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Mentre il mondo del basket è agitato<br />

dalla vicenda del futuro numero degli italiani<br />

da inserire in organico, argomento sul<br />

quale era auspicabile una soluzione, ma che<br />

come al solito non ha visto individuati equilibri<br />

temporali atti ad armonizzarne gli effetti,<br />

il campionato si mette alle spalle la<br />

prima convulsa raffica di partite e, in ottica<br />

tutta senese, sono molti i motivi di soddisfazione<br />

che hanno accompagnato le prime<br />

uscite della Montepaschi.<br />

Infatti se erano molti coloro che si auguravano<br />

un buon inizio di campionato per<br />

i colori biancoverdi, pochi sicuramente avevano<br />

previsto la perentorietà che ha accompagnato<br />

le vittorie senesi.<br />

Sta tutta qui la partenza sprint degli uomini<br />

di Recalcati, a cavallo tra capacità di<br />

sfruttare le occasioni offerte dal calendario e<br />

capacità di sorprendere per il livello di gioco<br />

espresso, rinfocolando quell’entusiasmo che<br />

l’alterne vicende dello scorso campionato<br />

avevano sopito, ma che rimaneva sotto traccia<br />

in attesa di scoprire il nuovo volto del<br />

gruppo assemblato nel corso dell’estate.<br />

E come per tutte le attese, tra prudenza<br />

e speranze, era forte il desiderio di misurare<br />

le aspettative della squadra di fronte ad un<br />

inizio di campionato a ragione considerato<br />

invitante, ma che al tempo stesso avrebbe<br />

potuto amplificare dubbi e perplessità in<br />

caso di battute d’arresto contro avversari<br />

giudicati abbordabili.<br />

La sconfitta di Varese cambia l’aspetto<br />

statistico del cammino senese, ma non modifica<br />

in assoluto il giudizio sulla Montepaschi,<br />

capace di aggredire il campionato con<br />

una grande determinazione. E questo è un<br />

valore che va oltre le vittorie.<br />

Innanzitutto non può sfuggire come un<br />

gruppo rinnovato, anzi sarebbe meglio dire<br />

rifondato, per 8/12, difficilmente sia in<br />

grado di produrre in un così breve tempo<br />

un’identità tanto spiccata, basta guardarsi<br />

intorno e volgere lo sguardo alle avversarie<br />

deputate della Mens Sana, per rendersi<br />

conto come il concetto di cambiamento si<br />

sposi con termini quale attesa, transizione,<br />

difficoltà; tutti vocaboli che indicano nella<br />

parte iniziale della stagione una fase di passaggio<br />

densa di problemi e caratterizzata da<br />

uno specifico lavoro, che ha come obiettivo<br />

quello di raggiungere nel minor tempo possibile<br />

una dimensione, la più vicina possibile,<br />

a quella definitiva.<br />

Lungi dal pensare che la Montepaschi<br />

abbia concluso questo iter, rimane la considerazione<br />

di come la squadra senese, accanto<br />

alla solitaria conquista della testa del<br />

campionato addirittura alla quarta giornata,<br />

abbia soprattutto già trovato degli equilibri<br />

importanti che ruotano essenzialmente sulla<br />

tenuta difensiva dell’intero gruppo, la cui<br />

LA PRIMA SCONFITTA DOPO CINQUE VITTORIE<br />

NON INFICIA I POSITIVI GIUDIZI<br />

SULLA NUOVA SQUADRA BIANCOVERDE<br />

Una Montepaschi<br />

dall’identità già spiccata<br />

capacità fisica, mentale e tattica ha prodotto<br />

dei risultati facilmente leggibili alla luce di<br />

numeri assolutamente ineccepibili.<br />

Concedere percentuali appena superiori<br />

al 40% da due e addirittura inferiori al 30%<br />

da 3, dominare a rimbalzo ed avere un saldo<br />

attivo consistente tra palle recuperate e<br />

perse, sono tutti indicatori di una consistenza<br />

difensiva non casuale e sulla quale risulta<br />

assai molto più semplice costruire un<br />

buon attacco.<br />

Certo può rischiare di pesare una pericolosa<br />

tendenza che è quella di avere percentuali<br />

scadenti dalla lunetta come è accaduto a<br />

Varese, ma al di là di questo aspetto, sul quale<br />

è logico immaginare un impegno costante a<br />

migliorarsi, la Montepaschi è una squadra<br />

che sa esaltarsi in transizione ed il ritmo,<br />

tanto ricercato sin dall’inizio della stagione,<br />

trova una sua logica anche in chiave offensiva,<br />

dove il pallone si muove già con grande<br />

scioltezza e la spaziatura tra i vari giocatori<br />

permette di evitare sovrapposizioni.<br />

Cambiano gli uomini ma la filosofia di<br />

Recalcati rimane la stessa, con i lunghi a<br />

muoversi molto sul perimetro, capaci di fare<br />

gioco e colpire dalla distanza, questo perché<br />

la Montepaschi ha lunghi che sanno coniugare<br />

fisicità, velocità e tecnica, mentre i piccoli<br />

indifferentemente possono colpire in<br />

penetrazione e rendersi pericolosi sull’arco.<br />

La palla staziona pochissimo nelle mani<br />

dei giocatori. Rispetto allo scorso anno sono<br />

molti di meno i palleggi che inframezzano la<br />

manovra bianco-verde, sintomatica la capacità<br />

della squadra senese di gestire il gioco<br />

sui cambi di difesa avversaria, frutto di una<br />

disposizione in campo e di un allenamento<br />

mentale tale da ammortizzare i problemi inerenti<br />

al cambio di giochi a seconda che si attacchi<br />

una difesa ad uomo o a zona.<br />

Sorprendente non è tanto il fatto che si<br />

sia raggiunto già un ottimo equilibrio, quanto<br />

il tempo che è stato necessario per raggiungere<br />

questi risultati, che potranno essere<br />

messi in discussione nel corso del<br />

campionato da esami più probanti, ma al<br />

tempo rappresentare le fondamenta sulle<br />

quali continuare a crescere le ambizioni<br />

biancoverdi.<br />

Non possiamo ovviamente dimenticare<br />

come il tutto si sia materializzato in un contesto<br />

non immune da difficoltà. Le assenze<br />

per infortunio di uomini come Kaukenas e<br />

Woodward hanno colpito figure non secondarie<br />

del gruppo, ma sarebbe falso affermare<br />

che la squadra ha percepito lo stato di difficoltà<br />

in loro assenza, anzi è parsa ancora<br />

più evidente una caratteristica di questa<br />

squadra, cioè la capacità di scoprire protagonisti<br />

diversi di volta in volta, sfruttando la<br />

mancanza di egoismi controproducenti proprio<br />

per il gruppo stesso.<br />

Certo non tutti i mali vengono per nuocere.<br />

Basta pensare alle scelte obbligate imposte<br />

dalla mancanza del passaporto sloveno di<br />

Boisa e dal ritardo nella procedura di naturalizzazione<br />

di Stonerook, che in primo luogo<br />

hanno determinato il mancato arrivo di Sanders<br />

e poi dischiuso le porte del campo ad un<br />

Datome che, stante anche le assenze alternate<br />

dei due esterni senesi, ha trovato spazi<br />

tanto insperati quanto egregiamente sfruttati<br />

dalla diciottenne promessa mensanina.<br />

MAURO BINDI<br />

ba s ke t 39

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