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Geriatria<br />
una condizione di rischio rilevante (fattori<br />
di rischio concomitanti, presenza di danno<br />
d’<strong>org</strong>ano o patologia concomitante) e<br />
tale atteggiamento terapeutico rappresenta<br />
certamente uno dei cardini dell’approccio<br />
globale al rischio CV (gestione<br />
uniforme ed interattiva).<br />
Per quanto attiene all’obiettivo del trattamento<br />
farmacologico, le linee guida sono<br />
assolutamente concordi nel ritenere che il<br />
livello di target da raggiungere sia un valore<br />
di pressione inferiore a 140/90 mmHg<br />
nella popolazione generale ed anziana,<br />
mentre nella popolazione a rischio elevato<br />
e soprattutto in quella diabetica, il livello di<br />
intervento debba essere più aggressivo ed il<br />
target presso rio da raggiungere significativamente<br />
più ridotto e collocato al livello di<br />
130/80 mmHg. Questo risulta largamente<br />
accettato anche dalle altre linee guida che<br />
coinvolgono pazienti a rischio.<br />
Le finalità del trattamento antipertensivo<br />
Nonostante lo scopo del trattamento antipertensivo<br />
sia universalmente quello di<br />
migliorare la prognosi clinica della popolazione<br />
ipertesa, è tuttavia possibile identificare<br />
tra le diverse Linee Guida una serie di<br />
differenze significative nelle modalità di<br />
acquisizione di tale scopo. Tali differenze<br />
rispecchiano largamente quanto descritto<br />
in precedenza circa le finalità primarie che<br />
perseguono i singoli documenti di consenso<br />
e rappresentano l’elemento sostanziale<br />
sul quale si basano le scelte terapeutiche. In<br />
particolare secondo le Linee Guida JNC-VII<br />
la finalità unica del trattamento antipertensivo<br />
deve essere la riduzione efficace della<br />
pressione arteriosa, mentre secondo le<br />
Linee Guida ESH-ESC un intervento efficace<br />
nei confronti della popolazione ipertesa<br />
dovrebbe articolarsi attraverso una riduzione<br />
del profilo di rischio cardiovascolare<br />
globale che vede come momento primario,<br />
ma non esclusivo, la riduzione efficace<br />
degli elevati valori pressori. Il documento<br />
OMS-ISH sottolinea la necessità di ottenere<br />
il massimo risultato in termini sia di controllo<br />
pressorio che di riduzione del rischio<br />
associato al maggiore vantaggio possibile<br />
in termini di contenimento dei costi e<br />
massa critica di popolazione che può essere<br />
raggiunta dal beneficio. Tutto ciò si inserisce<br />
in maniera differenziata in una logica di<br />
rischio CV prospettandosi una maggiore<br />
flessibilità di intervento per le Linee Guida<br />
ESH-ESC le quali appaiono ancora una<br />
volta più strettamente integrate con documenti<br />
analoghi sviluppati in altri ambiti di<br />
rischio CV.<br />
L’approccio al trattamento antipertensivo<br />
Si tratta certamente di un aspetto cruciale<br />
poiché le diverse modalità di accesso al trattamento<br />
antipertensivo differiscono tra le<br />
diverse linee Guida ancora una volta in<br />
accordo con i principi basilari che le caratterizzano,<br />
ma non si discostano, comunque,<br />
da quelli proposti nella popolazione più<br />
giovane, con un accenno di prudenza circa<br />
l’inopportunità di un trattamento troppo<br />
aggressivo nel paziente anziano ed una<br />
nota relativa alla ancora non dimostrata<br />
efficacia del trattamento nella popolazione<br />
di età maggiore di 80 anni.<br />
In particolare secondo il JNC-VII la scelta<br />
di attuare un trattamento antipertensivo<br />
dipende esclusivamente dai livelli di<br />
pressione arteriosa sistolica e diastolica<br />
che identificano inoltre l’indirizzo prevalente<br />
verso la monoterapia o la terapia di<br />
combinazione. Nelle Linee Guida ESH-<br />
ESC la decisione circa la opportunità del<br />
trattamento è certamente più complessa,<br />
ma aderente alla logica del documento e<br />
subordinata al profilo di rischio globale<br />
del soggetto quale emerge dall’interazione<br />
tra valori pressori e altri determinanti<br />
del rischio.<br />
In pratica le Linee Guida ESH-ESC identificano<br />
una situazione nella quale è possibile<br />
ipotizzare un trattamento più aggressivo<br />
anche in presenza di valori pressori solo<br />
lievemente aumentati quando però essi si<br />
associno ad un profilo di rischio CV particolarmente<br />
elevato. Tale approccio, che<br />
appare più adeguato ad una visione<br />
moderna del problema ipertensione arteriosa,<br />
risulta peraltro perfettamente integrato<br />
con il concetto di base che promuove<br />
le scelte terapeutiche nell’ambito delle altre<br />
Linee Guida coinvolte nel trattamento dei<br />
pazienti a rischio quali la NCEP ATP III e le<br />
Linee Guida per il trattamento del paziente<br />
Vol. XVIII n. 3 - <strong>Maggio</strong>/<strong>Giugno</strong> 2006 171