luglio 2012 - Gttc.it

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luglio 2012
CULTURA E COSTUME
Nonostante l’età rimane la preferita nelle famiglie
La rivincita della MOKA
Le cinque regole per ottenere una buona bevanda
di Bernardino de Hassek
Industrie, titolari di ristoranti e bar,
cuochi, ricercatori universitari e altri
ancora le inventano tutte per
innovare la produzione e il consumo
della bevanda più amata al mondo,
il caffè.
Il grande chef catalano dalla fama
internazionale Ferran Adrià, in
collaborazione con il Training
Centre di una grande industria
italiana del settore ha rivoluzionato
la storia della caffetteria,
inventando il caffè solido “Èspesso”
che si mangia e non si beve, il
“Coffeesphere” una sfera simile a
un uovo, realizzata con una tecnica
particolare e una bevanda ottenuta
con un miscuglio di caffè, succo
del frutto della passione, menta e
ghiaccio a cui è stato dato il nome
di “Passion>me”.
Anche un grande cuoco italiano
con ristorante in una cittadina in
provincia di Milano, per gustare
meglio un espresso ha inventato il
cucchiaino con il buco che
permetterebbe, mescolando lo
zucchero nella tazzina, di
attraversarne la crema senza
disgregarla.
In America cominciano a preferire
il nostro caffè nonostante siano
ancora in circolazione i bollitori per
produrre quel lunghissimo liquido
scuro, talvolta macchiato, che sa
molto di orzo e poco della polvere
realizzata macinando i preziosi
chicchi tostati.
La tendenza viene confermata
dai testimonial che appaiono
nella pubblicità specifica,
spesso famosi attori o
registi statunitensi.
A fronte della frenetica
attività innovativa i
cui risultati tuttavia
lasciano
abbastanza
fredda la
maggioranza dei consumatori,
essendo considerati soltanto un
exploit stupefacente ma poco
praticabile e di conseguenza dalla
vita breve, forse l’unica soluzione
apprezzata, relativamente moderna
e soprattutto estiva, rimane quella
del caffè “shakerato”.
Per quanto riguarda il mercato
familiare, nonostante le nuove
macchinette messe a disposizione
per produrre la bevanda in casa
con le cialde sembrino dominare il
mercato, recenti sondaggi indicano
invece che la tradizione continua
a esercitare grande attrazione,
mantenendo saldo il primato delle
vecchie caffettiere.
Tramontata ormai la primogenita
“napoletana” - che per inciso fu
inventata in Francia nel XIX secolo
e importata in Italia alla fine della
seconda guerra mondiale per
essere usata soprattutto a Napoli
- è la mitica Moka a rappresentare
lo zoccolo duro del consumo
casalingo in cui le capsule
rappresentano appena il 4% di
questo mercato che tuttavia risulta
in costante crescita, utilizzato in
prevalenza dal target dei giovani.
Gli anziani, anche per il minor costo
della tazzina realizzata con l’infuso
tradizionale che rispetto alla
capsula, rimangono ancora
affascinati dal