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SUONO n° 489

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INSIDE<br />

“accessorio” comunque costoso quanto e più del prodotto principale,<br />

il riproduttore musicale<br />

Una seconda indicazione consiste nel modo in cui tutto ciò è accaduto:<br />

creare un fenomeno di tendenza richiede una strategia studiata a<br />

<br />

in testimonial che si trasformano in miti o viceversa. Sono processi<br />

da cui l’alta fedeltà è avulsa, rinchiusa nello stretto recinto che si è<br />

costruita anche quando alcuni suoi elementi (vedi il vinile) avrebbero<br />

potuto rappresentare dei trend di successo, e come tali sono stati<br />

sfruttati dal mondo della comunicazione... Proprio questa capacità di<br />

piazzarsi al centro dell’agone mediatico ha determinato il successo di<br />

Iovine e Dr. Dre (più il primo che il secondo) e non quello di Noel Lee!<br />

Il valore dell’accordo Beats–Apple sta in gran parte nell’acquisizione<br />

delle competenze di questi due personaggi, soprattutto oggi che la casa<br />

di Cupertino non è più guidata dalle intuizioni frutto di genio e sregolatezza<br />

di Steve Jobs, ma da un colletto bianco come Steve Ballmer.<br />

Questa capacità di intercettare bisogni e creare mode tra i più giovani<br />

è anche alla base del terzo elemento che, riteniamo, abbia condotto<br />

all’acquisizione della Beats, e che merita una premessa più generale.<br />

A poco più di 10 anni dalla sua nascita, infatti, il mercato della musica<br />

liquida sta segnando, nel corso del suo continuo trasformarsi, un<br />

primo punto di svolta: il passaggio dal download allo streaming. Per<br />

la prima volta quest’anno il valore del download su iTunes segna il<br />

passo, mentre fenomeni come Spotify, Deezer, ecc. sono in continua<br />

crescita. Il fatturato di Spotify è cresciuto oltre i 500 milioni di dollari<br />

e la società si è estesa da 17 a 32 paesi in un anno. Non che Apple non<br />

avesse intuito le potenzialità dello streaming, solo che il suo iTunes<br />

Radio è stato un mezzo insuccesso, certamente molto lontano dai<br />

numeri di Pandora, che negli States la fa da padrone. Acquisendo<br />

Beats, Apple acquisisce anche Beats Music, un servizio di streaming<br />

appena lanciato (all’inizio di quest’anno) ma che ha già messo a segno<br />

dei buoni risultati: se in assoluto i 200.000 iscritti sono un’inezia<br />

rispetto ai 10.000.000 di Spotify, non ci vuole molto a immaginare<br />

che moltiplicatore possa rappresentare il patrimonio di 800 milioni di<br />

indirizzi (e credit card!) ad appannaggio della casa della mela. Inoltre,<br />

il servizio fornito da Beat Music sembra molto azzeccato nella scelta dei<br />

consigli d’ascolto per l’utente che lo utilizza: certamente un retaggio<br />

della capacità di Iovine e Dr. Dre di intercettare i gusti musicali dei<br />

giovani di tutto il mondo!<br />

Lo streaming, dunque, come strategia “centrale” per l’ascolto della<br />

musica liquida È un passaggio logico e anche condivisibile, nonché<br />

<br />

tutti: per i fornitori di contenuti che, salvo eccezioni, vedono abbassarsi<br />

drasticamente le possibilità della fruizione illegale; per il consumatore<br />

che, tutto sommato, si ritrova a poter disporre di un panorama musi-<br />

<br />

prospettiva sembra interessante: da un lato la moderna Biblioteca di<br />

Alessandria si avvia a consolidarsi, con il vantaggio di aprire le porte<br />

a tutti e non solo ai privilegiati che, al tempo, erano i soli eruditi;<br />

dall’altro si assiste a una maggiore specializzazione nel downloading<br />

<br />

24 bit; d’altronde, che ragione ci sarebbe di pagare e scaricare brani<br />

di bassa o media qualità che possono essere ascoltati in quantità smisurata<br />

in streaming a prezzi assai più contenuti). In questa ottica,<br />

allora, forse l’acquisizione più costosa della Apple si ricollega a quella<br />

che precedentemente deteneva tale primato: nel 1996 Apple pagò<br />

404 milioni per portarsi a casa Next (il suo software divenne la base<br />

<br />

oggi è la volta di Beats e, soprattutto, di Jimmy Iovine e Dr. Dre, che<br />

dovranno dimostrare di non aver perso... il tocco di Re Mida.<br />

16 <strong>SUONO</strong> luglio 2014

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