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zapping<br />

Dalle mazze ferrate ai tacchetti,<br />

è lo spirito che conta<br />

Vincenzo Coli<br />

Animo, fratelli. L’anno scorso non avevamo<br />

vinto la battaglia di Montaperti, quest’anno<br />

non abbiamo perso la battaglia di<br />

Colle Val d’Elsa (1269: data un po’ rimossa<br />

ma segnò l’inizio del declino senese rispetto<br />

a Firenze). E soprattutto non c’è<br />

stata la temuta guerra fra tifoserie, a parte<br />

l’episodio deplorevole dell’aggressione al<br />

presidente De Luca. Come il Palio è la trasfigurazione<br />

simbolica dello “spirto guerriero”<br />

messo in quarantena<br />

nel 1555 e<br />

lasciato implodere<br />

nelle giostre cittadine,<br />

la partita di palloneSiena-Fiorentina<br />

- non diciamo<br />

niente di nuovo - è la<br />

proiezione esterna<br />

di questo animus, il<br />

regolamento di conti<br />

ancestrali lasciati in<br />

sospeso ed edulcorati<br />

se non nel contenuto<br />

almeno nella<br />

forma: i tacchetti<br />

possono far male, le<br />

mazze ferrate molto<br />

di più. La ‘riavuta’ è<br />

stata oggettivamente<br />

difficile da organizzare<br />

su un<br />

campo di calcio: i gigliati<br />

sempre al vertice,<br />

da Lojacono a<br />

Batistuta, i bianconeri<br />

arrabattati a navigare<br />

a vista tra le<br />

serie C e D, e in<br />

mancanza di meglio<br />

il testosterone è<br />

scorso a fiumi nei<br />

derby col Livorno.<br />

Poi il pendolo della<br />

storia calcistica ha<br />

fatto salire noi e<br />

scendere di brutto<br />

loro, finché le lancette<br />

dell’orologio non si sono finalmente incontrate.<br />

Dopo il flop del campionato scorso,<br />

lo “scarpaio” (la definizione non è<br />

nostra, ma della signora Anna Falchi in Ricucci)<br />

ha fatto le cose per bene, e l’effetto<br />

dei miliardi spesi finalmente si vede.<br />

Quanto al Roburrone, non sempre il cuore<br />

di una squadra può bastare per portare a<br />

casa la vittoria, ma riesce a sintonizzarsi<br />

con quello dei tifosi, se continua a battere<br />

con questo fervore. Vi pare poco?<br />

E bravo Cicciocozza, che ha ritrovato<br />

l’habitat nella sua Reggio Calabria dove<br />

ha ripreso a segnare e a infiammare la<br />

curva. Rapporto esaurito con la crisi del<br />

settimo mese (il calcio ha tempi decisamente<br />

compressi rispetto alla fisiologia<br />

amorosa), quello tra il fantasista e la nostra<br />

città - scusate se torno sull’argomento<br />

- non è stato il solo caso di matrimonio<br />

sportivo finito male. Per un capitan Mignani<br />

che qui trova moglie e identità contradaiola,<br />

per uno Zukauskas che mette radi-<br />

19<br />

ci e s’ispira per allargare la famiglia, per<br />

uno Stefanov che non ha mai imparato<br />

una parola d’italiano ma si sentiva perfettamente<br />

senese, e quando decisero di non<br />

rinnovargli il contratto i dirigenti della Mens<br />

Sana non sapevano come dirglielo, qualche<br />

caso di rigetto ci può stare. Ci è venuto<br />

in mente il povero Claudio Malagoli, ala<br />

tiratrice che da Varese, dove aveva giocato<br />

con Meneghin e Bob<br />

Morse, nei primi anni ottanta<br />

venne a crivellare retine in<br />

viale Sclavo. Firmò il contratto,<br />

fece un giro in città, visitò<br />

i musei, assaggiò pici e<br />

ribollita e soppesò le due o<br />

tre ipotesi di casa in affitto<br />

proposte dalla società, che<br />

pensava di sistemarlo in<br />

centro. Macché. Malagoli<br />

chiese se c’era un posto lontano<br />

da città ma abbastanza<br />

comodo per venire ad allenarsi,<br />

e si sistemò a Colle<br />

val d’Elsa. Senza offesa per<br />

l’amor proprio di nessuno.<br />

Sui gusti non si discute. C’è<br />

anche chi (per la verità non<br />

un uomo ma una signora,<br />

produttrice televisiva) ha definito<br />

la Ferilli una cozza,<br />

con la c minuscola. Mettiamola<br />

così: certi tipi sono refrattari<br />

alla sindrome di<br />

Stendhal, vogliamo fargliene<br />

una colpa?<br />

Primo mese di basket<br />

giocato, dopo un’astinenza<br />

che sembrava interminabile.<br />

La Mens Sana vola, e Dan<br />

Petersen torna a fare pronostici.<br />

O presagi, detti da lui.<br />

Respirano di sollievo Bologna,<br />

Roma e Milano che<br />

non convincono appieno il<br />

mago, si toccano i gioielli di<br />

famiglia Treviso e, guarda<br />

caso, Siena, ambedue ritenute le meglio<br />

attrezzate. In 48 ore ha anche appioppato<br />

a due giocatori diversi, molto diversi, l’etichetta<br />

di Nowizki italiano, e anni a venire<br />

assai vincenti: il giovanissimo Bargnani e il<br />

nostro scafato Stonerook. Si decidesse, il<br />

vecchio Dan. I due ragazzi, nell’attesa,<br />

sono andati a farsi benedire. ■

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