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6 luglio 2012 ATTUALITÀ A suggerire l’aumento della tazzina è stata la Fipe-Confcommercio Anche ad Arezzo l’espresso raggiunge quota 1,10 euro La revisione dei listini è, secondo l’associazione di categoria dei baristi, necessaria per far fronte alle spese di gestione dei locali di Mattia Assandri Con l’arrivo dell’estate non è solo la colonnina di mercurio a subire un’impennata. L’aumento delle spese correnti per i pubblici esercizi si sta infatti riflettendo in un incremento generalizzato del prezzo dell’espresso. Una situazione che era nell’aria da mesi e sulla quale le associazioni di categoria di tutta la Penisola stanno prendendo via via posizione. L’ultima a essersi espressa è la Federazione italiana pubblici Lucio Mearini, presidente della Fipe Confesercenti aretina esercizi di Arezzo, che ha suggerito ai propri aderenti di portare la tazzina di caffè a 1,10 euro a partire dal 15 giugno. Un provvedimento che giunge dopo quattro anni di listini bloccati e, secondo la Fipe, è necessario per far fronte agli alti costi di gestione. Analizzando l’andamento dei prezzi degli ultimi anni il primo rittochino è stato effettuato nel 1999, quando con l’introduzione della moneta unica l’espresso passò da 1.600 lire a 85 centesimi di euro, ma ben presto il prezzo si assestò sui 90 centesimi per raggiungere, infine, quota un euro nel 2008. “Gli incrementi reali di costi che le nostre imprese hanno subito, soprattutto a partire dagli ultimi tre anni, hanno reso sempre più difficile il proposito di rimandare ogni aumento della tazzina del caffè - spiega il presidente della Fipe-Confcommercio aretina Lucio Mearini -. Per questo, nei primi mesi del 2012 si è riaperto un confronto serrato tra gli operatori, che ha fatto emergere in maniera sempre più evidente la necessità di aggiornare i listini almeno a partire dalla metà di giugno, per non minare troppo la necessaria redditività delle nostre aziende”. Secondo una nota della Confcommercio di Arezzo, a incidere maggiormente sui bilanci aziendali è la spesa per l’energia elettrica, seguita da quelle per acqua e gas, per le materie prime e per la manutenzione e riparazione dei macchinari. Ovviamente a queste si aggiungono, poi, i costi del lavoro e delle locazioni, delle assicurazioni e così via. “La tendenza è quella di arrivare a un prezzo massimo di 1,10 euro per la tazzina del caffè, ferma finora a un massimo di un euro dal 2008. Nulla di straordinario, del resto: l’aumento di dieci centesimi consentirebbe alla tazzina di avvicinarsi al prezzo del quotidiano, ormai a quota 1,20 euro, sulla scia dell’inossidabile binomio caffègiornale, storicamente in voga dal dopoguerra a oggi. Il nostro impegno - prosegue il presidente dei baristi aretini - è quello di contenere comunque al massimo il temuto effetto trascinamento che questo rialzo potrebbe avere su tutti gli altri prodotti della caffetteria, i cui prezzi in ogni caso aumenteranno in maniera proporzionale”. Con tutta probabilità, infatti, nei listini saranno ritoccate all’insù anche le tariffe per i vari tipi di cappuccino e i prodotti normalmente abbinati all’espresso, come la brioche, anche se l’indicazione della Fipe non è assolutamente vincolante e quindi ogni esercente potrà applicare i prezzi che preferisce. “È logico che l’aumento non avrà effetti immediati su tutti gli esercizi della provincia - chiarisce quindi Mearini -. Ogni bar tende a ritoccare i propri listini in maniera graduale, in considerazione di variabili come l’ubicazione, il numero di dipendenti e altri servizi offerti”. Anche ad Arezzo, come del resto un po’ in tutto il Paese, la tazzina è più costosa nei locali del centro,
luglio 2012 7 mentre il prezzo scende man mano che ci si sposta verso la periferia e quindi la revisione delle tariffe dovrebbe verificarsi in maniera graduale nell’arco dei prossimi mesi seguendo un chiaro schema concentrico. D’altronde la questione degli aumenti è un tema caldo per la Fipe di Arezzo (ma un po’ in tutta Italia) già dall’inizio dell’anno, visto che la prima riunione sull’argomento è stata convocata alla fine di febbraio, ma la lettera con le indicazioni sui nuovi prezzi consigliati è stata inviata a maggio. Alcuni baristi temono, infatti, che nonostante le maggiori spese a loro carico un aumento delle tariffe possa nuocere agli affari in un momento di crisi economica come quello attuale, nel quale non sono solo i bilanci aziendali a essere messi a dura prova, ma anche quelli delle famiglie. LA DINAMICA DI ALCUNI COSTI DELLA PROVINCIA DI AREZZO (variazione percentuale di febbraio 2011 rispetto a febbraio 2010) Alimentari 2,1 Lavoro 0,8 Affitti 1,5 Raccolta rifiuti 4,9 Gas 8,3 Gasolio per riscaldamento 17,2 Assicurazioni sui mezzi di trasporto 5,9 Servizi legali e contabili 1,9 PRE Z ZI MASSIMI DEI PRODOTTI DELLA CAFF E T TERIA IN TOSCANA A GIUGNO 2012 PROVINCIA CAFFÈ PASTA CAPPUCCINO AREZZO 1,00 1,00 1,30 SIENA 1,00 1,00 1,20 LUCCA 1,00 (aumentato nel 2011) 1,00 1,10 GROSSETO 1,00 1,00 1,20 PISTOIA 1,00 (aumentato nel 2012) 1,00 1,30 PISA 1,10 (aumentato nel 2012) 1,10 1,40 LIVORNO 1,00 1,20 MASSA 1,00 1,20 PRATO 1,00 1,10 1,20 FIRENZE 1,00 1,30 1,00
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