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27/ reportage<br />
SE LO TSUNAMI DIVENTA UNA SQUADRA<br />
di Augusto Mattioli<br />
Settembre 2005. In un paese di pescatori nei pressi di Pondicherry, in Tamil Nadu. Una<br />
delle zone del sud dell’India più colpite dallo Tsunami Nel dicembre dello scorso anno.<br />
Dove siamo andati per capire come vanno avanti i progetti<br />
finanziati dal comitato Terre di Siena Tamil Nadu – Sri<br />
lanka e che vengono concretizzati grazie alla collaborazione<br />
con alcune organizzazioni non governative, il Ciai, Centro<br />
italiano assistenza infanzia, Mani Tese, Ucodep.<br />
In una riunione di pescatori arriva un anziano dalla faccia<br />
scavata, accompagnato da un giovane con una maglietta<br />
celeste di taglio sportivo. Non ci sbagliamo quando<br />
riusciamo a leggere una scritta: “Tsunami volley club tourament<br />
2005”. Il ragazzo ci conferma di far parte di una<br />
squadra di pallavolo che gioca nella zona. Un modo per tornare<br />
ad una normalità peraltro assai difficile. Perché lo tsunami<br />
ha distrutto nei villaggi dei pescatori le barche o i catamarani,<br />
mentre gli agricoltori non possono coltivare la<br />
terra invasa dall’acqua salata e dalla quale ricavano quel<br />
poco che avevano per andare avanti. E che ora deve vivere<br />
degli aiuti della cooperazione internazionale.<br />
Lo sport è certamente l’ultima delle preoccupazioni in<br />
questo grande paese già povero di suo (ma dove non mancano<br />
anche elementi di forte sviluppo) dove gran parte delle persone non ce la fa a vivere<br />
come avrebbe diritto qualsiasi essere umano. Eppure nel corso del viaggio in questo<br />
paese, di cui abbiamo visitato soltanto una piccolissima parte, abbiamo visto anche solo<br />
dalla macchina giovani e giovanissimi in spazi più o meno attrezzati giocare a cricket,<br />
sport tradizionale inglese, ma che in India, che è stata una colonia di sua maestà britannica,<br />
è ancora il più popolare e seguito. Come da noi il calcio.<br />
Vista da vicino la vita della gente è davvero molto difficile, anche se almeno questa è<br />
stata la nostra impressione. Le difficoltà non sembrano però fiaccarne la voglia di lottare.<br />
Ma lo doveva essere ancora prima dell’onda anomala di quasi un anno fa che anche da<br />
queste parti ha fatto tantissime vittime, anche bambini. Un viaggio difficile, certo molto<br />
diverso da quelli dei turisti comuni. Non solo per il caldo umido che ti taglia le gambe.<br />
Non solo per i problemi causati da un diverso modo di alimentarsi o di bere . È quello che<br />
ti è passato davanti che te lo ha reso tale . La povera capanna subito fuori dell’ albergo<br />
di ottimo livello dove assieme agli animali, al cane che abbaia, peraltro senza convinzione,<br />
all’intruso che invade il suo territorio, dormono per terra bambini e anziani. La mendicante<br />
che la mattina presto ti chiede le dieci rupie (un euro circa) che poi consegna ad<br />
un uomo ben vestito che probabilmente la sfrutta. Il mercato del pesce dove la merce è<br />
letteralmente coperta dalle mosche, inutilmente scacciate dalle venditrici che guardano<br />
di traverso chi le fotografa. I bambini abbandonati di cui si cura un centro gestito da suore<br />
cattoliche che abbracciano chiunque dimostri loro interesse e affetto. La gente che di<br />
notte dorme in mezzo allo sterco di vacca sacra perché evidentemente non può disporre<br />
di una casa propria. La donna che nel campo temporaneo di accoglienza nei pressi di<br />
Kaniakumari, nell’estremo sud dell’India, ci mostra la disperazione che si legge negli<br />
occhi, la misera capanna dove sarà costretta a vivere a lungo e che un soffio di vento più<br />
forte potrebbe far crollare.<br />
A fronte di queste poche immagini si vede, in forte contrasto, la ricchezza esibita e<br />
forse anche arrogante di persone che girano con fuori strada da migliaia di euro o frequentano<br />
locali che non sfigurerebbero neanche da noi.<br />
Quanta differenza con il giovane con la maglia celeste da pallavolo o con i giovani che<br />
giocano a cricket con tanto entusiasmo. Ma restano anche delle immagini belle. La gioia<br />
delle donne che hanno la possibilità di vivere grazie ad una mucca che produce latte la<br />
cui vendita consente di far quadrare il magro bilancio familiare. L’entusiasmo e la voglia<br />
di vivere dei bambini. La gentilezza delle persone. La felicità delle ragazze alle quali è stata<br />
regalata una bicicletta per poter andare a scuola perché le famiglie non si possono permettere<br />
neanche il biglietto del bus. Maledetto tsunami. ■