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La prima parte della stagione va in archivio<br />

con i primi responsi che , per ciò che<br />

riguarda i colori bianconeri, hanno dato indicazioni<br />

positive seppur contrastanti. Una<br />

squadra di qualità capace di far divertire e<br />

di giocare un calcio piacevole alla quale,<br />

fino ad ora, è mancato un pizzico di equilibrio.<br />

Del resto, possiamo sicuramente affermare<br />

che si tratta di un pegno quasi<br />

scontato da pagare quando si ha a che<br />

fare con una rosa fortemente rinnovata e<br />

che deve nel contempo riuscire a far coesistere<br />

ed amalgamare diversi elementi di<br />

qualità. Se nelle stagioni precedenti, infatti,<br />

l’organico bianconero poteva puntare su<br />

un fuoriclasse che inevitabilmente catalizzava<br />

le giocate bianconere (leggi Enrico<br />

Chiesa), in questo campionato al bomber<br />

ligure si sono aggiunti, solo per citare il reparto<br />

avanzato, due giocatori come Locatelli<br />

e Bogdani la cui contemporanea presenza<br />

sul terreno di gioco, da una parte<br />

garantisce un rendimento elevato in fase<br />

di finalizzazione, dall’altra necessità di<br />

un’applicazione pressoché perfetta dei<br />

movimenti in fase di non possesso. Movimenti<br />

determinanti per garantire un’efficace<br />

copertura del campo.In ogni caso,<br />

quando la palla è là davanti, i problemi riguardano<br />

soprattutto le squadre avversarie<br />

che devono contrastare essenzialmente<br />

l’imprevedibilità del tridente bianconero.<br />

Ed è proprio degli avversari bianconeri<br />

che vogliamo parlare in questo spazio tecnico,<br />

focalizzando l’attenzione sul<br />

mese di novembre, durante il<br />

quale la squadra di De Canio<br />

dovrà affrontare nell’ordine<br />

Chievo, Lecce<br />

e Reggina.<br />

CHIEVO. Dopo una stagione, quella<br />

passata, in cui la società del presidente<br />

Campedelli ha rischiato la retrocessione, in<br />

questo campionato i gialloblù sembrano<br />

aver riallacciato il collegamento con il “vecchio”<br />

Chievo dei miracoli. Un nuovo tecnico,<br />

Pillon, per un progetto collaudato (il 4-<br />

4-2) ed un organico pressoché invariato<br />

rispetto allo scorso anno se si esclude<br />

quello che sembra il nuovo fenomeno proveniente<br />

dal continente africano, quell’Obinna<br />

che preso in prestito dall’Inter<br />

l’angolo tecnico<br />

Un trittico per fare ‘cassa’<br />

Riccardo Giacopelli<br />

per giocare nella Primavera, si è dimostrato<br />

giocatore dalla progressione devastante,<br />

dal dribbling spesso decisivo e dal gol<br />

facile. Una squadra, quella clivense, che fa<br />

dell’ordine e del rispetto dei dettami tattici<br />

il proprio punto di forza, con un collettivo<br />

senza grosse individualità, e con un gioco<br />

semplice ma nel quale il giocatore in possesso<br />

di palla conosce sempre esattamente<br />

i movimenti dei compagni. Spesso D’Anna<br />

& C. faticano ad imporre il loro gioco,<br />

molto meglio va quando la squadra di Pillon<br />

attende compatta l’offensiva avversaria<br />

per poi ripartire velocemente sugli esterni<br />

favorendo così il taglio per gli attaccanti e<br />

l’inserimento dei centrocampisti.<br />

LECCE. Iniziamo subito con un affermazione<br />

difficilmente contestabile: gestire<br />

il dopo-Zeman, è veramente complicato,<br />

specie quando, come nel caso del Lecce<br />

dello scorso campionato, la squadra allenata<br />

dal tecnico Boemo è riuscita a coniugare<br />

lo spettacolo ( immancabile marchio<br />

di fabbrica “zemaniano”) ai risultati (altalenanti<br />

certo, ma che hanno comunque portato<br />

alla salvezza). Ed infatti il giovane tecnico<br />

Gregucci è rimasto subito stritolato<br />

dalla pesante eredità pagando<br />

con l’esonero per colpe,<br />

10<br />

sicuramente, non tutte sue. Al suo posto<br />

una vecchia conoscenza bianconera: Silvio<br />

Baldini, l’unico forse, tra i tecnici rimasti<br />

in “piazza”, a possedere una personalità<br />

così forte da poter gestire il difficile<br />

ambiente salentino. Il Mister toscano ha riproposto<br />

subito il modulo 4-2-3-1 già sperimentato<br />

felicemente prima ad Empoli e<br />

poi a Palermo. Difesa a quattro, appunto,<br />

poi il duo di centrocampo che unisce il fosforo<br />

e la classe di Ledesma alla corsa di<br />

Del Vecchio, più avanti la linea a tre che<br />

amalgama la velocità di Konan alle qualità<br />

teniche di Valdes e Pinardi. Terminale offensivo<br />

Vucinic. Squadra che, come il<br />

Chievo, gioca molto sulle ripartenze ma<br />

con un approccio completamente diverso:<br />

poche palle sulle fasce e molte verticalizzazioni<br />

veloci alla ricerca della profondità.<br />

REGGINA. La squadra di Mazzarri non<br />

sembra in grado, almeno per quanto visto<br />

fino ad ora, di confermare i buoni risultati<br />

della stagione precedente. Diversi sono i<br />

fattori a supporto di tale ipotesi, alcuni tecnici<br />

(in attacco la partenza di Bonazzoli e<br />

l’infortunio di Bianchi privano di fatto la<br />

squadra dell’indispensabile punto di riferimento<br />

offensivo, visto che Cavalli sembra<br />

ancora acerbo), altri ambientali (il feeling<br />

tecnico-società-tifosi ha subito alcuni cedimenti,<br />

ed, inoltre, il “fattore Granillo” non<br />

sembra avere la stessa incidenza rispetto<br />

al recente passato). Il Mister amaranto sta<br />

tentando di limitare le difficoltà in zona gol<br />

impiegando contemporaneamente due<br />

mezze punte in un modulo (il 3-4-2-1) che<br />

per quanto visto fino ad ora non può prescindere<br />

dalle invenzioni dell’ex bianconero<br />

“Ciccio” Cozza e dagli inserimenti dell’ex<br />

Livorno Vigiani, ma che sia nei quattro<br />

di centrocampo che nei tre di difesa presenta<br />

evidenti limiti tecnici. ■<br />

Il brasiliano Siqueira de Oliveira Luciano<br />

del Chievo

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