronti<br />

di Ezio Cardaioli.<br />

I due rappresentano comunque un<br />

pezzo importante della nostra storia cestistica.<br />

Ezio è stato, insieme ai dirigenti di allora,<br />

l’artefice della Mens Sana che dalla<br />

C volò sulla A, George un campione nelle<br />

cui gesta la città si identificò.<br />

La storia è questa anche se come “storia”<br />

può avere diverse chiavi di lettura. ■


vista da lontano<br />

Sogno di una notte di mezz’autunno<br />

Rudi Simonelli<br />

La notte di Siena mi riaccompagna a<br />

casa concedendomi la resa della riflessione.<br />

I lunghi viali che chiudono gli occhi<br />

a Certaldo prima ed a Castelfiorentino<br />

dopo mi fanno ammettere scuse silenziose<br />

agli amici di Siena. Era da agosto che<br />

alle mie domande rispondevano, prima<br />

uno e poi l’altro, che questa era una squadra<br />

“motivata”.<br />

Stavo sospettando la “frase fatta”, il<br />

luogo comune, finché mi sono ritrovato<br />

sulle tribune amiche. Così vedo un Boisa<br />

che scambia il basket per il calcio e ad ogni<br />

canestro che fa quasi si leva la maglia e<br />

corre verso la curva, vedo un Pecile che divora<br />

metri di parquet in attimi di sospiri,<br />

vedo ragazzi che sorridono in panchina con<br />

la serenità scritta sul viso, vedo una squadra<br />

che anche se va sotto di nove contro le<br />

dolci geometrie dell’amato Pancotto non<br />

batte ciglio, fa il suo mestiere in silenzio, il<br />

silenzio del duro lavoro di gente come Hamilton,<br />

ragazzo che non ama lo spotlight<br />

ma piega gambe e muove rapidi piedi per<br />

difendere e metterci testa e cuore. Una<br />

squadra che recupera, sorpassa e vola,<br />

una Mens Sana per la quale portiamo l’indice<br />

al naso per invitarci a non gridare nelle<br />

vie perché il bimbo non si svegli nella culla<br />

del dolce sogno, la vittoria.<br />

RECALCATI COME ANCELOTTI<br />

In questi recenti anni il mondo della<br />

pedata ha più volte sottolineato come dietro<br />

a certi trionfi del Milan ci sia stata la<br />

mossa di inventare un ruolo ad un giocatore,<br />

Andrea Pirlo, per rilanciarlo come<br />

vincente. Pochi giorni fa rimasi stupito<br />

quando Recalcati metteva per la seconda<br />

volta di fila nel quintetto base Pecile in 2 al<br />

fianco di Hamilton 1. In teoria doveva esserne<br />

la riserva.<br />

Andrea, fu la piacevole sorpresa degli<br />

sfortunati Europei del 2001, poi la stagione<br />

seguente la Scavolini puntò su di lui<br />

come play titolare e le cose andarono<br />

male, per Pecile ci fu l’esilio in Spagna.<br />

Oggi mi impressiona, perché Recalcati lo<br />

mette in 2 ed Andrea probabilmente si<br />

sente più se stesso, un giocatore da<br />

rock’n’roll liberato dall’obbligo di impostare<br />

giochi e ritmi, cose per le quali il blues di<br />

stoffa di Hamilton è del giusto peso e della<br />

tagliata misura. Così ci ritroviamo il Pecile<br />

reinventato dalla sensibilità e dall’intelligenza<br />

di Recalcati che risulta essere l’arma<br />

inaspettata.<br />

Pecile come Pirlo? Staremo a vedere.<br />

LA MAGIA DELL’11<br />

Lo abbiamo visto sulla Gazzetta, intervistato<br />

sul QN, ancora fotografato sulla<br />

Gazzetta. L’allenatore che mette titolare in<br />

una squadra di vertice un ragazzo di 17<br />

anni fa notizia ed io non nascondo che<br />

questo viaggio a Siena l’ho fatto prima di<br />

tutto per rivedere in nuove vesti “la magia”<br />

del numero 11, chissà poi se Luigi sa che<br />

il capocannoniere di ogni epoca della<br />

Mens Sana portava il suo stesso numero.<br />

Luigi mi affascina, liceale come me;<br />

l’impressione che provo è che sia freddo<br />

fuori come le montagne dove è nato e<br />

caldo dentro come il mare che ci ha accompagnato<br />

nell’infanzia. Il ragazzo è assolutamente<br />

fuori da ogni schema di star-<br />

42<br />

system, pettinatura semplice, guarda il<br />

campo, guarda i compagni e non se stesso,<br />

difende benissimo per avere l’età che<br />

ha e poi, signori, vola, egli vola lassù sopra<br />

l’anello dove ogni bimbo vorrebbe lanciarsi,<br />

dove la meraviglia del corpo umano può<br />

permettere per grazia del buon Dio di arrivare…se<br />

da non senese mi è concesso<br />

fare un accenno all’argomento dico peccato<br />

davvero, peccato che, come invece<br />

avvenuto quest’estate in Nazionale Under<br />

18, non ci possa essere al suo fianco un<br />

certo Davide Bruttini.<br />

UN SALUTO AD UN CAMPIONE<br />

Siamo autorizzati a sognare e a saltare<br />

con Luigi ma tenendo saldamente i<br />

piedi…per terra! Perché la vita resta dura,<br />

giorno dopo giorno, e me ne accorgo ancora<br />

proprio a Siena quando vengo a sapere<br />

del tragico incidente che ha ucciso<br />

Willie Sojourner, leggendario Pivot dell’Althea<br />

Rieti che il 13 novembre del 1977<br />

dava spettacolo qui contro la Sapori Siena<br />

in uno scontro al vertice di un’annata caratterizzata<br />

dal duello Rieti-Siena che ancora<br />

è nella memoria di Roberto Brunamonti,<br />

il quale al telefono mi disse qualche<br />

giorno fa: “Ricordo quel giorno a Siena<br />

come fosse ieri. Mi tremavano le gambe<br />

perché avevo 18 anni e dovevo marcare il<br />

capocannoniere, il palasport era pieno,<br />

mamma mia quanto era pieno!”…Willie<br />

Sojourner segnò 27 punti e vinse il duello<br />

con Eric Fernsten.<br />

Siamo nel mito. Lo ricordiamo così con<br />

un saluto a tutti, anche a quelli che ancora<br />

a Rieti gli erano vicini e sono colpiti da<br />

questo dramma. ■


tiri liberi<br />

Allora crepi l’astrologo!<br />

Antonio Tasso<br />

No, eh!, non scherziamo.<br />

L’avevano detto tutti in campagna acquisti:<br />

“Buona squadra ma difficile da assemblare”…<br />

e ancora: “Rifondazione a<br />

Siena: idea buona ma, riuscirà?”… “Montepaschi<br />

quinta forza del Campionato”…<br />

E poi, al via e dopo le prime due o tre<br />

partite del Torneo, ancora titoloni sulla Fortitudo<br />

Campione (naturale!), sulla Milano<br />

armanizzata (e ti pareva!!!) e quindi - a<br />

turno secondo le vendite dei giornali – la<br />

Benetton “sempre Lei”, la Roma “capitale”<br />

( d’Italia senz’altro, dei cesti…mah!!) e addirittura<br />

la “rinata” Varese.<br />

Siena? niente: quinta forza del campionato!<br />

Ma, sia chiaro, ci stava benissimo<br />

così: meno se ne parla meglio è e, alla<br />

luce delle esperienze passate, il basso<br />

profilo era proprio quello che si voleva:<br />

prego, passino pure! I riflettori pùntino gli<br />

altri, i commenti entusiastici e tromboneschi<br />

incensino quelle quattro squadre più<br />

forti di tutte... La Mens Sana? Quinta forza<br />

del campionato!<br />

Poi, le sportive vicende – che con la<br />

stringente essenzialità dei risultati mettono<br />

crudamente davanti alla realtà – incominciano<br />

a far crollare i castelli di carta di<br />

una classifica basata molto più su “clamori<br />

di marchio “ che non su osservazione critica<br />

delle scelte fatte… Incominciano i<br />

contorcimenti, i cambi di rotta, addirittura<br />

le inversioni a U di tanti addetti ai lavori che<br />

ci avevano menzionato quasi solo per dovere<br />

di presenza fra i “grandi” di quest’anno<br />

ed erano passati a vedere sempre e<br />

soltanto i meriti altrui...<br />

La Siena “quinta forza del Campionato”<br />

si fa avanti a suon di canestri, di piacevolezza<br />

nei giochi e di spietatezza difensiva,<br />

di interscambiabilità dei giocatori, di armonia<br />

del gruppo, di lavoro corale condiviso<br />

da tutta la squadra con la Società, di entusiasmo<br />

della città intera…<br />

Ed eccoli, l’hanno scoperta anche loro<br />

– gli esperti del concone – questa Mens<br />

Sana che “intriga”, questa squadra che<br />

“piace perché fa le cose semplici nel migliore<br />

dei modi”, questo “gruppo che ha<br />

ben lavorato”, questo “staff di primo ordine”,<br />

questa Società “modello di organizzazione”<br />

che con il suo vivaio ed i suoi scudetti<br />

è diventata “l’ombelico del mondo<br />

giovanile”...<br />

Era naturale che avvenisse, la classifica<br />

non mente…Altro che quinta forza. E se<br />

ne sono dovuti accorgere, tutti quanti…<br />

Ci starebbe anche bene se, fra quelli<br />

che ora ci stanno “scoprendo” un po’ troppo,<br />

non ci fosse un certo Dan Peterson , le<br />

cui previsioni non trovano mai – o quasi –<br />

riscontro nella realtà.<br />

Il simpatico (e competentissimo) coach<br />

americano non lascia occasione per magnificarci...<br />

Non scherziamo, Dan: la Mens Sana –<br />

per Te – era e deve restare “quinta forza<br />

del Campionato”…<br />

Grazie per la stima – coach – ma a noi<br />

va bene così!<br />

Si va a Mosca a testare subito una<br />

grande: la vecchia Armata Rossa che ha<br />

perso ( e per sempre, purtroppo!) il suo<br />

“Colonnello” di mille battaglie Alexander<br />

Gomelskyi (“budet tibie legkaia zemlijà…”)<br />

e da quest’anno si è messa nelle mani altrettanto<br />

dure e spietate di uno che “colonnello”<br />

non è ma, quanto a guerre e vittorie,<br />

non teme certo rivali.<br />

Si va a provare il duo Messina-Molin, si<br />

va ad incrociare un po’ di passato recente<br />

e glorioso della Mens Sana: la “generosa<br />

fisicità” di David Vanterpool, la straordinaria<br />

e forte “leggerezza” di un sempre più<br />

campione David Andersen.<br />

Ci hanno dato entrambi un pezzo dello<br />

scudetto che orgogliosamente abbiamo<br />

appeso alle volte del PalaMensSana (dire<br />

Palasclavo è vietato –giustamente- dalla<br />

più che centenaria Polisportiva..) e che<br />

–son sicuro- attende un fratellino gemello.<br />

Ci hanno fatto, tutt’e due, divertire...<br />

Ora cerchiamo di farli divertire noi!<br />

Proveremo per primi la forza di questi<br />

che, ancora una volta, non hanno badato<br />

a spese e, attingendo a quel pozzo senza<br />

fondo che si chiama “riserve energetiche<br />

siberiane”, hanno messo su una squadra<br />

che, solo a leggere i nomi, t’invita a non<br />

uscire dallo spogliatoio.<br />

Proveremo per primi la loro sete di rivincita<br />

dopo la figuraccia della Final Four<br />

persa in casa.<br />

Proveremo anche – almeno con gli<br />

occhi – le grazie rinnovate delle splendide<br />

cheerleaders del CSKA.<br />

Proveremo in anteprima gli arbitri che<br />

quest’anno ci accompagneranno il più lontano<br />

– speriamo – possibile!<br />

Proveremo la prima neve che già da<br />

44<br />

una settimana ricopre le cupole del Cremlino<br />

e rende magica la Piazza Rossa…<br />

Proveremo – ancora una volta – il cibo<br />

russo, ma, tranquilli, niente… “polli”!<br />

Lo siamo stati – forse – l’anno scorso…<br />

Ora siamo forti, se permettete!<br />

Quando si mise a sedere dopo la seconda<br />

bomba realizzata, il terzo rimbalzo catturato,<br />

l’ennesima difesa vincente sul più<br />

forte di Udine, l’ultima incazzatura di Cesare<br />

Pancotto col giocatore che Lui aveva<br />

cancellato dal campo, il Palasclavo (pardon,<br />

PalaMensSana, sennò la Polisportiva<br />

gloriosa s’arrabbia) si sciolse in un applauso<br />

che più caloroso non si poteva.<br />

Si alzarono in cento nella curva ed il<br />

coro partì: “MINDA SINDACO! MINDA<br />

SINDACO!”<br />

In cinquecento risposero, in piedi, nei<br />

laterali più vicini: “MINDA SINDACO!<br />

MINDA SINDACO!”<br />

Si levarono in mille nelle gradinate per<br />

una standing ovation che coinvolse i centrali,<br />

le poltroncine il parterre…<br />

“MINDA SINDACO! MINDA SINDACO!”<br />

E fu una festa generale per quel generoso,<br />

modesto, silenzioso, infaticabile,<br />

forte e incrollabile giocatore –napoletano<br />

di Siauliai- che da cinque stagioni Siena<br />

ha eletto a suo beniamino.<br />

Lo “ZUASKA” del Banana piace a tutti<br />

perché non protesta, ubbidisce, gioca e<br />

sta in panchina, lavora ed è ormai uno di<br />

noi, uno che canta la Verbena, conosce le<br />

contrade, ama la Città… è amico del Banana,<br />

appunto, lo “Zuaska”!<br />

“MINDA SINDACO! MINDA SINDACO!”<br />

Applaudivano tutti, tutti a cantare lo<br />

slogan per il Lituano: quattromila persone<br />

con Lui che, ancora una volta, aveva fatto<br />

bene il suo lavoro e ora, tranquillo e ubbidiente,<br />

si rimetteva in panca.<br />

“MINDA SINDACO! MINDA SINDACO!”<br />

Direttori del Monte, Presidenti di Banche<br />

o Fondazioni, Ufficiali dell’Arma, Funzionari<br />

Statali, Dirigenti di Partito... tutti a<br />

proclamare “Minda Sindaco”, dall’alto dei<br />

finestroni giù giù fino alla prima fila …fino<br />

al …SINDACO CENNI che (cose che solo<br />

alla Mens Sana possono succedere!) sorridente,<br />

le gote accalorate, colletto slacciato,<br />

si alzò in piedi battè le mani e cantòconvinto<br />

– “MINDA SINDACO!”….<br />

Anche lui! ■


Il rapporto tra tifoso e giocatore è degno<br />

di un testo di psicanalisi. Le società non lo<br />

ammetteranno mai, eppure il vero protagonista<br />

del “rapporto di coppia” è il tifoso.<br />

L’appassionato che siede a bordo campo, infatti,<br />

non rinuncia mai (specie se italiano) al<br />

sinistro privilegio della critica. Nella sua<br />

mente, specchiata dai titoli dei giornali, una<br />

vittoria di misura contro Roseto è “una prestazione<br />

deludente” e una sconfitta a Milano<br />

quantomeno “un passo indietro”. Il giocatore<br />

mantiene un atteggiamento opposto: pur<br />

apparendo nel 90% dei casi come un uomo<br />

incurante delle folle (per il 10% occorre ringraziare<br />

gente come l’odiato Pozzecco), dedica<br />

storicamente una parte del lunedì mattina<br />

alla lettura dei quotidiani. Annotando con<br />

pazienza il voto del corrispondente della<br />

Gazzetta e le opinioni rilasciate dai ragazzi<br />

della curva alle radio locali. Il tifoso al contrario<br />

tende a dimenticare, confinando in<br />

qualche cassetto della memoria i ricordi legati<br />

al play che ha esaltato per mesi o, più<br />

semplicemente, si limita a catalogare come<br />

“traditore” chi ha osato cambiare maglia, generalmente<br />

attratto da dollari, euro e rubli di<br />

magnati stranieri.<br />

Anche per invertire questa tendenza vogliamo<br />

proporre una specie di senesissimo<br />

“amarcord”, alla ricerca di chi ha vestito,<br />

con più o meno eleganza, il biancoverde<br />

negli ultimi trentasei mesi. Il tutto scusandoci<br />

in anticipo per il riaffiorare di ricordi<br />

spiacevoli (siamo tutti d’accordo, Cal<br />

Bowdler era meglio lasciarlo nell’ultimo<br />

cassetto in fondo a destra).<br />

Prima categoria: i privilegiati<br />

La Torre del Mangia, il vino toscano, il<br />

calore del PalaMensSana: tre caratteristiche<br />

che rendono Siena unica al mondo. Tre caratteristiche<br />

che però, siamo sinceri, possono<br />

non bastare per far cambiare idea a quei<br />

giocatori che firmano per i colori biancoverdi<br />

considerando Siena una tappa di passaggio<br />

verso il grande basket europeo. Negli<br />

scorsi cinque mesi una considerazione simile<br />

deve essere stata fatta da gente come<br />

David Vanterpool, Michalis Kakiouzis e<br />

Bootsy Thornton che, presa casa a Barcellona<br />

e Mosca, possono rincorrere l’Eurolega<br />

senza l’etichetta dell’outsider. L’inizio di<br />

stagione, per loro, non è stato inferiore a<br />

quello della Mens Sana (che al momento in<br />

cui scriviamo guida la Serie A a punteggio<br />

pieno): il duo Thornton-Kakiouzis sembra<br />

essersi ben inserito nel neonato Barcellona<br />

di Zoran Savic, primo con 3 vittorie e nessuna<br />

sconfitta nella Liga ACB. Bootsy dopo<br />

tre partite viaggia a quasi 15 punti e 4 rimbalzi<br />

a sera, statistiche addirittura peggiori<br />

di quelle di “Kakio” che, con un titolo europeo<br />

in tasca, va oltre i 15 punti di media. Un<br />

SI DIVIDONO IN QUATTRO CATEGORIE GLI EX GIOCATORI<br />

CHE HANNO VESTITO <strong>IL</strong> BIANCOVERDE<br />

NEGLI ULTIMI TRE ANNI<br />

Fra rimpianti<br />

e spiacevoli ricordi<br />

discorso simile può essere fatto per Vanterpool<br />

che non deve essersi stupito nel notare<br />

come il suo CSKA sia ancora imbattuto nel<br />

campionato russo. D’altronde non capita a<br />

tutti di incontrare ogni mattina all’allenamento<br />

gente come Andersen (altro ex),<br />

Langdon, Smodis, Papaloukas, Holden e<br />

Savrasenko…<br />

Seconda categoria:<br />

i figli di un dio minore<br />

Peschiamo a caso tra i giocatori che,<br />

fatti fuggire più che fuggiti da Siena, hanno<br />

dovuto ripiegare su destinazioni non altrettanto<br />

degne. Uno che deve aver rimpianto<br />

molto la Mens Sana è Brian Tolbert che,<br />

dopo la stagione 2002-03 trascorsa tra Ferrara<br />

e Udine, ha incontrato serie difficoltà<br />

persino nella pronuncia dei nomi delle sue<br />

successive squadre. Nell’estate 2003 Tolbert<br />

si è accordato con i ciprioti dell’Omonia<br />

Nicosia, abbandonati a metà stagione<br />

per gli slovacchi del Pinar Karsiyaka SK<br />

Izmir. Forse insoddisfatto dalla banalità del<br />

nome che leggeva sulla maglia, a inizio<br />

2004 si è concesso prima al Maccabi Petah<br />

Tikva (che ovviamente non ha nulla da spartire<br />

con l’unico Maccabi che il basket riconosca)<br />

e successivamente all’Elitzur Ashkelon,<br />

con i quali non ha nemmeno cominciato<br />

la stagione in corso. Come si dice “nostalgia”<br />

in israeliano?<br />

Terza categoria: i disoccupati<br />

Vladimir Petrovic. Cal Bowdler. Carlton<br />

Myers, che dicono si impegni seriamente<br />

per segnare quattro punti meno di Donato<br />

Avenia nella B1 di Pesaro.<br />

Ultima categoria: chi non viaggia più<br />

Attraversare l’Europa con un pallone in<br />

mano, ammettiamolo, può stancare. Per<br />

questo non c’è da stupirsi se per un Milenko<br />

Topic che a 36 continua a tirare con il 46%<br />

da tre e il 65% da due per l’Hemofarm di<br />

Vrsac c’è un Petar Naumoski che, dopo un<br />

altro paio di comparsate italiane, ha semplicemente<br />

deciso di dedicarsi ad altro. Secondo<br />

eurobasket.com, fonte generalmente at-<br />

tendibile, Petar si allenerebbe ancora con i<br />

“Retired Stars”, squadra americana. Onestamente<br />

preferiremmo non saperne di più.<br />

Alla categoria apparterrebbe anche<br />

Alphonso Ford, nel cui caso però i ricordi si<br />

fanno più intensi (e più privati) che in altre<br />

occasioni. ■<br />

LUCA BIANCHIN<br />

Stefanov,<br />

indimenticato<br />

protagonista di<br />

tante vittorie<br />

in biancoverde<br />

ba s ke t 45


Questione di valore aggiunto. La Montepaschi<br />

d’inizio stagione ha approfittato appieno<br />

di un calendario abbordabile. E alle richieste<br />

vittorie ha affiancato prestazioni di<br />

indiscutibile spessore. Nell’autorità, singolare<br />

per un gruppo rinnovato, è sintetizzabile<br />

proprio quel valore aggiunto che pare in possesso<br />

della nuova creatura del Charlie. La definizione<br />

di quel quid, che ha posto i biancoverdi<br />

al centro dell’attenzione generale, è<br />

volutamente vaga. Perché si tratta di una sensazione<br />

che si riceve osservando le partite,<br />

ma come tutte le sensazioni non è facile da<br />

tradurre. Piuttosto si possono individuare una<br />

serie di elementi che la provocano.<br />

Ciò che sembra più cambiato, e in senso<br />

positivo, rispetto ad un anno fa, è l’approccio<br />

mentale. Siena ha, da almeno cinque<br />

anni, la piacevole abitudine di poter ammirare<br />

una squadra di primissimo livello in Italia<br />

e fortemente competitiva anche in Europa.<br />

Non è dunque così inusuale assistere ad<br />

una serie di risultati positivi, né avere la possibilità<br />

di ammirare in campo giocatori dotati<br />

di enormi potenzialità. Ma ciò che la Mens<br />

Sana ha saputo mettere in campo da aprile a<br />

giugno 2004 non sempre ha caratterizzato<br />

questi cinque anni vissuti ad alta quota.<br />

Ossia la tranquillità e la freddezza, che questa<br />

formazione rinnovata sembra in grado di<br />

riproporre. Presto per dare giudizi definitivi.<br />

Ma per il momento Stonerook e compagnia<br />

hanno dimostrato di non soffrire pressioni<br />

mentali. Hanno affrontato gare da vincere ad<br />

ogni costo con la leggerezza di chi non ha<br />

niente da perdere e la concretezza di chi è sicuro<br />

delle proprie forze. Una contraddizione<br />

in termini forse, che però ben fotografa l’atteggiamento<br />

risoluto e mai timoroso. La<br />

Montepaschi di un anno fa ha invece spesso<br />

pagato proprio quella certezza di sentirsi superiore,<br />

che poi, non tradotta sul campo, ingenerava<br />

paure e cattive gestioni. La qualità<br />

di questo approccio positivo è confermata<br />

dalle difficoltà incontrate nel percorso. La<br />

necessaria rinuncia ad un extracomunitario,<br />

la catena di infortuni che ha reso indisponibili<br />

prima Kaukenas e poi Woodward. La<br />

squadra ha reagito con quella maturità che<br />

solo le grandi sanno esprimere.<br />

Quanto evidenziato sin qui fa parte della<br />

sfera emotiva. Ma è ovvio che la sicurezza<br />

di testa si costruisca anche su basi tecniche,<br />

che non mancano all’equilibrata Montepaschi<br />

dalla panchina lunga. Della squadra che<br />

si basa sulle mille soluzioni, della rottura<br />

delle gerarchie, grazie alla quale, tutti hanno<br />

oneri ed onori e sono in grado allo stesso<br />

modo degli altri di decidere una gara, se n’è<br />

parlato già abbastanza. Ciò che dopo poche<br />

gare può essere utile sottolineare è piuttosto<br />

l’esistenza di qualche arma tattica decisiva<br />

in mano a Recalcati. Una già attiva al cento<br />

per cento, l’altra che rappresenta i probabili<br />

fattori di crescita. Stonerook, tanto per arrivare<br />

al cuore della questione, è il tutto fare<br />

che ogni allenatore vorrebbe avere. Lo si apprezza<br />

sempre di più vedendolo all’opera<br />

domenica dopo domenica. La difesa e il lavoro<br />

sporco sono il suo pane. Ma la sua visuale<br />

di gioco è totale, come lo stesso dimostra<br />

travestendosi, molto spesso a dire il<br />

vero, da autentico assist-man. È senz’altro<br />

l’uomo in più di questo avvio di campionato.<br />

Ma la squadra che è piaciuta a tutti ha<br />

anche margini di miglioramento. Senza<br />

nulla togliere a tutti i singoli, che prendono<br />

parte al buon prodotto, ci pare di poter individuare<br />

una seconda arma tattica, potenzialmente<br />

devastante, in Justin Hamilton. Non<br />

ha la classe di Kaukenas (che in tanti casi<br />

tornerà utile) ma ciò che contraddistingue<br />

l’ex Real è la pluridimensionalità del jolly.<br />

Un play, che ha trattamento di palla, ma che<br />

ha il fisico per difendere su ogni tipo di<br />

esterno avversario. In attacco deve imparare<br />

a crederci di più, da fuori, ma anche in penetrazione.<br />

Quando sarà più continuo su<br />

questo fronte (e scommettiamo che succederà),<br />

la Montepaschi avrà due giocatori al<br />

prezzo di uno. Questione di valore aggiunto,<br />

per l’appunto. ■<br />

Justin Hamilton<br />

<strong>IL</strong> TEAM BIANCOVERDE TORNA<br />

IN EUROPA CON RINNOVATE<br />

AMBIZIONI E CERTEZZE<br />

A proposito<br />

di valore<br />

aggiunto FABIO<br />

FINESCHI<br />

ba s ke t 47


Siena<br />

sull’ottovolante delle big<br />

MONTEPASCHI SIENA<br />

NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />

5 Mindaugas Zukauskas 2.02 Ala 1975<br />

7 Vladimer Boisa * 2.05 Ala 1981<br />

8 Benjamin Eze 2.08 Centro 1981<br />

9 Davide Lamma 1.92 Guardia 1976<br />

10 Andrea Pecile * 1.87 Guardia 1980<br />

11 Luigi Datome 2.02 Ala 1987<br />

12 Justin Hamilton * 1.90 Guardia 1980<br />

13 Rimantas Kaukenas * 1.92 Guardia 1977<br />

14 Roberto Chiacig 2.10 Centro 1974<br />

15 Duane Woodward * 1.90 Guardia 1976<br />

20 Shaun Stonerook * 2.01 Ala 1977<br />

Coach: Carlo Recalcati<br />

CSKA MOSCOW<br />

NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />

4 Theodoros Papaloukas 2.00 Guardia 1977<br />

6 Sergey Panov 2.03 Ala 1970<br />

7 Vasiliy Zavourev 1.96 Guardia 1987<br />

8 Matjaz Smodis * 2.05 Ala 1979<br />

9 David Vanterpool * 1.94 Ala 1973<br />

10 Jon Robert Holden 1.85 Guardia 1976<br />

11 Zakhar Pashutin 1.96 Guardia 1974<br />

12 Vladimir Dyachok * 2.04 Ala 1980<br />

13 David Andersen 2.12 Centro 1980<br />

14 Alexey Savrasenko 2.15 Centro 1979<br />

15 Anatoliy Kashirov 2.11 Centro 1987<br />

16 Nikita Shabalkin * 2.05 Ala 1986<br />

21 Trajan Langdon * 1.92 Guardia 1976<br />

Coach: Ettore Messina *<br />

48 ba s ke t<br />

* nuovi acquisti<br />

REAL MADRID<br />

NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />

4 Venson Hamilton * 2.07 Centro 1977<br />

5 Moustapha Sonko 1.92 Guardia 1972<br />

7 Roberto Nunez * 1.90 Guardia 1978<br />

8 Igor Rakocevic * 1.91 Guardia 1978<br />

9 Felipe Reyes 2.03 Centro 1980<br />

13 Hector Garcia * 1.94 Guardia 1978<br />

14 Oscar Gonzalez * 1.84 Guardia 1977<br />

15 Mickael Gelabale 2.01 Ala 1983<br />

16 Eduardo Hernandez-Sonseca * 2.12 Centro 1983<br />

17 Axel Hervelle 2.05 Ala 1983<br />

21 Nedzad Sinanovic * 2.22 Centro 1983<br />

22 Louis Bullock 1.86 Guardia 1976<br />

33 Marko Tomas * 2.01 Ala 1985<br />

Coach: Bozidar Maljkovic<br />

PANATHINAIKOS ATHENS<br />

NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />

4 Fragiskos Alvertis 2.06 Ala 1974<br />

5 Giorgos Kalaitzis 1.95 Guardia 1976<br />

6 Dimitris Papanikolaou 2.01 Ala 1977<br />

7 Jaka Lakovic 1.86 Guardia 1978<br />

8 Mike Batiste 2.03 Ala 1977<br />

9 Patrick Femerling 2.13 Centro 1975<br />

10 Nikos Hatzivrettas 1.97 Guardia 1977<br />

11 Vasilis Spanoulis * 1.92 Guardia 1982<br />

12 Kostas Tsartsaris 2.09 Ala 1979<br />

13 Dimitris Diamantidis 1.96 Guardia 1980<br />

14 Vlado Scepanovic 1.98 Guardia 1975<br />

15 Dejan Tomasevic * 2.08 Centro 1973<br />

16 Dusan Sakota 2.09 Ala 1986<br />

Coach: Zeljko Obradovic


ÜLKER ISTANBUL<br />

NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />

4 Vrbica Stefanov * 1.88 Guardia 1973<br />

5 Dragan Pasalic * 2.06 Ala 1984<br />

6 Mirsad Turkcan * 2.06 Ala 1976<br />

7 Omer Onan * 1.94 Guardia 1978<br />

8 Caner Oner * 2.00 Ala 1987<br />

9 Bekir Yarangume * 1.98 Ala 1979<br />

10 Ibrahim Kutluay * 1.97 Guardia 1974<br />

11 Cuneyt Erden * 1.85 Guardia 1987<br />

12 Jeff Trepagnier * 1.95 Guardia 1979<br />

13 Derya Yannier * 1.90 Guardia 1985<br />

14 Oguz Savas 2.08 Centro 1987<br />

15 Marcus Haislip * 2.07 Guardia 1980<br />

16 Can Ozcan 2.02 Guardia 1989<br />

Coach: Engin Ataman<br />

PAU ORTHEZ<br />

NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />

4 Frederic Fauthoux 1.80 Guardia 1972<br />

5 Clint Harrison * 1.94 Ala 1976<br />

6 Xane D’Almeida 1.83 Guardia 1983<br />

8 Artur Drozdov 1.98 Ala 1980<br />

9 Souarata Cissé 1.94 Ala 1986<br />

11 Lonnie Cooper * 1.93 Guardia 1976<br />

12 Thierry Rupert 2.04 Ala 1977<br />

13 Thierry Gadou 2.06 Ala 1969<br />

14 Brooks Sales * 2.08 Centro 1980<br />

15 TJ Lux 2.04 Centro 1977<br />

16 Jeff Varem * 1.93 Ala 1983<br />

17 Jonathan Aka 2.03 Ala 1986<br />

Coach: Didier Gadou<br />

PARTIZAN BELGRADO<br />

NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />

4 Uros Tripkovic 1.97 Guardia 1986<br />

5 Luka Bogdanovic 2.04 Ala 1985<br />

6 Nikola Loncar * 1.98 Guardia 1972<br />

7 Kosta Perovic 2.17 Centro 1985<br />

8 Predrag Suput 2.00 Ala 1977<br />

9 Nenad Stefanovic * 1.93 Guardia 1985<br />

10 Dejan Borovnjak 2.08 Ala 1986<br />

11 Boris Bakic 1.93 Guardia 1986<br />

12 Novica Velickovic 2.04 Ala 1986<br />

13 Milojevic Dejan 2.01 Ala 1977<br />

14 Nikola Pekovic * 2.10 Centro 1986<br />

15 Predrag Samardziski 2.15 Centro 1986<br />

32 Gerald Brown * 1.91 Guardia 1975<br />

20 Petar Bozic 1.97 Guardia 1978<br />

33 Damon Edwards * 1.91 Guardia 1974<br />

Coach: Dusan Vujosevic<br />

UNICAJA MALAGA<br />

NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />

4 Juan Pepe Sanchez 1.92 Guardia 1977<br />

5 Berni Rodriguez 1.97 Guardia 1980<br />

6 Stephane Risacher 2.03 Ala 1972<br />

8 Jesus Lazaro 1.81 Guardia 1971<br />

9 Sandro Nicevic * 2.10 Centro 1976<br />

10 Carlos Cabezas 1.86 Guardia 1980<br />

11 Florent Pietrus 2.02 Ala 1981<br />

12 Walter Herrmann 2.02 Ala 1979<br />

15 Jorge Garbajosa 2.07 Ala 1977<br />

22 Ivan Grgat * 2.10 Centro 1974<br />

25 Daniel Santiago * 2.16 Centro 1976<br />

41 Marcus Brown * 1.91 Guardia 1974<br />

42 Stanislav Makshantsev * 2.05 Ala 1978<br />

Coach: Sergio Scariolo<br />

ba s ke t 49


I giorni dell’Euroleague<br />

Eurolega 2005/2006<br />

Prima Fase – Gruppo C<br />

Montepaschi Siena (Ita)<br />

Panathinaikos Atene (Gre)<br />

Unicaja Malaga (Spa)<br />

Pau Orthez (Fra)<br />

Real Madrid (Spa)<br />

Ulker Istambul (Tur)<br />

Cska Mosca (Rus)<br />

Partizan Belgrado (Ser)<br />

LA FORMULA<br />

L’Eurolega 2005/2006 vede ai nastri di<br />

partenza 24 squadre, raggruppate in tre gironi<br />

di otto formazioni ciascuno. Nella prima<br />

fase, che si disputerà dal 2 novembre al 9<br />

febbraio, le componenti di ogni girone si<br />

scontreranno con partite di andata e ritorno<br />

per giocarsi l’accesso alla fase successiva.<br />

Alle Top 16, in programma dal 22 febbraio<br />

al 30 marzo, approderanno le prime<br />

cinque squadre di ogni girone e la migliore<br />

sesta classificata. Queste formazioni saranno<br />

divise, a loro volta, in quattro gruppi (D,<br />

E, F,G). Le prime due classificate di ogni<br />

gruppo si guadagneranno il diritto di disputare<br />

i quarti di finale in base al seguente abbinamento:<br />

1D-2E; 1E-2D; 1F-2G; 1G-2F.<br />

Le vincenti si daranno appuntamento a<br />

Praga, dal 28 al 30 aprile 2006, per disputare<br />

le Final-Four, tutte in gara unica: le due<br />

squadre che usciranno vincitrici dalle partite<br />

di semifinale, si contenderanno il titolo di<br />

Campione d’Europa per club nella rassegna<br />

più prestigiosa del basket continentale.<br />

1 a Giornata 2-3/11/05 21-22/12/05<br />

Partizan -Pau Orthez<br />

Real Madrid-Unicaja<br />

Ulker-Panathinaikos<br />

Cska Mosca-Montepaschi Siena<br />

2 a Giornata 9-10/11/05 4/1/06<br />

Montepaschi Siena-Partizan<br />

Panathinaikos-Cska<br />

Unicaja-Ulker<br />

Pau Orthez-Real Madrid<br />

3 a Giornata 16-17/11/05 11-12/1/06<br />

Partizan-Real Madrid<br />

Ulker-Pau Orthez<br />

Cska-Unicaja<br />

Montepaschi Siena-Panathinaikos<br />

4 a Giornata 23-24/11/05 18-19/1/06<br />

Panathinaikos-Partizan<br />

Unicaja-Montepaschi Siena<br />

Pau Orthez-Cska<br />

Real Madrid-Ulker<br />

5 a Giornata 30/11- 1/12/05 25-26/1/06<br />

Partizan-Ulker<br />

Cska-Real Madrid<br />

Montepaschi Siena-Pau Orthez<br />

Unicaja-Panathinaikos<br />

6 a Giornata 7-8/12/05 1/2/06<br />

Partizan-Unicaja<br />

Pau Orthez-Panathinaikos<br />

Real Madrid-Montepaschi Siena<br />

Ulker-Cska<br />

7 a Giornata 14-15/12/05 8/2/06<br />

Cska-Partizan<br />

Montepaschi Siena-Ulker<br />

Panathinaikos-Real Madrid<br />

Unicaja-Pau Orthez


ARCHIVIO SERIE A1<br />

1 a giornata<br />

UPEA CAPO D’ORLANDO – MONTEPASCHI SIENA 69/78<br />

2 a giornata<br />

MONTEPASCHI SIENA-ANGELICO BIELLA 86/58<br />

3 a giornata<br />

MONTEPASCHI SIENA-AIR AVELLINO 87/42<br />

4 a giornata<br />

VIOLA REGGIO CALABRIA-MONTEPASCHI SIENA 71/84<br />

5 a giornata<br />

MONTEPASCHI SIENA-SNAIDERO UDINE 93/72<br />

6 a giornata<br />

WHIRLPOOL VARESE-MONTEPASCHI SIENA 82/77<br />

Classifica: Siena e Milano 10; Treviso, Cantù, Virtus Bologna, Fortitudo<br />

Bologna, Varese e Napoli 8; Roma, Udine, Biella e Teramo 6; Roseto, Reggio<br />

Calabria e Reggio Emilia 4; Capo d’Orlando e Livorno 2; Avellino 0.<br />

Benjamin Eze, pivot


La Mens Sana inizia con il botto, e i fuochi<br />

d’artificio li hanno visti da Capo d’Orlando,<br />

Biella, Avellino, Reggio Calabria e<br />

Udine. Non poco per una squadra quasi<br />

completamente rinnovata e che qualcuno<br />

aveva definito, a torto, più debole delle<br />

prime della classe. Se da una parte è vero<br />

che le avversarie più dure devono ancora<br />

arrivare, è esagerato considerare “abbordabili”<br />

le prime cinque squadre battute dai<br />

biancoverdi soprattutto perchè contro due<br />

di esse sono già capitolate, Treviso e<br />

Roma; ed inoltre se il campionato dello<br />

scorso anno ci ha insegnato qualcosa,<br />

dobbiamo tenere a mente, anche noi tifosi,<br />

che nessuna squadra della serie A può<br />

essere definita “materasso” e che le vittorie<br />

si conquistano con la grinta e la concentrazione<br />

per tutti i 40 minuti. Se non si<br />

vuole andare incontro a brutte sorprese.<br />

Sì, perché ormai la Mens Sana, da alcuni<br />

anni, e soprattutto dopo la vittoria<br />

dello scudetto, è attesa dall’avversaria di<br />

turno, dai tifosi e dall’ambiente allo stesso<br />

quelli che il tifo biancoverde<br />

Quel feeling ritrovato<br />

Barbara Cerretani<br />

modo in cui noi 10 anni fa aspettavamo<br />

Treviso, Milano e le due bolognesi: nessuno<br />

regala niente, e prima di lasciare il<br />

passo sul proprio parquet ad un’avversaria<br />

come la Mens Sana, le squadre di<br />

medio-bassa classifica sputano il classico<br />

sangue… petersoniano.<br />

Ma torniamo al presente. Un grande<br />

inizio dunque, soprattutto perchè si sta<br />

stabilendo un bel feeling fra i tifosi e la<br />

squadra, elemento che era mancato lo<br />

scorso anno soprattutto in virtù del clima di<br />

appagamento che alcuni giocatori biancoverdi<br />

facevano respirare ad un pubblico<br />

che proprio di questa cosa non vuole sentir<br />

parlare: certo aver vinto il tricolore aveva<br />

inorgoglito tutti, ma se da una parte aveva<br />

spento il furore agonistico di alcuni protagonisti<br />

della vittoria dell’anno precedente,<br />

non aveva spento la voglia dei tifosi di divertirsi,<br />

di vincere ancora e di seguire<br />

quella squadra che certo non li ripagava al<br />

52<br />

meglio degli sforzi fatti.<br />

Proprio per questo motivo,<br />

l’inizio di stagione non può che<br />

fare ancora più piacere ai tifosi:<br />

vedere i vari Stonerook,<br />

Kaukenas, Pecile, già apprezzati<br />

campioni altrove, che<br />

adesso non esitano, fin dalla<br />

prima partita, a sbucciarsi i<br />

gomiti per la causa mensanina,<br />

rappresenta motivo di soddisfazione<br />

e racchiude grandi<br />

speranze per il resto della stagione.<br />

Soprattutto se tutto ciò<br />

costituisce già da ora un contesto<br />

di squadra e spogliatoio<br />

affiatato come non era facile<br />

prevedere.<br />

Intanto i ragazzi del Commandos<br />

Tigre hanno già iniziato<br />

il proprio personalissimo<br />

calendario di trasferte e con<br />

diversi sacrifici da sopportare<br />

essendosi trovati subito davanti<br />

i due viaggi più lunghi<br />

della stagione, in Sicilia e Calabria,<br />

mantenendo fede alla<br />

ormai radicata consuetudine<br />

di essere sempre presenti in<br />

ogni palasport d’Italia.<br />

Dopo l’uscita di Varese, i<br />

biancoverdi saranno attesi da<br />

un durissimo calendario che<br />

li vedrà opposti a Milano, poi<br />

Virtus Bologna e Cantù,<br />

senza dimenticarsi naturalmente dell’imminente<br />

inizio dell’Eurolega, affascinante<br />

quanto ostica competizione visto che la<br />

dea bendata in fase di sorteggio, non ha<br />

mai un occhio di riguardo per la Mens<br />

Sana, regalandole sempre il girone più difficile.<br />

Se da una parte ci sarà da soffrire,<br />

dunque, dall’altra ci sarà veramente da divertirsi,<br />

anche perché non dimentichiamo<br />

che in Coppa potremo ammirare la squadra<br />

al gran completo, senza l’alternanza<br />

forzata fra Boisa e Stonerook, che sta relegando<br />

in tribuna, per esigenza di esperienza<br />

nel campionato italiano, soprattutto<br />

il georgiano…E quando ci sarà il passaporto<br />

italiano di Shaun, anche la domenica<br />

si farà dura per le avversarie.<br />

Dopo l’ultima stagione che ci ha lasciato<br />

l’amaro in bocca, cerchiamo di tornare<br />

ora ai nostri livelli come pubblico e come<br />

tifo. C’è bisogno davvero dell’apporto di<br />

tutti per restare in alto! ■


Campionato Under16 d’ Eccellenza: PL<br />

Livorno – MPS Virus Siena (69-93) e Libertas<br />

Livorno - Montepaschi Mens Sana Siena<br />

(48–69). Queste quattro società appartenenti<br />

a due importanti scuole del basket toscano e<br />

nazionale, quella livornese e quella senese, si<br />

sono confrontate contemporaneamente in<br />

questo inizio di campionato. Il divario fra le<br />

due squadre senesi e quelle livornesi è abbastanza<br />

evidente, come risulta anche dal punteggio,<br />

e questo può essere motivo di riflessioni<br />

e considerazioni.<br />

Come nascono queste due scuole e cos’è<br />

cambiato in esse, in questi anni, da determinare<br />

un ribaltone di prestazioni rispetto a<br />

quello che accadeva un tempo non poi tanto<br />

lontano ?<br />

A Livorno, nel dopoguerra, la vicinanza<br />

di Camp Derby e la scuola ed il confronto<br />

giornaliero con i militari americani, consentirono<br />

alla scuola cestistica labronica di evol-<br />

DERBY ANCHE A LIVELLO GIOVAN<strong>IL</strong>E FRA LE DUE CITTÀ<br />

Siena e Livorno,<br />

scuole a confronto STEFANO<br />

versi e diventare uno dei centri “di produzione”<br />

più ricchi di talenti (ricordiamo fra i tanti<br />

Gianfranco Lombardi). Elliot Van Zondt,<br />

professore di educazione fisica proveniente<br />

dall’Alkansas e capitano di colore dell’ esercito<br />

americano in istanza a Camp Derby, ha<br />

avuto un ruolo importantissimo nello sviluppo<br />

della pallacanestro livornese, in particolare,<br />

ed italiana, in generale. Lui fu il primo<br />

vero coach approdato in Italia, a cui fu affi-<br />

data anche la nazionale, che catechizzò l’<br />

ambiente sull’ importanza dei fondamentali<br />

individuali.<br />

Anche per la scuola cestistica senese il dopoguerra<br />

rappresenta un momento di crescita.<br />

Il Deus della palla a spicchi mensanina e senese<br />

non è un insegnante statunitense, come<br />

era avvenuto a Livorno, ma un professore senese,<br />

Bruno Casini. È lui a cercare e trovare<br />

nelle palestre scolastiche i primi talenti; Alfredo<br />

Barlucchi (classe 1940) è uno di questi<br />

ed è il primo nazionale del basket senese.<br />

La Pallacanestro Livorno ed i Galli del<br />

San Giovanni Valdarno sono state le avversarie<br />

storiche del basket giovanile senese.<br />

Due concorrenti agguerrite che fino agli anni<br />

’80 hanno frequentemente imposto uno stop<br />

alle nostre ambizioni di accesso alle finali<br />

nazionali giovanili grazie ad una organizzazione<br />

societaria maggiore ed una capacità<br />

formativa, nei riguardi dei giovani, competente<br />

ed efficace.<br />

La situazione attuale si è completamente<br />

capovolta; le squadre giovanili della Mens<br />

Sana e della Virtus hanno nettamente la meglio<br />

contro quelle livornesi, come risulta<br />

anche dalle ultime nette vittorie. Nella città labronica<br />

sostengono che il divario sia motivato<br />

dalle possibilità senesi di reperire con maggiore<br />

facilità giovani prospetti nel territorio<br />

nazionale grazie alle maggiori risorse finanziarie.<br />

Constatazione giusta, ma limitata. Per<br />

esempio, sarebbe riduttivo affermare che le<br />

due ultime partite sono state vinte dalle due<br />

squadre senesi grazie e solo all’ apporto dei<br />

nuovi arrivati: Cournooh – Martone per la<br />

Mens Sana e Poti – Altieri per la Virtus. Vorrebbe<br />

dire non vedere tutto il rimanente, fra<br />

cui la prestazione super di un Davide Visigalli<br />

(Virtus) -38 punti – figlio d’ arte e frutto del<br />

vivaio senese al 100%.<br />

Pete Dempsey, insegnante di una Hight<br />

School della North Carolina, sostiene che una<br />

scuola di basket funziona quando “the past<br />

nurs the present, thinking about future” il passato<br />

accudisce il presente pensando al futuro.<br />

Forse questo può essere un serio motivo che<br />

determina il ribaltamento delle prestazioni e<br />

dei risultati fra le due scuole di basket toscane:<br />

lavorare nel presente per obbiettivi futuri<br />

facendo ricchezza delle esperienze e degli insegnamenti<br />

del passato. ■<br />

FINI<br />

Amaranto e<br />

biancoverdi contro:<br />

in alto Dado<br />

Lombardi (al centro)<br />

e Alfredo Barlucchi,<br />

il secondo da sinistra<br />

in piedi.<br />

ba s ke t 53


CHI SONO E COSA FANNO<br />

I VARI TALENTI SENESI<br />

SPARSI IN TUTTA ITALIA<br />

Un marchio<br />

che sa<br />

di garanzia<br />

Datome in maglia<br />

biancoverde<br />

54 ba s ke t<br />

STEFANO FINI<br />

Durante una torrida giornata estiva, mitigata<br />

(ogni tanto) da una leggera brezza marina,<br />

Alvalenti, poliedrico artista contemporaneo<br />

senese, mentre stava impressionando<br />

una tela, fece questa constatazione: “ Dipingo<br />

il mare anche se non sta mai fermo”. Affermazione<br />

strana, forse frutto della eccessiva<br />

calura, ma certo efficace e divertente.<br />

Il mare del basket ha le stesse caratteristiche;<br />

è in continuo movimento e, pertanto,<br />

quando lo devi rappresentare sia nei gesti<br />

atletici che negli avvenimenti, riesci soltanto<br />

a cogliere un attimo. Tutto quello che<br />

adesso “è”, poco dopo, è già mutato. Nel basket<br />

giovanile le variazioni sono ancora più<br />

evidenti e frenetiche dato che subentra un’<br />

altra componente fondamentale: quella dei<br />

cambiamenti fisici e mentali tipici dell’ età<br />

giovanile. Tuttavia volendo dipingere “l’ attimo<br />

fuggente” per verificare i rendimenti<br />

dei nostri giovani impegnati nelle varie<br />

realtà di questo inizio stagione possiamo<br />

constatare quanto segue:<br />

● Sulla cresta dell’onda di questo mare<br />

del basket giovanile troviamo Luigi DaTome<br />

(‘87 Mens Sana). Le sue prestazioni<br />

sono veramente superiori ad ogni più rosea<br />

aspettativa e nella classifica dei nostri gio-<br />

vani è nettamente primo. In A1 ha una<br />

media realizzativa sopra i 10 punti con un<br />

minutaggio d’ impiego sui 20 minuti. Inoltre<br />

le sue magie stanno meravigliando l’Italia<br />

del basket che forse si accorge solo adesso<br />

di quello che lui sa fare da tempo (vedi il<br />

tap-in al PalaCalafiori di Reggio Calabria,<br />

simile nella tecnica e nella dinamica a quella<br />

che riportiamo nella foto - Finali Nazionali<br />

di Categoria a Biella); pertanto basterebbe<br />

solo seguire con più attenzione il<br />

basket giovanile per meravigliarsi meno e<br />

per fare, soprattutto, meno errori di valutazione<br />

sulle caratteristiche e capacità dei ragazzi.<br />

Per Luigi vi è l’ incognita della continuità<br />

essendo questa una componente non<br />

propria dell’ “ego giovanile”.<br />

● Pochi sono i nostri ragazzi impegnati<br />

in A2; il più positivo è Luca Vitali (‘86 Mens<br />

Sana) che a Montegranaro viaggia con una<br />

media di 9 punti in 52 minuti. Problemi per<br />

Lechthaler (‘86 Mens Sana) ed Agosta (‘84<br />

Virtus). Extra Mens Sana-Virtus, sempre in<br />

A2, grandi cose le sta facendo Danilo Gallinari<br />

(‘88 AJ Milano), in forza a Pavia con 20<br />

punti media partita in 55 minuti.<br />

● Nell’onda successiva, quella della B d’<br />

Eccellenza, le prestazioni sopra le righe sono<br />

due: quella di Mirko Carmine Cavallaro (‘86<br />

Mens Sana a Vigevano) con 13 punti m/partita<br />

in 24 minuti con un ottimo 67% da tre, e<br />

quella di Marco Giuri (‘88 Virtus) con 12<br />

punti m/partita realizzati con un 70% da due<br />

ed un 60% da tre. Cosa dire ?! Fantastici!.<br />

Buone, anche se inferiori nelle percentuali<br />

al tiro e nelle valutazioni, le prestazioni<br />

di Tommaso Marino (‘86 Mens Sana a<br />

Porto Torres), Davide Bruttini (‘87 Virtus) e<br />

Giovanni Fattori (‘85 Mens Sana a Cecina).<br />

Questi tre hanno, al momento, una capacità<br />

realizzativa di 12 punti m/partita per un minutaggio<br />

sui 20 minuti. Discrete, ma niente<br />

più, le prove di Francesco Gergati (‘87<br />

Mens Sana a Ribera) con 6,5 punti in 37 mi-<br />

Via dei Rossi - SIENA - Tel 05.77.28.08.80<br />

nuti, mentre consideriamo non buone le prestazioni<br />

al momento fornite da Ivan Scarponi<br />

(‘86 Men Sana a Porto Torres) con 5 punti<br />

m/partita in 15 minuti e soprattutto quella di<br />

Simone Berti (‘85 Mens Sana a Sant’ Antimo)<br />

con 3,5 punti m/partita in 22 minuti e<br />

con un negativissino 22% totale al tiro.<br />

● In B2 possiamo considerare soddisfacenti<br />

le prestazioni di Valerio Circosta ad<br />

Aprilia e di Luca Lenardon ad Arezzo, non<br />

possiamo ripeterci, però, nel caso di Luca<br />

Castelluccia (ex-Virtus) impegnato ad Olbia.<br />

Ma il mare (anche quello del basket), come<br />

ha detto Alvalenti, non sta mai fermo e dopo<br />

un flusso e riflusso tutto può cambiare. ■<br />

Il Bar<br />

Basket<br />

del Basket


LA VIRTUS DI COACH PIATTI NON RIESCE A DECOLLARE,<br />

MENTRE SI PROF<strong>IL</strong>A L’ADDIO A DAVIDE BRUTTINI<br />

Un copione<br />

già rivisto<br />

56 ba s ke t<br />

Non è stata una grande partenza quella<br />

della Mpv Virtus. Quattro sconfitte, di cui<br />

due, Atri e Fidenza, senz’altro evitabili, ed<br />

una sola vittoria con Ragusa. Inoltre, dopo<br />

appena un mese, la società rossoblù rischia<br />

di tornare sul mercato, perché Davide Bruttini<br />

potrebbe andare da subito in Fortitudo.<br />

In estate le speranze erano ben diverse,<br />

guardando il calendario. L’obiettivo era partire<br />

forte, non esagerando con i carichi di<br />

preparazione atletica, per sfruttare le prime<br />

giornate, ben sapendo che nella parte centrale<br />

del girone, sarebbero arrivati gli scontri<br />

più difficili con le migliori della classe.<br />

Fin da subito si è capito che il problema più<br />

grosso era la difesa: “Una squadra come la<br />

nostra non può permettersi di subire 85<br />

punti a partita. Dobbiamo aumentare la concentrazione<br />

e l’intensità”. Piatti ha parlato<br />

chiaro, anche se a dir la verità la prima vittoria,<br />

con Ragusa è arrivata segnandone<br />

100. In effetti in attacco la Virtus non pare<br />

avere problemi particolari. C’è un realizza-<br />

ANDREA MONCIATTI<br />

tore di lusso come Francesco Gori, stabilmente<br />

oltre i venti punti a partita, con ottime<br />

medie al tiro, e la squadra ha capito che<br />

deve servirlo. Gattoni ha mostrato a più riprese<br />

sprazzi del grande giocatore che è<br />

stato e che è, ma è ancora troppo alterno per<br />

essere quel “leader” che la Virtus cercava.<br />

Le poche buone notizie vengono dai<br />

giovani virtussini, Marco Giuri e Davide<br />

Bruttini. Il primo, classe ‘88, in sostanza all’esordio<br />

nei senior, ha davvero impressionato<br />

in quest’avvio. Gioca da veterano, con<br />

faccia tosta e dedizione. Viaggia ad oltre<br />

dieci punti di media, impara giorno dopo<br />

giorno, grazie anche a due “chioccie” come<br />

Macaro e Gattoni. Bruttini ha un po’ stentato<br />

all’inizio, ma anche lui come Soro, ha iniziato<br />

la preparazione in ritardo, ed è quindi<br />

comprensibile che non sia al top. Poi però si<br />

è sciolto nella gara con Ragusa, dimostrando<br />

che quando è in palla non ha molti avversari<br />

nel ruolo. Tra l’altro è uno dei pochi<br />

che riesce a meritare la sufficienza in difesa.<br />

Montepaschivita Virtus Siena<br />

4 Massimo Gattoni Play<br />

6 Massimo Macaro Play<br />

7 Francesco Amoni Ala<br />

10 Marco Giuri Play<br />

11 Simone Gatti Ala<br />

13 Luigi Spinelli Pivot<br />

14 Davide Bruttini Guardia-Ala<br />

16 David Farinon Pivot<br />

18 Francesco Gori Guardia<br />

20 Daniele Soro Ala-Pivot<br />

Filippo Alessandri Play<br />

Costantino Cutolo Guardia-Ala<br />

Giuliano Delli Carri Ala<br />

Antonio Fattorini Guardia<br />

Roberto Rullo Play-Guardia<br />

Davide Visigalli Ala<br />

Allenatore: Luigi Piatti<br />

Diverso il discorso per il settore lunghi.<br />

Gatti non ha continuità, e lo stesso si può<br />

dire di Farinon, poi c’è Soro, chiamato quest’anno<br />

ad un ruolo molto diverso, parte<br />

dalla panchina, ed anche lui ha bisogno di<br />

un po’ di tempo per entrare nella parte.<br />

Ma è ancora presto per esprimere giudizi<br />

definitivi. Questa squadra è tutta da decifrare.<br />

Piatti sa bene che il lavoro da fare è<br />

tantissimo, che il campionato può riservare<br />

sorprese sia in positivo che in negativo. Ora<br />

c’è da risolvere la questione Bruttini. Se dovesse<br />

approdare a Bologna da subito, la Virtus<br />

dovrebbe cercare di rimpiazzarlo con un<br />

giocatore di grande sostanza. Non sarà affatto<br />

facile, anche perchè può darsi che il sostituto<br />

non giochi nello stesso ruolo. Si parla<br />

di un pivot che possa dare una mano sotto<br />

canestro, dove la Virtus non convince, e<br />

questo porterebbe a diverse modifiche nell’assetto<br />

di squadra. ■


Una Ducato eclettica o forse lunatica<br />

che procede a ‘strappi’ in questo inizio di<br />

campionato.Quattro partite, metà vinte e<br />

questo è il bianco, poi l’altra metà perdute,<br />

è il nero come i colori della nostra città, in<br />

eterno armonico contrasto.<br />

Nel famoso contenitore mezzo pieno (o<br />

mezzo vuoto) è comunque positivo registrare<br />

un fatto nuovo: la crescita numerica del<br />

pubblico che ogni sabato segue la squadra di<br />

coach Zani al PalaCus, quando non si avventura<br />

in qualche trasferta a livello regionale,<br />

nella “calda” Pontedera o nella tribuna<br />

della difficile ‘cugina’aretina, in quel di San<br />

Giovanni Valdarno.<br />

Un pubblico più numeroso –e quindi un<br />

tifo sussidiario- è una delle condizioni per proseguire nella lunga marcia di<br />

avvicinamento a quella meta “segreta”, per<br />

ora soltanto sussurrata, che sotto metafora<br />

potremmo definire “l’Everest” del basket<br />

femminile nazionale. È questa una, potremmo<br />

dire, storica criticità di tutto il basket<br />

femminile nazionale ancora incredibilmente<br />

distante dai palcoscenici<br />

d’oltreoceano capaci di catalizzare forte<br />

interesse mediatico così da ‘produrre’ presenze<br />

di pubblico oltre le diecimila unità,<br />

ben superiori a quelle delle più famose platee<br />

nazionali maschili.<br />

Queste sono le cifre che accompagnano<br />

il mitico Dream Team femminile statunitense,<br />

l’unica formazione di basket al mondo a<br />

non aver mai bevuto dal calice della sconfitta;<br />

altro mondo e altro contesto ma comunque<br />

un modello a cui guardare con attenzione<br />

e certamente con senso della realtà.<br />

Dagli Usa ritorniamo in via del Costone<br />

con una bella notizia che riesce a cancellare<br />

quel 50% di amarezze sul parquet: una giovane<br />

atleta senese, già impegnata nel progetto<br />

nazionale “Azzurrina”, è stata convocata<br />

nella rosa allargata della nazionale Under 16.<br />

Il prospetto in maglia bianconera è una<br />

Roster Ducato Siena<br />

4 Rosaria Grillo Play-Guardia<br />

5 Iolanda Torre Pivot<br />

6 Jenny De Angelis Guardia<br />

7 Giulia Gallerini Pivot<br />

8 Giovanna Granirei Guardia<br />

9 Ntumba Madelene Guardia-Ala<br />

10 Valentina Detrassi Play<br />

11 Nadia Sampieri Pivot<br />

12 Maria Carli Play<br />

13 Barbara Cencettti Ala<br />

14 Giulia Sganga Ala<br />

15 Elena Riccardi Ala-Pivot<br />

16 Chiara Bozzi Play<br />

Allenatore: Alessandro Zani<br />

MENTRE LA PRIMA SQUADRA PROCEDE A STRAPPI,<br />

IN CASA DUCATO SI PENSA GIÀ AL FUTURO<br />

Le giovani promesse<br />

al centro di un<br />

ambizioso progetto<br />

FRANCESCO OPORTI<br />

classe ’91 - 14 anni appena compiuti- allenata<br />

dal responsabile tecnico delle giovanili<br />

costoniane, coach Pier Francesco Binella,<br />

coadiuvato da Lorenza Sorrentino e Duccio<br />

Petreni.<br />

Parliamo di Gianna Grenga, un grande<br />

sorriso a cascata su 185 cm. emozionata fino<br />

alle lacrime da questa “pioggia” improvvisa<br />

di notorietà e di richiesta d’interviste.<br />

Enorme la gioia e la soddisfazione da<br />

parte di tutta la dirigenza bianconera che<br />

vuole credere sempre di più nelle giovani<br />

generazioni anche in virtù-possiamo soltanto<br />

immaginarlo-di qualche riflessione sui risultati<br />

della prima squadra negli ultimi anni:<br />

nessuna “infamia”, anzi, in molte prestazioni<br />

dimostrazione di grande basket, ma non<br />

sempre sufficiente “lode” in proporzione<br />

alle energie profuse e alla concentrazione di<br />

‘talento’ (autentico o soltanto enfatizzato<br />

nei vari curricula) proveniente dalle più disparate<br />

piazze d’Italia. Ripartire dal ‘vivaio’<br />

potrebbe essere molto più di una semplice<br />

dichiarazione d’intenti. “Non mi confondete<br />

la Grenga” quasi urla coach Binella, ma<br />

quello che sembra un ordine è soltanto una<br />

“paura di creare imbarazzi emotivi” chiosa<br />

ancora Pier Francesco, per la giovane promessa<br />

costoniana che sarà già in ritiro fra<br />

pochi giorni a Caorle(Ve) agli ordini di<br />

coach Francesco Palazzino e della sua vice<br />

Stella Campobasso, responsabile di “Azzurrina<br />

Toscana”, già campionessa negli anni<br />

‘80 con oltre venti presenze in Nazionale.<br />

Il magico momento del settore giovanile<br />

femminile non dovrà essere un episodio<br />

ma “progetto strategico di medio e lungo<br />

termine con solide basi, dal minibasket alla<br />

prima squadra” proclama il dirigente costoniano<br />

Massimo Carli, anch’egli emozionato<br />

mentre legge e rilegge la lista della convocate<br />

in azzurro: sì, c’è scritto proprio Gianna<br />

Grenga, senese di Siena, e <br />

di Martina, la ventenne pivot della<br />

Ducato che a breve ritornerà nella prima<br />

panca di coach Zani dopo una lunga ma positiva<br />

fase di recupero fisico. Azzurrina che<br />

esce, e si parla di Giulia Sganga (classe ’89,<br />

oggi in prima squadra), per superamento dei<br />

limiti d’età del progetto, azzurrina che entra<br />

nel (quasi) Olimpo rosa e anche azzurrina<br />

che… scalpita preparandosi con serietà e<br />

determinazione per affiancare Gianna: è<br />

Elena Vezzosi, un’altra classe ’91 “figlia<br />

d’arte” di Roberta Bindi giocatrice senese<br />

che tanto ha contribuito alla crescita del basket<br />

rosa cittadino. Altre giovani promesse<br />

costoniane, nelle varie fasce d’età, sono già<br />

in ‘sorveglianza speciale’, per quel progetto<br />

strategico di cui parlava Carli, dirigente del<br />

giovanile. ■<br />

Elena Vezzosi<br />

Gianna Grenga<br />

ba s ke t 57


È un ottobre, quello costoniano, all’insegna<br />

di luci e di ombre, con le prime, tutto<br />

sommato e tutto sottratto, che superano le<br />

seconde.<br />

I numeri, il responso oggettivo in primo<br />

luogo: la squadra di Maurizio Tozzi ha centrato<br />

tre successi e due sconfitte in questo<br />

intenso mese iniziale del campionato di C1.<br />

La squadra costoniana è imbattuta in<br />

casa, grazie ai successi con il Prato e con il<br />

Reggello dell’inossidabile Bini; ha colto poi<br />

un importante e significativo successo lontano<br />

dal dodecaedro di Viale Sclavo, per la precisione<br />

in quel di Ponte San Giovanni, squadra<br />

perugina (il girone di quest’anno è<br />

tosco-umbro, quindi non ci sono trasferte in<br />

Sardegna).<br />

Queste sono le luci: per quanto concerne<br />

il discorso sulle ombre, ci sono le due<br />

sconfitte di Follonica e di Perugia -la più<br />

fresca- che bruciano, non certo per il fatto in<br />

sé, quanto per come sono maturate, cioè in<br />

modo davvero nettissimo.<br />

Si prenda quella in terra umbra: già all’intervallo<br />

Dell’Aquila e compagni erano<br />

sotto di 30 punti (57-27), e quindi la partita<br />

si era già virtualmente conclusa.<br />

Al di là dei meriti della squadra perugina,<br />

il Costone ha l’obbligo morale di lottare<br />

fino alla fine con dignità, cosa che –numeri<br />

alla mano- non ha fatto assolutamente. Una<br />

curiosità: le due sconfitte sono maturate<br />

concedendo agli avversari esattamente lo<br />

stesso numero di punti –90- a fronte di soli<br />

66 e 63 realizzati dalla compagine senese.<br />

Squadra rinnovata, quella costoniana<br />

targata Maurizio Tozzi:<br />

tanti giovani –come è sacrosanto<br />

che sia-, qualche<br />

giocatore d’esperienza.<br />

Il fatto è che si tratta<br />

–per quanto visto fino ad<br />

ora- di una squadra che dipende<br />

tanto, tantissimo,<br />

forse troppo, dagli unici<br />

due terminali offensivi<br />

davvero di peso: Dell’Aquila<br />

sotto canestro, capitan<br />

Castri da tre punti.<br />

Ci sono giocatori prettamente<br />

difensivi –alludiamo<br />

al ritorno di Martellucci,<br />

ma anche a<br />

Spampani e Firmati- che<br />

hanno una importanza<br />

quindi fondamentale per<br />

qualunque tipo di pallacanestro<br />

–e per quella di<br />

Tozzi in particolare-, ma<br />

ai quali non si può chiedere<br />

di fare canestro con<br />

continuità; ci sono elementi<br />

nuovi che devono<br />

trovare maggiore confidenza con il canestro<br />

che dovrebbero garantire un monte canestri<br />

senz’altro maggiore: pensiamo, è inutile girarci<br />

intorno, a giovani neocostoniani come<br />

Sprugnoli, Niccolò Bindi e soprattutto Corzani,<br />

vero oggetto misterioso di questo Costone<br />

2005/2006.<br />

In cabina di regia, perduto Niccolò<br />

Sensi approdato in quel di Grosseto, oltre a<br />

Niccolò Franceschini, che quest’anno ha la<br />

piena possibilità di dimostrare il suo valore,<br />

abbiamo un altro volto nuovo, Jacopo Bindi,<br />

fratello di Niccolò.<br />

È un giocatore che concede pochissimo<br />

allo spettacolo, ha una impostazione registica<br />

da play-maker proprio anni ’70, ma quello<br />

che contano sono gli assist e la lucidità della<br />

regia, e sembra che il ragazzo abbia le sue potenzialità:<br />

certo, non aspettatevi passaggi dietro<br />

la schiena o funamboliche penetrazioni,<br />

perché il giovane play maker costoniano preferisce<br />

l’essenziale al colpo ad effetto.<br />

In conclusione, un aggiornamento più<br />

esaustivo si potrà fare solo fra un mese,<br />

dopo quindi le prossime quattro gare di novembre:<br />

Acquasparra e Monsummano in<br />

casa, Pescia e Vaiano in trasferta.<br />

La cosa da augurarsi è che, anche in<br />

caso di sconfitta, la stessa arrivi dopo 40 minuti<br />

di ardore agonistico come quelli visti<br />

nelle due gare casalinghe, non certo per rassegnazione,<br />

neanche di fronte ad un avversario<br />

eventualmente più forte (e sempre tenendo<br />

presente che un pivot come<br />

Dell’Aquila e un tiratore da tre come Castri<br />

non ce l’ hanno tutte le squadre!)<br />

Montepaschivita Costone Siena<br />

4 Andrea Sprugnoli play-guardia<br />

5 NiccolòFranceschini Play<br />

6 Marco Dell’Aquila Ala-Play<br />

7 Stefano Martellucci Ala<br />

8 Tommaso Campini Ala<br />

9 Alessandro Castri Ala-Guardia<br />

10 Roberto Corzani Ala-Guardia<br />

11 Niccolò Bindi Guardia<br />

12 Filippo Franceschini Ala<br />

14 Federico Firmati Pivot<br />

15 Jacopo Bindi Play<br />

16 Francesco Spampani Ala-Pivot<br />

18 Luigi Bruttini Guardia<br />

Allenatore: Maurizio Tozzi<br />

GIRA E RIGIRA,<br />

I CONTI NON TORNANO<br />

PER LA SQUADRA DI TOZZI,<br />

ANCHE SE LE ATTENUANTI<br />

NON MANCANO<br />

Costone,<br />

più ombre<br />

che luci RAFFAELE<br />

Una citazione particolare, che non riguarda<br />

il Costone in senso stretto, ma un avversario<br />

della squadra senese: nelle file del<br />

Reggello si trova un certo Massimo Bini,<br />

ancora protagonista assoluto e capace di un<br />

minutaggio quasi completo.<br />

La cosa davvero notevole è l’età del giocatore,<br />

che –essendo del 1958- ha la bellezza<br />

di 47 anni.<br />

Complimenti per una longevità agonistica<br />

che ha pochissimi eguali. Quando il<br />

Reggello è venuto a Siena al dodecaedro,<br />

Tozzi ha dovuto alternare ben tre difensori<br />

ad uomo su Bini, prima Martellucci, poi Firmati<br />

e Spampani, ma fino a quando è subentrato<br />

un infortunio tutti sono stati in<br />

grande o grandissima difficoltà contro questo<br />

“ragazzo” del 1958!<br />

Senza facile e scontata retorica, si tratta<br />

di un vero e proprio esempio per tanti giovani,<br />

anche gialloverdi, ovviamente, perché<br />

arrivare a quella età giocando contro atleti<br />

che potrebbero tranquillamente essere dei<br />

figli, vuol dire essere uomini di sport 365<br />

giorni all’anno. ■<br />

ASCHERI<br />

ba s ke t 59


sport per tutti •Massimiliano Bruttini<br />

La Siena Nuoto Uisp, una realtà ormai consolidata nel panorama sportivo cittadino<br />

•A galla da trent’anni<br />

60<br />

Parlare di nuoto agonistico a Siena significa parlare di<br />

Siena Nuoto Uisp a.s.d.. Il gruppo sportivo svolge da 30 anni<br />

(fu costituito nel lontano 1975), attività nel nuoto agonistico.<br />

È sicuramente una delle Società più longeve del panorama<br />

nuoto toscano, solo la Rari Nantes Florentia può vantare origini<br />

ben più lontane.<br />

Il Siena Nuoto Uisp a.s.d. nel corso della sua esistenza ha<br />

rappresentato per tanti giovani senesi un momento importante,<br />

lasciando un’impronta che li ha poi accompagnati negli<br />

anni quando non erano più nuotatori agonisti, perché questa<br />

caratteristica non la si perde mai. Chi ha nuotato nuota per<br />

tutta la vita e prima o poi lo si ritrova in acqua impegnato in<br />

quello che più gli piace, nuotare. Abbiamo visto ex nuotatori<br />

rientrare in acqua per insegnare ai figli o li abbiamo visti (e<br />

sono tanti) rientrare in acqua per continuare, magari con<br />

obiettivi diversi, a misurarsi con se e con gli altri. Valga ad<br />

esempio il gruppo di Amatori (Master) che è composto essenzialmente<br />

da ex respiratori di cloro.<br />

Tornando comunque a parlare del nuoto agonistico e del<br />

Siena Nuoto Uisp a.s.d. dobbiamo ricordare come il gruppo<br />

sportivo abbia saputo mantenersi attivo pur nelle difficoltà<br />

nelle quali si trova, come la maggior parte delle Società che<br />

sviluppano attività di base. Nel corso degli anni il gruppo<br />

sportivo, di volta in volta guidato da vari gruppi dirigenti, ha<br />

avuto nelle sue file atleti di buon valore che spesso hanno figurato<br />

tra i migliori atleti in campo nazionale. Inutile fare<br />

nomi, si rischierebbe solo di dimenticarne alcuni, sono infatti<br />

tanti gli atleti che nel tempo hanno dato lustro alla Società<br />

portandola nei momenti migliori (ultimo decennio del secolo<br />

passato) nei primi 50 posti del ranking nazionale.<br />

Oggi il nuoto è cambiato, come sono cambiate tante cose<br />

nella vita quotidiana, non può essere paragonato a quello<br />

degli anni ottanta – novanta. Il cambiamento è stato repentino,<br />

dovuto ai meravigliosi risultati che i nostri nazionali ottengono<br />

in tutte le manifestazioni (qualcuno dei nostri, par-<br />

liamo di Luca Giannozzi (nella foto), è stato anche in corsa<br />

per entrare nell’olimpo del nuoto e ha pure dato qualche dispiacere<br />

a chi c’era già). Questo fenomeno, di per sé valido,<br />

comporta come riflesso la necessità di una professionalizzazione<br />

che non sempre è ottenibile. Accedere ai Campionati<br />

Italiani Giovanili per la categoria Ragazzi (14 – 15 anni) significa,<br />

ad esempio, nuotare un 100 Stile Libero con un<br />

tempo di circa 1,5 secondi più basso rispetto a dieci anni fa e<br />

lo stile libero si nuota nello stesso modo. Comunque il Siena<br />

Nuoto Uisp a.s.d. continua ad operare e mira la sua attività<br />

sempre più nell’interesse dei giovani e nel rispetto degli<br />

atleti. Da circa 4 anni, in collaborazione con il Comitato<br />

U.I.S.P. di Siena e grazie al suo appoggio anche di ordine economico,<br />

abbiamo iniziato un programma che prevede come<br />

base il rispetto dell’atleta. Questo in pratica deve avvicinarsi<br />

al nuoto, specializzarsi e poi fare agonismo, cercando in<br />

questo periodo di non essere sottoposto a stress, a carichi di<br />

lavoro troppo pesanti, in modo da garantirgli una vita natatoria<br />

quanto più lunga possibile. Contemporaneamente si<br />

stanno sviluppando altre attività che consentano ai nuotatori<br />

“delusi”, o meno motivati, di rimanere nell’ambiente<br />

acqua impegnati in attività che siano meno individuali ad<br />

esempio pallanuoto e nuoto sincronizzato, oppure nel triathlon,<br />

specialità sicuramente più “estrema”.<br />

In pratica non interessa avere “piccoli campioni”, inevitabilmente<br />

destinati all’abbandono più o meno precoce, ma interessa<br />

invece lo svolgimento di un’attività che consenta all’atleta<br />

di operare e di misurarsi in un ambiente quanto più<br />

rispondente alle proprie necessità.<br />

Fulcro importante di questo progetto, è la possibilità di<br />

utilizzare la vasca scoperta degli impianti dell’Acquacalda,<br />

che ci auguriamo, sarà presto riconvertita in impianto da utilizzare<br />

anche in inverno. Tale spazio consentirà di sviluppare<br />

le attività agonistiche in modo sostanzialmente diverso rispetto<br />

all’attuale. ■

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!