SUONO n° 489
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
BILL FRISELL<br />
mio sogno, esercitandomi con metodo e passione. Tra uno studio e<br />
l’altro e il lavoro al negozio, ogni tanto mi capitava di ottenere anche<br />
un piccolo ingaggio. Ero molto determinato e anche fortunato, dal<br />
momento che la mia famiglia e gli amici mi erano sempre molto vicini,<br />
inclini a spronarmi nel proseguire su quella strada. Non ho mai<br />
avuto alcun problema al riguardo. So che non sono tanti quelli che<br />
potrebbero dire la stessa cosa.<br />
Come sei passato dal clarinetto alla chitarra<br />
Con il clarinetto è stato amore a prima vista a scuola. La chitarra<br />
è arrivata solo dopo e nella maniera più semplice. L’ho suonata a<br />
orecchio, poi ascoltando i dischi, quindi confrontandomi con gli amici.<br />
Il clarinetto era una questione più intellettuale: vedevo la nota<br />
sulla pagina e cercavo di premere il bottone giusto; con la chitarra il<br />
mio primo Maestro è stato Dale<br />
Bruning, con cui sono tornato<br />
a suonare qualche anno fa per<br />
un bel disco di standard. Lui mi<br />
ha insegnato a mettere le due<br />
<br />
mente. In seguito mi sono anche<br />
aiutato con delle trascrizioni per<br />
sassofono. Penso di avere tirato<br />
giù quasi tutti gli assoli di Miles<br />
Davis e Sonny Rollins, restandone<br />
estasiato.<br />
Adesso abiti a Seattle, ma<br />
per farti conoscere sei stato<br />
a lungo a New York, i cui<br />
ritmi schizofrenici devono<br />
averti posto dei seri dubbi…<br />
oppure ne traevi spunto per<br />
produrre la tua musica<br />
<br />
ho cominciato a pensare seriamente<br />
alla musica come carriera, New York rappresentava inevitabilmente<br />
il luogo in cui sapevo che avrei dovuto passare un po’ di<br />
tempo. Ma come hai appena detto, ne ero anche molto intimidito. Ero<br />
cresciuto a Denver, un posto tranquillo dove mi trovavo a mio agio. Il<br />
solo fatto di pensare a New York senza metterci piede mi metteva in<br />
<br />
lasciarla, invece di fare il passo successivo e andare a New York, dove<br />
nel frattempo avevo anche suonato, decisi di passare un periodo in Europa.<br />
Fu così che incontrai mia moglie Carole, una bravissima artista<br />
(è una pittrice ndr.) di origini italiane, di cui mi innamorai subito. Ero<br />
in Belgio e passai lì un anno, durante il quale conobbi Kermit Driscoll,<br />
destinato a far parte dei miei primi gruppi stabili.<br />
Insieme avete anche suonato con Chet Baker, vero<br />
Fu un incontro dalle varie sfaccettature. Ancora ricordo la soggezione<br />
che ci incuteva in studio. Non penso che il disco che ne venne fuori si<br />
possa annoverare fra le sue cose migliori. Ma non volevi sapere meglio<br />
di New York (ride)<br />
Certo!<br />
Ci andai insieme a Carole; per fortuna che c’era lei, altrimenti non<br />
<br />
genere di lavoro per supportarmi mentre io suonavo persino ai matrimoni,<br />
con la speranza di riuscire a rimanere lì. Avevo già 28 anni, avevo<br />
realizzato una partecipazione per un disco Ecm di Eberhard Weber,<br />
svolto un piccolo tour con musicisti del calibro di Kenny Wheeler e<br />
Charlie Mariano e collaborato ancora con Jan Garbarek. Insomma,<br />
-<br />
<br />
<br />
in seguito scoprii coinvolgeva gran parte dei musicisti dell’area di<br />
Boston. Fu grazie a loro che venni introdotto nel giro dei matrimoni,<br />
per tirare su qualche dollaro.<br />
Non era certo la più esaltante<br />
delle situazioni…<br />
minciavano<br />
a prendere una piega<br />
positiva. Anche se per 4-5 set<br />
dovevamo suonare della insulsa<br />
musica pop, almeno conoscevo<br />
nuova gente, che poi è il motivo<br />
per cui tutti vanno a New York.<br />
Una volta lì devi cercare di proporti<br />
e venderti, entrando in connessione<br />
con altre persone. A NY,<br />
poi, ci sono un sacco di suggestioni<br />
e input, e ogni giorno io stesso<br />
imparavo nuove cose.<br />
Chi erano i primi volti che<br />
ricordi fra i musicisti<br />
Bob Moses. Mi ha aiutato molto<br />
all’inizio: suonava con Steve<br />
Swallow e grazie a lui conobbi<br />
Julius Hemphill. Era proprio la classica, allettante situazione che ne<br />
produce altre a stretto giro. Vivere nella grande mela era comunque<br />
dura, al punto che con Carole scegliemmo di stare a Hoboken, nel<br />
New Jersey, dal momento che non potevamo certo permetterci di<br />
prendere casa a Manhattan.<br />
So che anche Pat Metheny ha rappresentato un incontro<br />
determinante…<br />
Assolutamente. Anche lui faceva parte del giro di Boston, ed era giusto<br />
un po’ più giovane rispetto a me. Faceva parte del gruppo di Gary Burton,<br />
mi piaceva sentirlo suonare ogni volta che potevo e ci davamo un<br />
sacco di preziosi consigli. Fu proprio lui a introdurmi a Paul Motian.<br />
Avevano suonato insieme e Paul gli chiese se conosceva qualche altro<br />
chitarrista di valore. Pat fece il mio nome e fu l’inizio di un sodalizio<br />
che è durato per oltre trent’anni, essenzialmente con Joe Lovano ma<br />
<br />
telefonata destinata a cambiare la mia vita. Passai dal suonare ai matrimoni<br />
a suonare realmente musica. Mi sentivo nuovamente me stesso,<br />
<strong>SUONO</strong> luglio 2014 27