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€€uro 2,,000 www.mesesport.it<br />
Mensile di critica e attualità sportiva - 213 - novembre 2005<br />
Spedizione in A.P. 70% - Art. 2 comma 20/D - L. 662/96 - Filiale di Siena<br />
Armani e Chievo: una domenica da urlo
Direttore<br />
Mario Ciani<br />
Direttore responsabile<br />
Paolo Corbini<br />
Direzione – Redazione – Fotolito<br />
Bernard & Co.<br />
Strada di Busseto 18 -C2/3 – Siena<br />
Tel. 05.77.28.53.74<br />
Fax 05.77.22.10.14<br />
E-mail: redazione@mesesport.it<br />
Edito e stampato presso<br />
Arti Grafiche Ticci<br />
Loc. Pian dei Mori 278 - Sovicille (Si)<br />
Tel. 05.77.34.92.22<br />
Fax 05.77.34.93.66<br />
Autorizzazione del Tribunale di Siena n. 430<br />
del 27.01.1983<br />
Hanno collaborato a questo numero:<br />
Raffaele Ascheri, Corrado bagella, Duccio Balestracci, Luca Bianchin, Mauro Bindi, Giancarlo Brocci,<br />
Andrea Bruschettini, Massimiliano Bruttini, Fabio Cannoni, Barbara Cerretani, Mario Ciani, Chiara Cicali,<br />
Vincenzo Coli, Fabio Fineschi, Stefano Fini, Riccardo Giacopelli, Emilio Giannelli, Daniele Giannini,<br />
Antonio Gigli, Luca Luchini, Mauro Mancini Proietti, Simone Marrucci, Augusto Mattioli, Andrea Monciatti,<br />
Roberto Morrocchi, Francesco Oporti, Gigi Rossetti, Senio Sensi, Rudi Simonelli, Antonio Tasso, Matteo Tasso,<br />
Francesco Vannoni.<br />
Fotografie di Paolo Lazzeroni e Augusto Mattioli<br />
Collaborazione fotografica: Fabio Di Pietro<br />
Editing: Francesco Vannoni – Sito web: Olivia Agnelli<br />
Progetto grafico: Bernard Chazine<br />
editoriale<br />
Più rock che lento<br />
Il tormentone di Celentano è appena cominciato,<br />
ma già si sprecano i tentativi di imitazione. Nel<br />
mondo dello sport soprattutto, ma non solo. Da<br />
noi, ad esempio, non è un esercizio facile individuare<br />
chi fra Siena e Mens Sana è lento o rock.<br />
Stabilito che vie di mezzo non ci sono, cominciamo<br />
col dire che i bianconeri, attestati a metà<br />
www.mesesport.it<br />
numero<br />
213<br />
novembre 2005<br />
ANNO XXIII<br />
classifica e saldamente a 9 punti dalla serie B,<br />
sono certamente rock. Anche perché in difesa<br />
lenti lo sono sempre. E poi è tutto relativo:<br />
qui ci si batte contro il meglio del calcio italico,<br />
e qualche…lentezza ci può stare.<br />
Anche la Montepaschi, che prima di perdere la sua<br />
imbattibilità a Varese, era sicuramente rock,<br />
con la sconfitta a Masnago non è che può passare<br />
subito all’altra sponda, perché la sua posizione<br />
di vertice è sempre integra e nel prossimo<br />
turno ha la possibilità di schiarirsi le idee<br />
direttamente con gli avversari milanesi suoi<br />
coinquilini.<br />
E le altre squadre senesi di livello?<br />
La squadra femminile della Ducato, che ha seguito<br />
di una serie di circostanze sfortunate si<br />
trova in una posizione di classifica a lei poco<br />
congeniale, è sicuramente lenta. Era partita<br />
rock, ma poi ha dovuto ricredersi. Lo stesso dicasi<br />
per la Virtus, al via per l’ennesima volta<br />
con l’obiettivo di non ripetere le esperienze<br />
precedenti, ma finita fin da subito fra i lenti.<br />
Come il rinnovatissimo Costone, che trova più<br />
difficoltà del previsto a plasmarsi, nonostante<br />
la lunga permanenza in C1. Chi non fa mistero<br />
di appartenere alla categoria del rock, è<br />
sicuramente il Cus basket maschile, ancora imbattuto<br />
capolista dello stesso campionato,<br />
mentre qualche difficoltà di collocazione trova<br />
per ora la squadra femminile di volley del Cus,<br />
neo promossa in B1.<br />
Questo relativamente alle squadre che hanno un<br />
respiro nazionale. Poi ci sono i vari personaggi<br />
che si muovono all’interno delle stesse, ma<br />
fare dei nomi in questo caso equivarrebbe a<br />
tracciare una riga fra buoni e cattivi, fra belli e<br />
brutti, fra bravi ed incapaci, e qui nessuno<br />
vuole fare liste di proscrizione… Al massimo<br />
ci si può limitare a dire che non basta essere<br />
rock per essere anche i migliori, oppure che<br />
tanti lenti sono tali perché non messi nella condizione<br />
di essere rock. Per ora può bastare. ■
Questa volta non c’è che l’imbarazzo<br />
della scelta: è stato il mese dell’emozionante<br />
vittoria dell’Olimpico contro la<br />
Roma (d’accordo, non è più una novità,<br />
ma fa sempre un bell’effetto…), o quello<br />
della discussa sconfitta coi viola con annessa<br />
aggressione a De Luca; quello del<br />
rocambolesco tre a tre con la Samp, oppure<br />
quello del blitz di Treviso?<br />
Per quanto ci riguarda un po’ di tutto,<br />
perché sono episodi che in qualche<br />
modo entrano a far parte della piccolagrande<br />
storia della Robur, non fosse<br />
altro che per testimoniarne la presenza<br />
sul più importante palcoscenico del calcio<br />
italiano. Che non è affatto scontata.<br />
Prendiamo la gara di Roma: Spalletti<br />
ha detto che il Siena si è chiuso per<br />
tutta la partita e non meritava di vincere.<br />
È la sua opinione, rispettabilissima.<br />
Però non può dire che si è solamente<br />
difeso quando sul 2 a 2, anziché difendere<br />
un risultato già prestigioso, è andato<br />
a segnare e vincere con un terzino!<br />
La sconfitta nel derby chiama in<br />
causa altri elementi di discussione. L’inattesa<br />
esclusione di Chiesa e Locatelli,<br />
l’incapacità di opporsi efficacemente<br />
sulla metà campo alle scorribande dei<br />
gigliati, ma soprattutto una fragilità difensiva<br />
che si fa seria. Specie se non si<br />
riesce a segnare il cosiddetto ‘gol in<br />
più’. Che la scelta di De Canio sia stata<br />
un po’ cervellotica, è fuori dubbio. Nessuno<br />
può pensare di lasciare in panca i<br />
due principali finalizzatori di una squadra<br />
con l’attenuante che ci sono due<br />
impegni in quattro giorni (se questo è il<br />
motivo vero), perché ogni partita va vissuta<br />
a sé, indipendentemente dalle<br />
scorie che può lasciare.<br />
Ma è soprattutto il discorso sulla tenuta<br />
della retroguardia che continua a<br />
suscitare perplessità. Nello spazio stretto<br />
i nostri difensori sanno come cavarsela,<br />
se non altro per il mestiere. È quando<br />
si vedono affrontare in campo aperto<br />
e sono presi in velocità che non riescono<br />
più a tamponare. Certamente anche<br />
con la complicità di un centrocampo che<br />
non fa sufficientemente filtro.<br />
È un problema di uomini o di schemi?<br />
I primi ci sarebbero, ma si portano<br />
dietro storie personali tutte da dimenticare.<br />
Se riusciranno a superare in fretta,<br />
il Siena si troverà con una retroguardia<br />
fra le migliori dell’intera serie A, ma<br />
ancora devono farlo. Forse è passato<br />
troppo poco tempo. Intanto qualcuno<br />
su cui si sprecavano le scommesse<br />
(vedi Tudor), tarda a venir fuori ed a recuperare<br />
quel ruolo di allenatore in<br />
campo già felicemente recitato la stagione<br />
scorsa. Ed è quindi già un mezzo<br />
problema questo. L’altro mezzo chiama<br />
in causa lo schieramento, nel senso che<br />
le soluzioni proposte da De Canio rispondono<br />
sì ad una certa logica (basta<br />
vedere come la squadra si distende in<br />
certi momenti, con quale fluidità scorre<br />
la manovra), ma dopo un quarto di stagione<br />
è lecito pretendere una maggiore<br />
continuità di scelte. Intanto risolvendo il<br />
dubbio sulla difesa: a tre o a quattro?<br />
Siamo sicuri che cambiare tutte le volte<br />
disposizione non crea qualche difficoltà<br />
di affiatamento fra uomo e uomo, e<br />
forse anche fra reparto e reparto? Non<br />
sarebbe meglio puntare su uno schema<br />
collaudato con elementi collaudati? Individuare<br />
cioè una squadra tipo e su<br />
quella innestare tutte le variazioni necessarie?<br />
È vero che oggi il calcio si<br />
gioca in venti e che non ci dev’essere il<br />
posto garantito per nessuno, ma presentarsi<br />
al derby senza aver mai provato<br />
l’inedito schieramento senza Chiesa<br />
e Locatelli non è una forzatura?<br />
Certo tutto questo non inficia il rendimento<br />
complessivo di una squadra<br />
che al suo terzo campionato di serie A<br />
può vantare già tre punti in più rispetto<br />
al primo e addirittura quattro sul secondo.<br />
Una squadra, e questo forse è l’aspetto<br />
più positivo di questa prima<br />
parte della stagione (pur con le ombre<br />
affiorate qua e là) che non dà niente per<br />
scontato, che può battersi contro<br />
chiunque e dovunque con le stesse<br />
possibilità di vincere o di perdere, mai<br />
chiusa comunque chiusa in partenza.<br />
Un bel passo in avanti per una Società<br />
salita da poco nella massima<br />
serie, ma con la quale sta prendendo<br />
velocemente confidenza: dalla vittoria<br />
su Totti e compagnia bella, a quella col<br />
Treviso in trasferta. Un campo anche<br />
questo (ed a maggior ragione quello romano),<br />
in cui la squadra di De Canio è<br />
scesa senza condizionamenti, sicura di<br />
giocarsela fino in fondo. Pur sapendo<br />
che il mondo dello sport è pieno di situazioni<br />
apparentemente facili (come<br />
Archiviato un mese<br />
non privo di soddisfazioni, i bianconeri<br />
tentano la fuga dalla ...salvezza<br />
Ok: il passo<br />
è giusto<br />
Mario Ciani<br />
poteva essere la visita al ‘Tenni’) che poi<br />
si trasformano in sonore delusioni.<br />
Tanto per ribadire che nella Marca i<br />
bianconeri non hanno fatto il minimo indispensabile,<br />
ma il massimo.<br />
Insomma questa squadra è sicuramente<br />
capace di tutto, nel bene e nel<br />
male, ma il fatto stesso di potersela giocare<br />
con tutti alimenta i sogni di una<br />
tifoseria sempre più esigente. Ma<br />
anche realista, perchè nessuno pretende<br />
da lei più di quanto può onestamente<br />
dare. L’importante è che sappia soffrire,<br />
perché non c’è niente di<br />
mortificante in una sconfitta accompagnata<br />
da una prova generosa.<br />
Dopo aver sperperato diversi punti in<br />
casa, ora i bianconeri sono attesi comunque<br />
da una serie di prove tutte alla<br />
loro portata, che non vuol dire però facili.<br />
A cominciare da quel Chievo che al<br />
Rastrello ha sempre fatto la sua figura. E<br />
siccome occupa una posizione di classifica<br />
tutto sommato di prestigio, va trattato<br />
alla stregua di una potenziale grande:<br />
concentrazione, quindi, ed<br />
aggressività. Non bisogna farlo ragionare,<br />
in poche parole, bisogna sporcarne il<br />
gioco (quello che non s’è fatto con la<br />
Fiorentina), perché solo così siamo sicuri<br />
di aver fatto il possibile e l’impossibile.<br />
Poi, come si dice, le pecore si contano<br />
la sera.<br />
P.S. Ci avevano promesso che non<br />
sarebbe successo più, anche se non era<br />
la prima volta che lo dicevano. Ci avevano<br />
promesso tolleranza zero, termine<br />
tanto abusato quanto vuoto…D’ora in<br />
poi, insomma, non ci sarebbe stato più<br />
scampo per nessuno.<br />
Per nessuno? Tralasciando i fatti<br />
non meno gravi di Ascoli, Gallipoli e<br />
…Siena (relativamente all’aggressione<br />
a De Luca), siamo sempre in attesa di<br />
sapere quali provvedimenti saranno<br />
presi a carico di Roma e/o Lazio per la<br />
monetina che ha colpito al volto Paparesta<br />
nel derby. Scommettete che<br />
siamo stati noi? ■<br />
ca l c i o 3
a tutto campo<br />
Buon campionato e cattivi comportamenti<br />
Senio Sensi<br />
TV (E SOCIETÀ) SPAZZATURA<br />
Quando si dice il fair play, tanto raccomandato<br />
dai vertici del calcio! In due settimane<br />
ne abbiamo viste due davvero emblematiche:<br />
un calciatore ha colpito un<br />
barelliere-volontario perché, per perdere<br />
tempo, voleva rimanere a terra, dentro il<br />
campo. Dopo quindici giorni un gruppo di<br />
facinorosi ha assediato la macchina del<br />
Presidente del Siena.<br />
Già i fatti, di per sé, sembrerebbero di<br />
una certa gravità e tali da creare sconcerto<br />
specie in chi, come i senesi (Società,<br />
giocatori e squadra), ha un curriculum<br />
della propria storia calcistica non macchiato<br />
da episodi gravi. Ma l’inaccettabile<br />
è che: nel primo caso l’Udinese, cui appartiene<br />
Obodo giocatore dalla…bottigliata<br />
facile, ha preso le difese del proprio atleta<br />
anche quando è stato squalificato per<br />
due giornate. Non una parola di solidarietà<br />
verso chi, senza percepire niente a differenza<br />
di chi gioca al calcio, cerca solo di<br />
dare una mano in caso di infortuni. Nel secondo<br />
episodio poi le uniche parole da<br />
sponda “avversa” (quella Fiorentina, per<br />
intendersi…)sono state: un tentativo di minimizzare<br />
l’aggressione; una lettera “firmata”<br />
(e quindi a mio avviso nemmeno da<br />
pubblicare) che dice di aver visto tutto e<br />
non concorda con De Luca (se era lì era<br />
un fiorentino…unici ammessi e non un<br />
tifoso senese come dice); le parole del<br />
Questore di Siena che dice “solo” che il nostro<br />
Presidente è stato imprudente (?); la<br />
minaccia di azioni legali da parte della tifoseria<br />
fiorentina per “danno all’immagine”<br />
(roba da scompisciarsi dalle risa…); un tiepido<br />
mea culpa arrivato tre giorni dopo da<br />
Della Valle (Presidente della Fiorentina)<br />
che comunque si schiera subito con la versione<br />
data dal Questore. Bella carrellata,<br />
non c’è che dire. Ma non è finita: le grandi<br />
tv nazionali (private o pubbliche), con rarissime<br />
eccezioni, hanno irriso il barelliere<br />
e non dato spazio all’aggressione di De<br />
Luca. C’è da domandar loro: ma siete sicuri<br />
che questo sia il sistema per allontanare<br />
la violenza dagli stadi???<br />
LE RESPONSAB<strong>IL</strong>ITÀ DEI VERTICI<br />
Sembra che le cause di tante morti o di<br />
danni irreparabili a calciatori degli anni ’80<br />
e ’90 siano stati causati dall’assunzione,<br />
forse a cuor leggero e comunque imposta,<br />
di farmaci molto vicini al doping da parte di<br />
atleti di prima linea. Sembra che almeno<br />
fino a qualche anno fa alcune sostanze<br />
proibite o comunque dannose siano state<br />
somministrate a calciatori di serie A: le inchieste<br />
di Guariniello hanno portato alla<br />
luce fatti inquietanti.<br />
Sembra che esista un modo, in parte<br />
messo in atto, per cancellare tracce di farmaci<br />
proibiti e pericolosi dalle urine per coloro<br />
che ne fanno uso: fatto che renderebbe<br />
inutile il prelievo e successiva analisi<br />
antidoping. Sembra che, sotto forme diverse<br />
e nonostante un irrigidimento di chi,<br />
giustamente, deve tutelare la salute degli<br />
atleti e garantire la regolarità alle gare<br />
(non solo nel calcio), qualche “aiutino”<br />
venga ancora somministrato o autonomamente<br />
assunto per rendere più “energici” i<br />
baldi atleti.<br />
Eppure, dopo tutto questo, sembra che<br />
Pescante, Presidente del CONI, abbia<br />
detto che sui controlli antidoping il nostro<br />
Paese è troppo rigido e che converrebbe allinearsi<br />
a quanto fanno negli altri Paesi europei<br />
(cioè poco…). Nessuno ha smentito<br />
la notizia fatta circolare due o tre settimane<br />
fa; si presume quindi che sia vera. Ecco,<br />
questi sono i vertici dello sport italiano!<br />
AVANTI BIANCONERI,<br />
ANCHE SE...<br />
14 punti in 10 partite; Chiesa secondo<br />
capocannoniere della serie A; un ciclo di<br />
partite abbordabili quelle che abbiamo di<br />
fronte. C’è di che essere soddisfatti. Ma ci<br />
sono delle ombre pesanti sul cammino<br />
della Robur formato 2005/2006. E non mi<br />
riferisco agli aspetti economici della Società,<br />
sulla qual cosa sapremo di più a fine<br />
anno, ma al campo.<br />
Senza dubbio qualche punticino<br />
in più potevamo averlo:<br />
un paio di “ladrocinii” (per carità…in<br />
buona fede) degli arbitri;<br />
un briciolo di sfortuna; qualche<br />
errore difensivo non<br />
giustificabile. Ma anche qualche<br />
scelta tecnica che non abbiamo<br />
capito. De Canio legge<br />
molto meglio le partite in trasferta<br />
che quelle in casa. Autentici<br />
capolavori a Roma,<br />
Genoa (sponda Samp) e Treviso.<br />
Molto meno bene sa leggere,<br />
prima e in corso d’opera, le<br />
gare interne. Dubbi, tanti, nelle<br />
gare con Palermo, Udinese e<br />
soprattutto Fiorentina.<br />
4<br />
Errori di preparazione e impostazione<br />
come quelli con i “cugini” dell’Arno sono<br />
poco comprensibili; meno ancora lo sono<br />
le ragioni di certe scelte tenute nascoste<br />
alla stampa, subito dopo la gara (con il solito<br />
atteggiamento da “lesa maestà”) e<br />
sussurrate ad un gruppo di tifosi. I senesi<br />
avrebbero voluto che l’eventuale turn over<br />
venisse messo in atto con tutte meno che<br />
con la Fiorenza. Avrebbero voluto vedere<br />
il grande Chiesa, cui era stato destinato un<br />
omaggio a…tutta tribuna, dal primo minuto<br />
a danno dei due centravanti (Nanni e<br />
Bogdani) apparsi abbastanza “doppioni”.<br />
Dire poi che la squadra ha giocato meglio<br />
nel primo tempo, senza Locatelli e Chiesa,<br />
equivale a fare harakiri. Intanto perché nel<br />
secondo tempo i centrocampisti non rifornirono,<br />
ovviamente, come nel primo<br />
tempo e poi perché se così fosse…tanto<br />
varrebbe tener fuori il Capitano tutte le domeniche.<br />
E qui ritorna il “vizietto” del Mister: non<br />
accetta le critiche, cosa invece normale<br />
per tanti allenatori (vero Mancini, Ancelotti<br />
e perfino Capello???), e non ammette,<br />
mai, di avere sbagliato qualcosa. Sono atteggiamenti<br />
che irritano il pubblico (e forse<br />
anche la Società) e che rischiano di creare<br />
grandi fratture nello spogliatoio.<br />
Siccome il Siena può fare un buon<br />
campionato, per organico e mediocrità di<br />
molte squadre, sarebbe bene che De<br />
Canio acquistasse più serenità anche<br />
quando perde e parlasse il linguaggio dei<br />
semplici e degli umili.Virtù che fanno grandi<br />
gli uomini. E anche gli allenatori... ■
Dopo un quarto di campionato si delineano meglio<br />
le caratteristiche dell’undici bianconero<br />
Verso un futuro<br />
incoraggiante<br />
Luca Luchini<br />
Il Siena edizione 2005-2006 è forse<br />
una formazione particolarmente adatta<br />
alle trasferte, quella che la tradizione<br />
calcistica definisce la classica squadra<br />
corsara? Oppure il gruppo di De Canio<br />
è più forte delle dirette concorrenti nella<br />
lotta per la retrocessione, ma allo stesso<br />
tempo non è competitiva con le formazioni<br />
maggiormente titolate che lottano<br />
per l’Europa?<br />
Stando a quanto accaduto in queste<br />
prime dieci giornate, ambedue le<br />
precedenti affermazioni sembrerebbero<br />
plausibili. In effetti due vittorie in trasferta,<br />
che avrebbero potuto essere<br />
quattro solo se fossimo stati più pratici<br />
ad Ascoli ed avessimo trovato un arbitro<br />
normale a Genova, con l’unica<br />
sconfitta a Milano con i diavoli rossoneri,<br />
possono realmente avvalorare la tesi<br />
di una squadra particolarmente adatta<br />
a giocare in trasferta. E le vittorie interne<br />
con le modeste Cagliari e Messina,<br />
contrapposte alle sconfitte subite al<br />
Rastrello da Palermo, Udinese e Fiorentina<br />
non possono dare l’idea di una<br />
serie A divisa in due tronconi con i bianconeri<br />
senesi a fare da spartiacque fra<br />
il gruppo delle grandi, o presunte tali, e<br />
quelle destinate a soffrire fino in fondo?<br />
Forse le cose non sono così chiare<br />
come i numeri e i dati statistici potrebbero<br />
far sembrare, ma dopo questa<br />
prima importante tranche di campionato<br />
alcune considerazioni iniziano ad<br />
avere validi fondamenti.<br />
Prima di tutto questo Siena è veramente<br />
una buona squadra, che diverte e<br />
fa ben sperare per il futuro e che, pur potendo<br />
lamentare qualche torto arbitrale e<br />
qualche sgarbo della buona sorte, ha<br />
una classifica sicuramente positiva. Alcuni<br />
giovani hanno già dimostrato il loro<br />
valore ed altri potranno essere molto importanti<br />
nel prosieguo del torneo, mentre<br />
i giocatori più esperti stanno confermando<br />
tutto il loro valore e chi è venuto<br />
a Siena in cerca di riscatto sembra aver<br />
trovato la strada giusta.<br />
Un’altra considerazione riguarda l’e-<br />
quilibrio attacco-difesa. Pur consapevoli<br />
che il modello usualmente adottato da<br />
De Canio è fortemente offensivo e sbilanciato<br />
verso l’attacco, la difesa ha fino<br />
ad oggi concesso un po’ troppo, subendo<br />
molte, troppe reti che non possono<br />
non far preoccupare. Ad oggi resta valida<br />
la nostra prima impressione di un<br />
gruppo dotato di ottimi difensori quando<br />
la squadra gioca più bassa e coperta,<br />
ma estremamente in difficoltà quando<br />
incontra attaccanti agili e veloci che possono<br />
giocare di rimessa.<br />
L’infortunio di Colonnese, unico ad<br />
avere caratteristiche fisiche diverse<br />
dagli altri difensori bianconeri, potrebbe<br />
complicare le cose, anche se fino ad<br />
oggi l’ex laziale è stato utilizzato molto<br />
poco dal mister senese. A Treviso, comunque,<br />
finalmente Mirante è riuscito a<br />
mantenere inviolata la sua rete ed il<br />
Siena ha colto una vittoria che potrebbe<br />
rappresentare un‘autentica svolta<br />
positiva per il nostro campionato. Occorre<br />
anche dire, però, che una difesa a<br />
tre può giocare bene soltanto se il centrocampo<br />
opera un adeguato filtro che<br />
non sempre fino ad oggi ha funzionato.<br />
Di contro, un immenso Chiesa, capace<br />
di segnare, fare assist ai compagni<br />
e addirittura inseguire gli avversari,<br />
quando occorre, fino all’area bianconera,<br />
unito alla classe di Locatelli ed all’abnegazione<br />
di Bogdani e Volpato,<br />
stanno conferendo all’attacco senese<br />
una potenzialità insospettata che potrebbe<br />
addirittura divenire esplosiva se<br />
Nanni confermerà quanto di buono ha<br />
fatto vedere nel primo tempo con i cugini<br />
viola. A differenza dell’albanese, infatti,<br />
la punta argentina sembra vedere<br />
la rete da bomber di razza, e, come il<br />
suo compagno di reparto, ha stazza fisica<br />
e grinta da vendere. Chissà che<br />
non sia la piacevole sorpresa della seconda<br />
parte del torneo?<br />
Consideriamo, inoltre, che Tudor<br />
deve ancora ritrovare la forma fisica migliore,<br />
Legrottaglie sta crescendo di<br />
partita in partita e Bachini e Paro sem-<br />
brano in grado di rappresentare molto<br />
di più di una semplice alternativa ai titolari.<br />
Un quadro positivo, dunque, che<br />
lascia ben sperare, solo che i bianconeri<br />
riescano ad eliminare quegli attimi di<br />
deconcentrazione, specialmente all’inizio<br />
della gara o del secondo tempo, che<br />
fino ad oggi ci sono costati molto cari.<br />
Resta purtroppo la brutta sconfitta<br />
interna con i cugini viola, ancora più dolorosa<br />
perché immeritata. I gigliati<br />
hanno tirato in porta due o tre volte ed<br />
hanno fatto due reti, mentre i bianconeri<br />
hanno creato molto senza nulla concretizzare,<br />
anche per l’ottima prestazione<br />
offerta da Frey. Tutto, però, è stato<br />
fortemente condizionato dall’ingenuità<br />
messa in mostra in occasione della<br />
prima rete di Toni, con numerosi bianconeri<br />
sul banco degli imputati.<br />
Un vero peccato, specialmente per<br />
il grande pubblico bianconero che sta<br />
seguendo con passione e calore i propri<br />
beniamini sostenendoli anche lontano<br />
dalle mura amiche e nei momenti più<br />
difficili.<br />
Due parole infine sul mister bianconero.<br />
Noi siamo convinti delle capacità<br />
di De Canio, ed i risultati gli stanno<br />
dando nuovamente ragione, ma deve<br />
essere meno permaloso e più disponibile<br />
ad accettare eventuali critiche (inevitabili<br />
in un mondo in cui tutti ci sentiamo<br />
commissari tecnici) ed a<br />
riconoscere possibili errori, ammesso<br />
che questi vengano commessi. Quando<br />
non c’è malafede e la critica è costruttiva,<br />
dettata soltanto dall’amore<br />
per la squadra bianconera, ogni confronto<br />
può e deve essere costruttivo. ■<br />
ca l c i o 5
io c’ero<br />
Una domenica bestiale<br />
Fabio Cannoni<br />
Un’emozione come quella vissuta<br />
dai tifosi bianconeri il 2 ottobre scorso<br />
a Roma contro la squadra di Totti e Cassano,<br />
meritava di essere fissata nel ricordo<br />
di un tifoso d’eccezione: quel<br />
Fabio Cannoni detentore di uno fra i<br />
più originali ed imbattuti record d’Italia,<br />
e forse anche del mondo: dall’ottobre<br />
1996 segue infatti ininterrottamente i<br />
bianconeri sia in casa che fuori e quella<br />
dell’Olimpico costituiva appunto la<br />
sua 319^ partita consecutiva.<br />
“Ragazzi sveglia! Il Siena ha vinto<br />
all’Olimpico, mica a Montevarchi. Su,<br />
un po’ di brio! “<br />
Era questo il grido che percorreva il<br />
pullman dei tifosi al ritorno dalla vittoriosa<br />
trasferta contro la Roma. Ma io mi<br />
domandavo, mentre stavo ancora pensando<br />
allo spettacolo che i nostri colori<br />
avevano offerto sul terreno di uno dei<br />
templi del calcio: quanti saranno, su<br />
questo mezzo, a poter fare questo improbabile<br />
confronto?<br />
Ci rendiamo idea di cosa può significare<br />
per un tifoso che è andato a…<br />
Montevarchi, o in altri campi simili<br />
(dove magari ’è stato anche sbeffeggiato),<br />
esultare nello stadio della Capitale<br />
dopo aver sconfitto una delle squadre<br />
più famose e seguite d’Italia?<br />
6<br />
Quel giorno ero insieme al solito<br />
gruppo di amici che con me hanno condiviso<br />
tutte le vicende del nostro RO-<br />
BURRONE e l’abbraccio spontaneo fra<br />
di noi che è seguito al gol di Colonnerse<br />
del 3 a 2 definitivo, è stata la dimostrazione<br />
di quanto possa essere forte<br />
un legame che dura da più di trent’anni.<br />
Ma anche quanto sia radicata una<br />
passione che non ha praticamente confini:<br />
dalla C2 alla serie A, da Licata a Torino,<br />
da Sansepolcro a Milano.<br />
E quando ci siamo precipitati giù<br />
dalle scale per salutare i giocatori in<br />
maglia bianconera che venivano sotto<br />
la curva a festeggiare con noi questa<br />
incredibile vittoria, suscitando anche<br />
ilarità e incredulità da parte dei più giovani<br />
(evidentemente poco avvezzi a vedere<br />
questi scalmanati dai capelli abbondantemente<br />
brizzolati comportarsi<br />
come il più incallito dei supporter, ecco<br />
che in quel preciso momento abbiamo<br />
capito che la Vecchia Robur, quel giorno,<br />
l’aveva fatta davvero grossa!<br />
La vittoria di Roma, dopo quelle<br />
conquistate negli anni scorsi a Marassi,<br />
al San Paolo, al Bentegodi, al Sant’Elia<br />
ed in altri prestigiosi stadi d’Italia,<br />
fanno vivere in noi che abbiamo subito<br />
la mortificazione di tanti campi anonimi<br />
(pur senza rimpiangere nulla del passato<br />
bianconero), una sensazione di<br />
straordinaria ‘leggerezza’ e sincera felicità.<br />
Da qui a domandarci quando arriverà<br />
la prima vittoria a San Siro o al<br />
Delle Alpi, il passo è breve. Senza dimenticare<br />
quella campanilisticamente<br />
forse più attesa e ambita da tutti gli<br />
sportivi senesi: quella sui Viola al Franchi<br />
fiorentino.<br />
Sogni e speranze che se li porta via<br />
un piovoso pomeriggio di inizio ottobre,<br />
con i più giovani, esausti ma felici,<br />
che nella via del ritorno non trovano<br />
neppure più la forza di intonare ‘Nella<br />
Piazza del Campo…’, ed i più anziani<br />
che si promettono di non tornare più indietro:<br />
‘Addio Montevarchi, non ci vediamo<br />
più, non ci vediamo più…”<br />
Che domenica bestiale, ragazzi! ■
ARCHIVIO SERIE A<br />
6 a giornata<br />
ROMA-SIENA 2/3<br />
(pt 17’ Negro; st 1’ Taddei, 9’ Chiesa, 41’ Panucci,<br />
45’ Colonnese)<br />
7a giornata<br />
SIENA-UDINESE 2/3<br />
(pt 26’ e 31’ Di Michele; st 1’ Di Michele, 8’ Chiesa,<br />
22’ aut Bertotto)<br />
8a giornata<br />
SAMPDORIA-SIENA 3/3<br />
(pt 39’ Flachi rig.; st 3’ Locatelli, 9’ Volpi, 25’ Chiesa<br />
rig.; 38’ Vergassola, 49’ Volpi rig.)<br />
9a giornata<br />
SIENA-FIORENTINA 0/2<br />
(pt 2’ Toni; st 23’ Toni)<br />
10a giornata<br />
TREVISO-SIENA 0/1<br />
(pt 46’ Chiesa)<br />
Classifica: Juventus 27; Milan 25; Fiorentina 22;<br />
Inter 19; Livorno 18; Palermo e Chievo 16; Roma e<br />
Lazio 15; Sampdoria, Udinese, Siena ed Empoli 14;<br />
Ascoli 11; Reggina 9; Messina 8; Parma 6; Treviso 5;<br />
Cagliari e Lecce 4.<br />
Roberto D’Aversa, centrocampista
7,1<br />
<strong>IL</strong> MIGLIORE<br />
CHIESA<br />
MIRANTE (voto 6,2) – Fino al derby si era<br />
fatto notare più per i gol sventati, che per quelli<br />
subiti. Poi è successo qualcosa: difficoltà<br />
nella presa e nella respinta, discutibile senso<br />
della posizione. Evidentemente ci aveva abituato<br />
male, anche se a Treviso è riuscito per la<br />
prima volta a mantenere inviolata la porta<br />
bianconera.<br />
NEGRO (voto 5,6) – A Roma un gol ed una<br />
prestazione di grande spessore, poi un lento ma<br />
graduale declino. Nello stretto concede poco,<br />
ma se si lascia infilare in velocità sono guai. I<br />
tifosi comunque lo aspettano, magari contro avversari<br />
che non vestono necessariamente il<br />
giallorosso.<br />
MIGNANI (n.g.)<br />
LE GROTTAGLIE (voto 6,1 ) - Cresce.<br />
Tempestivo negli anticipi, sia di piede che di<br />
testa, esce spesso vincente dalle situazioni<br />
più difficili, anche se manca di continuità. Con<br />
l’Udinese, ad esempio, è stato letale. Al contrario<br />
di Treviso, dove non ha sbagliato niente. Apprezzabili<br />
i tentativi di inserimento, purchè non<br />
vadano a scapito della copertura difensiva.<br />
PORTANOVA (voto 6) – Dopo le prime<br />
apparizioni sull’esterno, dove patisce anche lui<br />
la maggior velocità degli avversari, De Canio<br />
contro la Samp l’ha riproposto al centro con Legrottaglie,<br />
ma evidentemente non dev’essergli<br />
piaciuto tanto se nel derby è rimasto in panchina.<br />
Peccato, perché all’Olimpico non aveva sfigurato<br />
contro un certo Totti, ed in più aveva fornito<br />
a Negro il gol dell’uno a zero. Nella media a<br />
Treviso, inserito nuovamente sulla fascia al<br />
posto dello sfortunato Colonnese.<br />
PARO (voto 6,2) – Cresce in personalità di<br />
giornata in giornata. Contro i viola, ad esempio,<br />
è stata una delle poche cose da salvare, anche<br />
se tanta dinamicità e determinazione non sono<br />
bastate ad evitare la sconfitta. Ma soprattutto<br />
dimostra di saper fare abbastanza bene tante<br />
cose (contenimento, proiezioni, conclusioni), e<br />
questo per un giovane che deve migliorare è già<br />
una bella base di partenza.<br />
D’AVERSA (voto 6,2) – Non va mai sotto<br />
la media, ed anche se la sua azione ogni tanto<br />
non è lucida come si pretenderebbe, si guadagna<br />
onestamente lo stipendio. A Roma, contro<br />
i nazionali giallorossi, ha fatto ad esempio<br />
le pagelle di ottobre<br />
un figurone, ma più in generale tutte le sue migliori<br />
prestazioni coincidono con quelle della<br />
squadra. Insomma uno a cui è difficile trovare<br />
un sostituto.<br />
FOGLIO (n.g.)<br />
VERGASSOLA (voto 6,5) - È sempre fra<br />
i migliori, a conferma di una condizione psicofisica<br />
già ottimale. Corre, suda, soffre, ispira. È<br />
l’uomo che con le sue intuizioni garantisce<br />
quel quid in più che manca agli altri. E se all’Olimpico<br />
lascia la squadra in 10 non è per<br />
una leggerezza, ma perché non voleva concedere<br />
a Totti il vantaggio di servire Cassano<br />
smarcato. Una intuizione che premia l’ottima<br />
panoramica di gioco.<br />
CHIESA (voto 7,1 ) – Con otto gol all’attivo<br />
(quanti ne aveva segnati l’anno scorso alla<br />
31a giornata!), ormai fa decisamente più notizia<br />
quando non segna. Peraltro tutti gol costruiti<br />
(come il secondo sulla Roma, un gol didattico,<br />
che potrebbe trovare spazio in qualsiasi scuola<br />
di calcio), ma soprattutto frutto di quei guizzi di<br />
cui a 35 anni è sempre capace. Certo non ha le<br />
caratteristiche per entrare a partita in corsa, per<br />
questo la sua esclusione contro la Fiorentina ha<br />
sollevato giustificate perplessità ed abbassato<br />
la media. Intanto prosegue il suo personale<br />
duello con Montella per lo scettro del miglior attaccante<br />
in attività.<br />
BOGDANI (voto 6,1) – È il nostro… Ibrahimovic,<br />
nel senso che non realizza in proporzione<br />
a quanto costruisce. Sottoporta è un pericolo<br />
costante, sia che parta dal centro che da<br />
sinistra, peccato che non inquadri quasi mai la<br />
porta, e quando ci riesce trova sempre pronto<br />
un portiere ad esaltarsi. A parte le due prove limite<br />
di Roma e nel derby (da 7,5 la prima, da 5<br />
la seconda), potenzialmente è uno che può far<br />
male. Ma quell’indecisione al ‘Tenni’…<br />
VOLPATO (n.g.)<br />
FALSINI (voto 6,5) – Non farà sfracelli,<br />
ma quando non c’è si nota al pari di quando<br />
c’è (vero Taddei?). Dalla sua parte insomma<br />
si passa male, e quando spinge e si propone<br />
per il cross non è mai banale. Ma soprattutto<br />
piace per quel suo ruolo di trascinatore che<br />
sembra aver riscoperto dopo una stagione vissuta<br />
al di sotto delle aspettative.<br />
ALBERTO (voto 6) – È il classico elemento<br />
dal gioco oscuro ma prezioso. Quando<br />
non firma rimonte difficili, anche se non impossibili,<br />
come a Genova. Insomma il suo riesce<br />
a farlo quasi sempre, sia in fase di contenimento<br />
che di spinta sulla fascia, dove rischia<br />
semmai la rapidità dell’avversario diretto.<br />
MOLINARO (n.g.)<br />
GASTALDELLO (n.g.) – Quando è stato<br />
spostato sulla fascia per sostituire Falsini non<br />
ha fatto concessioni a nessuno, giocando peraltro<br />
da autentico veterano. Ma i 60 minuti dell’Olimpico<br />
(sui 450 complessivi giocati ad ottobre),<br />
sono troppo pochi per dare giudizi più<br />
approfonditi. Intanto prendiamo atto che non<br />
costituisce una soluzione di ripiego.<br />
COLONNESE (voto 6) – Nonostante la<br />
buona prestazione di Roma, impreziosita da<br />
un gol di rara fattura, non ha trovato molto spazio<br />
nelle restanti gare. E quando De Canio, a<br />
Treviso, si è deciso a ributtarlo nella mischia,<br />
è uscito dopo 24’ per infortunio. Peccato, perché<br />
il miglior Colonnese farebbe comodo ad<br />
una retroguardia spesso farfallona e statica.<br />
Lo aspettiamo.<br />
TUDOR (voto 5,7)- Evidentemente sulla<br />
via del ritorno a Siena il croato si è in parte<br />
smarrito. Rimedia una prova incolore dietro<br />
l’altra con errori di misura che non sono da lui.<br />
Peggio che andar di notte, poi, se deve chiudere<br />
sul contropiede avversario, così come<br />
denota una preoccupante mollezza negli appoggi.<br />
Forse ci aveva abituato male, ed ora non<br />
riusciamo a farcene una ragione.<br />
LOCATELLI (voto 6,5) – Alterna una prestazione<br />
buona, ad un’altra meno buona. Insomma<br />
non sai mai con quale Locatelli hai a<br />
che fare. Eppure dall’ex bolognese il Siena si<br />
aspetta molto, sia in fase di costruzione che di<br />
finalizzazione. Dopo Chiesa e con Vergassola,<br />
è l’elemento con maggior talento, ma se cammina<br />
invece di correre (con l’Udinese) ne risente<br />
tutta la squadra. Decisamente meglio a<br />
Genova, dove ha segnato il quarto gol stagionale<br />
equivalente al 100° del Siena in A.<br />
MARAZZINA (n.g.) – Una sola apparizione,<br />
peraltro impalpabile, contro l’Udinese, e<br />
poi fuori per infortunio. Le sirene del Torino intanto<br />
continuano a cantare: non sarà mica in<br />
vista un secondo ‘caso Cozza’?<br />
NANNI (n.g.) – De Canio contro i viola lo<br />
preferisce a Chiesa, ed è uno dei pochi a salvarsi.<br />
Sfoggia un repertorio di tutto rispetto,sia<br />
di testa che di piede, è forte fisicamente, peccato<br />
che al pari di Bogdani non inquadra ancora<br />
la porta. E poi bisogna vedere come si<br />
adatterà al nostro campionato, dettaglio secondario<br />
solo al completo recupero da un<br />
infortunio importante.<br />
BACHINI (n.g.) – Torna in campo con la<br />
Sampdoria dopo tredici mesi di squalifica, ma<br />
un quarto d’ora non basta a farci un’idea del<br />
giocatore restituito al campionato. Si segnala<br />
comunque per aver fornito a Vergassola l’assist<br />
per il terzo gol, e questo è già un bel biglietto<br />
da visita. ■<br />
<strong>IL</strong> PEGGIORE<br />
NEGRO<br />
5,6
9/ storia e calcio<br />
PARALLELI INEVITAB<strong>IL</strong>I di Duccio Balestracci<br />
Stampe della collezione Ettore Pellegrini<br />
Tanto è inutile: anche se si dovesse rigiocare insieme per mill’anni, tutte le volte sarebbe<br />
giocoforza paragonare la partita alla storia di secoli fa. Hai voglia a voler sublimare,<br />
razionalizzare, ragionare: quei secoli di astio e di rancori sono lì e non li cancella nemmeno<br />
il padreterno con la gomma da inchiostro.<br />
Un anno fa avevamo rivissuto una Montaperti calcistica, quest’anno c’è toccato ingollare<br />
il rospo della sconfitta. “Colle con un po’ di culo”, mi scrive sul cellulare, appena<br />
finita la partita, l’amico Sergio, fiorentino della Fiorentina, garbato interlocutore dell’altra<br />
parte della barricata, col quale condivido giornate di lavoro all’università, smoccolamenti<br />
per la riforma Moratti, trepidazione per i rispettivi amori calcistici e affettuosi, reciproci<br />
sfottò.<br />
Colle? Mah…Se proprio dovessi cercare un episodio che, nella storia del disgraziato<br />
rapporto che per secoli abbiamo avuto con quelli della riva d’Arno, assomigli a quel che<br />
s’è visto la sera del 26, forse non sceglierei Colle 1269 ma, semmai, Scannagallo 1554.<br />
Era la battaglia-chiave della guerra fra Siena e Cosimo dei Medici. Non doveva essere<br />
persa in nessuna maniera. Invece, chi, ancora a secoli di distanza, la analizza rimane sconcertato<br />
dal modo in cui fu preparata e per come la interpretò il comandante delle truppe<br />
senesi, Pietro Strozzi, (certo che anche noi a confonderci con un fiorentino…! mah…).<br />
Sapeva di avere davanti un esercito agguerrito, fra i migliori che ci fossero al momento<br />
sui campi di calcio, pardon: di battaglia, d’Italia; sapeva di avere sotto di sé un’armata<br />
non all’altezza di quella nemica ma nemmeno indecorosa. Insomma, poteva giocarsela<br />
e magari cavarne con onore le gambe.<br />
Invece sbagliò tutto dall’inizio: fece muovere le truppe sotto il sole d’agosto che picchiava<br />
come un matto; rimandò a Siena le artiglierie perché tanto non gli servivano (quell’altri<br />
ce l’avevano eccome, le artiglierie, e le usarono con effetti determinanti contro l’esercito<br />
senese); si rinfidò nella capacità della cavalleria francese che invece si rivelò un<br />
budino che, al primo affondo dei fiorentini, si squagliò sparendo dal terreno di gioco, pardon,<br />
di scontro; lasciò che i fiorentini attaccassero quando le sue truppe erano nel passaggio<br />
più infido, a cavallo del fosso di Scannagallo, mezze di qua e mezze di là.<br />
I senesi per la verità giocarono, pardon: combatterono, bene e vendettero cara la<br />
pelle. Ma non ci fu niente da fare. Quel giorno vinse Firenze e i bianconeri tornarono<br />
(quelli che tornarono) a casa avviliti.<br />
Lo Strozzi non fu esonerato, pardon: non fu rimosso dal comando, ma tutti quelli che<br />
hanno scritto la storia di quella giornata sono concordi nel dire che, con tutto l’affetto<br />
per un comandante che aveva ben meritato (e che, per la verità, continuò a ben meritare<br />
anche in seguito) nei confronti di Siena, tuttavia in quella giornata ci aveva messo del<br />
suo per tornare a casa con un amaro zero a due. ■
La prima parte della stagione va in archivio<br />
con i primi responsi che , per ciò che<br />
riguarda i colori bianconeri, hanno dato indicazioni<br />
positive seppur contrastanti. Una<br />
squadra di qualità capace di far divertire e<br />
di giocare un calcio piacevole alla quale,<br />
fino ad ora, è mancato un pizzico di equilibrio.<br />
Del resto, possiamo sicuramente affermare<br />
che si tratta di un pegno quasi<br />
scontato da pagare quando si ha a che<br />
fare con una rosa fortemente rinnovata e<br />
che deve nel contempo riuscire a far coesistere<br />
ed amalgamare diversi elementi di<br />
qualità. Se nelle stagioni precedenti, infatti,<br />
l’organico bianconero poteva puntare su<br />
un fuoriclasse che inevitabilmente catalizzava<br />
le giocate bianconere (leggi Enrico<br />
Chiesa), in questo campionato al bomber<br />
ligure si sono aggiunti, solo per citare il reparto<br />
avanzato, due giocatori come Locatelli<br />
e Bogdani la cui contemporanea presenza<br />
sul terreno di gioco, da una parte<br />
garantisce un rendimento elevato in fase<br />
di finalizzazione, dall’altra necessità di<br />
un’applicazione pressoché perfetta dei<br />
movimenti in fase di non possesso. Movimenti<br />
determinanti per garantire un’efficace<br />
copertura del campo.In ogni caso,<br />
quando la palla è là davanti, i problemi riguardano<br />
soprattutto le squadre avversarie<br />
che devono contrastare essenzialmente<br />
l’imprevedibilità del tridente bianconero.<br />
Ed è proprio degli avversari bianconeri<br />
che vogliamo parlare in questo spazio tecnico,<br />
focalizzando l’attenzione sul<br />
mese di novembre, durante il<br />
quale la squadra di De Canio<br />
dovrà affrontare nell’ordine<br />
Chievo, Lecce<br />
e Reggina.<br />
CHIEVO. Dopo una stagione, quella<br />
passata, in cui la società del presidente<br />
Campedelli ha rischiato la retrocessione, in<br />
questo campionato i gialloblù sembrano<br />
aver riallacciato il collegamento con il “vecchio”<br />
Chievo dei miracoli. Un nuovo tecnico,<br />
Pillon, per un progetto collaudato (il 4-<br />
4-2) ed un organico pressoché invariato<br />
rispetto allo scorso anno se si esclude<br />
quello che sembra il nuovo fenomeno proveniente<br />
dal continente africano, quell’Obinna<br />
che preso in prestito dall’Inter<br />
l’angolo tecnico<br />
Un trittico per fare ‘cassa’<br />
Riccardo Giacopelli<br />
per giocare nella Primavera, si è dimostrato<br />
giocatore dalla progressione devastante,<br />
dal dribbling spesso decisivo e dal gol<br />
facile. Una squadra, quella clivense, che fa<br />
dell’ordine e del rispetto dei dettami tattici<br />
il proprio punto di forza, con un collettivo<br />
senza grosse individualità, e con un gioco<br />
semplice ma nel quale il giocatore in possesso<br />
di palla conosce sempre esattamente<br />
i movimenti dei compagni. Spesso D’Anna<br />
& C. faticano ad imporre il loro gioco,<br />
molto meglio va quando la squadra di Pillon<br />
attende compatta l’offensiva avversaria<br />
per poi ripartire velocemente sugli esterni<br />
favorendo così il taglio per gli attaccanti e<br />
l’inserimento dei centrocampisti.<br />
LECCE. Iniziamo subito con un affermazione<br />
difficilmente contestabile: gestire<br />
il dopo-Zeman, è veramente complicato,<br />
specie quando, come nel caso del Lecce<br />
dello scorso campionato, la squadra allenata<br />
dal tecnico Boemo è riuscita a coniugare<br />
lo spettacolo ( immancabile marchio<br />
di fabbrica “zemaniano”) ai risultati (altalenanti<br />
certo, ma che hanno comunque portato<br />
alla salvezza). Ed infatti il giovane tecnico<br />
Gregucci è rimasto subito stritolato<br />
dalla pesante eredità pagando<br />
con l’esonero per colpe,<br />
10<br />
sicuramente, non tutte sue. Al suo posto<br />
una vecchia conoscenza bianconera: Silvio<br />
Baldini, l’unico forse, tra i tecnici rimasti<br />
in “piazza”, a possedere una personalità<br />
così forte da poter gestire il difficile<br />
ambiente salentino. Il Mister toscano ha riproposto<br />
subito il modulo 4-2-3-1 già sperimentato<br />
felicemente prima ad Empoli e<br />
poi a Palermo. Difesa a quattro, appunto,<br />
poi il duo di centrocampo che unisce il fosforo<br />
e la classe di Ledesma alla corsa di<br />
Del Vecchio, più avanti la linea a tre che<br />
amalgama la velocità di Konan alle qualità<br />
teniche di Valdes e Pinardi. Terminale offensivo<br />
Vucinic. Squadra che, come il<br />
Chievo, gioca molto sulle ripartenze ma<br />
con un approccio completamente diverso:<br />
poche palle sulle fasce e molte verticalizzazioni<br />
veloci alla ricerca della profondità.<br />
REGGINA. La squadra di Mazzarri non<br />
sembra in grado, almeno per quanto visto<br />
fino ad ora, di confermare i buoni risultati<br />
della stagione precedente. Diversi sono i<br />
fattori a supporto di tale ipotesi, alcuni tecnici<br />
(in attacco la partenza di Bonazzoli e<br />
l’infortunio di Bianchi privano di fatto la<br />
squadra dell’indispensabile punto di riferimento<br />
offensivo, visto che Cavalli sembra<br />
ancora acerbo), altri ambientali (il feeling<br />
tecnico-società-tifosi ha subito alcuni cedimenti,<br />
ed, inoltre, il “fattore Granillo” non<br />
sembra avere la stessa incidenza rispetto<br />
al recente passato). Il Mister amaranto sta<br />
tentando di limitare le difficoltà in zona gol<br />
impiegando contemporaneamente due<br />
mezze punte in un modulo (il 3-4-2-1) che<br />
per quanto visto fino ad ora non può prescindere<br />
dalle invenzioni dell’ex bianconero<br />
“Ciccio” Cozza e dagli inserimenti dell’ex<br />
Livorno Vigiani, ma che sia nei quattro<br />
di centrocampo che nei tre di difesa presenta<br />
evidenti limiti tecnici. ■<br />
Il brasiliano Siqueira de Oliveira Luciano<br />
del Chievo
La flessione di presenze al Franchi oggetto di un acceso dibattito<br />
Dove sono finiti<br />
i tifosi dell’ultim’ora?<br />
Ma insomma, questi spettatori sono<br />
tanti, pochi o…giusti?<br />
Per anni ha rincorso il ‘mito’ dei diecimila<br />
(anche se si sarebbe accontentata<br />
di ottomila…), ma ora che finalmente<br />
è arrivata dove realisticamente nessuno<br />
avrebbe mai immaginato, la Vecchia<br />
Robur scopre che il suo fianco debole<br />
resta sempre quello degli spettatori.<br />
Un dibattito, quello sulle presenze al<br />
Rastrello, che ha investito per anni tutto<br />
l’ambiente bianconero, messo continuamente<br />
di fronte al mai risolto quesito:<br />
la gente è poca perché il profilo del<br />
Siena è sempre basso, visto che non sa<br />
riemergere dalla melma della C1 e della<br />
C2, oppure c’è una disaffezione ‘patologica’<br />
nei confronti di una realtà sportiva<br />
che almeno a livello di interesse<br />
verbale non è mai stata dimenticata?<br />
Sul quesito si sono innescate nel<br />
tempo varie correnti di pensiero, la prevalente<br />
delle quali individuava nel primo<br />
motivo la causa vera dell’allontanamento<br />
della gente da una squadra che<br />
pure restava sempre nel cuore di molti<br />
più tifosi di quanti la seguivano.<br />
Una ragione abbastanza plausibile,<br />
se è vero che con la conquista della serie<br />
B da parte dei bianconeri le presenze<br />
passarono dalle 62.823 (abbonati compresi<br />
) del campionato di C1 1999/2000,<br />
alle 101.170 della stagione successiva,<br />
la prima fra i cadetti, con un aumento<br />
pari al 38 per cento. Ecco, si diceva: nel<br />
momento in cui i bianconeri si sono affacciati<br />
alla categoria superiore, la città<br />
ha risposto come ci si aspettava.<br />
Quello che non successe a cavallo<br />
degli anni ottanta e novanta, quando<br />
passando dalla C2 alla C1, fu registrata<br />
la miseria di 9.648 spettatori in più (da<br />
41.803 a 51.451. Dato che fece letteralmente<br />
sobbalzare l’allora tecnico bianconero<br />
Attilio Perotti, deluso da un aumento<br />
medio di spettatori a partita di<br />
appena 567 unità (da 2.459 a 3.026)<br />
quando aveva sperato di portarne almeno<br />
4-5000.<br />
Dunque il punto chiave della situazione<br />
resta quello del passaggio dalla<br />
C1 alla B a cavallo dei due secoli, quando<br />
la risposta dei tifosi fu convinta e<br />
massiccia, a dimostrazione che ad allontanarli<br />
dal Franchi era solo la sequela<br />
di tanti, troppi campionati giocati<br />
senza slanci ed impennate.<br />
Una tendenza confermata, ed anzi<br />
ulteriormente dilatata, con il successivo<br />
salto dalla B alla serie A, quando le presenze<br />
passarono dalle 102.410 della<br />
stagione 2002/03, alle 194.056 di quella<br />
successiva, con un aumento di spettatori<br />
pari al 48 per cento.<br />
Fu il trionfo della teoria che per anni<br />
aveva prevalso su tutte: il disinteresse<br />
nei confronti del Siena (in parte dovuto<br />
anche alla parallela esplosione del fenomeno<br />
basket), era dovuto principalmente,<br />
se non esclusivamente, al modesto livello<br />
delle categorie frequentate, e non<br />
già da una generica indifferenza nei confronti<br />
del calcio in generale e della Robur<br />
in particolare.<br />
Tutto a posto allora? Neanche per<br />
sogno. Termina infatti la seconda stagione<br />
di serie A, ed in fase di consuntivo<br />
ci si accorge che all’appello mancano<br />
qualcosa come 16.682 presenze.<br />
Roba da poco, è vero, ma pur sempre<br />
una inversione di tendenza che nessuno<br />
avrebbe mai immaginato. Ma non basta,<br />
perché alla prima verifica della stagione<br />
in corso (cioè dopo quattro gare interne)<br />
la flessione è già di 10.090 spettatori,<br />
con una diminuzione tendenziale a fine<br />
anno di circa un quarto del totale rispetto<br />
al 2004/05, pur considerando che<br />
dopo tre turni l’anno scorso era già<br />
scesa al Rastrello la Juventus.<br />
Allora a questo punto che dire? La<br />
diminuzione c’è, ma è frutto di un risorgente<br />
distacco della gente dai bianconeri,<br />
oppure ci sono altre cause? Magari<br />
quella del caro biglietti,<br />
ma qui la società bianconera, almeno<br />
nei confronti delle curve, si è mossa<br />
in controtendenza. O forse il calo è fisiologico<br />
rispetto al resto d’Italia, dove<br />
nel primo mese di campionato si è registrata<br />
una diminuzione netta di oltre il<br />
20% di spettatori. In qualche caso può<br />
aver inciso anche l’entrata in vigore<br />
delle nuove norme, ancora da metabolizzare<br />
bene, o forse un po’ di tutte queste<br />
cose messe insieme.<br />
Insomma il dibattito fra chi prende<br />
atto, tout court, che la gente è diminuita<br />
e basta e chi sostiene, al contrario,<br />
che il fenomeno è legato a cause generali,<br />
resta apertissimo.<br />
Una cosa è certa: al di là delle motivazioni<br />
vere o presunte, la media dei<br />
senesi che si riversa al Franchi in occasione<br />
delle partite interne resta altissima,<br />
soprattutto se si tiene conto del ristretto<br />
bacino d’utenza. Semmai viene<br />
da chiedersi se non sia stata la fugalli<br />
che il primo anno di serie A si erano accostati<br />
ai bianconeri solo per curiosità e<br />
non per convinzione, i cosiddetti tifosi<br />
dell’ultim’ora, a determinare il calo che<br />
si registra in questo avvio di stagione.<br />
Gente che si è stancata subito di mangiare<br />
caviale non tanto perché non era<br />
più buono, ma solo perché non aveva<br />
più fame.<br />
Lo stesso non si può dire invece di<br />
tutti quei sinceri tifosi che dopo aver<br />
sofferto sui campi più modesti delle già<br />
modeste categorie frequentate, non si<br />
sono affatto stancati di questa straordinaria<br />
avventura che stanno vivendo da<br />
tre anni, ed anzi solo oggi cominciano<br />
ad apprezzarne in pieno il gusto.<br />
Perché solo chi ha vissuto l’umiliazione<br />
di perdere per 4 a 0 a Borgo San<br />
Lorenzo, può dare il giusto peso ad una<br />
vittoria come quella, ad esempio, dell’Olimpico<br />
contro la Roma, e magari<br />
continuare a sognare altri colpi come<br />
questo. ■<br />
ca l c i o 11
perle<br />
Meno male che voleva abbassare i Toni!<br />
Simone Marrucci<br />
ROCK O LENTO?<br />
L’arbitro che assegna due rigori inesistenti<br />
contro il Siena, è lento.<br />
Chiesa è rock.<br />
Il barelliere che non schiva la borraccia<br />
di Obodo è lento.<br />
Locatelli è rock.<br />
De Luca che non schiva i tifosi viola inferociti,<br />
all’uscita dallo stadio, è lento.<br />
Mirante è rock.<br />
Tudor (a volte) è lento.<br />
I tifosi del Siena sono rock.<br />
De Canio che lascia fuori Chiesa e Locatelli<br />
è lento.<br />
SCAMBI DI MAGLIE<br />
A forza di cambiare maglie, l’Ascoli, tornato<br />
dopo anni in serie A, si ritrova con la<br />
stessa divisa del Siena di due stagioni fa. Il<br />
Siena, invece, ha una maglia completamente<br />
nuova e uno sponsor tecnico sconosciuto<br />
ai più: schema vagamente a scacchi,<br />
con fitte strisce nere variabili per dimensioni<br />
(per la serie: ieri ho mangiato il rigatino).<br />
Dopo le prime polemiche, qualche passo<br />
indietro annunciato (torneremo alle strisce<br />
tradizionali”, sentenziò il presidente), alla<br />
fine ci si è adeguati. Anzi, la maglia comincia<br />
a piacere (persino al critico d’arte Gilberto<br />
Madioni). Meno male. Però lo sponsor<br />
si era offeso: “Bisogna rispettare il lavoro di<br />
seri professionisti”. La cosa ci tranquillizza:<br />
addirittura delle maglie del Siena se ne<br />
sono occupate persone che, di mestiere, si<br />
occupano di articoli sportivi!<br />
NOSTRADAMUS DE CANIO<br />
Diavolo di un De Canio! Non ne sbaglia<br />
una! A parte le formazioni, l’allenatore è<br />
un grande sensitivo, uno che prevede il futuro,<br />
che è sempre un passo avanti agli<br />
altri. Volete una conferma? Bastano due<br />
sue dichiarazioni alla vigilia di Siena-Fiorentina,<br />
per chiudere qualsiasi dubbio.<br />
Toni? “Un grande goleador al quale dovremo<br />
dedicare grande attenzione come del<br />
resto va dedicata a tutti i nostri avversari”.<br />
Un giudizio sulla Fiorentina?<br />
“Per i nostri avversari certe migliorie<br />
penso che servano a<br />
poco, perché non credo<br />
che la Fiorentina possa<br />
andare oltre la quarta<br />
posizione. I primi tre<br />
posti, almeno in<br />
questa stagione,<br />
sono assegnati e i<br />
viola lotteranno<br />
con Palermo,<br />
Sampdoria, Roma<br />
e Udinese per<br />
piazzarsi alle spalle<br />
delle grandi”. Ovviamente,<br />
Toni segnerà<br />
al primo minuto contro<br />
i bianconeri, con un solitario<br />
colpo di testa, e<br />
avrà modo di raddoppiare<br />
nel secondo tempo. Quanto<br />
alla Fiorentina, si stabilirà saldamente<br />
al terzo posto, mentre Roma,<br />
Udinese e Sampdoria rimarranno all’altezza<br />
del Siena, se non sotto, in classifica.<br />
DALL’OSTEOPATA ALLO PSICOLOGO<br />
Dopo la figura dell’osteopata, arrivata<br />
13<br />
insieme al grande passo in serie B (peraltro<br />
rimasta a lungo misteriosa per gli stessi dirigenti<br />
di allora), nello staff medico del<br />
Siena c’è stato un importante salto di qualità<br />
con l’arrivo di autorevoli specialisti. È arrivato<br />
un noto riabilitatore come Alberto Andorlini,<br />
nelle ultime due<br />
stagioni al<br />
Chel-<br />
sea,<br />
ed in precedenza<br />
sette stagioni<br />
alla Fiorentina, nonché personal trainer di<br />
Gabriel Batistuta nel Qatar. E tanto per non<br />
farsi mancare niente, dal Milan-Lab è arrivato<br />
il Prof.Zerbini, uno specialista nel recupero<br />
psicofisiologico dei calciatori infortunati.<br />
Come sono lontani i tempi in cui il buon<br />
Ricci non sapeva in che ruolo giocasse un<br />
osteopata...<br />
CON GLI OCCHI CHIUSI<br />
Bellissimo il poster distribuito in questi<br />
giorni, con il Siena al completo. La foto ufficiale<br />
sarebbe stata un capolavoro se non<br />
fosse stata scattata con una luce che ha<br />
costretto alla chiusura delle palpebre<br />
quasi tutti i calciatori fotografati.■
febbre alta<br />
A proposito del derby<br />
Antonio Gigli<br />
Messo in archivio con molti rimpianti il<br />
derby con la Fiorentina, il Siena torna a<br />
correre in quello che, toccando ferro, sta<br />
per diventare il primo campionato tranquillo<br />
in serie A. I commenti tecnici, però, li lasciamo<br />
ad altri, per parlare della cornice di<br />
pubblico che ha assistito alla partita persa<br />
contro i viola di Toni. Non vogliamo neppure<br />
tornare sulle polemiche del dopo partita,<br />
anche se la “dimenticanza” dei Della<br />
Valle nel dimostrare solidarietà al presidente<br />
del Siena, ci inorridisce e ci fa<br />
paura, soprattutto in vista di partite future.<br />
Vogliamo occuparci in queste righe di<br />
un altro argomento, sempre legato al tifo.<br />
Il match con i viola ha richiamato al Franchi<br />
un pubblico da record, per la prima<br />
volta quest’anno, con tanti, tantissimi tifosi<br />
della squadra di Prandelli. Forse anche<br />
troppi, e diciamo questo pensando ai tanti<br />
senesi, soprattutto della provincia ma,<br />
ahimè, anche della nostra città, che sono<br />
venuti all’Artemio Franchi, per incitare gli<br />
avversari dei bianconeri. La cosa, inutile<br />
negarlo, non ci è piaciuta. al di là del fatto<br />
che ognuno (ci mancherebbe altro) è libero<br />
di fare ciò che ritiene più opportuno,<br />
così di dover sopportare eventuali critiche<br />
non offensive. Quello che ci fa saltare sulla<br />
sedia è il fatto di non sapere come si sono<br />
comportati i nostri cari concittadini quando<br />
dalla curva San Domenico, già prima della<br />
partita, sono partiti i cori offensivi, nonché<br />
gli striscioni esposti, contro la nostra città.<br />
Sì, la nostra città, perché le offese al Palio,<br />
al carattere dei senesi, alla nostra storia,<br />
sono offese per la città e quindi, a costo di<br />
essere tacciati di eccessivo campanilismo,<br />
ci chiediamo come abbiano fatto i senesifiorentini<br />
ad accettare tutto questo. Il tifo<br />
calcistico per una squadra, dicono in molti<br />
(a parte Emilio Fede che per ovvi ed op-<br />
portunistici motivi ha traditola Juve per il<br />
Milan...), è come la mamma e non si può<br />
tradire. Ma tifare Fiorentina (o Inter, o Juventus,<br />
o Milan) quando il Siena disputa la<br />
serie A ci pare un po’ anacronistico e soprattutto<br />
provinciale nel senso più deleterio<br />
del termine. Va bene, vuol dire, tanto<br />
per consolarci, che quell’umido mercoledì<br />
sera almeno qualche senese ha goduto<br />
una gioia calcistica....<br />
Detto questo l’argomento derby non<br />
può esaurirsi. La partita in questione, purtroppo,<br />
ha creato le prime crepe circa l’affidabilità<br />
e la sicurezza dello stadio senese,<br />
ma soprattutto del tanto esaltato<br />
decreto Pisanu. Moltissimi tifosi fiorentini,<br />
infatti, hanno potuto acquistare tranquillamente<br />
il biglietto per assistere alla partita<br />
nei settori occupati tradizionalmente dai<br />
senesi (vedi gradinata scoperta). Perché è<br />
accaduto questo? Il Siena si è affrettato a<br />
dire di aver fatto il proprio dovere inviando<br />
14<br />
il quantitativo dovuto nel capoluogo, per il<br />
resto non poteva fare nulla. Va bene, ma<br />
allora a che serve presentare il documento<br />
d’identità al momento dell’acquisto?<br />
Pensate che la stessa cosa succederebbe<br />
se, per esempio, migliaia di tifosi romani<br />
andassero tranquillamente nelle rivendite<br />
milanesi ad acquistare biglietti per la gara<br />
con l’Inter? Credete che potrebbero acquistare<br />
lo stesso il biglietto? Se la risposta è<br />
sì, allora tanti saluti al decreto Pisanu ed<br />
alla sicurezza negli stadi, perché se il documento<br />
serve a capire soltanto chi occupa<br />
quel posto in caso di incidenti, senza<br />
prevenirli, l’utilità delle nuove norme ci<br />
pare davvero scarsa.<br />
Una nota di merito, sempre per quanto<br />
riguarda il famigerato derby, dobbiamo<br />
farla invece ai tifosi bianconeri. Tutto (o<br />
quasi) è filato liscio ed ancora una volta<br />
sugli spalti il dominio dell’intelligenza e<br />
dell’arguzia senese è stato totale. Da sottolineare<br />
anche la splendida scenografia<br />
iniziale, semplice ma affascinante, giocata<br />
tutta sui colori della Balzana e dedicata al<br />
nostro giocatore più grande: Enrico Chiesa,<br />
assente pesante nel primo tempo della<br />
gara. Il tutto senza gli antipatici fumogeni<br />
e con un’autofinanziamento che fa invidia<br />
a molti, pensando ai fiorentini che si fanno<br />
sponsorizzare anche la passione sportiva.<br />
Insomma pubblico almeno da Coppa<br />
Uefa, squadra che cerca la tranquillità e<br />
che finalmente potrebbe averla trovata,<br />
cercando, quindi, di ripagare una tifoseria<br />
calda, appassionata e soprattutto intelligente<br />
(leggetevi il comunicato del dopo<br />
partita circa l’aggressione a De Luca)<br />
come merita. ■
Dal ‘caso Rosi’ alla separazione tra le società di A e di B,<br />
passando per il fattaccio di Ascoli<br />
Bonolis<br />
e dintorni<br />
• Mauro Mancini Proietti<br />
Apparirà superfluo da sottolineare, ma<br />
sarà pur doveroso riflettere di come la vicenda<br />
del “cascatore” Rosi e la spettacolarizzazione<br />
a tutti i costi del sistema calcio<br />
ad uso e consumo dell’ audience,<br />
appaiono in fondo due facce della stessa<br />
medaglia ed in particolare del processo<br />
della profonda involuzione sempre più<br />
marcata dei valori nel sistema calcio.<br />
Se un grande conduttore di una importante<br />
emittente televisiva ha visto bene di<br />
svilire il malcapitato di turno, reo di aver improvvidamente<br />
deciso di plateizzare a<br />
scoppio ritardato un colpo ricevuto da un<br />
giocatore dando luogo alla prima espulsione<br />
nella storia di un calciatore per violenza<br />
consumata nei confronti di un soccorritore,<br />
apparirà allora ovvio, caro Bonolis, di come<br />
non ci debbano più stupire le sconsiderate<br />
gesta di Ascoli e via discorrendo, frutto<br />
della ordinaria demenza di coloro che probabilmente<br />
più che negli stadi farebbero<br />
miglior mostra di sé nelle gabbie di un buon<br />
giardino zoologico.<br />
Un calciatore strapagato che sulla<br />
vendita della propria immagine ricava la<br />
propria fortuna, non potrà in nessun modo<br />
essere paragonato a chi in fondo non fa<br />
altro che prestare gratis et amore dei la<br />
propria opera al servizio degli altri. Né<br />
tanto meno le stesse società sportive potranno<br />
continuare a lamentarsi di un uso a<br />
loro danno in sede di giustizia sportiva di<br />
quelle stesse immagini che, croce e delizia,<br />
rappresentano nello stesso tempo una<br />
ricca fetta del loro fatturato.<br />
Si è parlato giustamente di una ricercata<br />
spettacolarizzazione a tutti i costi,<br />
frutto di una superficialità assoluta che finisce<br />
per dar luogo ad una pesante inver-<br />
sione della scala dei valori, laddove viene<br />
messa sullo stesso piano la condotta di un<br />
volontario soccorritore con quella di un<br />
calciatore professionista con il risultato di<br />
una odiosa comparazione anche delle<br />
conseguenti responsabilità. Non occorre<br />
scomodare principi di diritto per capire<br />
che non è così. Non lo è ne dal punto di<br />
vista giuridico, tanto meno dal punto di<br />
vista morale. E questo chi fa informazione<br />
pubblica su scala nazionale dovrebbe ben<br />
averlo presente.<br />
Ma la vicenda di per sé censurabile<br />
nella quale nessuno si è preoccupato di<br />
procurare le proprie scuse e, ancor più<br />
grave, sulla quale nessuno ha sentito il dovere<br />
di stigmatizzare, si presenta come<br />
tutt’uno rispetto al problema della profonda<br />
crisi del sistema calcio, sempre più votato<br />
nella sua trasformazione ed adeguamento<br />
alle pure leggi di mercato a scapito<br />
di quei valori deontologici che dovrebbero<br />
essere propri dello sport, anzi dello sport<br />
per eccellenza di molti giovani.<br />
La separazione consensuale registrata<br />
in Lega tra le società di serie A e di serie B,<br />
non è altro che il riflesso di una profonda divaricazione<br />
che le leggi di economia pongono<br />
tra grosse e piccole società in un mercato<br />
sempre più concorrenziale ove appare<br />
impensabile condividere spettatori paganti<br />
ed introiti per diritti televisivi e non. Era inevitabile<br />
nel momento stesso in cui aveva<br />
termine la mutualità in termini di diritti collettivi,<br />
per lasciare spazio a diritti soggettivi<br />
delle singole società, che la forbice e le differenze<br />
in termini di capacità finanziaria,<br />
avrebbero fatto sentire tutto il loro peso<br />
Era inevitabile, pertanto, che la riduzione<br />
degli introiti per i diritti televisivi determi-<br />
nata dalla concorrenza tra reti pubbliche e<br />
private e tra queste rispetto a quelle a pagamento,<br />
finisse per determinare la necessità<br />
di estromettere le parti più deboli.<br />
Ad oggi si parla di separazione consensuale<br />
con tanto di buonuscita spalmata<br />
nei nove anni a venire, ma il dopo, è<br />
certo, apparirà sempre più a tinte fosche.<br />
Dal momento che finiranno gli “alimenti”,<br />
per le società meno virtuose di B o che vivranno<br />
al di sopra della loro capacità economica<br />
effettiva al di fuori da artificiose<br />
cosmesi di bilancio, le possibilità di sopravvivenza<br />
appaiono assai ridotte. Qualcuno<br />
parla di una opportuna riduzione<br />
delle società professionistiche ed un ritorno<br />
ad un più virtuoso dilettantismo o semi<br />
professionismo.<br />
Per le altre inutile parlare di virtuosismi<br />
e di amore per lo sport nel senso nobile del<br />
termine. Si tratterà solo di vendere meglio<br />
e a miglior prezzo il proprio prodotto, con<br />
buona pace dei tifosi. Su questo piano, l’<br />
ennesimo escamotage da parte delle società<br />
finalizzato a fare cassa sfruttando i<br />
propri diritti di immagine. È la stessa filosofia<br />
di fondo che regola i diritti di autore<br />
nelle opere d’ingegno. Qui si tratterà di<br />
sfruttare l’uso della propria immagine da<br />
parte delle emittenti, una volta che, terminata<br />
la stagione calcistica di riferimento,<br />
queste tornano a far parte del patrimonio<br />
della società secondo il noto sistema delle<br />
Library. Le emittenti che a fini di repertorio<br />
vorranno poi utilizzare quelle stesse immagini<br />
avranno così l’ onere di pagare alle<br />
società i relativi diritti.<br />
Una soluzione che la dice lunga sullo<br />
stato economico delle cose e della situazione<br />
finanziaria dei grandi club sempre<br />
più indebitati tra loro e con il fisco. Decreto<br />
spalma debiti o non, in mancanza di una<br />
netta inversione di tendenza nella “riduzione<br />
del costo del lavoro” dei giocatori, la situazione<br />
appare difficile in una guerra che<br />
registrerà il tutti contro tutti. Una corsa ovviamente<br />
a cui non si sottrarranno le emittenti<br />
televisive, come l’attuale querelle tra<br />
Mediaset e Lega docet, ove in fondo ciò<br />
che conta è solo lo sfruttamento in esclusiva<br />
delle immagini e degli highlights.<br />
Per le bandiere, l’attaccamento ad una<br />
maglia e le nostalgie del passato, potrà a<br />
ragione parlarsi di articoli da museo o di<br />
amarcord. È allora che il povero “cascatore<br />
Rosi” finirà per accorgersi di essere caduto<br />
in un sistema più grande di lui con<br />
buona pace di tutti.<br />
Lui probabilmente avrà perso, ma si è<br />
altrettanto sicuri che con lui abbiamo<br />
perso un po’ tutti. E su questo, caro Bonolis,<br />
prima di invertire i termini morali del<br />
problema e di somministrare un certo<br />
modo di fare informazione e commenti a<br />
buon mercato sulla parte debole di turno,<br />
farà bene a riflettere anche lei. ■<br />
Una immagine<br />
di Francesco Rosi,<br />
qui premiato per<br />
la sua attività<br />
di volontario della<br />
Pubblica Assistenza<br />
ca l c i o 15
16/ sport&contrade<br />
DOVE ARRIVARE SECONDI NON VUOL DIRE ‘PURGARSI’<br />
di Chiara Cicali<br />
Contrade e sport: un connubio caratterizzato da un arcobaleno di idee che colora strade, vicoli, campi di<br />
calcio, palazzetti della città. Questo perché “contrada” e sport non è vista solo nell’ottica, tra l’altro recente,<br />
delle annuali visite di cortesia che Robur e Mens Sana fanno, alle 17 società, oppure alle trasferte che le stesse<br />
organizzano con i pullman contraddistinti non più dai numeri, ma dai nomi dei rioni, per seguire la loro<br />
fede sportiva all’Olimpico, a San Siro, al Delle Alpi oppure al PalaEur, al Paladozza, al PalaMalaguti. Lo sport è<br />
entrato a far parte della vita di contrada molto tempo fa, per rendere meno lunga l’attesa che separa l’ultimo<br />
palio dal primo dell’anno seguente, un po’ perché nella circostanza si sfoderano doti atletiche e spirito agonistico<br />
inimmaginabili quando si gareggia per la propria contrada, sì che il cuore batte davvero sotto lo stemma<br />
araldico che si rappresenta (quanto sarebbe bello se la stessa fede sostenesse anche tutti quegli idoli che<br />
puntualmente ogni estate danno vita ad un autentico “mercimonio mediatico”).<br />
La prima manifestazione sportiva in assoluto organizzata per le contrade, per essere precisi dalla Selva, è<br />
stata il “cross de’ rioni, che resiste da ben 31 edizioni, pioggia e vento compresi, come nell’ultima recente edizione.<br />
Ogni anno, nel giorno della festa della Madonna, l’otto settembre, tra i tabernacoli allestiti dai cittini delle<br />
17 consorelle, oltre 100 “podisti” si sfidano, “sfrecciando” (almeno i primi che chiudono la gara in meno di 25<br />
minuti), come un serpentone colorato, in velocità, fiato, polmoni e gambe, in un percorso di circa 8 Km che si<br />
snoda tra le vie di Siena toccando tutti e diciassette i rioni ed affrontando salitone ispide ed interminabili come<br />
via del Comune, Sant’Agata, Santa Caterina, le scalette che salgono dalla Giraffa in piazza Provenzano…<br />
Ogni contrada può partecipare con due squadre, rispettivamente composte da almeno una donna ed un<br />
over 35 per squadra: la classifica finale viene stilata in base al punteggio globale che ogni contrada ottiene con<br />
i suoi atleti. Altra manifestazione sportiva podistica, è quella organizzata dalla Tartuca il 25 aprile, festa della<br />
Liberazione. Qui le contrade partecipanti sono divise in compagnie militari: 4 atleti per compagnia, perché la<br />
gara è una staffetta di corsa su strada da Siena a Montalcino che parte da piazza Sant’Agostino per arrivare<br />
fino alla fortezza ilcinese. Ogni atleta compie circa 8 km e poi passa il testimone al compagno, fino all’ultimo<br />
che dovrà compiere il tratto finale, il più duro, perché buona parte in salita, che inizia dal bivio per Montalcino<br />
fino a raggiungere, appunto, la fortezza.<br />
La Tartuca organizza anche un torneo di calcio a 7, lo sport più rappresentato nelle manifestazioni di contrada,<br />
il Nirvano Fossi, che si svolge nel campino di Vico Alto, ad ottobre, con l’appoggio della Uisp, per ragazzi<br />
dagli undici ai tredici anni. L’Oca “fa la sua parte” con il torneo di calcio a 11, l’Arcese (da pochi anni<br />
denominato Dudo Casini), che si svolge sui campi di Torre Fiorentina e delle Cerchiaia (con quarti, semi e finale<br />
allo stadio Franchi) in maggio-giugno e una gara di pesca sportiva a squadre, dove vince quella che ha<br />
pescato il maggior numero di chili di pesce (generalmente trota), nei vari laghetti della provincia: Quornia, il<br />
Moro, Vallechiara… Il Barbero, torneo di calcio a 7, è organizzato invece dal GS San Miniato per i bambini dai<br />
nove ai dodici anni, presso gli impianti sportivi omonimi, nel campetto in erba sintetica.<br />
Il CSI, per la prima volta quest’anno, nei mesi di aprile- maggio, ha dato vita ad un torneo di calcio a 7,<br />
sempre per bambini di età compresa fra i dieci e i dodici anni, sfruttando i campi di calcio di Ovile e dell’Alberino,<br />
torneo che ha registrato il maggior numero di adesioni, ben 15 contrade su 17. Organizzato con il patrocinio<br />
del Comune di Siena e dell’ AC Siena, nel 2004 è stato proposto anche un torneo per strada, su pietra<br />
serena, in piazza Jacopo della Quercia, chiamato “Palla in gioco” dove hanno preso parte i bambini dagli<br />
otto agli undici anni. L’Endas, nel 1997, è stato il precursore del primo torneo di calcio femminile a 7, il “Violante<br />
di Baviera” che si svolge presso l’impianto di via Custoza tra ottobre e dicembre-gennaio. A questo si<br />
sono aggiunti negli anni seguenti il torneo primaverile “Aspettando il 29 giugno” ed un altro organizzato dalla<br />
Uisp, nel campino del Petriccio, sempre di calcio a 7. Rimanendo al calcio, quasi tutte le società di contrada<br />
partecipano poi ai vari tornei Uisp o Aics, di eccellenza e promozione, assieme a compagini della provincia o<br />
ad altre squadre sponsorizzate da bar e negozi della città.<br />
Passando ad altri sport, la Civetta organizza un torneo di basket, due contro due, in piazza Tolomei nel<br />
mese di giugno, in notturna, mentre la Pantera ha ideato per tanti anni un torneo di pallavolo misto, l’”Ettore<br />
Bastianini”, dove le squadre erano composte sia da ragazze che da ragazzi, da disputarsi presso le palestre<br />
del Costone e del Coni. Il Leocorno, nel 2004, ha dato vita per la prima volta ad un torneo di beach volley<br />
nelle valli di Follonica, due contro due, squadra formata da un ragazzo ed una ragazza oppure da due ragazzi.<br />
Il Bruco, negli splendidi giardini della società dell’Alba, organizza invece, ai primi di giugno, in una sola giornata<br />
(la domenica), un torneo di pallavolo misto fra bambini e ragazzi dai dieci ai quattordici anni.<br />
Ma non è tutto. La Chiocciola si è fatta promotrice di una cronoscalata in bicicletta, dove ogni squadra è<br />
composta da due bambini ed un adulto, che dalla piaggia del Giuggiolo, pedalando interamente in salita, arrivano<br />
fino al pozzo di San Marco. L’Istrice da anni, verso marzo e sulle piste dell’Abetone, organizza a sua volta<br />
la nota gara di sci “Per sport e per amore”. I partecipanti, numero libero, sono divisi per categorie e si cimentano<br />
nella difficile e veloce prova dello slalom. Anche qui la classifica finale viene stilata sommando i vari tempi<br />
dei partecipanti. Infine la contrada dell’Onda. Nei prossimi mesi, con il contributo organizzativo del CSI, proporrà<br />
nei locali della società Duprè il primo torneo di ping pong con la formula della Coppa Davis. Una disciplina,<br />
questa, finora assente dal panorama sportivo-contradaiolo di cui ci stiamo interessando<br />
Come si può notare, il massimo impegno delle contrade è rivolto ai bambini ed ai giovani, questo perché<br />
lo spirito di tutte queste manifestazioni deve essere, appunto, quello di aggregare e far crescere il valore ed il<br />
rispetto verso la contrada stessa, accompagnandolo ad un sano agonismo e giusto spirito competitivo. Passando<br />
alle specialità individuali, molti contradaioli, che fanno dello sport la loro professione, si sono contraddistinti,<br />
e continuano a farlo, sia in campo nazionale che internazionale in varie discipline, senza mai staccarsi<br />
dal fazzoletto della propria contrada, come una seconda pelle. È la vittoria più bella per tutti coloro che si<br />
prodigano all’insegnamento dei valori della contrada e a trasfondere l’amore per questa. ■
Le formazioni<br />
Esordienti B e<br />
Giovanissimi<br />
Provinciali<br />
18 ca l c i o<br />
Mentre il gruppo sportivo del presidente Toscano scopre il web,<br />
una grande cerimonia inaugura la stagione 2005/2006<br />
Il San Miniato<br />
spenge 25 candeline<br />
• Gigi Rossetti<br />
www.gssanminiato.org<br />
Il San Miniato è on line. Da tempo<br />
ormai era nella mente di tutti un sito neroverde<br />
, poi finalmente il “toro che<br />
viene preso per le corna” ed eccolo allora<br />
il notiziario in rete del gruppo sportivo<br />
alle sue nozze d’argento con il calcio<br />
giovanile. Il merito del primo passo<br />
ufficiale della nuova comunicazione, va<br />
ascritto soprattutto a Stefano Gentilini<br />
che nella società del presidente Toscano<br />
ha portato tutta la sua grande professionalità,<br />
frutto di tanti anni di calcio<br />
vissuto prima sul campo e poi da dirigente<br />
ma non certamente da dietro una<br />
scrivania perché alle parole, Gentilini,<br />
preferisce soprattutto i fatti.<br />
Poco più di un mese di vita e già<br />
oltre mille i contatti avuti (tutti veri perché<br />
il contatore è partito da zero); sicuramente<br />
un successo, almeno in questa<br />
prima fase che può senz’altro essere<br />
definita di sperimentazione in quanto,<br />
come tutte le cose all’inizio, suscettibile<br />
di modifiche che andranno a migliorare<br />
quello che vuole essere un servizio<br />
di facile consultazione per tutti quelli<br />
che girano intorno alla società ma non<br />
solo. Risultati e classifiche, notizie e curiosità:<br />
insomma, la vita della società in<br />
un clic, che ormai fa sembrare lontano<br />
anni luce quel Neroverde, opuscolo<br />
fatto di 12 pagine patinate che qualche<br />
anno fa cominciò a dare notizie sulla<br />
vita del club e che ancora oggi, comunque,<br />
continua regolarmente ad uscire<br />
perché la carta stampata continua pur<br />
sempre a mantenere tutto quanto il suo<br />
fascino. Proprio come fa Mesesport<br />
che, attraverso le sue colonne, anche al<br />
San Miniato, permette di fare il resoconto<br />
mensile.<br />
Una opportunità per far sapere a chi<br />
legge che, nel suo venticinquesimo<br />
anno di vita, il San Miniato ha presentato<br />
tutte le sue squadre in maniera sfavillante.<br />
La cornice è stata quella bellissima<br />
dell’Hotel Garden, i colori della<br />
“tela” quelli neroverdi, ovviamente,<br />
punteggiati dall’allegria delle oltre ottocento<br />
persone che a questa serata<br />
hanno partecipato. Tanti infatti, tra atleti,<br />
genitori, autorità e ospiti sono stati<br />
quelli che alla serata hanno partecipato.<br />
Una serata come davvero mai, per<br />
una presentazione ufficiale, si era mai<br />
vista prima; una serata degna di un anniversario<br />
importante come possono<br />
essere venticinque anni di attività che<br />
hanno portato il San Miniato a primeggiare<br />
in città prima e in provincia<br />
poi e che ha voluto<br />
essere una ulteriore dimostrazione<br />
di forza e stabilità<br />
societaria, oltre che l’ennesima<br />
risposta a qualcuno<br />
che, con stucchevole prolissità,<br />
continua a gettare<br />
ombre su questo gruppo<br />
sportivo.<br />
Il San Miniato invece è<br />
più vivo che mai e la presenza<br />
delle maggiori autorità<br />
cittadine ( il sindaco<br />
Cenni e il presidente della<br />
Fondazione Mussari in<br />
testa) sono lì a dimostrare<br />
quale e quanto sia l’affetto<br />
che circonda questa società.<br />
“Una società- come<br />
ha ricordato il presidente<br />
Toscano- che deve moltissimo<br />
al volontariato locale, ai<br />
ragazzi, tantissimi, che hanno scelto di<br />
difendere i nostri colori, ai loro genitori, al<br />
sostegno dei nostri sponsor oltre a quello<br />
morale e materiale dell’Amministrazione<br />
Comunale, alla sua giunta e ai preziosi<br />
suggerimenti del sindaco Cenni.<br />
Una società che vuole vedere crescere<br />
in serenità i ragazzi che ci vengono<br />
affidati, e che vuole trasformare in fiducia<br />
nell’avvenire le loro eventuali<br />
incertezze. Una società che guarda al<br />
concreto, più che a quelle strategie fatte<br />
di chiacchiere maligne che assolutamente<br />
non ci appartengono e che con il<br />
calcio non hanno nulla a che vedere”.<br />
Per quel che riguarda il calcio giocato,<br />
troppo poco è il tempo trascorso<br />
dall’inizio dei campionati per poter stilare<br />
un primo, anche se sommario, resoconto.<br />
C’è chi va molto bene e chi<br />
no, chi sta rispondendo in maniera<br />
egregia e chi invece ha diverse difficoltà<br />
ma proprio perché siamo soltanto all’inizio,<br />
nel dettaglio entreremo solo nel<br />
prossimo numero.■
zapping<br />
Dalle mazze ferrate ai tacchetti,<br />
è lo spirito che conta<br />
Vincenzo Coli<br />
Animo, fratelli. L’anno scorso non avevamo<br />
vinto la battaglia di Montaperti, quest’anno<br />
non abbiamo perso la battaglia di<br />
Colle Val d’Elsa (1269: data un po’ rimossa<br />
ma segnò l’inizio del declino senese rispetto<br />
a Firenze). E soprattutto non c’è<br />
stata la temuta guerra fra tifoserie, a parte<br />
l’episodio deplorevole dell’aggressione al<br />
presidente De Luca. Come il Palio è la trasfigurazione<br />
simbolica dello “spirto guerriero”<br />
messo in quarantena<br />
nel 1555 e<br />
lasciato implodere<br />
nelle giostre cittadine,<br />
la partita di palloneSiena-Fiorentina<br />
- non diciamo<br />
niente di nuovo - è la<br />
proiezione esterna<br />
di questo animus, il<br />
regolamento di conti<br />
ancestrali lasciati in<br />
sospeso ed edulcorati<br />
se non nel contenuto<br />
almeno nella<br />
forma: i tacchetti<br />
possono far male, le<br />
mazze ferrate molto<br />
di più. La ‘riavuta’ è<br />
stata oggettivamente<br />
difficile da organizzare<br />
su un<br />
campo di calcio: i gigliati<br />
sempre al vertice,<br />
da Lojacono a<br />
Batistuta, i bianconeri<br />
arrabattati a navigare<br />
a vista tra le<br />
serie C e D, e in<br />
mancanza di meglio<br />
il testosterone è<br />
scorso a fiumi nei<br />
derby col Livorno.<br />
Poi il pendolo della<br />
storia calcistica ha<br />
fatto salire noi e<br />
scendere di brutto<br />
loro, finché le lancette<br />
dell’orologio non si sono finalmente incontrate.<br />
Dopo il flop del campionato scorso,<br />
lo “scarpaio” (la definizione non è<br />
nostra, ma della signora Anna Falchi in Ricucci)<br />
ha fatto le cose per bene, e l’effetto<br />
dei miliardi spesi finalmente si vede.<br />
Quanto al Roburrone, non sempre il cuore<br />
di una squadra può bastare per portare a<br />
casa la vittoria, ma riesce a sintonizzarsi<br />
con quello dei tifosi, se continua a battere<br />
con questo fervore. Vi pare poco?<br />
E bravo Cicciocozza, che ha ritrovato<br />
l’habitat nella sua Reggio Calabria dove<br />
ha ripreso a segnare e a infiammare la<br />
curva. Rapporto esaurito con la crisi del<br />
settimo mese (il calcio ha tempi decisamente<br />
compressi rispetto alla fisiologia<br />
amorosa), quello tra il fantasista e la nostra<br />
città - scusate se torno sull’argomento<br />
- non è stato il solo caso di matrimonio<br />
sportivo finito male. Per un capitan Mignani<br />
che qui trova moglie e identità contradaiola,<br />
per uno Zukauskas che mette radi-<br />
19<br />
ci e s’ispira per allargare la famiglia, per<br />
uno Stefanov che non ha mai imparato<br />
una parola d’italiano ma si sentiva perfettamente<br />
senese, e quando decisero di non<br />
rinnovargli il contratto i dirigenti della Mens<br />
Sana non sapevano come dirglielo, qualche<br />
caso di rigetto ci può stare. Ci è venuto<br />
in mente il povero Claudio Malagoli, ala<br />
tiratrice che da Varese, dove aveva giocato<br />
con Meneghin e Bob<br />
Morse, nei primi anni ottanta<br />
venne a crivellare retine in<br />
viale Sclavo. Firmò il contratto,<br />
fece un giro in città, visitò<br />
i musei, assaggiò pici e<br />
ribollita e soppesò le due o<br />
tre ipotesi di casa in affitto<br />
proposte dalla società, che<br />
pensava di sistemarlo in<br />
centro. Macché. Malagoli<br />
chiese se c’era un posto lontano<br />
da città ma abbastanza<br />
comodo per venire ad allenarsi,<br />
e si sistemò a Colle<br />
val d’Elsa. Senza offesa per<br />
l’amor proprio di nessuno.<br />
Sui gusti non si discute. C’è<br />
anche chi (per la verità non<br />
un uomo ma una signora,<br />
produttrice televisiva) ha definito<br />
la Ferilli una cozza,<br />
con la c minuscola. Mettiamola<br />
così: certi tipi sono refrattari<br />
alla sindrome di<br />
Stendhal, vogliamo fargliene<br />
una colpa?<br />
Primo mese di basket<br />
giocato, dopo un’astinenza<br />
che sembrava interminabile.<br />
La Mens Sana vola, e Dan<br />
Petersen torna a fare pronostici.<br />
O presagi, detti da lui.<br />
Respirano di sollievo Bologna,<br />
Roma e Milano che<br />
non convincono appieno il<br />
mago, si toccano i gioielli di<br />
famiglia Treviso e, guarda<br />
caso, Siena, ambedue ritenute le meglio<br />
attrezzate. In 48 ore ha anche appioppato<br />
a due giocatori diversi, molto diversi, l’etichetta<br />
di Nowizki italiano, e anni a venire<br />
assai vincenti: il giovanissimo Bargnani e il<br />
nostro scafato Stonerook. Si decidesse, il<br />
vecchio Dan. I due ragazzi, nell’attesa,<br />
sono andati a farsi benedire. ■
cinque cerchi•Francesco Vannoni<br />
Denso di significati, ancora una volta, l’annuale<br />
appuntamento promosso dal Coni Provinciale<br />
•Se la Giornata<br />
è Olimpica<br />
20<br />
Una festa per tutti, invitato speciale lo sport con i suoi attori…<br />
produttori e spettatori.<br />
Il fascino della Giornata Olimpica, svoltasi anche quest’anno<br />
presso la sede centrale della Banca di Credito Cooperativo<br />
di Sovicille, - partner attento ed autorevole ad ogni opportunità<br />
di crescita e sviluppo del territorio - è quello del grande appuntamento<br />
diventato tradizione e ormai radicato nel calendario<br />
annuale del Comitato Provinciale del Coni. Volendo proseguire<br />
nella metafora cinematografica, non è sbagliato definire<br />
questa suggestiva kermesse una sorta di “Premio Oscar” dello<br />
sport locale. È bene ribadire che i contenuti della Giornata<br />
Olimpica non si limitano ai podi, ai trofei e alle classifiche, ma<br />
anzi rappresentano un prezioso compendio di esperienze e percorsi<br />
nei quali il successo non è premiato soltanto come esito di<br />
punti, rilievi cronometrici o altro termine di confronto, ai numeri,<br />
ma diventa, innanzitutto, la sintesi più alta dell’interpretazione<br />
sportiva, come insieme di valori etici e morali che, in<br />
nome del “vero” sport, stanno all’origine di qualsiasi vittoria di<br />
gruppo e di qualunque prodezza individuale.<br />
“Il nostro impegno – ha detto il presidente del Coni Roberto<br />
Montermini – è quello di contribuire, anche attraverso<br />
manifestazioni di questo tipo, alla formazione di uomini e<br />
donne di sport che, oltre ad essere oggi atleti di vario livello,<br />
sappiano diventare, in futuro, dei dirigenti esemplari, camminando<br />
nel solco di quelle figure che in questi anni hanno dato<br />
un impulso fondamentale allo sviluppo di tutto il movimento.<br />
Perché, terminata la carriera, sappiano ritrovare lo slancio<br />
necessario per trasmettere alle “nuove leve” il patrimonio di<br />
emozioni e sensazioni che lo sport è in grado di regalare”.<br />
Un sogno che non è utopia considerando anche la stretta<br />
collaborazione esistente con tutte le istituzioni del territorio<br />
cittadino e provinciale ed il perfetto coordinamento operativo<br />
da anni instaurato con il Comitato Regionale Toscano”.<br />
“Siamo orgogliosi, in questo senso, – ha proseguito Montermini<br />
- che la giunta Nazionale abbia dato positivamente seguito<br />
alla richiesta avanzata proprio dal Comitato di Siena, assegnando<br />
a Rabizzi la Stella d’Oro al Merito Sportivo,<br />
massima onorificenza prevista dall’ordinamento del Coni”.<br />
Nel suo intervento Rabizzi - ospite della Giornata Olimpica<br />
- ha messo in risalto la necessità di universalizzare il linguaggio<br />
sportivo, come elemento capace di concorrere all’integrazione<br />
socio-culturale tra i popoli e quale portatore di<br />
principi condivisi in nome del progresso civile”.<br />
Una linea guida imprescindibile per l’avvenire dello sport,<br />
idealmente sottoscritta da tutti gli atleti e i dirigenti protagonisti<br />
dell’evento e ripresa anche dall’assessore allo Sport della<br />
provincia di Siena Giorgio Del Ciondolo, presente insieme a<br />
Tanzi e Giovannini, assessori allo sport dei comuni di Siena e<br />
Sovicille – il quale ha evidenziato il ruolo del Coni “come interlocutore<br />
privilegiato in una serie di progetti orientati ad<br />
una collaborazione sempre più proficua tra istituzioni e “governo<br />
sportivo territoriale”. I brillanti riscontri avuti col progetto<br />
“Il Bambino sceglie lo Sport”, realizzato con l’indispensabile<br />
concorso degli organi scolastici, ci spinge a<br />
rilanciare e rafforzare il nostro impegno, diretto a tutte quelle<br />
fasce di popolazione che possono e vogliono fruire del prodotto<br />
sportivo e dei suoi evidenti benefici.<br />
A questo scopo – ha sottolineato ancora Del Ciondolo –<br />
stiamo approntando, insieme al Coni, una serie di iniziative<br />
per la Terza Età, convinti di assecondare un interesse crescente<br />
anche tra i meno giovani.<br />
Nel corso della manifestazione, riconoscimenti sono andati<br />
a Ugo Fiorilli e Albo Mechini, insigniti rispettivamente<br />
della Stella d’Argento e di quella di Bronzo al Merito Sportivo.<br />
Il primo, ex arbitro di calcio, per un ventennio presidente<br />
del Comitato Provinciale della Federazione Italiana Gioco<br />
Calcio e medaglia d’oro dell’Associazione Italiana Arbitri,<br />
dove ha svolto per sessant’anni la propria attività; il secondo,<br />
invece, è un nome molto noto nel mondo del volley: fondatore<br />
della Avis Pallavolo Montepulciano (al cui interno ha ricoperto<br />
tutte le cariche dirigenziali), Mechini è stato consigliere<br />
regionale Fipav dall’ ’88 al ’92 e della sua opera si è avvalso
lo stesso Coni Provinciale come infaticabile promotore di iniziative<br />
per la diffusione della pratica sportiva.<br />
Le numerose premiazioni, effettuate in riferimento alla stagione<br />
2004/2005, hanno visto avvicendarsi sul palco esponenti<br />
delle più diverse discipline, individuali e di squadra, vincitori<br />
di titoli provinciali, regionali o nazionali. Particolarmente nutrita<br />
anche la “fetta” di atleti distintisi nelle varie competizioni<br />
in ambito europeo e mondiale, traguardi che indistintamente<br />
portano lustro allo sport senese nel suo complesso.<br />
La consegna delle medaglie al valore atletico, oltre a premiare<br />
con l’argento la pattinatrice<br />
Cristina Giulianini per gli<br />
ottimi risultati conseguiti<br />
anche in campo europeo e<br />
mondiale e con il Bronzo la<br />
nuotatrice Serenella Parri e la<br />
campionessa italiana di bowling<br />
a squadre Daniela Buzzelli,<br />
ha consentito di riaprire una<br />
“finestra” sulla stagione<br />
2003/2004 anno del primo, storico<br />
tricolore mensanino: Roberto<br />
Chiacig ha ricevuto la<br />
medaglia di bronzo al Valore<br />
Atletico e, insieme a Carlo Recalcati,<br />
ha ritirato anche uno<br />
speciale riconoscimento per<br />
l’Argento Olimpico di Atene.<br />
Alla società biancoverde, rappresentata<br />
dal general manager<br />
Ferdinando Minucci, sono<br />
andati ulteriori riconoscimenti<br />
per i successi ottenuti anche in<br />
campo giovanile con lo scudetto<br />
Under 20 e Juniores.<br />
Tra le società sportive,<br />
anche il Cus e la Virtus Siena<br />
hanno fatto incetta di riconoscimenti:<br />
il sodalizio di via<br />
Banchi ha portato alla ribalta il Basket (con il titolo di Campione<br />
Nazionale Universitario), la Scherma (sesta ai Campionati<br />
Italiani di Fioretto serie A2 Maschile e Femminile) e il<br />
Judo, che ha primeggiato nel Campionato regionale di serie<br />
B). La società del presidente Fabio Bruttini è stata premiata<br />
per l’ottimo secondo posto nel campionato italiano Under 20<br />
ed il quarto nella categoria “Bam Open”.<br />
La contemporaneità con impegni sportivi, in capo ad una<br />
nuova stagione appena iniziata, ha fatto registrare qualche defezione<br />
nella compagine dei premiati: “Alcune assenze che si<br />
sono verificate – rileva Montermini -, se da una parte denotano<br />
la grande vivacità e la larga diffusione dell’ “offerta sport”,<br />
dall’altra serviranno per apportare alla macchina organizzativa<br />
quei piccoli ritocchi utili a perfezionarne il funzionamento in<br />
proiezione futura”.<br />
Lavorare per una sempre maggiore “penetrazione” sul<br />
territorio, con un occhio rivolto al domani: questo l’imput<br />
principale che il Coni senese è pronto a raccogliere per affrontare<br />
le nuove sfide che un messaggio sportivo rivolto ai<br />
giovani impone di superare. ■<br />
Tre immagini della<br />
cerimonia svoltasi il 22<br />
ottobre<br />
21
22<br />
cicloturismo•Giancarlo Brocci<br />
È andata in archivio l’edizione record dell’affascinante corsa d’epoca<br />
con partenza ed arrivo a Gaiole<br />
•L’Eroica varca l’oceano<br />
Novecentouno iscritti, 858 partenti provenienti da ogni angolo di<br />
mondo.<br />
L’Eroica raddoppia i numeri e conferma tutti i suoi altissimi indici<br />
di gradimento fra vecchi e nuovissimi adepti. La cicloturistica<br />
d’epoca con partenza ed arrivo a Gaiole in Chianti si è svolta il 2<br />
ottobre, preceduta da un fine settimana davvero intenso per il piccolo<br />
centro del nord senese. Il giovedì si era tenuta la prima riunione<br />
della nuova struttura nazionale FCI, presenti Di Rocco, Martini,<br />
Zuccaro e Piol, quel rappresentante del granfondismo che<br />
finalmente va a rappresentare il movimento all’interno della Federazione.<br />
Tra gli intervenuti praticamente tutti i maggiori organizzatori<br />
italiani, per una discussione davvero ampia ed esauriente<br />
che spera di aver trovato orecchie attente.<br />
Il venerdi è stato di scena a Gaiole l’avvocato Carmine Castellano,<br />
gradito ospite a parlare di polvere e ciclismo, a ripercorrere in immagini<br />
e racconto quel Colle delle Finestre che aveva riportato la<br />
strada bianca ai fasti del Giro d’Italia ed alla gloria di immagini che<br />
hanno bucato ogni video.<br />
Già il pubblico si era riempito di giornalisti, scrittori, vecchie glorie,<br />
collezionisti e semplici “eroici” appassionati, tutti attori protagonisti<br />
di un week end memorabile.<br />
Il sabato, infatti, è stato di rara intensità, con l’apertura di una mostra<br />
di bici d’epoca che si è arricchita non poco grazie al contributo<br />
dei francesi, con Patrick Joret in testa: un museo con un centinaio<br />
di biciclette di valore inestimabile, con maglie e cimeli capaci<br />
di trasmettere passioni e nostalgie, di accendere ricordi, di animare<br />
racconti.<br />
Ovviamente, tra gli habitué nostrani, spiccavano i pezzi di Berruti<br />
e Leonardi, Cerica e Vieri, Poccianti e Ricci ecc., mentre le Selle<br />
Brooks hanno esposto con successo i loro capolavori, riproposti in<br />
straordinario stile artigianale.<br />
Il pomeriggio, alle 15,30, è partito un nutrito gruppo di bambini<br />
per la Minieroica, un salto verso il Castello di Meleto per assaggiare<br />
un pezzo di sterrato e conoscere un luogo storico di grande suggestione.<br />
Poi la presentazione di libri di ciclismo, appuntamento<br />
ormai classico, cui non sono voluti mancare ben 8 autori, molti<br />
coi rispettivi protagonisti, introdotti e coordinati da Carlo Delfino:<br />
Mazzi col suo Malabrocca, la Argelli con Ortelli, Pellegrini con Bui,<br />
Picchi e Viani col Bartali per ‘Giglio Amico’, presente il figlio Andrea.<br />
Poi Facchinetti per il suo Bottecchia, Ancilotti e Passignani<br />
sul ciclismo toscano, Fiori e il suo Pantani, Bardelli che ha presentato<br />
gli aggiornamenti al ‘Generazione Epo’.<br />
La sera cena degli Eroici, con un parterre straordinario: presenti<br />
Claudio Martini, governatore della Toscana, gli onorevoli, Baldi,<br />
Vigni e Pagliarini, quest’ultimo entusiasta al via; quindi il procuratore<br />
Pasqualin, il regista del prossimo Bartali televisivo Negrin<br />
con l’attore Gandolfo, gli industriali del settore Tommasini, Marresi<br />
e Marzorati ed uno stuolo di vecchie e recenti glorie davvero<br />
impressionante: Corrieri, Seghezzi, Soldani, Rossello, Falsini, Tognaccini,<br />
Sorensen, Salvietti, Veltro, Riccò, i rammentati Ortelli,<br />
Malabrocca e Bui, qualche altro confuso fra la festosità informale<br />
del clima e di un menù ben poco ciclistico, a base di ribollita, salsicce<br />
e fagioli, dolci senesi e tanto Chianti Classico. A seguire lo<br />
spettacolo del Bruscello, teatro, poesia e musica che quest’anno gli<br />
autori e registi Bonechi e Marsan avevano dedicato a Costante Girardengo.<br />
L’indomani, alle 5 del mattino, le prime partenze, quelle per i percorsi<br />
lunghi (200 e 137 km, oltre la metà di strade bianche). Alle<br />
8,30 il via ai ‘corti’, 75 e 38 km, con una Piazza Ricasoli piena di<br />
colori e di vecchi fotogrammi, tratti da chissà quale album della<br />
‘Panini’; le maglie più incredibili, quasi tutte ben ricamate a mano,<br />
tirate fuori dai più nascosti cassetti, le biciclette tirate a lucido<br />
dopo anni di profonda cantina, una gioia che si è esternata anche<br />
nelle lunghe attese per la firma del foglio di partenza, che ha<br />
espresso anche i 70 attendati allo stadio, grazie al lavoro volontario<br />
della Misericordia locale che ha offerto ospitalità gratuita ai<br />
saccopelisti.<br />
Le cifre: 80 donne, ben 104 stranieri di cui 11 austriaci, un belga,<br />
2 canadesi, 4 ceki, 8 svizzeri, 15 tedeschi, 9 francesi, uno spagnolo,<br />
27 inglesi, 9 olandesi, un sudafricano, 10 statunitensi, 2 giapponesi,<br />
un danese.<br />
Sono giunti all‚arrivo in 790, di cui 169 nel 38 km, 272 nel 75, 104<br />
nel 137 e ben 246 nel Lungo, più del doppio dello scorso anno, guadagnando<br />
targa ricordo e bottiglia numerata di Chianti Classico<br />
con etichetta ad hoc. Premi anch‚essi speciali per ognuno dei partecipanti<br />
con bici eroica: panforte Fiore, olio dell’Azienda Olearia<br />
del Chianti, vino di pregio di Badia Coltibuono, proprietà Stucchi<br />
Prinetti, casata storica di produttori di bici d’inizio secolo la cui titolare<br />
Emanuela ha preso il via con tanto di gloriosa maglia biancorossa<br />
marchiata ‘Stucchi’. ■
MPS.. SPAZIALE<br />
Qualcuno si sarà lasciato<br />
andare ad espressioni<br />
di stupore, altri –<br />
forse coloro che seguono<br />
più assiduamente il basket<br />
in tv e ne osservano ogni<br />
particolarità, spesso apprezzandone<br />
anche gli avveniristici<br />
impianti e i ritrovati<br />
tecnologici (specie<br />
in quelle autentiche “città<br />
al chiuso” che sembrano<br />
essere alcuni “palace”<br />
americani), l’avranno accolto<br />
con un senso di liberazione e, perché no, come un segno dell’ulteriore<br />
progresso mensanino.<br />
Insomma, il nuovo tabellone elettronico che fa bella mostra di<br />
sé calato dal soffitto del PalaMensSana, non è passato inosservato:<br />
del resto la centralissima posizione e la mole non trascurabile, molto<br />
difficilmente avrebbero potuto impedirne la visione…Il resto l’ha<br />
fatto la curiosità dei tifosi biancoverdi che per la prima volta ne ammiravano<br />
l’imponenza.<br />
Lungo il cammino della Montepaschi, sia sui parquet della nostra<br />
serie A ma soprattutto nei palasport continentali dove va in<br />
scena la grande vetrina dell’Eurolega, di marchingegni del genere se<br />
ne sono visti in larga misura e non di rado nell’immaginario collettivo<br />
diventavano essi stessi, ancora prima degli aspetti tecnici, la<br />
prova più eclatante del valore dell’avversario: bastava vedere uno di<br />
questi sofisticati “mostri elettronici” per mettere le “mani avanti”<br />
sulle insidie di una partita o crearsi quell’alibi che giustificasse il timore<br />
reverenziale di chi, come noi, era appena arrivato a confrontarsi<br />
con i club di prestigio internazionale: “Eh…ma questi c’hanno<br />
anche il tabellone”.<br />
Ora che la consacrazione come grande realtà del basket è da<br />
tempo conquistata, questo straordinario accessorio a quattro facce<br />
ci farà sentire un po’ più “grandi”, anche per la suggestione di un attrezzo<br />
al quale in molti, soprattutto i più giovani spettatori del Pala-<br />
MensSana, avranno riservato la solita pioggia di aggettivi superlativi<br />
e giganteggianti: “spaziale”, “megagalattico”, “foloso” o<br />
“ganzissimo”… e via aggettivando nel ricco e roboante vocabolario<br />
del lessico celebrativo giovanile.<br />
Un “extra” che testimonia la maturità, non solo tecnica ma<br />
anche logistica e strutturale, di una piazza come quella senese dove,<br />
accanto al primo storico tricolore e a trofei come la Supercoppa e<br />
la Coppa Saporta, le volte del palasport si dotano di un qualcosa che<br />
serviva all’impianto. Fattori emozionali a parte, va rilevato il ruolo<br />
“di servizio” che il nuovo tabellone, necessario tributo alla modernità,<br />
può offrire a tutto il pubblico del PalaMensSana. Ottima visuale<br />
del punteggio e del tempo di gara; possibilità di osservare con immediatezza<br />
la situazione falli e i punti realizzati da ogni singolo<br />
giocatore, a sua volta individuato non più con il cognome, ma con<br />
il numero di maglia. Intendiamoci: niente maxischermo, niente riproduzione<br />
in contemporanea di prodezze, finezze e…nefandezze<br />
dei dieci in campo: per vedere “la partita nella partita” bisognerà<br />
aspettare ancora.<br />
Ma volete mettere il vantaggio di “leggere” l’andamento del<br />
match ad “altezza d’occhio”, memori degli sforzi che le pupille<br />
hanno dovuto compiere fino a ieri per cercare una conferma quando<br />
i riscontri, tra scout ufficiali e cifre segnate a penna sul taccuino,<br />
non corrispondono? Provvidenziale dunque, oltre che grande alleato<br />
di chi la partita deve raccontarla anche attraverso i numeri. Quei<br />
numeri che per ora restano matematici…in attesa, magari, di trasformarsi<br />
in “numeri” balistici da poter apprezzare col naso all’insù,<br />
intenti ad ammirarne sullo schermo la spettacolarità…al prossimo<br />
capitolo di questa storia. ■<br />
24/ fatti e personaggi del mese<br />
a cura di Francesco Vannoni<br />
FRANCESCO ROSI<br />
Avere un nome e un<br />
cognome “importanti”,<br />
magari perché le gesta di<br />
qualcuno ancor più importante<br />
contribuiscono<br />
ad accrescerne la notorietà,<br />
è una situazione<br />
curiosa e non di rado diventa<br />
motivo di simpatici<br />
confronti. Qualcuno ci<br />
marcia un po’ sopra per il<br />
fatto di “chiamarsi come...quello là”, altri non se ne curano per<br />
nulla e alla ribalta sono poco avvezzi. Francesco Rosi è diventato,<br />
suo malgrado, un personaggio. Ora è famoso, e non per quella<br />
clamorosa omonimia con uno dei più grandi maestri del cinema<br />
italiano alla quale in pochi penseranno, ma per una borraccia<br />
presa sul naso nel concitato finale di Siena-Udinese.<br />
Il suo è un mestiere umile, ma di quelli che rendono celebre<br />
tra la gente comune, che fanno parte di un “piccolo mondo antico”<br />
pieno di genuina e semplice quotidianità.<br />
Il vocabolario lo inserirebbe al lemma “fornaio”, la sua gente,<br />
dall’avvocato alla donna di casa, dal bambino al nonno, lo chiama<br />
invariabilmente “il panaio”, secondo gli schietti adattamenti<br />
linguistici della campagna che percorre ogni giorno col suo furgone<br />
pieno di “fili”, “pagnotte” e “schiaccioni”. Lontano anni luce<br />
dalla scena di uno spettacolo collettivo dove Francesco si è trovato<br />
a svolgere, come altre volte, il ruolo nobile e silenzioso del<br />
volontario, senzadistinzioni di razza, cultura, censo o religione. È<br />
abituato a stare sul “rettangolo verde”, col fischietto però, per arbitrare<br />
le partite di un calcio “povero ma bello” perché frutto<br />
della passione e che, non a caso, si chiama “Amatori”.<br />
Non sorprende l’improvvisa attenzione che i giornali hanno riservato<br />
al barelliere, ma del resto quando ad essere soccorsi sono<br />
giocatori di un certo calibro, anche se di riflesso, fanno “notizia”<br />
anche quanti ne curano l’incolumità dopo uno scontro, una caduta<br />
o un infortunio. Figurarsi, poi, se ci tocca di prendere una<br />
borraccia nel naso dal centrocampista nigeriano Chris Obodo.<br />
Viste le circostanze, si può discutere sulla volontarietà del gesto,<br />
ma ciò che è apparso particolarmente disdicevole è stato l’attacco<br />
mediatico sferrato da tutti i “salotti televisivi” del pallone, svelti<br />
a “bollare” come colpo di teatro la caduta successiva di Francesco,<br />
spinto da Iaquinta; neppure sfiorati dal dubbio che uno<br />
degli strapagati interpreti del nostro calcio potesse aver sbagliato<br />
e di grosso, al cospetto di chi, gratuitamente, dedica parte del proprio<br />
tempo agli altri. Se ne parlerà per un po’, in ossequio al vizio<br />
italico di voler dire sempre e comunque la nostra. Francesco è già<br />
andato oltre, pronto a tornare alla semplice quotidianità di ogni<br />
“panaio” e a prodigarsi ancora al fianco di chi soffre nella partita<br />
della vita, l’unica che conta davvero.
Il volley mensanino si rifà il trucco e punta forte sulla linea verde.<br />
Ha preso avvio una nuova, importante stagione per la sezione femminile<br />
di pallavolo della Mens Sana che, sotto la guida dei dirigenti<br />
Paola Cobbe e Giorgio Milanesi e del responsabile tecnico Raimondo<br />
Della Volpe (trascorsi sul parquet con la mitica Panini Modena di<br />
Julio Velasco), vara un’ambiziosa ristrutturazione del proprio settore<br />
giovanile parallelamente all’avventura della prima squadra nel<br />
campionato di Serie C. La società ha infatti deciso di dare vita ad un<br />
progetto finalizzato all’avvicinamento alla disciplina con particolare<br />
attenzione alle categorie giovanili il cui obiettivo, è quello di concorrere<br />
allo sviluppo dell’intero movimento del Volley per i prossimi<br />
anni.<br />
Un’idea che nasce seguendo il modello dei club professionistici,<br />
forte dell’accresciuta qualità del settore tecnico mensanino, di un<br />
paio di prestigiose sponsorizzazioni che negli anni hanno garantito<br />
stabilità alla sezione (confermati, infatti, gli accordi con Fondi Ducato<br />
e Segis) e di alcune importanti collaborazioni (su tutte quella<br />
con l’Istituto di Medicina dello Sport, che già nella passata stagione<br />
aveva seguito la prima squadra con appositi test di valutazione e funzionalità).<br />
L’obiettivo che la Mens Sana si pone è quello di offrire alle<br />
giovani atlete che entrano in palestra (e di conseguenza alle loro famiglie),<br />
un progetto formativo-sportivo nel quale una seria attività<br />
sotto rete sia accompagnata di pari passo da un’accurata preparazione<br />
fisica che comprenda anche apposite valutazioni scientifiche<br />
ed antropometriche: il tutto senza mai perdere di vista la quotidiana<br />
attività scolastica delle pallavoliste, componente anzi fondamentale<br />
di quella formazione culturale senza la quale è poi impossibile<br />
costruire anche un buon atleta.<br />
La stagione 2005/2006, da poco inaugurata, vede la Mens Sana pallavolo<br />
mettere a disposizione i corsi ludico-sportivi di Minivolley e<br />
Superminivolley (1° e 2° livello), dedicati all’apprendimento della<br />
disciplina nelle atlete in tenera età, ma anche schierare le formazioni<br />
Under 13 promozionale, Under 14, Under 16 (il team disputerà<br />
anche il campionato di 3^ Divisione) ed Under 18 (di scena pure in<br />
1^ Divisione). Di assoluto livello lo staff tecnico, che agisce sotto il<br />
coordinamento di Raimondo Della Volpe. Camilla Nerli è l’istruttrice<br />
del Minivolley, Paolo Falavigna si occupa del Superminivolley 1°<br />
livello, mentre il Superminivolley 2° livello è affidato ad Aurora Fiorilli,<br />
che ha pure il compito di allenare la formazione Under 13 (assieme<br />
a Nerli). L’Under 14 della Mens Sana è allenata da Veronica<br />
Muzzi, impegnata anche come vice nell’attività dell’Under 16, affi-<br />
data invece alle cure di Alessandro Passaponti. Infine l’Under 18, allenata<br />
da Francesco Marzocchi (vice Falavigna), già vice della prima<br />
squadra biancoverde. Affiancato all’aspetto tecnico, anche quello<br />
atletico. Il preparatore è Pietro Piu, cui la squadra di Serie C si è affidata<br />
nell’ultimo torneo per il ruolo di scuot-man, vero e proprio<br />
lusso per una simile categoria.<br />
Per la Mens Sana, dunque, un’avventura che si annuncia intensa e<br />
vincente...come vincente, negli anni, ha dimostrato di saper essere<br />
il volley italiano.<br />
Sponsorizzata anche nella stagione 2005/2006 dai marchi Segis e<br />
Fondi Sistemi Ducato, la Mens Sana pallavolo affronta il campionato<br />
di Serie C femminile cercando nel proprio vivaio le giuste alternative<br />
per un futuro di spessore. Rivoluzionata rispetto all’ultima<br />
avventura, quando la permanenza in categoria fu colta all’ultimo<br />
tuffo grazie ad uno splendido colpo di reni, la squadra guidata da<br />
Della Volpe non si pone, né si preclude, particolari obiettivi: “Non<br />
sono abituato a fare proclami – spiega il coach –, preferisco lavorare<br />
e divertirmi in palestra piuttosto che parlare di salvezza, metà<br />
classifica o playoff. Di sicuro puntiamo al ricambio generazionale<br />
promuovendo in prima squadra quelle giovani che ci sembrano in<br />
grado di reggere l’urto della Serie C. Vogliamo aprire un ciclo per<br />
garantire continuità alla pallavolo mensanina: l’idea è quella di far<br />
crescere le nostre giovani per dare alla società quella stabilità che<br />
può tranquillamente ottenere anche solo con le proprie forze”.<br />
Un grave handicap ha però caratterizzato l’avvio del torneo. Il serio<br />
infortunio al ginocchio occorso alla capitana Veronica Pulcini nella<br />
sfida d’esordio significa dover affrontare la stagione senza un elemento<br />
fondamentale nello scacchiere di Della Volpe. Un guaio al<br />
quale la forza e lo spirito del gruppo dovranno far fronte. ■<br />
Matteo Tasso•polisportiva<br />
La società biancoverde conferma il suo impegno<br />
in una disciplina in piena espansione<br />
•Il volley mensanino<br />
sposa la linea verde<br />
SQUADRA<br />
Palleggiatrici: Arianna Sarchi,<br />
Alessia Cappelli<br />
Schiacciatrici: Veronica<br />
Pulcini (k), Rita Bartalini,<br />
Eva Guerrini, Silvia Bocci, Valentina<br />
Ciccolini, Valentina Censini<br />
Centrali: Enza Caliandro,<br />
Anastasia Pisani, Angela Sani<br />
Libero: Benedetta Castagnini<br />
Allenatore: Raimondo<br />
Della Volpe<br />
Assistenti: Francesco<br />
Marzocchi, Paolo Falavigna<br />
STAFF<br />
Direttore di sezione: Paola<br />
Cobbe<br />
Vice direttore: Giorgio Milanesi<br />
Preparatore Atletico: Pietro Piu.<br />
Medico sociale: Gilberto<br />
Martelli<br />
Dirigente accompagnatore:<br />
Maurizio Castagnini<br />
25
27/ reportage<br />
SE LO TSUNAMI DIVENTA UNA SQUADRA<br />
di Augusto Mattioli<br />
Settembre 2005. In un paese di pescatori nei pressi di Pondicherry, in Tamil Nadu. Una<br />
delle zone del sud dell’India più colpite dallo Tsunami Nel dicembre dello scorso anno.<br />
Dove siamo andati per capire come vanno avanti i progetti<br />
finanziati dal comitato Terre di Siena Tamil Nadu – Sri<br />
lanka e che vengono concretizzati grazie alla collaborazione<br />
con alcune organizzazioni non governative, il Ciai, Centro<br />
italiano assistenza infanzia, Mani Tese, Ucodep.<br />
In una riunione di pescatori arriva un anziano dalla faccia<br />
scavata, accompagnato da un giovane con una maglietta<br />
celeste di taglio sportivo. Non ci sbagliamo quando<br />
riusciamo a leggere una scritta: “Tsunami volley club tourament<br />
2005”. Il ragazzo ci conferma di far parte di una<br />
squadra di pallavolo che gioca nella zona. Un modo per tornare<br />
ad una normalità peraltro assai difficile. Perché lo tsunami<br />
ha distrutto nei villaggi dei pescatori le barche o i catamarani,<br />
mentre gli agricoltori non possono coltivare la<br />
terra invasa dall’acqua salata e dalla quale ricavano quel<br />
poco che avevano per andare avanti. E che ora deve vivere<br />
degli aiuti della cooperazione internazionale.<br />
Lo sport è certamente l’ultima delle preoccupazioni in<br />
questo grande paese già povero di suo (ma dove non mancano<br />
anche elementi di forte sviluppo) dove gran parte delle persone non ce la fa a vivere<br />
come avrebbe diritto qualsiasi essere umano. Eppure nel corso del viaggio in questo<br />
paese, di cui abbiamo visitato soltanto una piccolissima parte, abbiamo visto anche solo<br />
dalla macchina giovani e giovanissimi in spazi più o meno attrezzati giocare a cricket,<br />
sport tradizionale inglese, ma che in India, che è stata una colonia di sua maestà britannica,<br />
è ancora il più popolare e seguito. Come da noi il calcio.<br />
Vista da vicino la vita della gente è davvero molto difficile, anche se almeno questa è<br />
stata la nostra impressione. Le difficoltà non sembrano però fiaccarne la voglia di lottare.<br />
Ma lo doveva essere ancora prima dell’onda anomala di quasi un anno fa che anche da<br />
queste parti ha fatto tantissime vittime, anche bambini. Un viaggio difficile, certo molto<br />
diverso da quelli dei turisti comuni. Non solo per il caldo umido che ti taglia le gambe.<br />
Non solo per i problemi causati da un diverso modo di alimentarsi o di bere . È quello che<br />
ti è passato davanti che te lo ha reso tale . La povera capanna subito fuori dell’ albergo<br />
di ottimo livello dove assieme agli animali, al cane che abbaia, peraltro senza convinzione,<br />
all’intruso che invade il suo territorio, dormono per terra bambini e anziani. La mendicante<br />
che la mattina presto ti chiede le dieci rupie (un euro circa) che poi consegna ad<br />
un uomo ben vestito che probabilmente la sfrutta. Il mercato del pesce dove la merce è<br />
letteralmente coperta dalle mosche, inutilmente scacciate dalle venditrici che guardano<br />
di traverso chi le fotografa. I bambini abbandonati di cui si cura un centro gestito da suore<br />
cattoliche che abbracciano chiunque dimostri loro interesse e affetto. La gente che di<br />
notte dorme in mezzo allo sterco di vacca sacra perché evidentemente non può disporre<br />
di una casa propria. La donna che nel campo temporaneo di accoglienza nei pressi di<br />
Kaniakumari, nell’estremo sud dell’India, ci mostra la disperazione che si legge negli<br />
occhi, la misera capanna dove sarà costretta a vivere a lungo e che un soffio di vento più<br />
forte potrebbe far crollare.<br />
A fronte di queste poche immagini si vede, in forte contrasto, la ricchezza esibita e<br />
forse anche arrogante di persone che girano con fuori strada da migliaia di euro o frequentano<br />
locali che non sfigurerebbero neanche da noi.<br />
Quanta differenza con il giovane con la maglia celeste da pallavolo o con i giovani che<br />
giocano a cricket con tanto entusiasmo. Ma restano anche delle immagini belle. La gioia<br />
delle donne che hanno la possibilità di vivere grazie ad una mucca che produce latte la<br />
cui vendita consente di far quadrare il magro bilancio familiare. L’entusiasmo e la voglia<br />
di vivere dei bambini. La gentilezza delle persone. La felicità delle ragazze alle quali è stata<br />
regalata una bicicletta per poter andare a scuola perché le famiglie non si possono permettere<br />
neanche il biglietto del bus. Maledetto tsunami. ■
scherma •Daniele Giannini<br />
Positivo avvio di stagione per gli atleti<br />
senesi, già protagonisti su varie pedane<br />
d’Italia<br />
•La valanga Cus<br />
si è messa in moto<br />
I giovanissimi<br />
schermitori partecipanti al<br />
Torneo GPG<br />
28<br />
Il mese di ottobre vede l’esordio sulle pedane di Lucca della<br />
nuova stagione della scherma senese.<br />
Sono le “under 20” della sezione universitaria del C.U.S.<br />
Siena sponsorizzata dalla MontepaschiVita - Chiron Vaccines a<br />
misurarsi con le coetanee nel Trofeo “Le mura di Lucca”, valido<br />
come prima prova di Coppa del Mondo “giovani” di fioretto femminile.<br />
Hanno partecipato alla selezione per la qualificazione al<br />
torneo internazionale Beatrice Giardini, Erica Mazzi e Giorgia<br />
Zizzo. La selezione, che vedeva in campo oltre 60 atlete italiane,<br />
era valida per l’accesso alla prova del circuito iridato giovanile.<br />
La Giardini e la Zizzo non riuscivano a qualificarsi per la prova<br />
internazionale, mentre la Mazzi, dopo un avvio in sordina, raggiungeva<br />
la qualificazione collezionando quattro vittorie consecutive<br />
su un totale di sei assalti disputati. Non è la prima volta che la<br />
Mazzi riesce nell’impresa, infatti anche lo scorso anno aveva raggiunto<br />
il battesimo internazionale nell’edizione 2004 del torneo.<br />
Nel girone di qualificazione la giovane cussina batteva una<br />
francese ed una moldava, ma, per una sola stoccata, non raggiungeva<br />
la qualificazione nel tabellone di eliminazione diretta<br />
classificandosi in quarantanovesima posizione.<br />
Un avvio positivo per Erica Mazzi in preparazione della<br />
prima prova nazionale di Categoria in programma ad Ariccia.<br />
Sempre a Lucca, dopo l’evento internazionale, è stato organizzato<br />
un torneo regionale under 14 dove le giovani lame della<br />
sezione scherma del CUS hanno sbaragliato il campo come società,<br />
conquistando otto podi e inserendo complessivamente<br />
nelle finali ad “8” ben 14 atelti.<br />
Nelle prime lame femminili, classe 1996, all’esordio assoluto<br />
fuori dalla palestra dell’Acquacalda, argento per Claudia Dei<br />
e bronzo per Elena Ferrini con Virginia Simpatico che perveniva<br />
anche lei alla finale ad otto e si classificava in settima posizio-<br />
ne. Felice esordio anche nelle prime lame maschili con il bronzo<br />
per Lorenzo Giannini, sesta posizione per Ferdinando<br />
Piccolini e settima per Dimitri Tarantino.<br />
Nella categoria maschietti tre finalisti con Mattia Laurigi<br />
sesto, Alessandro Zizzo settimo e Bernardo Crecchi ottavo; nei<br />
giovanissimi bronzo per Guido Ferrini; mentre negli allievi di<br />
sciabola argento per Edoardo Marri, bronzo per Alex Breghi ed<br />
ottimo quinto posto per Cristiano De Salve.<br />
Netta vittoria nelle allieve di fioretto per Alice Volpi che si<br />
aggiudicava il torneo battendo in finale la pisana Batini; sul<br />
podio anche Irene Crecchi che ha dovuto cedere il passo alla<br />
compagna di sala nella semifinale.<br />
La settimana seguente di scena i “Cadetti”, under 17, a<br />
Terni con tre atleti che riuscivano a raggiungere la qualificazione<br />
per la prima prova “Giovani”, under 20. Dopo il girone iniziale<br />
“all’italiana”, nel quale vengono eliminati fra il 20 ed il 30%<br />
dei partecipanti, Giorgia Zizzo nel fioretto femminile, Niccolò<br />
Zanchi e Tommaso Vagaggini nel fioretto Maschile, Lorenzo<br />
Bruttini nella spada maschile e Giovanna Dimitri nella spada<br />
femminile approdavano alla eliminazione diretta. Vagaggini e<br />
Dimitri però si fermavano al primo turno del tabellone di diretta<br />
mentre Zizzo, Zanchi e Bruttini riuscivano a superarlo raggiungendo<br />
la qualificazione per i “Giovani”. Positivo il 26° posto<br />
della classifica finale per Giorgia Zizzo che, ripetendo il risultato<br />
nella seconda prova, potrebbe accedere alla fase finale del<br />
Campionato Italiano di Categoria riservato ai migliori “32” atleti<br />
della classifica generale delle due prove.<br />
Nella penultima domenica di ottobre si è svolto a Siena il<br />
Trofeo Montepaschi Vita, gara a squadre con staffetta alle sei<br />
armi riservata ai nati negli anni 1991 e 1992. La manifestazione<br />
è stata organizzata dal C.U.S. negli impianti sportivi dell’Acquacalda<br />
in collaborazione con la Federazione Italiana Scherma e<br />
Montepaschi Vita, sponsor del circuito under 14 della F.I.S. Il<br />
torneo era riservato ad 8 squadre, tra cui una formazione “All<br />
Stars”, selezione nazionale composta dai Campioni Italiani “Allievi”,<br />
under 14, del 2005. Per questi ragazzi, è stato il “debutto”<br />
in nazionale che hanno onorato conquistando il torneo sulla rappresentativa<br />
ungherese invitata dalla federazione scherma proprio<br />
per dare più risalto all’evento. Fra le altre squadre, le quattro<br />
Società prime classificate nella graduatoria dei Campionati<br />
Italiani Under 14: Mangiarotti Milano, C.S. Roma, Fides Livorno<br />
ed Ariccia oltre la rappresentativa del C.U.S. Siena, Società<br />
ospitante, e la Società Giulio Verne di Roma invitata direttamente<br />
dalla Montepaschi Vita.<br />
Decisamente positiva la prestazione degli schermitori cussini<br />
scesi in pedana con la squadra composta da Giulio Baldassarri,<br />
Lorenzo Bruttini, Irene Crecchi, Cristiano De Salve, Gaia Fratini<br />
e Alice Volpi. La squadra senese, dopo aver superato nel girone<br />
iniziale l’Ungheria e il C.S. Roma, batteva nel primo incontro<br />
della eliminazione diretta la Mangiarotti Milano per poi cedere<br />
alla rappresentativa azzurra in semifinale. Nella finale per il terzo<br />
posto i cussini si dovevano arrendere per poche stoccate alla rappresentativa<br />
di Ariccia terminando il torneo in quarta posizione.<br />
Contemporaneamente, sempre negli impianti universitari<br />
dell’Acquacalda, si svolgeva una manifestazione riservata alle<br />
“Prime Lame”, classe 1996, con un torneo a squadre miste di fioretto<br />
nel quale la sezione scherma cussina metteva in pedana<br />
ben 12 piccoli schermitori divisi in quattro squadre. La vittoria<br />
andava al C.S. “Chiti” di Pistoia che superava nella finale il C.S.<br />
Ariccia; al terzo posto, a pari merito, si classificavano la Mangiarotti<br />
Milano e il C.U.S. Siena “A” formato da Lorenzo Giannini,<br />
Sofia Monaci e Ferdinando Piccolini. Giusto ricordare anche gli<br />
altri piccoli cussini, di cui molti all’esordio assoluto, che hanno<br />
partecipato alla manifestazione nelle altre tre squadre del C.U.S.<br />
Siena: Claudia Dei, Tommaso Della Seta, Elena Ferrini, Veronica<br />
Minucci, Francesco Porru, Virginia Simpatico, Andrea Sperduti,<br />
Carlo Alberto Stortini, Dimitri Tarantino.<br />
Risultati di inizio stagione molto positivi, anche grazie al perfetto<br />
funzionamento delle armi attraverso lo sponsor tecnico Allstar-Senarmi<br />
sempre vicino al sodalizio universitario presieduto<br />
dal professor Francesco Pulitini e seguito dal responsabile di sezione<br />
Giancarlo Pigino. ■
Classifica A/2 maschile Classifica A/2 femminile<br />
Parma 8 Libertas Siena 6<br />
Reggio Emilia 6 Castelgoffredo (MN) 4 (**)<br />
Vita S. Elpidio (AP) 6 Molfetta 4 (*)<br />
Libertas Siena 4 Vasto (CH) 2 (*)<br />
Verzuolo (CN) 4 Mugnano (NA) 2 (**)<br />
Arpino (FR) 2 Castello Roma 0<br />
Castello Roma 2 (**) due partite in meno<br />
Vinchiaturo (IS) 0 (*) una partita in meno<br />
Buono lo sprint iniziale con cui le squadre della Libertas<br />
Siena hanno affrontato gli impegni dei campionati di A/2, maschile<br />
e femminile, e pronostici pienamente rispettati.<br />
La formazione maschile ha finora vinto due incontri, assestandosi<br />
al quarto posto in classifica e dimostrando di valere<br />
posizioni ben più alte. Quanto rammarico resta, infatti, per<br />
le due partite perse 5 a 4 contro la capolista Parma e contro la<br />
seconda Reggio Emilia. Partite, peraltro, condotte magistralmente<br />
in vantaggio fino al 4 a 2, sotto la spinta di un Fatai<br />
Adeyemo superlativo, sempre vincitore. Ma poi, negli ultimi<br />
due singolari, inaspettate rimonte degli avversari e, sul quattro<br />
pari, il doppio perso malamente al quinto set. Aldilà di tali<br />
sconfitte, comunque, la squadra ha dimostrato ampiamente di<br />
non essere inferiore alle prime della classe e di poter aspirare<br />
a traguardi più importanti. Specialmente se Fatai Adeyemo<br />
riuscirà a conservare le attuali condizioni di forma, che, insieme<br />
alla classe che lo contraddistingue, gli hanno consentito di<br />
mantenere l’imbattibilità dopo otto incontri disputati. Incontri,<br />
si badi bene, molto impegnativi, al termine dei quali ha<br />
mietuto vittime illustri, quali il russo Khorkhov di Parma ed<br />
il cinese Liu Wenyu di Reggio Emilia, ben più avanti di lui<br />
nelle classifiche nazionali.<br />
Sul primo tavolo, poi, Andrea Bongini ha collezionato<br />
buone prestazioni, ma con alti e bassi che hanno influenzato il<br />
risultato finale. Altrettanto si dica per Marco Noli ed Angelo<br />
Teatino sul secondo tavolo, che hanno alternato partite decisamente<br />
positive ad altre meno incisive, facendo vedere però<br />
di essere in grado di competere alla pari con avversari più quotati<br />
di loro. E basterebbe una maggiore convinzione nei propri<br />
mezzi, per rilanciare la Libertas ai vertici della classifica.<br />
In A/2 femminile, dopo quattro giornate i valori in campo<br />
sono già ben delineati. Tre squadre in lotta per la promozio-<br />
ne, le altre tre in corsa per le posizioni di rincalzo. Le più forti<br />
sono, in primis, lo Sterilgarda Castelgoffredo (con la cinese Qi<br />
Rong, numero uno in Italia, ed Alessia Arisi, per tanti anni incontrastata<br />
campionessa d’Italia), seguito dal Molfetta (con la<br />
cinese Han Yan, numero due d’Italia) e dalla Libertas Siena.<br />
Purtroppo, dopo le prime tre partite vinte a mani basse per<br />
5 a 0, la squadra senese ha subito la prima sconfitta nel big<br />
match contro il Molfetta. E, proprio com’era successo nei<br />
primi due incontri della A/2 maschile, al termine di un match<br />
condotto con sicurezza fino al 4 a 2, ma poi sorprendentemente<br />
ribaltato dalle pugliesi. La svolta si è realizzata alla settima<br />
partita, quando la cinese di Molfetta Han Yan ha superato<br />
la cinese di Siena Zhang Yanan, motivando così al massimo<br />
le compagne, che hanno compiuto il miracolo. E proprio di<br />
miracolo si deve parlare, perché la sconfitta di Anna Brzan,<br />
contro la Scardigno, e di Marloes De Smet, contro la Racanati,<br />
non rientravano assolutamente nelle previsioni.<br />
Peraltro, a questo punto del campionato, nulla è compromesso,<br />
ma certamente la strada si fa più in salita per le ambizioni<br />
delle ragazze della Libertas. A metà novembre, l’altro<br />
scontro al vertice contro lo Sterilgarda Castelgoffredo servirà<br />
a chiarire ulteriormente la situazione.<br />
Certo, appaiono quanto meno singolari gli episodi che<br />
hanno caratterizzato l’inizio di stagione delle formazioni Libertas.<br />
Le tre partite più importanti perse per 5 a 4, dopo essere<br />
stati in vantaggio per 4 a 2: che sia una specie di sortilegio?<br />
Per il prosieguo dei campionati è senz’altro il caso di fare<br />
i debiti scongiuri. ■<br />
Corrado Bagella•tennis tavolo<br />
Parte subito bene la squadra femminile, mentre stenta<br />
quella maschile nonostante un grande Adeyemo<br />
•La Libertas in linea<br />
con le sue ambizioni<br />
29
la galleria<br />
dei nuovi biancoverdi
Stagione di Serie A 2005/2006<br />
Rimantas Kaukenas, guardia<br />
foto Lazzeroni
volley •Francesco Vannoni<br />
Cambio della guardia sulla panchina degli universitari:<br />
Bellafiore sostituisce Santilli nella corsa verso la salvezza<br />
•Al Cus c’è qualcosa di nuovo sotto rete<br />
32<br />
Il Cus volley femminile si è affacciato sul palcoscenico<br />
della serie B1 vestito con l’abito di una matricola dalle idee<br />
chiare: programmazione, lavoro e sviluppo del vivaio sono i<br />
tre capisaldi con i quali la società senese si presenta, da neopromossa,<br />
in un campionato non facile, guadagnato al termine<br />
di una stagione esaltante come quella passata, nella quale<br />
la compagine cussina è risultata l’unica a salire di categoria rispetto<br />
a tutte le altre realtà del vasto panorama sportivo cittadino.<br />
Un motivo di orgoglio per i dirigenti del sodalizio di Via<br />
Banchi, che vedono premiata una filosofia tecnica ed organizzativa<br />
improntata verso scelte precise, capaci di guardare lontano<br />
ottimizzando al meglio le esigenze agonistiche con i parametri<br />
di bilancio.<br />
La novità più rilevante è in panchina: interrotta la collaborazione<br />
con Giuseppe Santilli, per molti anni responsabile<br />
dello staff tecnico del Cus, la squadra è stata affidata a Tommaso<br />
Bellafiore, che in precedenza ha ricoperto il ruolo di direttore<br />
sportivo insieme a Massimo Machetti.<br />
“Fino al momento in cui ho accettato di tornare in panchina,<br />
prendendo in mano le redini della prima squadra, sono stato direttore<br />
sportivo del settore giovanile. Questa è un’esperienza che vivo<br />
con entusiasmo e nella quale spero di far bene. La fiducia che mi è<br />
stata accordata mi onora e mi spinge al massimo impegno per ottenere<br />
ciò che la società si attende”.<br />
Umiltà e applicazione e l’affiatamento di un qualificato<br />
gruppo di collaboratori, sono gli ingredienti giusti per riprendere<br />
ad allenare dopo un periodo passato dietro la scrivania.<br />
“Devo rilevare – evidenzia Bellafiore – la completa identità<br />
di vedute con il mio vice Marcello Cervellin: poter pianificare insieme<br />
l’organizzazione del lavoro, confrontandoci sulle scelte, permette<br />
di relazionarci meglio al cospetto di una squadra anagraficamente<br />
disomogenea come la nostra”.<br />
Del resto Tommaso Bellafiore conosce il mestiere e i suoi<br />
tre lustri trascorsi in casa Cus, oltre ad essere il segno tangibile<br />
di fedeltà ad un progetto e al lavoro di quanti operano per<br />
realizzarne le linee principali, rappresentano un periodo di<br />
esperienze comunque importanti, spesso impreziosite dalla<br />
gioia del successo.<br />
“La stagione ’98-’99 è stata quella più ricca di soddisfazioni:<br />
in quell’anno, come tecnico delle compagini giovanili, ho fatto il tris<br />
di titoli provinciali guidando alla vittoria le formazioni Under 14,<br />
Under 16 e Under 18”.<br />
Un curriculum di tutto rispetto, dunque, al quale il nuovo<br />
tecnico ha aggiunto risultati importanti ottenuti in campo maschile:<br />
nel 2000, infatti, ha condotto il sestetto cussino alla<br />
promozione in serie C, sfiorando, dopo un periodo di consolidamento<br />
nella categoria, il salto nella categoria superiore, sfumato<br />
soltanto alle semifinali dei play-off.
Squadra Cus Volley Femminile<br />
Campionato di serie B1 - GIR. C<br />
nome e cognome n. alt. ruolo anno nasc.<br />
Elisa Ciabò 1 175 S 1977<br />
Costanza Marmugi 2 165 L 1973<br />
Tatiana Pieri 3 180 C 1980<br />
Chiara Brandini 4 180 C 1989<br />
Laura Monaci 5 178 U 1979<br />
Carlotta Romeo 6 176 S 1988<br />
Valeria Carlozzi 7 180 C 1983<br />
Laura Ulivieri 8 178 O 1986<br />
Alice Quadri 9 175 A 1987<br />
Claudia Ghiribelli 10 181 O 1971<br />
Martina Semboloni 11 181 S 1979<br />
Ginevra Benvenuti 12 165 L 1988<br />
Valeria Verdino 15 175 A 1988<br />
Allenatore: Tommaso Bellafiore<br />
Vice allenatore: Marcello Cervellin<br />
Per la prima esperienza in B1, le ragazze di Bellafiore sono<br />
impegnate in un raggruppamento che comprende formazioni<br />
toscane, umbre e marchigiane, con tappe in Emilia Romagna<br />
e Abruzzo.<br />
Proprio in Emilia, a Ravenna contro il Club Italia, la squadra<br />
senese ha bagnato con una vittoria per 3-1 l’esordio nel<br />
nuovo campionato.<br />
“È un’affermazione importante perché ottenuta al cospetto di<br />
una squadra formata da giocatrici che fanno parte del giro azzurro<br />
e che costituiscono le risorse future del volley ad alto livello”.<br />
Un test molto probante, superato senza timori reverenziali<br />
e che lascia ben sperare per il futuro.<br />
“Iniziare bene conta molto: per il gruppo, il morale e ovviamente<br />
la classifica. Vale ancora di più se consideriamo che la squadra<br />
deve amalgamarsi e raggiungere, tra conferme e nuovi innesti gli<br />
equilibri necessari per l’adattamento al modulo di gioco”.<br />
A proposito di nuovi volti, il direttore sportivo Massimo<br />
Machetti ha lavorato per sostituire le pedine che hanno dovu-<br />
to trasferirsi altrove: partenze di rilievo, ma anche arrivi di valore,<br />
soprattutto in prospettiva, già in grado di dare solidità all’organico:<br />
il libero Costanza Marmugi, la centrale Tatiana Pieri<br />
e la palleggiatrice Elisa Quadri, prelevata dal Perugia, si sono<br />
unite alle molte conferme, tra le quali quelle di Valeria Carlozzi<br />
ed Elisa Ciabò, per un cocktail di esperienza e gioventù.<br />
“Bisogna considerare le oggettive difficoltà che società come la<br />
nostra incontrano nel reperire giocatrici alla portata delle casse.<br />
Per questo è fondamentale sostenere e rinnovare costantemente<br />
il vivaio, “serbatoio” per creare quel ricambio in<br />
grado di garantire continuità”.<br />
Cinque squadre impegnate nei vari campionati di categoria:<br />
due Under 13, un’ Under 14, un’Under 16 e un’Under 18,<br />
sono la riprova di<br />
una fiorente attività<br />
alla quale vanno aggiunte<br />
le partecipanti<br />
ai corsi di Avviamento<br />
allo sport, per<br />
un totale di oltre<br />
cento ragazze.<br />
“Sotto questo profilo<br />
l’eccellente lavoro<br />
del nostro responsabile<br />
Fabrizio Becatti, coadiuvato<br />
da Annamaria<br />
Fusillo e Claudio<br />
Mei, insieme alla collaborazione<br />
che abbiamo<br />
instaurato con<br />
altre realtà cittadine e<br />
provinciali attraverso<br />
scambi e sinergie, fisserà<br />
le pezze d’appoggio<br />
sulle quali approntare<br />
nuovi progetti di<br />
crescita per tutta la<br />
pallavolo senese”. ■<br />
33
motociclismo<br />
34<br />
Grandi famiglie, per una grande storia. Non uno slogan,<br />
ma il segno di un destino comune a molte patrie vicende che<br />
hanno segnato i tempi attraverso le vicissitudini, fortunate o<br />
meno, di una tradizione professionale tramandata secondo<br />
regole antiche e legami profondi.<br />
Storie da “copertina”, intrise di sentimenti, ricordi e passione<br />
della gente: il solo termometro capace di misurare il<br />
successo di un progetto, popolarità dei fatti e, perché no, il<br />
radicamento di modi di vivere.<br />
Perché nelle grandi storie c’è la vita: quella di chi, ad una<br />
passione, decide di dedicare impegno e risorse, guardando sì<br />
al proprio soddisfacimento, ma con l’idea di costruire qualcosa<br />
per coloro che verranno. Dietro ad una grande idea o<br />
ad un marchio prestigioso c’è sempre un ‘Grande Vecchio’<br />
che a questa causa ha sacrificato tutto, per scelta.<br />
Il nome di Giuseppe Giannettoni, pilota ufficiale della ‘Gilera’<br />
degli anni Quaranta, scomparso nel 1997, è da sempre<br />
legato al motociclismo senese, che continua a percorrerne le<br />
orme ricevendo spinta proprio dall’esempio di un ‘padre’ che<br />
ne ha tracciato le origini con lungimirante saggezza. Ecco<br />
perché fa un certo effetto parlare ancora di un Giannettoni in<br />
sella ad una moto: è un po’ come trovarsi di fronte al predestinato,<br />
a colui che non poteva far altro che proseguire la<br />
‘corsa’ del nonno nella sfida continua al senso del limite.<br />
Far parlare Riccardo Giannettoni è un piacere autentico:<br />
la sua voglia di raccontare è manna per il cronista; solleva dal<br />
compito di dover, in qualche caso, impostare il canovaccio di<br />
un’intervista – per arrivare su determinati argomenti che ne<br />
costituiscono l’ossatura –, specie quando ti accorgi che ogni<br />
occasione è buona per rinfrescare aneddoti, rammentare situazioni<br />
e ritagliare istanti che fissano un legame quasi simbiotico<br />
tra nonno ‘Beppe’ e Riccardo. La fortuna è quella di<br />
unire il fascino del ricordo all’esperienza del presente, non necessariamente<br />
identica, ma ugualmente emozionante.<br />
“Mio nonno è stato il punto di riferimento principale – esordisce<br />
Riccardo - nella nascita, nella crescita e nello sviluppo di<br />
questa passione. Una figura indimenticabile ed una guida che<br />
mi ha seguito ovunque, sin dalle prime esperienze, con grande<br />
entusiasmo e competenza. Non posso certo dimenticare il primo<br />
motorino che proprio lui mi regalò a due anni e con il quale mi<br />
divertivo in Piazza Provenzano, vicino alla sua officina; e poi<br />
a quattro e a sei anni, quando ebbi la gioia di ricevere il primo<br />
Si chiama Riccardo Giannettoni, è nipote del ‘mitico’ Beppe<br />
dal quale ha ereditato la passione per le 2 ruote<br />
•Buon sangue non mente<br />
‘due ruote’ con le marce”. Una continuità che ha riguardato<br />
anche Paolo, figlio di Giuseppe e padre di Riccardo, che ha<br />
“attraversato” tutte le specialità motociclistiche, proseguendo<br />
l’opera avviata dal celebre genitore.<br />
Quello di Riccardo Giannettoni con la velocità è un rapporto<br />
che inizia ufficialmente nel 1989, a quattordici anni, e<br />
che si esprime nel motocross prima e nell’Enduro poi.<br />
“Ho fatto cross per cinque anni, poi mi sono preso un periodo<br />
di pausa per dedicarmi alla famiglia, fino al ’99 quando ho ripreso<br />
a gareggiare. Dal 2003 la mia attività si è spostata nella<br />
specialità Enduro. Ho maturato questa decisione valutando<br />
anche la maggiore propensione di tanti amici che avevano iniziato<br />
con me quest’avventura e stavano pensando di intraprendere<br />
una nuova sfida”.<br />
Una disciplina bella e difficile, che vuol “guardare in faccia”<br />
e che per questo richiede freddezza e lucidità.<br />
“Effettivamente dobbiamo essere in grado di affrontare situazioni<br />
particolarmente complesse, soprattutto durante le prove<br />
speciali (una in linea, una di cross e la prova “extreme”, la più<br />
breve ma anche la più difficile) che troviamo nei 50 km del percorso<br />
di gara da ripetere per tre giri e che, con la somma dei<br />
tempi realizzati, concorrono a stilare la classifica finale”.<br />
Il rispetto dei valori umani più alti è anche per Riccardo,<br />
nello sport come nella vita, la legge fondamentale da osservare.<br />
“In questo senso l’Enduro favorisce la socializzazione e l’amicizia;<br />
c’è uno spirito diverso nell’approccio alla gara; la competizione<br />
è prima di tutto contro il cronometro, che con il suo scorrere<br />
scandisce tempi e graduatorie e così è più facile familiarizzare,<br />
riuscendo anche a sorridere e scherzare insieme quando, alla fine<br />
della gara, guardiamo e commentiamo la classifica”.<br />
Un divertimento che però comporta sacrifici economici<br />
e logistici (Riccardo si sposta, spesso da solo, da marzo ad<br />
ottobre, girando in lungo e in largo la nostra penisola) e in<br />
merito al quale il trentaquattrenne motociclista ha le idee<br />
chiare di chi vuol prepararsi non solo per partecipare, ma<br />
per competere al vertice e, se possibile vincere. “Mi alleno<br />
con la moto almeno tre giorni a settimana su percorsi delimitati<br />
appositamente, anche in condizioni meteorologiche avverse.<br />
Coinvolgo spesso mia moglie per i rilievi cronometrici. Inoltre,<br />
per curare la condizione atletica, vado spesso in bicicletta”.<br />
Un lavoro molto meticoloso che ha portato frutti: nel<br />
2003 con il titolo di Campione Toscano Promozionale e nel<br />
2005, anno d’oro per il centauro senese, con la vittoria nel<br />
Campionato Toscano, ottenuta con due gare d’anticipo<br />
sulla fine della stagione, il secondo posto al Campionato Italiano<br />
“Major” e al Trofeo delle Regioni.<br />
Scelte diverse da quelle di Giuseppe, che avrebbe preferito<br />
vedere il nipote correre su strada e che non perdeva occasione<br />
per definire il motocross, con graffiante ironia, ‘Lo<br />
sport dei contadini’.<br />
“Sì, è vero! Nonno la pensava così, ma non mi ha mai influenzato,<br />
lasciandomi libero di decidere il mio futuro: ovviamente,<br />
la sua battuta non era riferita ad un ragionamento di<br />
maggiore o minore dignità sociale, ma all’asperità delle superfici<br />
e ai più evidenti ‘segni della battaglia’ che ogni gara lascia<br />
sulla moto o sulla tuta del pilota, costringendo ad un lavoro successivo<br />
di riordino e sistemazione”.<br />
Chissà cosa direbbe, il ‘Grande Vecchio’, ora che suo nipote<br />
ne ha fatta… di strada, anche se tra gli impervi percorsi<br />
Enduro. Facile prevedere che ne sarebbe orgoglioso e<br />
quando Riccardo, in chiusura, confessa candidamente di<br />
farsi il segno della croce prima dell’inizio di una gara e di<br />
guardare Lassù in cerca di sostegno e protezione, allora capisci<br />
che nonno Giuseppe non l’ha mai lasciato solo. Del<br />
resto, avrà pur praticato lo “sport dei contadini” , ma anche<br />
Riccardo è un altro Giannettoni in sella ad una moto. Che<br />
diamine! ■<br />
FV
atletica leggera •Andrea Bruschettini<br />
Sul finire della stagione la società senese conquista due titoli italiani di categoria<br />
con Calzeroni e Baini<br />
•Chiusura con fuochi d’artificio<br />
per l’Uliveto Uisp<br />
36<br />
Mancava solo un titolo italiano FIDAL nell’ottima stagione<br />
2005 dell’Uliveto Uisp Siena, ma invece di uno ne sono arrivati<br />
addirittura due.<br />
I quattro atleti in maglia azzurra (Calzeroni, Cito, Magi e<br />
Palmieri) rappresentavano infatti un record senza precedenti<br />
nella storia dell’atletica senese, a cui sono da aggiungere altri<br />
piazzamenti di prim’ordine raggiunti a livello nazionale nel<br />
corso della stagione (come il secondo posto della Palmieri agli<br />
italiani promesse e agli universitari, il terzo di Magi nei 200m<br />
agli italiani juniores, il quarto posto di Cito sui 5000 agli italiani<br />
juniores), vari titoli regionali, e l’accesso della formazione<br />
assoluta maschile alla finale nazionale serie B gruppo 3.<br />
Certo è che il finale di stagione, che concentrava varie manifestazioni<br />
giovanili in ottobre, poteva portare nuovi allori, in<br />
particolare grazie al talento del martellista Luca Calzeroni e<br />
del velocista Edoardo Baini.<br />
Luca, è uno degli atleti che sono stati in nazionale in questo<br />
2005. Grazie ad un lancio di oltre 62m, aveva infatti raggiunto<br />
la qualificazione per i mondiali under 18 di Marrakesh,<br />
nei quali, un po’ tradito dall’emozione, era risultato<br />
ventiquattresimo con 57,70m.<br />
Tornato a casa, l’atleta di Flamur Shabani si era rimesso<br />
sotto con gli allenamenti, e, per niente sconfortato dal risultato<br />
in maglia azzurra, ha messo a fuoco un nuovo obiettivo: i<br />
campionati italiani allievi di Rieti.<br />
Consapevole di essere il migliore in Italia nella categoria,<br />
Luca, ha continuato a progredire, lanciando ad una settimana<br />
dall’evento pugliese a 64,12 a Firenze nei Campionati toscani<br />
allievi.<br />
Nella città laziale ha quindi sbaragliato la concorrenza, siglando<br />
un nuovo record provinciale di 65,58m, lasciando il secondo<br />
a 5m, e regalando all’Uliveto Uisp Siena il secondo titolo<br />
italiano allievi della sua storia.<br />
Le potenzialità di Luca Calzeroni, erano chiare, data la<br />
sua stazza (quasi un metro e novanta) e la crescita tecnica mostrata<br />
in allenamento, ma indubbiamente con questo risultato<br />
ne è venuta una specifica conferma, che mostra per lui ottimi<br />
orizzonti nell’immediato futuro.<br />
A partire dal 2006 salirà nella nuova categoria juniores, e<br />
ritroverà il grossetano Rocchi, suo antagonista nella stagione<br />
2004 e numero uno in Italia. Sarà quindi una bella sfida, anche<br />
perchè il Calzeroni di oggi non è più quello del 2004, ed è lecito<br />
attendersi dopo questo titolo e la maglia azzurra un ulteriore<br />
salto di qualità anche per il 2006.<br />
Ha invece solo 15 anni la seconda medaglia d’oro del club<br />
senese, e porta il nome di Edoardo Baini. Giovane sprinter<br />
della Val di Chiana, scoperto in questa stagione dalla talent<br />
scout Angela Fè (che lo allena sulla pista di Torrita), ha vinto<br />
a Bisceglie il Campionato italiano cadetti sugli 80m, una<br />
prima assoluta per l’Uliveto Uisp Siena in questa categoria.<br />
Giunto nella località pugliese, con il secondo tempo d’iscrizione<br />
(9”18), alle spalle del siciliano Maccarrone (8”9),<br />
Edoardo ha vinto la propria batteria eliminatoria in 9”58.<br />
In finale ha poi effettuato il capolavoro, regolando tutta
l’agguerrita concorrenza in 9”37, lasciando il più vicino avversario,<br />
l’emiliano Alfieri, a ben 14 centesimi (9”51).<br />
È troppo presto per ipotizzare il futuro di questo talentuoso<br />
sprinter, ma è indubbio che l’essere allenato da un<br />
bravo tecnico come Angela Fè, rappresenta una sicura garanzia<br />
per il suo avvenire.<br />
Nei due appuntamenti di Rieti e Bisceglie, sono scesi in<br />
gara anche altri atleti dell’Uliveto Uisp Siena: la 4x100 allievi,<br />
composta da Michele Raspanti, Riccardo Marcocci, Eugenio<br />
Giorgi e Andrea Coghe, era accredita alla vigilia di un<br />
buon 44”8 manuale, che nell’occasione è stato migliorato con<br />
44”84 elettrico, per classificarsi nella graduatoria complessiva<br />
al 16° posto (su 27 squadre iscritte); mentre a Bisceglie erano<br />
arrivati anche Michele Boccini, 14° con 40,18m nel martello,<br />
Alice D’Auria ed Elisa Pieri.<br />
Le due atlete allenate da Stefano Giardi hanno avuto<br />
un’alterna fortuna nell’evento pugliese, in quanto Alice, accreditata<br />
di un ottimo 1,59m nell’alto, era stata obbligata alla<br />
vigilia a ridurre gli allenamenti a causa di un fastidioso infortunio<br />
alla schiena, che l’ha costretta a saltare solo 1,50m, giungere<br />
settima, e guardare da lontano il secondo posto del podio<br />
(1,58m) che era alla sua portata.<br />
Elisa, da poco campionessa toscana del salto con l’asta con<br />
il personale di 2,35m, si è invece migliorata arrivando a 2,60m,<br />
valido per conquistare il 15° posto assoluto.<br />
Se il contesto nazionale ha riservato ai colori senesi soddisfazioni<br />
come mai prima d’ora, altrettanto positivo è stato il<br />
successo conseguito a livello regionale da altri atleti dell’Uliveto<br />
Uisp Siena.<br />
Oltre ai già citati Pieri e Calzeroni, Elisa Palmieri ha vinto<br />
l’ennesimo titolo toscano tra le promesse nel martello<br />
(57,86m), mentre Emanule Magi, dopo aver fatto proprio il titolo<br />
juniores dei “suoi” 400m (50”11), ha pure vinto nei 400<br />
ostacoli (58”86). Michele Raspanti, altro sprinter di razza plasmato<br />
da Angela Fè, ha invece vinto tra gli allievi i 100m<br />
(11”72) e i 200m (23”70).<br />
Nella categoria ragazzi, sono infine da ricordare i successi<br />
di Lorenzo Morellini nel salto in lungo (5,51m), e della staffetta<br />
4x100m (Morellini, Van de Nes, Ciani e Labardi), prima<br />
a Colle Val d’Elsa in 52”4.<br />
Proprio con la gara colligiana si è conclusa la stagione agonistica<br />
2005 dell’atletica leggera toscana, e merita soffermarsi<br />
un attimo sull’aspetto organizzativo delle manifestazioni d’atletica<br />
in Provincia di Siena.<br />
Con la gara di Campionato toscano esordienti, ragazzi e cadetti,<br />
ottimamente organizzata dalla Libertas Atletica Valdelsa,<br />
è stata infatti ufficialmente inaugurata la rinnovata pista<br />
Impresa Edile<br />
CIUPI ALVARO & C. srl<br />
ED<strong>IL</strong>. CRE.A. srl<br />
d’atletica di Colle, che potrà essere la nuova “casa” per gli allenamenti<br />
di un vasto bacino d’utenti, come è quello valdelsano<br />
in cui si trovano 4 società affiliate FIDAL (Libertas Valdelsa,<br />
Olimpia Colle, UPP Poggibonsi, San Gimignano<br />
Sport). Le equilibrate sinergie trovate nella gestione dell’impianto<br />
(affidata alla locale squadra di calcio), la capacità organizzativa<br />
espressa in questa occasione, e l’entusiasmo dei dirigenti,<br />
potranno fare da volano per lo sviluppo di una forte<br />
compagine agonistica in quest’area della provincia.<br />
Poche settimane prima dell’evento colligiano, un’altra importante<br />
manifestazione si era svolta invece al campo scuola<br />
di Siena: la finale del Gran Prix MPS.<br />
Circuito estivo di meeting allestiti dalla FIDAL Toscana,<br />
sostenuto economicamente dalla banca senese, la finale è tornata<br />
per la seconda volta nella città del Palio, dopo l’edizione<br />
2002. Nonostante la pioggia che ha pesantemente disturbato<br />
il secondo pomeriggio di gare, l’Uliveto Uisp Siena ha fornito<br />
una valida organizzazione, ad un meeting che in due giorni ha<br />
visto sulla pista senese vari atleti del giro azzurro o di caratura<br />
internazionale: la velocista Pacini, l’altista Lemmi, l’epthatleta<br />
ucraina Melnichenko, e lo sprinter dello Sri Lanka Kuranaghe.<br />
Sono stati nell’occasione assegnati i secondi memorial<br />
“Renzo Corsi” e “Foffo Dionisi”, andati rispettivamente a<br />
Claudia Pacini (Toscana Atletica Empoli) prima nei 100m, e<br />
a Mattia Treve (Toscana Atletica) primo nei 3000 siepi. ■<br />
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Via Renaccio, 71 - Tel. 05.77.36.47.15 - Telefax 05.77.36.64.28<br />
Due immagini relative alla<br />
finale del Gran Prix Banca<br />
Monte dei Paschi di Siena<br />
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Mentre il mondo del basket è agitato<br />
dalla vicenda del futuro numero degli italiani<br />
da inserire in organico, argomento sul<br />
quale era auspicabile una soluzione, ma che<br />
come al solito non ha visto individuati equilibri<br />
temporali atti ad armonizzarne gli effetti,<br />
il campionato si mette alle spalle la<br />
prima convulsa raffica di partite e, in ottica<br />
tutta senese, sono molti i motivi di soddisfazione<br />
che hanno accompagnato le prime<br />
uscite della Montepaschi.<br />
Infatti se erano molti coloro che si auguravano<br />
un buon inizio di campionato per<br />
i colori biancoverdi, pochi sicuramente avevano<br />
previsto la perentorietà che ha accompagnato<br />
le vittorie senesi.<br />
Sta tutta qui la partenza sprint degli uomini<br />
di Recalcati, a cavallo tra capacità di<br />
sfruttare le occasioni offerte dal calendario e<br />
capacità di sorprendere per il livello di gioco<br />
espresso, rinfocolando quell’entusiasmo che<br />
l’alterne vicende dello scorso campionato<br />
avevano sopito, ma che rimaneva sotto traccia<br />
in attesa di scoprire il nuovo volto del<br />
gruppo assemblato nel corso dell’estate.<br />
E come per tutte le attese, tra prudenza<br />
e speranze, era forte il desiderio di misurare<br />
le aspettative della squadra di fronte ad un<br />
inizio di campionato a ragione considerato<br />
invitante, ma che al tempo stesso avrebbe<br />
potuto amplificare dubbi e perplessità in<br />
caso di battute d’arresto contro avversari<br />
giudicati abbordabili.<br />
La sconfitta di Varese cambia l’aspetto<br />
statistico del cammino senese, ma non modifica<br />
in assoluto il giudizio sulla Montepaschi,<br />
capace di aggredire il campionato con<br />
una grande determinazione. E questo è un<br />
valore che va oltre le vittorie.<br />
Innanzitutto non può sfuggire come un<br />
gruppo rinnovato, anzi sarebbe meglio dire<br />
rifondato, per 8/12, difficilmente sia in<br />
grado di produrre in un così breve tempo<br />
un’identità tanto spiccata, basta guardarsi<br />
intorno e volgere lo sguardo alle avversarie<br />
deputate della Mens Sana, per rendersi<br />
conto come il concetto di cambiamento si<br />
sposi con termini quale attesa, transizione,<br />
difficoltà; tutti vocaboli che indicano nella<br />
parte iniziale della stagione una fase di passaggio<br />
densa di problemi e caratterizzata da<br />
uno specifico lavoro, che ha come obiettivo<br />
quello di raggiungere nel minor tempo possibile<br />
una dimensione, la più vicina possibile,<br />
a quella definitiva.<br />
Lungi dal pensare che la Montepaschi<br />
abbia concluso questo iter, rimane la considerazione<br />
di come la squadra senese, accanto<br />
alla solitaria conquista della testa del<br />
campionato addirittura alla quarta giornata,<br />
abbia soprattutto già trovato degli equilibri<br />
importanti che ruotano essenzialmente sulla<br />
tenuta difensiva dell’intero gruppo, la cui<br />
LA PRIMA SCONFITTA DOPO CINQUE VITTORIE<br />
NON INFICIA I POSITIVI GIUDIZI<br />
SULLA NUOVA SQUADRA BIANCOVERDE<br />
Una Montepaschi<br />
dall’identità già spiccata<br />
capacità fisica, mentale e tattica ha prodotto<br />
dei risultati facilmente leggibili alla luce di<br />
numeri assolutamente ineccepibili.<br />
Concedere percentuali appena superiori<br />
al 40% da due e addirittura inferiori al 30%<br />
da 3, dominare a rimbalzo ed avere un saldo<br />
attivo consistente tra palle recuperate e<br />
perse, sono tutti indicatori di una consistenza<br />
difensiva non casuale e sulla quale risulta<br />
assai molto più semplice costruire un<br />
buon attacco.<br />
Certo può rischiare di pesare una pericolosa<br />
tendenza che è quella di avere percentuali<br />
scadenti dalla lunetta come è accaduto a<br />
Varese, ma al di là di questo aspetto, sul quale<br />
è logico immaginare un impegno costante a<br />
migliorarsi, la Montepaschi è una squadra<br />
che sa esaltarsi in transizione ed il ritmo,<br />
tanto ricercato sin dall’inizio della stagione,<br />
trova una sua logica anche in chiave offensiva,<br />
dove il pallone si muove già con grande<br />
scioltezza e la spaziatura tra i vari giocatori<br />
permette di evitare sovrapposizioni.<br />
Cambiano gli uomini ma la filosofia di<br />
Recalcati rimane la stessa, con i lunghi a<br />
muoversi molto sul perimetro, capaci di fare<br />
gioco e colpire dalla distanza, questo perché<br />
la Montepaschi ha lunghi che sanno coniugare<br />
fisicità, velocità e tecnica, mentre i piccoli<br />
indifferentemente possono colpire in<br />
penetrazione e rendersi pericolosi sull’arco.<br />
La palla staziona pochissimo nelle mani<br />
dei giocatori. Rispetto allo scorso anno sono<br />
molti di meno i palleggi che inframezzano la<br />
manovra bianco-verde, sintomatica la capacità<br />
della squadra senese di gestire il gioco<br />
sui cambi di difesa avversaria, frutto di una<br />
disposizione in campo e di un allenamento<br />
mentale tale da ammortizzare i problemi inerenti<br />
al cambio di giochi a seconda che si attacchi<br />
una difesa ad uomo o a zona.<br />
Sorprendente non è tanto il fatto che si<br />
sia raggiunto già un ottimo equilibrio, quanto<br />
il tempo che è stato necessario per raggiungere<br />
questi risultati, che potranno essere<br />
messi in discussione nel corso del<br />
campionato da esami più probanti, ma al<br />
tempo rappresentare le fondamenta sulle<br />
quali continuare a crescere le ambizioni<br />
biancoverdi.<br />
Non possiamo ovviamente dimenticare<br />
come il tutto si sia materializzato in un contesto<br />
non immune da difficoltà. Le assenze<br />
per infortunio di uomini come Kaukenas e<br />
Woodward hanno colpito figure non secondarie<br />
del gruppo, ma sarebbe falso affermare<br />
che la squadra ha percepito lo stato di difficoltà<br />
in loro assenza, anzi è parsa ancora<br />
più evidente una caratteristica di questa<br />
squadra, cioè la capacità di scoprire protagonisti<br />
diversi di volta in volta, sfruttando la<br />
mancanza di egoismi controproducenti proprio<br />
per il gruppo stesso.<br />
Certo non tutti i mali vengono per nuocere.<br />
Basta pensare alle scelte obbligate imposte<br />
dalla mancanza del passaporto sloveno di<br />
Boisa e dal ritardo nella procedura di naturalizzazione<br />
di Stonerook, che in primo luogo<br />
hanno determinato il mancato arrivo di Sanders<br />
e poi dischiuso le porte del campo ad un<br />
Datome che, stante anche le assenze alternate<br />
dei due esterni senesi, ha trovato spazi<br />
tanto insperati quanto egregiamente sfruttati<br />
dalla diciottenne promessa mensanina.<br />
MAURO BINDI<br />
ba s ke t 39
40 ba s ke t<br />
Che Datome fosse una risorsa su<br />
cui contare nel futuro per la Montepaschi<br />
non esistevano dubbi, che potesse<br />
diventare immediatamente un<br />
giocatore di totale affidabilità era<br />
più una speranza che una certezza.<br />
Ed invece in solo poche giornate<br />
Luigi ha fatto vedere dei numeri e<br />
scritto delle cifre di assoluto rilievo,<br />
consegnandolo direttamente alle<br />
cronache del basket, come uno degli<br />
italiani che maggiormente infiammano<br />
le attese degli appassionati, al<br />
pari di un Bargnani, di un Belinelli o<br />
di un Gallinari.<br />
Certamente occorre cautela nel<br />
maneggiare un “prodotto” tanto<br />
particolare come può essere Datome<br />
per la Montepaschi ed anche per<br />
il basket nazionale. Certamente la<br />
contemporanea presenza di chi lo<br />
ha plasmato, Pianigiani e di chi ne<br />
ha programmato scrupolosamente<br />
l’utilizzo ad alto livello, Recalcati,<br />
garantisce al tre senese un impatto<br />
con la realtà di serie A fatto di tranquillità<br />
e consapevolezza. Accresciuta<br />
anche dalla considerazione ricevuta<br />
dal resto della squadra, che lo ha accettato<br />
immediatamente come un giocatore a tutti<br />
gli effetti e non come il ragazzino di belle<br />
speranze che fa i primi passi a livello professionistico.<br />
Certamente non mancano in squadra<br />
elementi in grado di dare fiducia al ragazzo,<br />
pensiamo a Stonerook, che ha impiegato<br />
meno di un mese per accaparrarsi un ruolo<br />
assolutamente essenziale all’interno degli<br />
equilibri di squadra.<br />
Poche volte è capitato di vedere un giocatore<br />
dominare le partite come riesce all’ex<br />
canturino, capace di prendersi a volte un<br />
solo tiro dal campo nel corso di quaranta minuti,<br />
ma di far saltare da solo il disegno tattico<br />
degli avversari, ridicolizzando il diretto<br />
opposto e offrendo barlumi di classe assoluta<br />
da playmaker aggiunto.<br />
Cresce l’intesa con il resto del gruppo, a<br />
certe difficoltà iniziali di lettura riguardo ai<br />
modi e tempi di passaggio di Stonerook, sta<br />
seguendo un progressivo adattamento agli<br />
stessi da parte del gruppo e se a ciò si<br />
somma l’incidenza del futuro neo italiano al<br />
capitolo rimbalzi, si capisce come Recalcati<br />
nel riproporsi l’eventualità della scelta<br />
forzata tra Boisa e l’ex canturino, non possa<br />
che privilegiare il carisma di quest’ultimo.<br />
Non che Boisa abbia demeritato, anzi il<br />
suo esordio ha dimostrato tutta la bontà dell’investimento<br />
a lunga gittata fatto da Ferdinando<br />
Minucci con l’ex Olimpia Lubiana,<br />
ma rimane la percezione che in questo momento<br />
la squadra non possa fare a meno<br />
della leadership di Stonerook, temuto e rispettato<br />
da avversari ed arbitri, capitolo rispetto<br />
al quale Boisa necessita di un maggior<br />
livello di comprensione.<br />
Ma la precarietà di Boisa sta per concludersi.<br />
L’emergenza Woodward ci ha permesso<br />
di ammirare i numeri del georgiano,<br />
che unisce alla consistenza fisica, la capacità<br />
di svariare su tutto il fronte offensivo.<br />
L’inizio dell’Eurolega ora, gli consegna abbastanza<br />
stabilmente il parquet, nella speranza<br />
che anche in campionato il prossimo<br />
arrivo del passaporto italiano di Stonerook,<br />
lo proponga stabilmente tra i dodici biancoverdi,<br />
perché la sua è indubbiamente una addizione<br />
importante per la squadra.<br />
Soffre sotto canestro Chiacig, sicuramente<br />
non a suo agio con i ritmi sostenuti<br />
della squadra, ma anche dal suo recupero è<br />
lecito attendersi una variante tattica che può<br />
tornare utile, specie ora che irrompe nel calendario<br />
degli impegni l’Eurolega, dove la<br />
presenza di un maggior numero di lunghi di<br />
ruolo può rendere utile il mestiere e l’ingombro<br />
volumetrico che Roberto è sempre<br />
in grado di offrire.<br />
Certo il pacchetto lunghi senese è una<br />
dalle più piacevoli conferme di questo inizio<br />
di campionato. Se la complementarietà,<br />
l’intercambiabiltà e la poliedricità sono<br />
sempre state caratteristiche che hanno accomunato<br />
nel tempo le scelte operate in questa<br />
parte delicatissima del campo, il pacchetto<br />
sotto canestro assemblato per questa stagione<br />
sembra aver ancor più accentuato queste<br />
vocazioni. Pensiamo alle mille soluzioni a<br />
disposizioni di Recalcati, che può alternare<br />
5 uomini del calibro di Stonerook, Boisa,<br />
Chiacig, Eze, Nicola, senza dimenticare il<br />
jolly Zukauskas, giocatori che hanno un numero<br />
illimitato di opzioni sia difensive che<br />
offensive, tali da non offrire punti di riferimento<br />
certi a nessun avversario.<br />
Certamente sull’asse pivot-play si è sempre<br />
giocato il destino e le fortune delle squadre<br />
e per la Montepaschi quella appena iniziata<br />
è una stagione che in cabina di regia ha<br />
visto completarsi una vera e propria rivoluzione.<br />
Dalla purezza tattica di uno Stefanov<br />
che interpetrava il ruolo nella maniera più<br />
tradizionale e di un Vanterpool accentratore,<br />
che amavano trattenere molto la palla tra le<br />
mani, si è passati alla gestione “cooperativa”<br />
dei vari Hamilton, Woodward, Pecile, senza<br />
dimenticare che già altri hanno provato ad<br />
utilizzare Kaukenas in posizione più centrale,<br />
ma al di là degli spartiti recitati dai singoli,<br />
risulta evidente come le caratteristiche dei<br />
singoli trovino sul campo concrete possibilità<br />
di valorizzazione e che tutti i sopra menzionati<br />
stiano facendo uno sforzo notevolissimo<br />
per rendere quanto più possibile fluida la manovra<br />
di gioco.<br />
Sarebbe sbagliato credere che giocatori<br />
come quelli che schiera la Montepaschi nel<br />
reparto dietro, siano uomini che non amano<br />
tenere la palla tra le mani. Anzi i trascorsi di<br />
alcuni di loro ce li hanno proposti proprio in<br />
versioni accentratrici, che ne avevano determinato<br />
anche la bontà del loro rendimento,<br />
quindi quanto raggiunto in questa fase iniziale<br />
di stagione è oltremodo positivo e rappresenta<br />
il frutto di un duplice lavoro: quello<br />
del tecnico, che lancia uno specifico input<br />
e quello del singolo giocatore che, accogliendolo,<br />
si impegna a raggiungere uno<br />
specifico obiettivo comune.<br />
Il punto di incontro è dato dai risultati sul<br />
campo ed in funzione di ciò è giusto riconoscere<br />
i meriti, per quanto parziali, a chi ha<br />
contribuito in massima parte alla loro realizzazione.<br />
Non ce ne vorrà quindi Recalcati,<br />
che sappiamo essere uomo di assoluta onestà<br />
intellettuale, se riconosciamo grandi meriti in<br />
questa fase iniziale a Simone Pianigiani, che<br />
ha raccolto quanto assemblato da Minucci in<br />
estate e ha dato corpo ad una squadra che era<br />
tutta da scoprire.<br />
Certo ora ci vuole tutta la capacità di un<br />
grande tecnico come il C.T. azzurro, per gestire<br />
un gruppo che ha realmente 10/11 giocatori<br />
veri, ma è indubbio che Ferdinando<br />
Minucci ha realizzato una campagna acquisti<br />
di assoluto rilievo, dove i meriti del massimo<br />
dirigente senese sono ineccepibili,<br />
tanto più se consideriamo che con Recalcati<br />
impegnato nella preparazione degli Europei<br />
e con Pianigiani momentaneamente<br />
svincolato a fine giugno, buona parte del<br />
mercato bianco-verde è ricaduto essenzialmente<br />
sulle sue spalle e ciò, al di là delle capacità<br />
manageriali, denota una conoscenza<br />
delle caratteristiche tecniche e motivazionali<br />
dei giocatori assolutamente perfetta.<br />
Soddisfatta la curiosità di vedere l’impatto<br />
della squadra senese in campionato,<br />
siamo pronti a valutarne il rendimento<br />
anche in Eurolega, dove a fronte di un elevato<br />
valore tecnico degli avversari, fa riscontro<br />
l’indiscutibile motivazione di ben<br />
figurare da parte di tanti giocatori in biancoverde<br />
che vedono realizzato il desiderio<br />
di misurarsi con il meglio del basket continentale.<br />
Cosa che a livello motivazionale<br />
vale molto di più di qualsiasi altra spinta.<br />
Certo il girone della Montepaschi è di<br />
una difficoltà estrema, ma la fiducia non<br />
manca e se anche Ettore Messina, neo coach<br />
moscovita del CSKA, parla di Siena come<br />
di un progetto intrigante, vuol dire che la<br />
Montepaschi ha le sue chance da giocare e<br />
questa è già una premessa importante per<br />
godersi lo spettacolo di una manifestazione<br />
alla quale, seppur alla quarta partecipazione,<br />
ci accingiamo sempre con l’entusiasmo<br />
della prima volta. ■
diario<br />
Chi ha paura della Lega?<br />
Roberto Morrocchi<br />
D’accordo sulla difesa dei nostri<br />
vivai…e la Montepaschi è un esempio per<br />
tutti. D’accordo sul fatto che i nostri talenti<br />
e i giocatori di scuola italica trovino spazio<br />
in serie A, ma l’ultima uscita della FIP mi<br />
pare francamente scriteriata.<br />
Il famoso 5+1+6, dove 5 sono gli Italiani,1<br />
è il giocatore con passaporto italiano<br />
e 6 sono gli stranieri ha bisogno di una attenta<br />
riflessione.<br />
Certo da qualche parte bisognava partire,<br />
ma invece di buttare giù numeri a<br />
caso, il Presidente della Federazione<br />
aveva, secondo il mio parere, il dovere istituzionale<br />
di battere la strada del consenso<br />
e dell’accordo, da trovare ad ogni costo<br />
con chi, leggi Società e Proprietari, sostengono<br />
da soli i costi del massimo campionato<br />
(..il più spettacolare insieme a<br />
quello spagnolo), allestendo squadre<br />
competitive anche in campo europeo.<br />
Viene il sospetto che nella vicenda<br />
l’uomo della Fip, Maifredi, si sia fatto prendere<br />
la mano da Petrucci, il Presidente del<br />
Coni, portatore di interessi legittimi, per<br />
carità, ma che rischiano di scontrarsi con<br />
quelli sacrosanti delle Società della massima<br />
serie.<br />
Al momento lo scontro fra Lega e Fip<br />
appare inevitabile, ma il bello è che anche<br />
con l’adozione dello schema Maifredi gli<br />
interessi nazionali, o forse sarebbe meglio<br />
definirli nazionalistici?, non sono assolutamente<br />
salvaguardati. Anche un bambino<br />
capisce che in almeno la metà delle squadre<br />
avremmo un quintetto base di stranieri,<br />
uno stranger come primo cambio e i<br />
“nostri” quali pedine di complemento.<br />
La verità è che gli italiani di valore trovano,<br />
prima o poi, un posto al sole. Proprio il<br />
torneo in corsa ci dimostra come i Bargnani,<br />
Bellinelli, Mancinelli, Datome, Ress,<br />
Gigli, Boscagin e compagnia cantante,<br />
siano stati in grado di ritagliarsi spazi importanti,<br />
fino a diventare veri e propri protagonisti.<br />
E dietro di loro vengono su forte Antonutti,<br />
Bolzonella, Fultz, Gergati, Cusin,<br />
Cavaliero, Cuccarolo (..chi è Cuccarolo?<br />
Un diciassettenne di 2,17 futuro centro dell’Italbasket!).<br />
Basta avere un po’ di pazienza<br />
e un pizzico di coraggio e quelli bravi<br />
sbocciano. Eccome se sbocciano!<br />
Vedremo come andrà a finire la querelle,<br />
ma le Società difenderanno, ovviamente,<br />
i loro diritti contro gli schemi imposti.<br />
Intanto ci godiamo questa Montepaschi.<br />
Alla sesta giornata già 5 vittorie: un bot-<br />
Gigi Datome<br />
tino di tutto rispetto. Certo arriveranno<br />
anche momenti difficili, ma questa squadra<br />
ci ha dato qualcosa di più di una impressione<br />
di forza, compattezza, solidità e<br />
fortezza morale.<br />
Si può stare tranquilli. Quando perderemo<br />
sarà solo perché gli avversari si saranno,<br />
nell’occasione, dimostrati più bravi.<br />
Intanto ci godiamo Datome. Gigi ha<br />
sfruttato come meglio non poteva il minutaggio<br />
che il Charlie gli ha concesso. Ha<br />
mostrato una maturità, per certi versi, sorprendente<br />
e si è preso iniziative e tiri che in<br />
altre occasioni avrebbe delegato ad altri.<br />
Deve solo continuare a battere questa<br />
strada. Senza timori e senza mai correre il<br />
rischio di montarsi la testa. Se lo conosco<br />
un pochino, non credo che il ragazzo si<br />
perderà nella marea montante degli elogi.<br />
41<br />
Basta che continui ad accettare i consigli<br />
di chi finora l’ha guidato, senza perdersi<br />
d’animo quando qualche cosa non gli<br />
andrà per il verso giusto…<br />
Chiudo ripensando per un attimo alla<br />
splendida presentazione della nostra<br />
squadra, il 6 ottobre, al nostro palasport.<br />
C’era George Bucci, il capocannoniere di<br />
sempre, ed è stata una festa. Sbaglia chi<br />
ha interpretato la presenza del “Divino”<br />
come una mancanza di rispetto nei confronti<br />
di Ezio Cardaioli.<br />
I due rappresentano comunque un<br />
pezzo importante della nostra storia cestistica.<br />
Ezio è stato, insieme ai dirigenti di allora,<br />
l’artefice della Mens Sana che dalla<br />
C volò sulla A, George un campione nelle<br />
cui gesta la città si identificò.<br />
La storia è questa anche se come “storia”<br />
può avere diverse chiavi di lettura. ■
vista da lontano<br />
Sogno di una notte di mezz’autunno<br />
Rudi Simonelli<br />
La notte di Siena mi riaccompagna a<br />
casa concedendomi la resa della riflessione.<br />
I lunghi viali che chiudono gli occhi<br />
a Certaldo prima ed a Castelfiorentino<br />
dopo mi fanno ammettere scuse silenziose<br />
agli amici di Siena. Era da agosto che<br />
alle mie domande rispondevano, prima<br />
uno e poi l’altro, che questa era una squadra<br />
“motivata”.<br />
Stavo sospettando la “frase fatta”, il<br />
luogo comune, finché mi sono ritrovato<br />
sulle tribune amiche. Così vedo un Boisa<br />
che scambia il basket per il calcio e ad ogni<br />
canestro che fa quasi si leva la maglia e<br />
corre verso la curva, vedo un Pecile che divora<br />
metri di parquet in attimi di sospiri,<br />
vedo ragazzi che sorridono in panchina con<br />
la serenità scritta sul viso, vedo una squadra<br />
che anche se va sotto di nove contro le<br />
dolci geometrie dell’amato Pancotto non<br />
batte ciglio, fa il suo mestiere in silenzio, il<br />
silenzio del duro lavoro di gente come Hamilton,<br />
ragazzo che non ama lo spotlight<br />
ma piega gambe e muove rapidi piedi per<br />
difendere e metterci testa e cuore. Una<br />
squadra che recupera, sorpassa e vola,<br />
una Mens Sana per la quale portiamo l’indice<br />
al naso per invitarci a non gridare nelle<br />
vie perché il bimbo non si svegli nella culla<br />
del dolce sogno, la vittoria.<br />
RECALCATI COME ANCELOTTI<br />
In questi recenti anni il mondo della<br />
pedata ha più volte sottolineato come dietro<br />
a certi trionfi del Milan ci sia stata la<br />
mossa di inventare un ruolo ad un giocatore,<br />
Andrea Pirlo, per rilanciarlo come<br />
vincente. Pochi giorni fa rimasi stupito<br />
quando Recalcati metteva per la seconda<br />
volta di fila nel quintetto base Pecile in 2 al<br />
fianco di Hamilton 1. In teoria doveva esserne<br />
la riserva.<br />
Andrea, fu la piacevole sorpresa degli<br />
sfortunati Europei del 2001, poi la stagione<br />
seguente la Scavolini puntò su di lui<br />
come play titolare e le cose andarono<br />
male, per Pecile ci fu l’esilio in Spagna.<br />
Oggi mi impressiona, perché Recalcati lo<br />
mette in 2 ed Andrea probabilmente si<br />
sente più se stesso, un giocatore da<br />
rock’n’roll liberato dall’obbligo di impostare<br />
giochi e ritmi, cose per le quali il blues di<br />
stoffa di Hamilton è del giusto peso e della<br />
tagliata misura. Così ci ritroviamo il Pecile<br />
reinventato dalla sensibilità e dall’intelligenza<br />
di Recalcati che risulta essere l’arma<br />
inaspettata.<br />
Pecile come Pirlo? Staremo a vedere.<br />
LA MAGIA DELL’11<br />
Lo abbiamo visto sulla Gazzetta, intervistato<br />
sul QN, ancora fotografato sulla<br />
Gazzetta. L’allenatore che mette titolare in<br />
una squadra di vertice un ragazzo di 17<br />
anni fa notizia ed io non nascondo che<br />
questo viaggio a Siena l’ho fatto prima di<br />
tutto per rivedere in nuove vesti “la magia”<br />
del numero 11, chissà poi se Luigi sa che<br />
il capocannoniere di ogni epoca della<br />
Mens Sana portava il suo stesso numero.<br />
Luigi mi affascina, liceale come me;<br />
l’impressione che provo è che sia freddo<br />
fuori come le montagne dove è nato e<br />
caldo dentro come il mare che ci ha accompagnato<br />
nell’infanzia. Il ragazzo è assolutamente<br />
fuori da ogni schema di star-<br />
42<br />
system, pettinatura semplice, guarda il<br />
campo, guarda i compagni e non se stesso,<br />
difende benissimo per avere l’età che<br />
ha e poi, signori, vola, egli vola lassù sopra<br />
l’anello dove ogni bimbo vorrebbe lanciarsi,<br />
dove la meraviglia del corpo umano può<br />
permettere per grazia del buon Dio di arrivare…se<br />
da non senese mi è concesso<br />
fare un accenno all’argomento dico peccato<br />
davvero, peccato che, come invece<br />
avvenuto quest’estate in Nazionale Under<br />
18, non ci possa essere al suo fianco un<br />
certo Davide Bruttini.<br />
UN SALUTO AD UN CAMPIONE<br />
Siamo autorizzati a sognare e a saltare<br />
con Luigi ma tenendo saldamente i<br />
piedi…per terra! Perché la vita resta dura,<br />
giorno dopo giorno, e me ne accorgo ancora<br />
proprio a Siena quando vengo a sapere<br />
del tragico incidente che ha ucciso<br />
Willie Sojourner, leggendario Pivot dell’Althea<br />
Rieti che il 13 novembre del 1977<br />
dava spettacolo qui contro la Sapori Siena<br />
in uno scontro al vertice di un’annata caratterizzata<br />
dal duello Rieti-Siena che ancora<br />
è nella memoria di Roberto Brunamonti,<br />
il quale al telefono mi disse qualche<br />
giorno fa: “Ricordo quel giorno a Siena<br />
come fosse ieri. Mi tremavano le gambe<br />
perché avevo 18 anni e dovevo marcare il<br />
capocannoniere, il palasport era pieno,<br />
mamma mia quanto era pieno!”…Willie<br />
Sojourner segnò 27 punti e vinse il duello<br />
con Eric Fernsten.<br />
Siamo nel mito. Lo ricordiamo così con<br />
un saluto a tutti, anche a quelli che ancora<br />
a Rieti gli erano vicini e sono colpiti da<br />
questo dramma. ■
tiri liberi<br />
Allora crepi l’astrologo!<br />
Antonio Tasso<br />
No, eh!, non scherziamo.<br />
L’avevano detto tutti in campagna acquisti:<br />
“Buona squadra ma difficile da assemblare”…<br />
e ancora: “Rifondazione a<br />
Siena: idea buona ma, riuscirà?”… “Montepaschi<br />
quinta forza del Campionato”…<br />
E poi, al via e dopo le prime due o tre<br />
partite del Torneo, ancora titoloni sulla Fortitudo<br />
Campione (naturale!), sulla Milano<br />
armanizzata (e ti pareva!!!) e quindi - a<br />
turno secondo le vendite dei giornali – la<br />
Benetton “sempre Lei”, la Roma “capitale”<br />
( d’Italia senz’altro, dei cesti…mah!!) e addirittura<br />
la “rinata” Varese.<br />
Siena? niente: quinta forza del campionato!<br />
Ma, sia chiaro, ci stava benissimo<br />
così: meno se ne parla meglio è e, alla<br />
luce delle esperienze passate, il basso<br />
profilo era proprio quello che si voleva:<br />
prego, passino pure! I riflettori pùntino gli<br />
altri, i commenti entusiastici e tromboneschi<br />
incensino quelle quattro squadre più<br />
forti di tutte... La Mens Sana? Quinta forza<br />
del campionato!<br />
Poi, le sportive vicende – che con la<br />
stringente essenzialità dei risultati mettono<br />
crudamente davanti alla realtà – incominciano<br />
a far crollare i castelli di carta di<br />
una classifica basata molto più su “clamori<br />
di marchio “ che non su osservazione critica<br />
delle scelte fatte… Incominciano i<br />
contorcimenti, i cambi di rotta, addirittura<br />
le inversioni a U di tanti addetti ai lavori che<br />
ci avevano menzionato quasi solo per dovere<br />
di presenza fra i “grandi” di quest’anno<br />
ed erano passati a vedere sempre e<br />
soltanto i meriti altrui...<br />
La Siena “quinta forza del Campionato”<br />
si fa avanti a suon di canestri, di piacevolezza<br />
nei giochi e di spietatezza difensiva,<br />
di interscambiabilità dei giocatori, di armonia<br />
del gruppo, di lavoro corale condiviso<br />
da tutta la squadra con la Società, di entusiasmo<br />
della città intera…<br />
Ed eccoli, l’hanno scoperta anche loro<br />
– gli esperti del concone – questa Mens<br />
Sana che “intriga”, questa squadra che<br />
“piace perché fa le cose semplici nel migliore<br />
dei modi”, questo “gruppo che ha<br />
ben lavorato”, questo “staff di primo ordine”,<br />
questa Società “modello di organizzazione”<br />
che con il suo vivaio ed i suoi scudetti<br />
è diventata “l’ombelico del mondo<br />
giovanile”...<br />
Era naturale che avvenisse, la classifica<br />
non mente…Altro che quinta forza. E se<br />
ne sono dovuti accorgere, tutti quanti…<br />
Ci starebbe anche bene se, fra quelli<br />
che ora ci stanno “scoprendo” un po’ troppo,<br />
non ci fosse un certo Dan Peterson , le<br />
cui previsioni non trovano mai – o quasi –<br />
riscontro nella realtà.<br />
Il simpatico (e competentissimo) coach<br />
americano non lascia occasione per magnificarci...<br />
Non scherziamo, Dan: la Mens Sana –<br />
per Te – era e deve restare “quinta forza<br />
del Campionato”…<br />
Grazie per la stima – coach – ma a noi<br />
va bene così!<br />
Si va a Mosca a testare subito una<br />
grande: la vecchia Armata Rossa che ha<br />
perso ( e per sempre, purtroppo!) il suo<br />
“Colonnello” di mille battaglie Alexander<br />
Gomelskyi (“budet tibie legkaia zemlijà…”)<br />
e da quest’anno si è messa nelle mani altrettanto<br />
dure e spietate di uno che “colonnello”<br />
non è ma, quanto a guerre e vittorie,<br />
non teme certo rivali.<br />
Si va a provare il duo Messina-Molin, si<br />
va ad incrociare un po’ di passato recente<br />
e glorioso della Mens Sana: la “generosa<br />
fisicità” di David Vanterpool, la straordinaria<br />
e forte “leggerezza” di un sempre più<br />
campione David Andersen.<br />
Ci hanno dato entrambi un pezzo dello<br />
scudetto che orgogliosamente abbiamo<br />
appeso alle volte del PalaMensSana (dire<br />
Palasclavo è vietato –giustamente- dalla<br />
più che centenaria Polisportiva..) e che<br />
–son sicuro- attende un fratellino gemello.<br />
Ci hanno fatto, tutt’e due, divertire...<br />
Ora cerchiamo di farli divertire noi!<br />
Proveremo per primi la forza di questi<br />
che, ancora una volta, non hanno badato<br />
a spese e, attingendo a quel pozzo senza<br />
fondo che si chiama “riserve energetiche<br />
siberiane”, hanno messo su una squadra<br />
che, solo a leggere i nomi, t’invita a non<br />
uscire dallo spogliatoio.<br />
Proveremo per primi la loro sete di rivincita<br />
dopo la figuraccia della Final Four<br />
persa in casa.<br />
Proveremo anche – almeno con gli<br />
occhi – le grazie rinnovate delle splendide<br />
cheerleaders del CSKA.<br />
Proveremo in anteprima gli arbitri che<br />
quest’anno ci accompagneranno il più lontano<br />
– speriamo – possibile!<br />
Proveremo la prima neve che già da<br />
44<br />
una settimana ricopre le cupole del Cremlino<br />
e rende magica la Piazza Rossa…<br />
Proveremo – ancora una volta – il cibo<br />
russo, ma, tranquilli, niente… “polli”!<br />
Lo siamo stati – forse – l’anno scorso…<br />
Ora siamo forti, se permettete!<br />
Quando si mise a sedere dopo la seconda<br />
bomba realizzata, il terzo rimbalzo catturato,<br />
l’ennesima difesa vincente sul più<br />
forte di Udine, l’ultima incazzatura di Cesare<br />
Pancotto col giocatore che Lui aveva<br />
cancellato dal campo, il Palasclavo (pardon,<br />
PalaMensSana, sennò la Polisportiva<br />
gloriosa s’arrabbia) si sciolse in un applauso<br />
che più caloroso non si poteva.<br />
Si alzarono in cento nella curva ed il<br />
coro partì: “MINDA SINDACO! MINDA<br />
SINDACO!”<br />
In cinquecento risposero, in piedi, nei<br />
laterali più vicini: “MINDA SINDACO!<br />
MINDA SINDACO!”<br />
Si levarono in mille nelle gradinate per<br />
una standing ovation che coinvolse i centrali,<br />
le poltroncine il parterre…<br />
“MINDA SINDACO! MINDA SINDACO!”<br />
E fu una festa generale per quel generoso,<br />
modesto, silenzioso, infaticabile,<br />
forte e incrollabile giocatore –napoletano<br />
di Siauliai- che da cinque stagioni Siena<br />
ha eletto a suo beniamino.<br />
Lo “ZUASKA” del Banana piace a tutti<br />
perché non protesta, ubbidisce, gioca e<br />
sta in panchina, lavora ed è ormai uno di<br />
noi, uno che canta la Verbena, conosce le<br />
contrade, ama la Città… è amico del Banana,<br />
appunto, lo “Zuaska”!<br />
“MINDA SINDACO! MINDA SINDACO!”<br />
Applaudivano tutti, tutti a cantare lo<br />
slogan per il Lituano: quattromila persone<br />
con Lui che, ancora una volta, aveva fatto<br />
bene il suo lavoro e ora, tranquillo e ubbidiente,<br />
si rimetteva in panca.<br />
“MINDA SINDACO! MINDA SINDACO!”<br />
Direttori del Monte, Presidenti di Banche<br />
o Fondazioni, Ufficiali dell’Arma, Funzionari<br />
Statali, Dirigenti di Partito... tutti a<br />
proclamare “Minda Sindaco”, dall’alto dei<br />
finestroni giù giù fino alla prima fila …fino<br />
al …SINDACO CENNI che (cose che solo<br />
alla Mens Sana possono succedere!) sorridente,<br />
le gote accalorate, colletto slacciato,<br />
si alzò in piedi battè le mani e cantòconvinto<br />
– “MINDA SINDACO!”….<br />
Anche lui! ■
Il rapporto tra tifoso e giocatore è degno<br />
di un testo di psicanalisi. Le società non lo<br />
ammetteranno mai, eppure il vero protagonista<br />
del “rapporto di coppia” è il tifoso.<br />
L’appassionato che siede a bordo campo, infatti,<br />
non rinuncia mai (specie se italiano) al<br />
sinistro privilegio della critica. Nella sua<br />
mente, specchiata dai titoli dei giornali, una<br />
vittoria di misura contro Roseto è “una prestazione<br />
deludente” e una sconfitta a Milano<br />
quantomeno “un passo indietro”. Il giocatore<br />
mantiene un atteggiamento opposto: pur<br />
apparendo nel 90% dei casi come un uomo<br />
incurante delle folle (per il 10% occorre ringraziare<br />
gente come l’odiato Pozzecco), dedica<br />
storicamente una parte del lunedì mattina<br />
alla lettura dei quotidiani. Annotando con<br />
pazienza il voto del corrispondente della<br />
Gazzetta e le opinioni rilasciate dai ragazzi<br />
della curva alle radio locali. Il tifoso al contrario<br />
tende a dimenticare, confinando in<br />
qualche cassetto della memoria i ricordi legati<br />
al play che ha esaltato per mesi o, più<br />
semplicemente, si limita a catalogare come<br />
“traditore” chi ha osato cambiare maglia, generalmente<br />
attratto da dollari, euro e rubli di<br />
magnati stranieri.<br />
Anche per invertire questa tendenza vogliamo<br />
proporre una specie di senesissimo<br />
“amarcord”, alla ricerca di chi ha vestito,<br />
con più o meno eleganza, il biancoverde<br />
negli ultimi trentasei mesi. Il tutto scusandoci<br />
in anticipo per il riaffiorare di ricordi<br />
spiacevoli (siamo tutti d’accordo, Cal<br />
Bowdler era meglio lasciarlo nell’ultimo<br />
cassetto in fondo a destra).<br />
Prima categoria: i privilegiati<br />
La Torre del Mangia, il vino toscano, il<br />
calore del PalaMensSana: tre caratteristiche<br />
che rendono Siena unica al mondo. Tre caratteristiche<br />
che però, siamo sinceri, possono<br />
non bastare per far cambiare idea a quei<br />
giocatori che firmano per i colori biancoverdi<br />
considerando Siena una tappa di passaggio<br />
verso il grande basket europeo. Negli<br />
scorsi cinque mesi una considerazione simile<br />
deve essere stata fatta da gente come<br />
David Vanterpool, Michalis Kakiouzis e<br />
Bootsy Thornton che, presa casa a Barcellona<br />
e Mosca, possono rincorrere l’Eurolega<br />
senza l’etichetta dell’outsider. L’inizio di<br />
stagione, per loro, non è stato inferiore a<br />
quello della Mens Sana (che al momento in<br />
cui scriviamo guida la Serie A a punteggio<br />
pieno): il duo Thornton-Kakiouzis sembra<br />
essersi ben inserito nel neonato Barcellona<br />
di Zoran Savic, primo con 3 vittorie e nessuna<br />
sconfitta nella Liga ACB. Bootsy dopo<br />
tre partite viaggia a quasi 15 punti e 4 rimbalzi<br />
a sera, statistiche addirittura peggiori<br />
di quelle di “Kakio” che, con un titolo europeo<br />
in tasca, va oltre i 15 punti di media. Un<br />
SI DIVIDONO IN QUATTRO CATEGORIE GLI EX GIOCATORI<br />
CHE HANNO VESTITO <strong>IL</strong> BIANCOVERDE<br />
NEGLI ULTIMI TRE ANNI<br />
Fra rimpianti<br />
e spiacevoli ricordi<br />
discorso simile può essere fatto per Vanterpool<br />
che non deve essersi stupito nel notare<br />
come il suo CSKA sia ancora imbattuto nel<br />
campionato russo. D’altronde non capita a<br />
tutti di incontrare ogni mattina all’allenamento<br />
gente come Andersen (altro ex),<br />
Langdon, Smodis, Papaloukas, Holden e<br />
Savrasenko…<br />
Seconda categoria:<br />
i figli di un dio minore<br />
Peschiamo a caso tra i giocatori che,<br />
fatti fuggire più che fuggiti da Siena, hanno<br />
dovuto ripiegare su destinazioni non altrettanto<br />
degne. Uno che deve aver rimpianto<br />
molto la Mens Sana è Brian Tolbert che,<br />
dopo la stagione 2002-03 trascorsa tra Ferrara<br />
e Udine, ha incontrato serie difficoltà<br />
persino nella pronuncia dei nomi delle sue<br />
successive squadre. Nell’estate 2003 Tolbert<br />
si è accordato con i ciprioti dell’Omonia<br />
Nicosia, abbandonati a metà stagione<br />
per gli slovacchi del Pinar Karsiyaka SK<br />
Izmir. Forse insoddisfatto dalla banalità del<br />
nome che leggeva sulla maglia, a inizio<br />
2004 si è concesso prima al Maccabi Petah<br />
Tikva (che ovviamente non ha nulla da spartire<br />
con l’unico Maccabi che il basket riconosca)<br />
e successivamente all’Elitzur Ashkelon,<br />
con i quali non ha nemmeno cominciato<br />
la stagione in corso. Come si dice “nostalgia”<br />
in israeliano?<br />
Terza categoria: i disoccupati<br />
Vladimir Petrovic. Cal Bowdler. Carlton<br />
Myers, che dicono si impegni seriamente<br />
per segnare quattro punti meno di Donato<br />
Avenia nella B1 di Pesaro.<br />
Ultima categoria: chi non viaggia più<br />
Attraversare l’Europa con un pallone in<br />
mano, ammettiamolo, può stancare. Per<br />
questo non c’è da stupirsi se per un Milenko<br />
Topic che a 36 continua a tirare con il 46%<br />
da tre e il 65% da due per l’Hemofarm di<br />
Vrsac c’è un Petar Naumoski che, dopo un<br />
altro paio di comparsate italiane, ha semplicemente<br />
deciso di dedicarsi ad altro. Secondo<br />
eurobasket.com, fonte generalmente at-<br />
tendibile, Petar si allenerebbe ancora con i<br />
“Retired Stars”, squadra americana. Onestamente<br />
preferiremmo non saperne di più.<br />
Alla categoria apparterrebbe anche<br />
Alphonso Ford, nel cui caso però i ricordi si<br />
fanno più intensi (e più privati) che in altre<br />
occasioni. ■<br />
LUCA BIANCHIN<br />
Stefanov,<br />
indimenticato<br />
protagonista di<br />
tante vittorie<br />
in biancoverde<br />
ba s ke t 45
Questione di valore aggiunto. La Montepaschi<br />
d’inizio stagione ha approfittato appieno<br />
di un calendario abbordabile. E alle richieste<br />
vittorie ha affiancato prestazioni di<br />
indiscutibile spessore. Nell’autorità, singolare<br />
per un gruppo rinnovato, è sintetizzabile<br />
proprio quel valore aggiunto che pare in possesso<br />
della nuova creatura del Charlie. La definizione<br />
di quel quid, che ha posto i biancoverdi<br />
al centro dell’attenzione generale, è<br />
volutamente vaga. Perché si tratta di una sensazione<br />
che si riceve osservando le partite,<br />
ma come tutte le sensazioni non è facile da<br />
tradurre. Piuttosto si possono individuare una<br />
serie di elementi che la provocano.<br />
Ciò che sembra più cambiato, e in senso<br />
positivo, rispetto ad un anno fa, è l’approccio<br />
mentale. Siena ha, da almeno cinque<br />
anni, la piacevole abitudine di poter ammirare<br />
una squadra di primissimo livello in Italia<br />
e fortemente competitiva anche in Europa.<br />
Non è dunque così inusuale assistere ad<br />
una serie di risultati positivi, né avere la possibilità<br />
di ammirare in campo giocatori dotati<br />
di enormi potenzialità. Ma ciò che la Mens<br />
Sana ha saputo mettere in campo da aprile a<br />
giugno 2004 non sempre ha caratterizzato<br />
questi cinque anni vissuti ad alta quota.<br />
Ossia la tranquillità e la freddezza, che questa<br />
formazione rinnovata sembra in grado di<br />
riproporre. Presto per dare giudizi definitivi.<br />
Ma per il momento Stonerook e compagnia<br />
hanno dimostrato di non soffrire pressioni<br />
mentali. Hanno affrontato gare da vincere ad<br />
ogni costo con la leggerezza di chi non ha<br />
niente da perdere e la concretezza di chi è sicuro<br />
delle proprie forze. Una contraddizione<br />
in termini forse, che però ben fotografa l’atteggiamento<br />
risoluto e mai timoroso. La<br />
Montepaschi di un anno fa ha invece spesso<br />
pagato proprio quella certezza di sentirsi superiore,<br />
che poi, non tradotta sul campo, ingenerava<br />
paure e cattive gestioni. La qualità<br />
di questo approccio positivo è confermata<br />
dalle difficoltà incontrate nel percorso. La<br />
necessaria rinuncia ad un extracomunitario,<br />
la catena di infortuni che ha reso indisponibili<br />
prima Kaukenas e poi Woodward. La<br />
squadra ha reagito con quella maturità che<br />
solo le grandi sanno esprimere.<br />
Quanto evidenziato sin qui fa parte della<br />
sfera emotiva. Ma è ovvio che la sicurezza<br />
di testa si costruisca anche su basi tecniche,<br />
che non mancano all’equilibrata Montepaschi<br />
dalla panchina lunga. Della squadra che<br />
si basa sulle mille soluzioni, della rottura<br />
delle gerarchie, grazie alla quale, tutti hanno<br />
oneri ed onori e sono in grado allo stesso<br />
modo degli altri di decidere una gara, se n’è<br />
parlato già abbastanza. Ciò che dopo poche<br />
gare può essere utile sottolineare è piuttosto<br />
l’esistenza di qualche arma tattica decisiva<br />
in mano a Recalcati. Una già attiva al cento<br />
per cento, l’altra che rappresenta i probabili<br />
fattori di crescita. Stonerook, tanto per arrivare<br />
al cuore della questione, è il tutto fare<br />
che ogni allenatore vorrebbe avere. Lo si apprezza<br />
sempre di più vedendolo all’opera<br />
domenica dopo domenica. La difesa e il lavoro<br />
sporco sono il suo pane. Ma la sua visuale<br />
di gioco è totale, come lo stesso dimostra<br />
travestendosi, molto spesso a dire il<br />
vero, da autentico assist-man. È senz’altro<br />
l’uomo in più di questo avvio di campionato.<br />
Ma la squadra che è piaciuta a tutti ha<br />
anche margini di miglioramento. Senza<br />
nulla togliere a tutti i singoli, che prendono<br />
parte al buon prodotto, ci pare di poter individuare<br />
una seconda arma tattica, potenzialmente<br />
devastante, in Justin Hamilton. Non<br />
ha la classe di Kaukenas (che in tanti casi<br />
tornerà utile) ma ciò che contraddistingue<br />
l’ex Real è la pluridimensionalità del jolly.<br />
Un play, che ha trattamento di palla, ma che<br />
ha il fisico per difendere su ogni tipo di<br />
esterno avversario. In attacco deve imparare<br />
a crederci di più, da fuori, ma anche in penetrazione.<br />
Quando sarà più continuo su<br />
questo fronte (e scommettiamo che succederà),<br />
la Montepaschi avrà due giocatori al<br />
prezzo di uno. Questione di valore aggiunto,<br />
per l’appunto. ■<br />
Justin Hamilton<br />
<strong>IL</strong> TEAM BIANCOVERDE TORNA<br />
IN EUROPA CON RINNOVATE<br />
AMBIZIONI E CERTEZZE<br />
A proposito<br />
di valore<br />
aggiunto FABIO<br />
FINESCHI<br />
ba s ke t 47
Siena<br />
sull’ottovolante delle big<br />
MONTEPASCHI SIENA<br />
NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />
5 Mindaugas Zukauskas 2.02 Ala 1975<br />
7 Vladimer Boisa * 2.05 Ala 1981<br />
8 Benjamin Eze 2.08 Centro 1981<br />
9 Davide Lamma 1.92 Guardia 1976<br />
10 Andrea Pecile * 1.87 Guardia 1980<br />
11 Luigi Datome 2.02 Ala 1987<br />
12 Justin Hamilton * 1.90 Guardia 1980<br />
13 Rimantas Kaukenas * 1.92 Guardia 1977<br />
14 Roberto Chiacig 2.10 Centro 1974<br />
15 Duane Woodward * 1.90 Guardia 1976<br />
20 Shaun Stonerook * 2.01 Ala 1977<br />
Coach: Carlo Recalcati<br />
CSKA MOSCOW<br />
NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />
4 Theodoros Papaloukas 2.00 Guardia 1977<br />
6 Sergey Panov 2.03 Ala 1970<br />
7 Vasiliy Zavourev 1.96 Guardia 1987<br />
8 Matjaz Smodis * 2.05 Ala 1979<br />
9 David Vanterpool * 1.94 Ala 1973<br />
10 Jon Robert Holden 1.85 Guardia 1976<br />
11 Zakhar Pashutin 1.96 Guardia 1974<br />
12 Vladimir Dyachok * 2.04 Ala 1980<br />
13 David Andersen 2.12 Centro 1980<br />
14 Alexey Savrasenko 2.15 Centro 1979<br />
15 Anatoliy Kashirov 2.11 Centro 1987<br />
16 Nikita Shabalkin * 2.05 Ala 1986<br />
21 Trajan Langdon * 1.92 Guardia 1976<br />
Coach: Ettore Messina *<br />
48 ba s ke t<br />
* nuovi acquisti<br />
REAL MADRID<br />
NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />
4 Venson Hamilton * 2.07 Centro 1977<br />
5 Moustapha Sonko 1.92 Guardia 1972<br />
7 Roberto Nunez * 1.90 Guardia 1978<br />
8 Igor Rakocevic * 1.91 Guardia 1978<br />
9 Felipe Reyes 2.03 Centro 1980<br />
13 Hector Garcia * 1.94 Guardia 1978<br />
14 Oscar Gonzalez * 1.84 Guardia 1977<br />
15 Mickael Gelabale 2.01 Ala 1983<br />
16 Eduardo Hernandez-Sonseca * 2.12 Centro 1983<br />
17 Axel Hervelle 2.05 Ala 1983<br />
21 Nedzad Sinanovic * 2.22 Centro 1983<br />
22 Louis Bullock 1.86 Guardia 1976<br />
33 Marko Tomas * 2.01 Ala 1985<br />
Coach: Bozidar Maljkovic<br />
PANATHINAIKOS ATHENS<br />
NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />
4 Fragiskos Alvertis 2.06 Ala 1974<br />
5 Giorgos Kalaitzis 1.95 Guardia 1976<br />
6 Dimitris Papanikolaou 2.01 Ala 1977<br />
7 Jaka Lakovic 1.86 Guardia 1978<br />
8 Mike Batiste 2.03 Ala 1977<br />
9 Patrick Femerling 2.13 Centro 1975<br />
10 Nikos Hatzivrettas 1.97 Guardia 1977<br />
11 Vasilis Spanoulis * 1.92 Guardia 1982<br />
12 Kostas Tsartsaris 2.09 Ala 1979<br />
13 Dimitris Diamantidis 1.96 Guardia 1980<br />
14 Vlado Scepanovic 1.98 Guardia 1975<br />
15 Dejan Tomasevic * 2.08 Centro 1973<br />
16 Dusan Sakota 2.09 Ala 1986<br />
Coach: Zeljko Obradovic
ÜLKER ISTANBUL<br />
NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />
4 Vrbica Stefanov * 1.88 Guardia 1973<br />
5 Dragan Pasalic * 2.06 Ala 1984<br />
6 Mirsad Turkcan * 2.06 Ala 1976<br />
7 Omer Onan * 1.94 Guardia 1978<br />
8 Caner Oner * 2.00 Ala 1987<br />
9 Bekir Yarangume * 1.98 Ala 1979<br />
10 Ibrahim Kutluay * 1.97 Guardia 1974<br />
11 Cuneyt Erden * 1.85 Guardia 1987<br />
12 Jeff Trepagnier * 1.95 Guardia 1979<br />
13 Derya Yannier * 1.90 Guardia 1985<br />
14 Oguz Savas 2.08 Centro 1987<br />
15 Marcus Haislip * 2.07 Guardia 1980<br />
16 Can Ozcan 2.02 Guardia 1989<br />
Coach: Engin Ataman<br />
PAU ORTHEZ<br />
NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />
4 Frederic Fauthoux 1.80 Guardia 1972<br />
5 Clint Harrison * 1.94 Ala 1976<br />
6 Xane D’Almeida 1.83 Guardia 1983<br />
8 Artur Drozdov 1.98 Ala 1980<br />
9 Souarata Cissé 1.94 Ala 1986<br />
11 Lonnie Cooper * 1.93 Guardia 1976<br />
12 Thierry Rupert 2.04 Ala 1977<br />
13 Thierry Gadou 2.06 Ala 1969<br />
14 Brooks Sales * 2.08 Centro 1980<br />
15 TJ Lux 2.04 Centro 1977<br />
16 Jeff Varem * 1.93 Ala 1983<br />
17 Jonathan Aka 2.03 Ala 1986<br />
Coach: Didier Gadou<br />
PARTIZAN BELGRADO<br />
NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />
4 Uros Tripkovic 1.97 Guardia 1986<br />
5 Luka Bogdanovic 2.04 Ala 1985<br />
6 Nikola Loncar * 1.98 Guardia 1972<br />
7 Kosta Perovic 2.17 Centro 1985<br />
8 Predrag Suput 2.00 Ala 1977<br />
9 Nenad Stefanovic * 1.93 Guardia 1985<br />
10 Dejan Borovnjak 2.08 Ala 1986<br />
11 Boris Bakic 1.93 Guardia 1986<br />
12 Novica Velickovic 2.04 Ala 1986<br />
13 Milojevic Dejan 2.01 Ala 1977<br />
14 Nikola Pekovic * 2.10 Centro 1986<br />
15 Predrag Samardziski 2.15 Centro 1986<br />
32 Gerald Brown * 1.91 Guardia 1975<br />
20 Petar Bozic 1.97 Guardia 1978<br />
33 Damon Edwards * 1.91 Guardia 1974<br />
Coach: Dusan Vujosevic<br />
UNICAJA MALAGA<br />
NUM. NOME ALT. RUOLO ANNO<br />
4 Juan Pepe Sanchez 1.92 Guardia 1977<br />
5 Berni Rodriguez 1.97 Guardia 1980<br />
6 Stephane Risacher 2.03 Ala 1972<br />
8 Jesus Lazaro 1.81 Guardia 1971<br />
9 Sandro Nicevic * 2.10 Centro 1976<br />
10 Carlos Cabezas 1.86 Guardia 1980<br />
11 Florent Pietrus 2.02 Ala 1981<br />
12 Walter Herrmann 2.02 Ala 1979<br />
15 Jorge Garbajosa 2.07 Ala 1977<br />
22 Ivan Grgat * 2.10 Centro 1974<br />
25 Daniel Santiago * 2.16 Centro 1976<br />
41 Marcus Brown * 1.91 Guardia 1974<br />
42 Stanislav Makshantsev * 2.05 Ala 1978<br />
Coach: Sergio Scariolo<br />
ba s ke t 49
I giorni dell’Euroleague<br />
Eurolega 2005/2006<br />
Prima Fase – Gruppo C<br />
Montepaschi Siena (Ita)<br />
Panathinaikos Atene (Gre)<br />
Unicaja Malaga (Spa)<br />
Pau Orthez (Fra)<br />
Real Madrid (Spa)<br />
Ulker Istambul (Tur)<br />
Cska Mosca (Rus)<br />
Partizan Belgrado (Ser)<br />
LA FORMULA<br />
L’Eurolega 2005/2006 vede ai nastri di<br />
partenza 24 squadre, raggruppate in tre gironi<br />
di otto formazioni ciascuno. Nella prima<br />
fase, che si disputerà dal 2 novembre al 9<br />
febbraio, le componenti di ogni girone si<br />
scontreranno con partite di andata e ritorno<br />
per giocarsi l’accesso alla fase successiva.<br />
Alle Top 16, in programma dal 22 febbraio<br />
al 30 marzo, approderanno le prime<br />
cinque squadre di ogni girone e la migliore<br />
sesta classificata. Queste formazioni saranno<br />
divise, a loro volta, in quattro gruppi (D,<br />
E, F,G). Le prime due classificate di ogni<br />
gruppo si guadagneranno il diritto di disputare<br />
i quarti di finale in base al seguente abbinamento:<br />
1D-2E; 1E-2D; 1F-2G; 1G-2F.<br />
Le vincenti si daranno appuntamento a<br />
Praga, dal 28 al 30 aprile 2006, per disputare<br />
le Final-Four, tutte in gara unica: le due<br />
squadre che usciranno vincitrici dalle partite<br />
di semifinale, si contenderanno il titolo di<br />
Campione d’Europa per club nella rassegna<br />
più prestigiosa del basket continentale.<br />
1 a Giornata 2-3/11/05 21-22/12/05<br />
Partizan -Pau Orthez<br />
Real Madrid-Unicaja<br />
Ulker-Panathinaikos<br />
Cska Mosca-Montepaschi Siena<br />
2 a Giornata 9-10/11/05 4/1/06<br />
Montepaschi Siena-Partizan<br />
Panathinaikos-Cska<br />
Unicaja-Ulker<br />
Pau Orthez-Real Madrid<br />
3 a Giornata 16-17/11/05 11-12/1/06<br />
Partizan-Real Madrid<br />
Ulker-Pau Orthez<br />
Cska-Unicaja<br />
Montepaschi Siena-Panathinaikos<br />
4 a Giornata 23-24/11/05 18-19/1/06<br />
Panathinaikos-Partizan<br />
Unicaja-Montepaschi Siena<br />
Pau Orthez-Cska<br />
Real Madrid-Ulker<br />
5 a Giornata 30/11- 1/12/05 25-26/1/06<br />
Partizan-Ulker<br />
Cska-Real Madrid<br />
Montepaschi Siena-Pau Orthez<br />
Unicaja-Panathinaikos<br />
6 a Giornata 7-8/12/05 1/2/06<br />
Partizan-Unicaja<br />
Pau Orthez-Panathinaikos<br />
Real Madrid-Montepaschi Siena<br />
Ulker-Cska<br />
7 a Giornata 14-15/12/05 8/2/06<br />
Cska-Partizan<br />
Montepaschi Siena-Ulker<br />
Panathinaikos-Real Madrid<br />
Unicaja-Pau Orthez
ARCHIVIO SERIE A1<br />
1 a giornata<br />
UPEA CAPO D’ORLANDO – MONTEPASCHI SIENA 69/78<br />
2 a giornata<br />
MONTEPASCHI SIENA-ANGELICO BIELLA 86/58<br />
3 a giornata<br />
MONTEPASCHI SIENA-AIR AVELLINO 87/42<br />
4 a giornata<br />
VIOLA REGGIO CALABRIA-MONTEPASCHI SIENA 71/84<br />
5 a giornata<br />
MONTEPASCHI SIENA-SNAIDERO UDINE 93/72<br />
6 a giornata<br />
WHIRLPOOL VARESE-MONTEPASCHI SIENA 82/77<br />
Classifica: Siena e Milano 10; Treviso, Cantù, Virtus Bologna, Fortitudo<br />
Bologna, Varese e Napoli 8; Roma, Udine, Biella e Teramo 6; Roseto, Reggio<br />
Calabria e Reggio Emilia 4; Capo d’Orlando e Livorno 2; Avellino 0.<br />
Benjamin Eze, pivot
La Mens Sana inizia con il botto, e i fuochi<br />
d’artificio li hanno visti da Capo d’Orlando,<br />
Biella, Avellino, Reggio Calabria e<br />
Udine. Non poco per una squadra quasi<br />
completamente rinnovata e che qualcuno<br />
aveva definito, a torto, più debole delle<br />
prime della classe. Se da una parte è vero<br />
che le avversarie più dure devono ancora<br />
arrivare, è esagerato considerare “abbordabili”<br />
le prime cinque squadre battute dai<br />
biancoverdi soprattutto perchè contro due<br />
di esse sono già capitolate, Treviso e<br />
Roma; ed inoltre se il campionato dello<br />
scorso anno ci ha insegnato qualcosa,<br />
dobbiamo tenere a mente, anche noi tifosi,<br />
che nessuna squadra della serie A può<br />
essere definita “materasso” e che le vittorie<br />
si conquistano con la grinta e la concentrazione<br />
per tutti i 40 minuti. Se non si<br />
vuole andare incontro a brutte sorprese.<br />
Sì, perché ormai la Mens Sana, da alcuni<br />
anni, e soprattutto dopo la vittoria<br />
dello scudetto, è attesa dall’avversaria di<br />
turno, dai tifosi e dall’ambiente allo stesso<br />
quelli che il tifo biancoverde<br />
Quel feeling ritrovato<br />
Barbara Cerretani<br />
modo in cui noi 10 anni fa aspettavamo<br />
Treviso, Milano e le due bolognesi: nessuno<br />
regala niente, e prima di lasciare il<br />
passo sul proprio parquet ad un’avversaria<br />
come la Mens Sana, le squadre di<br />
medio-bassa classifica sputano il classico<br />
sangue… petersoniano.<br />
Ma torniamo al presente. Un grande<br />
inizio dunque, soprattutto perchè si sta<br />
stabilendo un bel feeling fra i tifosi e la<br />
squadra, elemento che era mancato lo<br />
scorso anno soprattutto in virtù del clima di<br />
appagamento che alcuni giocatori biancoverdi<br />
facevano respirare ad un pubblico<br />
che proprio di questa cosa non vuole sentir<br />
parlare: certo aver vinto il tricolore aveva<br />
inorgoglito tutti, ma se da una parte aveva<br />
spento il furore agonistico di alcuni protagonisti<br />
della vittoria dell’anno precedente,<br />
non aveva spento la voglia dei tifosi di divertirsi,<br />
di vincere ancora e di seguire<br />
quella squadra che certo non li ripagava al<br />
52<br />
meglio degli sforzi fatti.<br />
Proprio per questo motivo,<br />
l’inizio di stagione non può che<br />
fare ancora più piacere ai tifosi:<br />
vedere i vari Stonerook,<br />
Kaukenas, Pecile, già apprezzati<br />
campioni altrove, che<br />
adesso non esitano, fin dalla<br />
prima partita, a sbucciarsi i<br />
gomiti per la causa mensanina,<br />
rappresenta motivo di soddisfazione<br />
e racchiude grandi<br />
speranze per il resto della stagione.<br />
Soprattutto se tutto ciò<br />
costituisce già da ora un contesto<br />
di squadra e spogliatoio<br />
affiatato come non era facile<br />
prevedere.<br />
Intanto i ragazzi del Commandos<br />
Tigre hanno già iniziato<br />
il proprio personalissimo<br />
calendario di trasferte e con<br />
diversi sacrifici da sopportare<br />
essendosi trovati subito davanti<br />
i due viaggi più lunghi<br />
della stagione, in Sicilia e Calabria,<br />
mantenendo fede alla<br />
ormai radicata consuetudine<br />
di essere sempre presenti in<br />
ogni palasport d’Italia.<br />
Dopo l’uscita di Varese, i<br />
biancoverdi saranno attesi da<br />
un durissimo calendario che<br />
li vedrà opposti a Milano, poi<br />
Virtus Bologna e Cantù,<br />
senza dimenticarsi naturalmente dell’imminente<br />
inizio dell’Eurolega, affascinante<br />
quanto ostica competizione visto che la<br />
dea bendata in fase di sorteggio, non ha<br />
mai un occhio di riguardo per la Mens<br />
Sana, regalandole sempre il girone più difficile.<br />
Se da una parte ci sarà da soffrire,<br />
dunque, dall’altra ci sarà veramente da divertirsi,<br />
anche perché non dimentichiamo<br />
che in Coppa potremo ammirare la squadra<br />
al gran completo, senza l’alternanza<br />
forzata fra Boisa e Stonerook, che sta relegando<br />
in tribuna, per esigenza di esperienza<br />
nel campionato italiano, soprattutto<br />
il georgiano…E quando ci sarà il passaporto<br />
italiano di Shaun, anche la domenica<br />
si farà dura per le avversarie.<br />
Dopo l’ultima stagione che ci ha lasciato<br />
l’amaro in bocca, cerchiamo di tornare<br />
ora ai nostri livelli come pubblico e come<br />
tifo. C’è bisogno davvero dell’apporto di<br />
tutti per restare in alto! ■
Campionato Under16 d’ Eccellenza: PL<br />
Livorno – MPS Virus Siena (69-93) e Libertas<br />
Livorno - Montepaschi Mens Sana Siena<br />
(48–69). Queste quattro società appartenenti<br />
a due importanti scuole del basket toscano e<br />
nazionale, quella livornese e quella senese, si<br />
sono confrontate contemporaneamente in<br />
questo inizio di campionato. Il divario fra le<br />
due squadre senesi e quelle livornesi è abbastanza<br />
evidente, come risulta anche dal punteggio,<br />
e questo può essere motivo di riflessioni<br />
e considerazioni.<br />
Come nascono queste due scuole e cos’è<br />
cambiato in esse, in questi anni, da determinare<br />
un ribaltone di prestazioni rispetto a<br />
quello che accadeva un tempo non poi tanto<br />
lontano ?<br />
A Livorno, nel dopoguerra, la vicinanza<br />
di Camp Derby e la scuola ed il confronto<br />
giornaliero con i militari americani, consentirono<br />
alla scuola cestistica labronica di evol-<br />
DERBY ANCHE A LIVELLO GIOVAN<strong>IL</strong>E FRA LE DUE CITTÀ<br />
Siena e Livorno,<br />
scuole a confronto STEFANO<br />
versi e diventare uno dei centri “di produzione”<br />
più ricchi di talenti (ricordiamo fra i tanti<br />
Gianfranco Lombardi). Elliot Van Zondt,<br />
professore di educazione fisica proveniente<br />
dall’Alkansas e capitano di colore dell’ esercito<br />
americano in istanza a Camp Derby, ha<br />
avuto un ruolo importantissimo nello sviluppo<br />
della pallacanestro livornese, in particolare,<br />
ed italiana, in generale. Lui fu il primo<br />
vero coach approdato in Italia, a cui fu affi-<br />
data anche la nazionale, che catechizzò l’<br />
ambiente sull’ importanza dei fondamentali<br />
individuali.<br />
Anche per la scuola cestistica senese il dopoguerra<br />
rappresenta un momento di crescita.<br />
Il Deus della palla a spicchi mensanina e senese<br />
non è un insegnante statunitense, come<br />
era avvenuto a Livorno, ma un professore senese,<br />
Bruno Casini. È lui a cercare e trovare<br />
nelle palestre scolastiche i primi talenti; Alfredo<br />
Barlucchi (classe 1940) è uno di questi<br />
ed è il primo nazionale del basket senese.<br />
La Pallacanestro Livorno ed i Galli del<br />
San Giovanni Valdarno sono state le avversarie<br />
storiche del basket giovanile senese.<br />
Due concorrenti agguerrite che fino agli anni<br />
’80 hanno frequentemente imposto uno stop<br />
alle nostre ambizioni di accesso alle finali<br />
nazionali giovanili grazie ad una organizzazione<br />
societaria maggiore ed una capacità<br />
formativa, nei riguardi dei giovani, competente<br />
ed efficace.<br />
La situazione attuale si è completamente<br />
capovolta; le squadre giovanili della Mens<br />
Sana e della Virtus hanno nettamente la meglio<br />
contro quelle livornesi, come risulta<br />
anche dalle ultime nette vittorie. Nella città labronica<br />
sostengono che il divario sia motivato<br />
dalle possibilità senesi di reperire con maggiore<br />
facilità giovani prospetti nel territorio<br />
nazionale grazie alle maggiori risorse finanziarie.<br />
Constatazione giusta, ma limitata. Per<br />
esempio, sarebbe riduttivo affermare che le<br />
due ultime partite sono state vinte dalle due<br />
squadre senesi grazie e solo all’ apporto dei<br />
nuovi arrivati: Cournooh – Martone per la<br />
Mens Sana e Poti – Altieri per la Virtus. Vorrebbe<br />
dire non vedere tutto il rimanente, fra<br />
cui la prestazione super di un Davide Visigalli<br />
(Virtus) -38 punti – figlio d’ arte e frutto del<br />
vivaio senese al 100%.<br />
Pete Dempsey, insegnante di una Hight<br />
School della North Carolina, sostiene che una<br />
scuola di basket funziona quando “the past<br />
nurs the present, thinking about future” il passato<br />
accudisce il presente pensando al futuro.<br />
Forse questo può essere un serio motivo che<br />
determina il ribaltamento delle prestazioni e<br />
dei risultati fra le due scuole di basket toscane:<br />
lavorare nel presente per obbiettivi futuri<br />
facendo ricchezza delle esperienze e degli insegnamenti<br />
del passato. ■<br />
FINI<br />
Amaranto e<br />
biancoverdi contro:<br />
in alto Dado<br />
Lombardi (al centro)<br />
e Alfredo Barlucchi,<br />
il secondo da sinistra<br />
in piedi.<br />
ba s ke t 53
CHI SONO E COSA FANNO<br />
I VARI TALENTI SENESI<br />
SPARSI IN TUTTA ITALIA<br />
Un marchio<br />
che sa<br />
di garanzia<br />
Datome in maglia<br />
biancoverde<br />
54 ba s ke t<br />
STEFANO FINI<br />
Durante una torrida giornata estiva, mitigata<br />
(ogni tanto) da una leggera brezza marina,<br />
Alvalenti, poliedrico artista contemporaneo<br />
senese, mentre stava impressionando<br />
una tela, fece questa constatazione: “ Dipingo<br />
il mare anche se non sta mai fermo”. Affermazione<br />
strana, forse frutto della eccessiva<br />
calura, ma certo efficace e divertente.<br />
Il mare del basket ha le stesse caratteristiche;<br />
è in continuo movimento e, pertanto,<br />
quando lo devi rappresentare sia nei gesti<br />
atletici che negli avvenimenti, riesci soltanto<br />
a cogliere un attimo. Tutto quello che<br />
adesso “è”, poco dopo, è già mutato. Nel basket<br />
giovanile le variazioni sono ancora più<br />
evidenti e frenetiche dato che subentra un’<br />
altra componente fondamentale: quella dei<br />
cambiamenti fisici e mentali tipici dell’ età<br />
giovanile. Tuttavia volendo dipingere “l’ attimo<br />
fuggente” per verificare i rendimenti<br />
dei nostri giovani impegnati nelle varie<br />
realtà di questo inizio stagione possiamo<br />
constatare quanto segue:<br />
● Sulla cresta dell’onda di questo mare<br />
del basket giovanile troviamo Luigi DaTome<br />
(‘87 Mens Sana). Le sue prestazioni<br />
sono veramente superiori ad ogni più rosea<br />
aspettativa e nella classifica dei nostri gio-<br />
vani è nettamente primo. In A1 ha una<br />
media realizzativa sopra i 10 punti con un<br />
minutaggio d’ impiego sui 20 minuti. Inoltre<br />
le sue magie stanno meravigliando l’Italia<br />
del basket che forse si accorge solo adesso<br />
di quello che lui sa fare da tempo (vedi il<br />
tap-in al PalaCalafiori di Reggio Calabria,<br />
simile nella tecnica e nella dinamica a quella<br />
che riportiamo nella foto - Finali Nazionali<br />
di Categoria a Biella); pertanto basterebbe<br />
solo seguire con più attenzione il<br />
basket giovanile per meravigliarsi meno e<br />
per fare, soprattutto, meno errori di valutazione<br />
sulle caratteristiche e capacità dei ragazzi.<br />
Per Luigi vi è l’ incognita della continuità<br />
essendo questa una componente non<br />
propria dell’ “ego giovanile”.<br />
● Pochi sono i nostri ragazzi impegnati<br />
in A2; il più positivo è Luca Vitali (‘86 Mens<br />
Sana) che a Montegranaro viaggia con una<br />
media di 9 punti in 52 minuti. Problemi per<br />
Lechthaler (‘86 Mens Sana) ed Agosta (‘84<br />
Virtus). Extra Mens Sana-Virtus, sempre in<br />
A2, grandi cose le sta facendo Danilo Gallinari<br />
(‘88 AJ Milano), in forza a Pavia con 20<br />
punti media partita in 55 minuti.<br />
● Nell’onda successiva, quella della B d’<br />
Eccellenza, le prestazioni sopra le righe sono<br />
due: quella di Mirko Carmine Cavallaro (‘86<br />
Mens Sana a Vigevano) con 13 punti m/partita<br />
in 24 minuti con un ottimo 67% da tre, e<br />
quella di Marco Giuri (‘88 Virtus) con 12<br />
punti m/partita realizzati con un 70% da due<br />
ed un 60% da tre. Cosa dire ?! Fantastici!.<br />
Buone, anche se inferiori nelle percentuali<br />
al tiro e nelle valutazioni, le prestazioni<br />
di Tommaso Marino (‘86 Mens Sana a<br />
Porto Torres), Davide Bruttini (‘87 Virtus) e<br />
Giovanni Fattori (‘85 Mens Sana a Cecina).<br />
Questi tre hanno, al momento, una capacità<br />
realizzativa di 12 punti m/partita per un minutaggio<br />
sui 20 minuti. Discrete, ma niente<br />
più, le prove di Francesco Gergati (‘87<br />
Mens Sana a Ribera) con 6,5 punti in 37 mi-<br />
Via dei Rossi - SIENA - Tel 05.77.28.08.80<br />
nuti, mentre consideriamo non buone le prestazioni<br />
al momento fornite da Ivan Scarponi<br />
(‘86 Men Sana a Porto Torres) con 5 punti<br />
m/partita in 15 minuti e soprattutto quella di<br />
Simone Berti (‘85 Mens Sana a Sant’ Antimo)<br />
con 3,5 punti m/partita in 22 minuti e<br />
con un negativissino 22% totale al tiro.<br />
● In B2 possiamo considerare soddisfacenti<br />
le prestazioni di Valerio Circosta ad<br />
Aprilia e di Luca Lenardon ad Arezzo, non<br />
possiamo ripeterci, però, nel caso di Luca<br />
Castelluccia (ex-Virtus) impegnato ad Olbia.<br />
Ma il mare (anche quello del basket), come<br />
ha detto Alvalenti, non sta mai fermo e dopo<br />
un flusso e riflusso tutto può cambiare. ■<br />
Il Bar<br />
Basket<br />
del Basket
LA VIRTUS DI COACH PIATTI NON RIESCE A DECOLLARE,<br />
MENTRE SI PROF<strong>IL</strong>A L’ADDIO A DAVIDE BRUTTINI<br />
Un copione<br />
già rivisto<br />
56 ba s ke t<br />
Non è stata una grande partenza quella<br />
della Mpv Virtus. Quattro sconfitte, di cui<br />
due, Atri e Fidenza, senz’altro evitabili, ed<br />
una sola vittoria con Ragusa. Inoltre, dopo<br />
appena un mese, la società rossoblù rischia<br />
di tornare sul mercato, perché Davide Bruttini<br />
potrebbe andare da subito in Fortitudo.<br />
In estate le speranze erano ben diverse,<br />
guardando il calendario. L’obiettivo era partire<br />
forte, non esagerando con i carichi di<br />
preparazione atletica, per sfruttare le prime<br />
giornate, ben sapendo che nella parte centrale<br />
del girone, sarebbero arrivati gli scontri<br />
più difficili con le migliori della classe.<br />
Fin da subito si è capito che il problema più<br />
grosso era la difesa: “Una squadra come la<br />
nostra non può permettersi di subire 85<br />
punti a partita. Dobbiamo aumentare la concentrazione<br />
e l’intensità”. Piatti ha parlato<br />
chiaro, anche se a dir la verità la prima vittoria,<br />
con Ragusa è arrivata segnandone<br />
100. In effetti in attacco la Virtus non pare<br />
avere problemi particolari. C’è un realizza-<br />
ANDREA MONCIATTI<br />
tore di lusso come Francesco Gori, stabilmente<br />
oltre i venti punti a partita, con ottime<br />
medie al tiro, e la squadra ha capito che<br />
deve servirlo. Gattoni ha mostrato a più riprese<br />
sprazzi del grande giocatore che è<br />
stato e che è, ma è ancora troppo alterno per<br />
essere quel “leader” che la Virtus cercava.<br />
Le poche buone notizie vengono dai<br />
giovani virtussini, Marco Giuri e Davide<br />
Bruttini. Il primo, classe ‘88, in sostanza all’esordio<br />
nei senior, ha davvero impressionato<br />
in quest’avvio. Gioca da veterano, con<br />
faccia tosta e dedizione. Viaggia ad oltre<br />
dieci punti di media, impara giorno dopo<br />
giorno, grazie anche a due “chioccie” come<br />
Macaro e Gattoni. Bruttini ha un po’ stentato<br />
all’inizio, ma anche lui come Soro, ha iniziato<br />
la preparazione in ritardo, ed è quindi<br />
comprensibile che non sia al top. Poi però si<br />
è sciolto nella gara con Ragusa, dimostrando<br />
che quando è in palla non ha molti avversari<br />
nel ruolo. Tra l’altro è uno dei pochi<br />
che riesce a meritare la sufficienza in difesa.<br />
Montepaschivita Virtus Siena<br />
4 Massimo Gattoni Play<br />
6 Massimo Macaro Play<br />
7 Francesco Amoni Ala<br />
10 Marco Giuri Play<br />
11 Simone Gatti Ala<br />
13 Luigi Spinelli Pivot<br />
14 Davide Bruttini Guardia-Ala<br />
16 David Farinon Pivot<br />
18 Francesco Gori Guardia<br />
20 Daniele Soro Ala-Pivot<br />
Filippo Alessandri Play<br />
Costantino Cutolo Guardia-Ala<br />
Giuliano Delli Carri Ala<br />
Antonio Fattorini Guardia<br />
Roberto Rullo Play-Guardia<br />
Davide Visigalli Ala<br />
Allenatore: Luigi Piatti<br />
Diverso il discorso per il settore lunghi.<br />
Gatti non ha continuità, e lo stesso si può<br />
dire di Farinon, poi c’è Soro, chiamato quest’anno<br />
ad un ruolo molto diverso, parte<br />
dalla panchina, ed anche lui ha bisogno di<br />
un po’ di tempo per entrare nella parte.<br />
Ma è ancora presto per esprimere giudizi<br />
definitivi. Questa squadra è tutta da decifrare.<br />
Piatti sa bene che il lavoro da fare è<br />
tantissimo, che il campionato può riservare<br />
sorprese sia in positivo che in negativo. Ora<br />
c’è da risolvere la questione Bruttini. Se dovesse<br />
approdare a Bologna da subito, la Virtus<br />
dovrebbe cercare di rimpiazzarlo con un<br />
giocatore di grande sostanza. Non sarà affatto<br />
facile, anche perchè può darsi che il sostituto<br />
non giochi nello stesso ruolo. Si parla<br />
di un pivot che possa dare una mano sotto<br />
canestro, dove la Virtus non convince, e<br />
questo porterebbe a diverse modifiche nell’assetto<br />
di squadra. ■
Una Ducato eclettica o forse lunatica<br />
che procede a ‘strappi’ in questo inizio di<br />
campionato.Quattro partite, metà vinte e<br />
questo è il bianco, poi l’altra metà perdute,<br />
è il nero come i colori della nostra città, in<br />
eterno armonico contrasto.<br />
Nel famoso contenitore mezzo pieno (o<br />
mezzo vuoto) è comunque positivo registrare<br />
un fatto nuovo: la crescita numerica del<br />
pubblico che ogni sabato segue la squadra di<br />
coach Zani al PalaCus, quando non si avventura<br />
in qualche trasferta a livello regionale,<br />
nella “calda” Pontedera o nella tribuna<br />
della difficile ‘cugina’aretina, in quel di San<br />
Giovanni Valdarno.<br />
Un pubblico più numeroso –e quindi un<br />
tifo sussidiario- è una delle condizioni per proseguire nella lunga marcia di<br />
avvicinamento a quella meta “segreta”, per<br />
ora soltanto sussurrata, che sotto metafora<br />
potremmo definire “l’Everest” del basket<br />
femminile nazionale. È questa una, potremmo<br />
dire, storica criticità di tutto il basket<br />
femminile nazionale ancora incredibilmente<br />
distante dai palcoscenici<br />
d’oltreoceano capaci di catalizzare forte<br />
interesse mediatico così da ‘produrre’ presenze<br />
di pubblico oltre le diecimila unità,<br />
ben superiori a quelle delle più famose platee<br />
nazionali maschili.<br />
Queste sono le cifre che accompagnano<br />
il mitico Dream Team femminile statunitense,<br />
l’unica formazione di basket al mondo a<br />
non aver mai bevuto dal calice della sconfitta;<br />
altro mondo e altro contesto ma comunque<br />
un modello a cui guardare con attenzione<br />
e certamente con senso della realtà.<br />
Dagli Usa ritorniamo in via del Costone<br />
con una bella notizia che riesce a cancellare<br />
quel 50% di amarezze sul parquet: una giovane<br />
atleta senese, già impegnata nel progetto<br />
nazionale “Azzurrina”, è stata convocata<br />
nella rosa allargata della nazionale Under 16.<br />
Il prospetto in maglia bianconera è una<br />
Roster Ducato Siena<br />
4 Rosaria Grillo Play-Guardia<br />
5 Iolanda Torre Pivot<br />
6 Jenny De Angelis Guardia<br />
7 Giulia Gallerini Pivot<br />
8 Giovanna Granirei Guardia<br />
9 Ntumba Madelene Guardia-Ala<br />
10 Valentina Detrassi Play<br />
11 Nadia Sampieri Pivot<br />
12 Maria Carli Play<br />
13 Barbara Cencettti Ala<br />
14 Giulia Sganga Ala<br />
15 Elena Riccardi Ala-Pivot<br />
16 Chiara Bozzi Play<br />
Allenatore: Alessandro Zani<br />
MENTRE LA PRIMA SQUADRA PROCEDE A STRAPPI,<br />
IN CASA DUCATO SI PENSA GIÀ AL FUTURO<br />
Le giovani promesse<br />
al centro di un<br />
ambizioso progetto<br />
FRANCESCO OPORTI<br />
classe ’91 - 14 anni appena compiuti- allenata<br />
dal responsabile tecnico delle giovanili<br />
costoniane, coach Pier Francesco Binella,<br />
coadiuvato da Lorenza Sorrentino e Duccio<br />
Petreni.<br />
Parliamo di Gianna Grenga, un grande<br />
sorriso a cascata su 185 cm. emozionata fino<br />
alle lacrime da questa “pioggia” improvvisa<br />
di notorietà e di richiesta d’interviste.<br />
Enorme la gioia e la soddisfazione da<br />
parte di tutta la dirigenza bianconera che<br />
vuole credere sempre di più nelle giovani<br />
generazioni anche in virtù-possiamo soltanto<br />
immaginarlo-di qualche riflessione sui risultati<br />
della prima squadra negli ultimi anni:<br />
nessuna “infamia”, anzi, in molte prestazioni<br />
dimostrazione di grande basket, ma non<br />
sempre sufficiente “lode” in proporzione<br />
alle energie profuse e alla concentrazione di<br />
‘talento’ (autentico o soltanto enfatizzato<br />
nei vari curricula) proveniente dalle più disparate<br />
piazze d’Italia. Ripartire dal ‘vivaio’<br />
potrebbe essere molto più di una semplice<br />
dichiarazione d’intenti. “Non mi confondete<br />
la Grenga” quasi urla coach Binella, ma<br />
quello che sembra un ordine è soltanto una<br />
“paura di creare imbarazzi emotivi” chiosa<br />
ancora Pier Francesco, per la giovane promessa<br />
costoniana che sarà già in ritiro fra<br />
pochi giorni a Caorle(Ve) agli ordini di<br />
coach Francesco Palazzino e della sua vice<br />
Stella Campobasso, responsabile di “Azzurrina<br />
Toscana”, già campionessa negli anni<br />
‘80 con oltre venti presenze in Nazionale.<br />
Il magico momento del settore giovanile<br />
femminile non dovrà essere un episodio<br />
ma “progetto strategico di medio e lungo<br />
termine con solide basi, dal minibasket alla<br />
prima squadra” proclama il dirigente costoniano<br />
Massimo Carli, anch’egli emozionato<br />
mentre legge e rilegge la lista della convocate<br />
in azzurro: sì, c’è scritto proprio Gianna<br />
Grenga, senese di Siena, e <br />
di Martina, la ventenne pivot della<br />
Ducato che a breve ritornerà nella prima<br />
panca di coach Zani dopo una lunga ma positiva<br />
fase di recupero fisico. Azzurrina che<br />
esce, e si parla di Giulia Sganga (classe ’89,<br />
oggi in prima squadra), per superamento dei<br />
limiti d’età del progetto, azzurrina che entra<br />
nel (quasi) Olimpo rosa e anche azzurrina<br />
che… scalpita preparandosi con serietà e<br />
determinazione per affiancare Gianna: è<br />
Elena Vezzosi, un’altra classe ’91 “figlia<br />
d’arte” di Roberta Bindi giocatrice senese<br />
che tanto ha contribuito alla crescita del basket<br />
rosa cittadino. Altre giovani promesse<br />
costoniane, nelle varie fasce d’età, sono già<br />
in ‘sorveglianza speciale’, per quel progetto<br />
strategico di cui parlava Carli, dirigente del<br />
giovanile. ■<br />
Elena Vezzosi<br />
Gianna Grenga<br />
ba s ke t 57
È un ottobre, quello costoniano, all’insegna<br />
di luci e di ombre, con le prime, tutto<br />
sommato e tutto sottratto, che superano le<br />
seconde.<br />
I numeri, il responso oggettivo in primo<br />
luogo: la squadra di Maurizio Tozzi ha centrato<br />
tre successi e due sconfitte in questo<br />
intenso mese iniziale del campionato di C1.<br />
La squadra costoniana è imbattuta in<br />
casa, grazie ai successi con il Prato e con il<br />
Reggello dell’inossidabile Bini; ha colto poi<br />
un importante e significativo successo lontano<br />
dal dodecaedro di Viale Sclavo, per la precisione<br />
in quel di Ponte San Giovanni, squadra<br />
perugina (il girone di quest’anno è<br />
tosco-umbro, quindi non ci sono trasferte in<br />
Sardegna).<br />
Queste sono le luci: per quanto concerne<br />
il discorso sulle ombre, ci sono le due<br />
sconfitte di Follonica e di Perugia -la più<br />
fresca- che bruciano, non certo per il fatto in<br />
sé, quanto per come sono maturate, cioè in<br />
modo davvero nettissimo.<br />
Si prenda quella in terra umbra: già all’intervallo<br />
Dell’Aquila e compagni erano<br />
sotto di 30 punti (57-27), e quindi la partita<br />
si era già virtualmente conclusa.<br />
Al di là dei meriti della squadra perugina,<br />
il Costone ha l’obbligo morale di lottare<br />
fino alla fine con dignità, cosa che –numeri<br />
alla mano- non ha fatto assolutamente. Una<br />
curiosità: le due sconfitte sono maturate<br />
concedendo agli avversari esattamente lo<br />
stesso numero di punti –90- a fronte di soli<br />
66 e 63 realizzati dalla compagine senese.<br />
Squadra rinnovata, quella costoniana<br />
targata Maurizio Tozzi:<br />
tanti giovani –come è sacrosanto<br />
che sia-, qualche<br />
giocatore d’esperienza.<br />
Il fatto è che si tratta<br />
–per quanto visto fino ad<br />
ora- di una squadra che dipende<br />
tanto, tantissimo,<br />
forse troppo, dagli unici<br />
due terminali offensivi<br />
davvero di peso: Dell’Aquila<br />
sotto canestro, capitan<br />
Castri da tre punti.<br />
Ci sono giocatori prettamente<br />
difensivi –alludiamo<br />
al ritorno di Martellucci,<br />
ma anche a<br />
Spampani e Firmati- che<br />
hanno una importanza<br />
quindi fondamentale per<br />
qualunque tipo di pallacanestro<br />
–e per quella di<br />
Tozzi in particolare-, ma<br />
ai quali non si può chiedere<br />
di fare canestro con<br />
continuità; ci sono elementi<br />
nuovi che devono<br />
trovare maggiore confidenza con il canestro<br />
che dovrebbero garantire un monte canestri<br />
senz’altro maggiore: pensiamo, è inutile girarci<br />
intorno, a giovani neocostoniani come<br />
Sprugnoli, Niccolò Bindi e soprattutto Corzani,<br />
vero oggetto misterioso di questo Costone<br />
2005/2006.<br />
In cabina di regia, perduto Niccolò<br />
Sensi approdato in quel di Grosseto, oltre a<br />
Niccolò Franceschini, che quest’anno ha la<br />
piena possibilità di dimostrare il suo valore,<br />
abbiamo un altro volto nuovo, Jacopo Bindi,<br />
fratello di Niccolò.<br />
È un giocatore che concede pochissimo<br />
allo spettacolo, ha una impostazione registica<br />
da play-maker proprio anni ’70, ma quello<br />
che contano sono gli assist e la lucidità della<br />
regia, e sembra che il ragazzo abbia le sue potenzialità:<br />
certo, non aspettatevi passaggi dietro<br />
la schiena o funamboliche penetrazioni,<br />
perché il giovane play maker costoniano preferisce<br />
l’essenziale al colpo ad effetto.<br />
In conclusione, un aggiornamento più<br />
esaustivo si potrà fare solo fra un mese,<br />
dopo quindi le prossime quattro gare di novembre:<br />
Acquasparra e Monsummano in<br />
casa, Pescia e Vaiano in trasferta.<br />
La cosa da augurarsi è che, anche in<br />
caso di sconfitta, la stessa arrivi dopo 40 minuti<br />
di ardore agonistico come quelli visti<br />
nelle due gare casalinghe, non certo per rassegnazione,<br />
neanche di fronte ad un avversario<br />
eventualmente più forte (e sempre tenendo<br />
presente che un pivot come<br />
Dell’Aquila e un tiratore da tre come Castri<br />
non ce l’ hanno tutte le squadre!)<br />
Montepaschivita Costone Siena<br />
4 Andrea Sprugnoli play-guardia<br />
5 NiccolòFranceschini Play<br />
6 Marco Dell’Aquila Ala-Play<br />
7 Stefano Martellucci Ala<br />
8 Tommaso Campini Ala<br />
9 Alessandro Castri Ala-Guardia<br />
10 Roberto Corzani Ala-Guardia<br />
11 Niccolò Bindi Guardia<br />
12 Filippo Franceschini Ala<br />
14 Federico Firmati Pivot<br />
15 Jacopo Bindi Play<br />
16 Francesco Spampani Ala-Pivot<br />
18 Luigi Bruttini Guardia<br />
Allenatore: Maurizio Tozzi<br />
GIRA E RIGIRA,<br />
I CONTI NON TORNANO<br />
PER LA SQUADRA DI TOZZI,<br />
ANCHE SE LE ATTENUANTI<br />
NON MANCANO<br />
Costone,<br />
più ombre<br />
che luci RAFFAELE<br />
Una citazione particolare, che non riguarda<br />
il Costone in senso stretto, ma un avversario<br />
della squadra senese: nelle file del<br />
Reggello si trova un certo Massimo Bini,<br />
ancora protagonista assoluto e capace di un<br />
minutaggio quasi completo.<br />
La cosa davvero notevole è l’età del giocatore,<br />
che –essendo del 1958- ha la bellezza<br />
di 47 anni.<br />
Complimenti per una longevità agonistica<br />
che ha pochissimi eguali. Quando il<br />
Reggello è venuto a Siena al dodecaedro,<br />
Tozzi ha dovuto alternare ben tre difensori<br />
ad uomo su Bini, prima Martellucci, poi Firmati<br />
e Spampani, ma fino a quando è subentrato<br />
un infortunio tutti sono stati in<br />
grande o grandissima difficoltà contro questo<br />
“ragazzo” del 1958!<br />
Senza facile e scontata retorica, si tratta<br />
di un vero e proprio esempio per tanti giovani,<br />
anche gialloverdi, ovviamente, perché<br />
arrivare a quella età giocando contro atleti<br />
che potrebbero tranquillamente essere dei<br />
figli, vuol dire essere uomini di sport 365<br />
giorni all’anno. ■<br />
ASCHERI<br />
ba s ke t 59
sport per tutti •Massimiliano Bruttini<br />
La Siena Nuoto Uisp, una realtà ormai consolidata nel panorama sportivo cittadino<br />
•A galla da trent’anni<br />
60<br />
Parlare di nuoto agonistico a Siena significa parlare di<br />
Siena Nuoto Uisp a.s.d.. Il gruppo sportivo svolge da 30 anni<br />
(fu costituito nel lontano 1975), attività nel nuoto agonistico.<br />
È sicuramente una delle Società più longeve del panorama<br />
nuoto toscano, solo la Rari Nantes Florentia può vantare origini<br />
ben più lontane.<br />
Il Siena Nuoto Uisp a.s.d. nel corso della sua esistenza ha<br />
rappresentato per tanti giovani senesi un momento importante,<br />
lasciando un’impronta che li ha poi accompagnati negli<br />
anni quando non erano più nuotatori agonisti, perché questa<br />
caratteristica non la si perde mai. Chi ha nuotato nuota per<br />
tutta la vita e prima o poi lo si ritrova in acqua impegnato in<br />
quello che più gli piace, nuotare. Abbiamo visto ex nuotatori<br />
rientrare in acqua per insegnare ai figli o li abbiamo visti (e<br />
sono tanti) rientrare in acqua per continuare, magari con<br />
obiettivi diversi, a misurarsi con se e con gli altri. Valga ad<br />
esempio il gruppo di Amatori (Master) che è composto essenzialmente<br />
da ex respiratori di cloro.<br />
Tornando comunque a parlare del nuoto agonistico e del<br />
Siena Nuoto Uisp a.s.d. dobbiamo ricordare come il gruppo<br />
sportivo abbia saputo mantenersi attivo pur nelle difficoltà<br />
nelle quali si trova, come la maggior parte delle Società che<br />
sviluppano attività di base. Nel corso degli anni il gruppo<br />
sportivo, di volta in volta guidato da vari gruppi dirigenti, ha<br />
avuto nelle sue file atleti di buon valore che spesso hanno figurato<br />
tra i migliori atleti in campo nazionale. Inutile fare<br />
nomi, si rischierebbe solo di dimenticarne alcuni, sono infatti<br />
tanti gli atleti che nel tempo hanno dato lustro alla Società<br />
portandola nei momenti migliori (ultimo decennio del secolo<br />
passato) nei primi 50 posti del ranking nazionale.<br />
Oggi il nuoto è cambiato, come sono cambiate tante cose<br />
nella vita quotidiana, non può essere paragonato a quello<br />
degli anni ottanta – novanta. Il cambiamento è stato repentino,<br />
dovuto ai meravigliosi risultati che i nostri nazionali ottengono<br />
in tutte le manifestazioni (qualcuno dei nostri, par-<br />
liamo di Luca Giannozzi (nella foto), è stato anche in corsa<br />
per entrare nell’olimpo del nuoto e ha pure dato qualche dispiacere<br />
a chi c’era già). Questo fenomeno, di per sé valido,<br />
comporta come riflesso la necessità di una professionalizzazione<br />
che non sempre è ottenibile. Accedere ai Campionati<br />
Italiani Giovanili per la categoria Ragazzi (14 – 15 anni) significa,<br />
ad esempio, nuotare un 100 Stile Libero con un<br />
tempo di circa 1,5 secondi più basso rispetto a dieci anni fa e<br />
lo stile libero si nuota nello stesso modo. Comunque il Siena<br />
Nuoto Uisp a.s.d. continua ad operare e mira la sua attività<br />
sempre più nell’interesse dei giovani e nel rispetto degli<br />
atleti. Da circa 4 anni, in collaborazione con il Comitato<br />
U.I.S.P. di Siena e grazie al suo appoggio anche di ordine economico,<br />
abbiamo iniziato un programma che prevede come<br />
base il rispetto dell’atleta. Questo in pratica deve avvicinarsi<br />
al nuoto, specializzarsi e poi fare agonismo, cercando in<br />
questo periodo di non essere sottoposto a stress, a carichi di<br />
lavoro troppo pesanti, in modo da garantirgli una vita natatoria<br />
quanto più lunga possibile. Contemporaneamente si<br />
stanno sviluppando altre attività che consentano ai nuotatori<br />
“delusi”, o meno motivati, di rimanere nell’ambiente<br />
acqua impegnati in attività che siano meno individuali ad<br />
esempio pallanuoto e nuoto sincronizzato, oppure nel triathlon,<br />
specialità sicuramente più “estrema”.<br />
In pratica non interessa avere “piccoli campioni”, inevitabilmente<br />
destinati all’abbandono più o meno precoce, ma interessa<br />
invece lo svolgimento di un’attività che consenta all’atleta<br />
di operare e di misurarsi in un ambiente quanto più<br />
rispondente alle proprie necessità.<br />
Fulcro importante di questo progetto, è la possibilità di<br />
utilizzare la vasca scoperta degli impianti dell’Acquacalda,<br />
che ci auguriamo, sarà presto riconvertita in impianto da utilizzare<br />
anche in inverno. Tale spazio consentirà di sviluppare<br />
le attività agonistiche in modo sostanzialmente diverso rispetto<br />
all’attuale. ■