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Geriatria<br />
concerne le Linee Guida OMS-ISH esse<br />
seguono in parte l’impostazione del JNV-<br />
VII con finalità di risparmio e suggeriscono<br />
che in assenza di indicazioni specifiche<br />
l’impiego di basse dosi di diuretico potrebbe<br />
essere efficace sulla base delle evidenze<br />
e tale strategia può essere condivisibile in<br />
un’ottica proiettata alla gestione delle risorse<br />
economiche ed all’avanzamento delle<br />
strategie preventive nei pazienti con ridotta<br />
disponibilità di risorse.<br />
Terapia antipertensiva e combinazioni<br />
di farmaci<br />
Qualunque siano le scelte indicate come<br />
soluzione iniziale nel trattamento dell’ipertensione<br />
arteriosa, tutte le Linee Guida<br />
disponibili suggeriscono un ricorso<br />
ampio alla terapia di combinazione basata<br />
sull’impiego contemporaneo di diversi<br />
farmaci antipertensivi. L’impiego della<br />
terapia di combinazione viene suggerito<br />
in tutti i pazienti nei quali il trattamento<br />
con un singolo farmaco sia risultato inefficace<br />
o solo parzialmente efficace e deve<br />
articolarsi attraverso l’associazione razionale<br />
di 2 o più farmaci secondo una logica<br />
di combinazioni prevalenti chiaramente<br />
definita nell’ambito delle Linee Guida<br />
ESH-ESC. Tuttavia l’inefficacia della monoterapia<br />
non rappresenta l’unico criterio<br />
per un ricorso alla terapia di combinazione.<br />
Le Linee Guida ESH-ESC ad esempio<br />
suggeriscono l’impiego di combinazioni<br />
di farmaci a basse dosi come soluzione di<br />
prima scelta in ragione della capacità di<br />
fornire una soluzione efficace, ad ampio<br />
spettro d’azione e gravata da una ridotta<br />
incidenza di effetti collaterali in ragione<br />
della ridotta dose di farmaci impiegati.<br />
Più solida è la proposta delle Linee Guida<br />
JNC-VII che suggeriscono come in presenza<br />
di valori di pressione arteriosa maggiori<br />
di 160/100 mmHg ed in assenza di<br />
indicazioni prevalenti (compelling) i pazienti<br />
ipertesi debbano essere direttamente<br />
sottoposti ad una strategia di combinazione<br />
con due farmaci, in questo modo<br />
riducendo l’intervallo di tempo destinato<br />
al raggiungimento di una soluzione terapeutica<br />
che in quel tipo di paziente risulta<br />
pressoché ineluttabile.<br />
Questo particolare aspetto proposto dal<br />
JNC-VII contribuisce inoltre a ridimensionare<br />
l’impressione dettata da alcuni settori<br />
dell’opinione pubblica e della stampa,<br />
scientifica e laica, secondo i quali tali Linee<br />
Guida americane sarebbero favorevoli<br />
all’impiego dei diuretici tiazidici come<br />
arma prevalente e preferenziale per il trattamento<br />
dell’ipertensione arteriosa. In<br />
pratica una lettura attenta del documento<br />
proposto dal JNC-VII rivela come l’impiego<br />
dei diuretici venga proposto come scelta<br />
prevalente solo in una percentuale di<br />
pazienti ipertesi non complicati, mentre<br />
tale classe di farmaci non risulta una scelta<br />
necessariamente raccomandata nei<br />
pazienti suscettibili di terapia di combinazione<br />
(vedi sopra) e nei pazienti che presentano<br />
indicazioni compelling nei quali le<br />
scelte restano aperte a tutte le classi di farmaci.<br />
Tutto ciò suggerisce come, anche in<br />
una logica di impostazione del problema<br />
sostanzialmente diversa, su questo aspetto<br />
cruciale dell’approccio terapeutico<br />
all’ipertensione arteriosa le diverse e principali<br />
Linee Guida risultino molto più sovrapponibili<br />
rispetto a quanto si sia lasciato<br />
erroneamente intendere.<br />
Terapia antipertensiva e popolazioni<br />
speciali<br />
Un aspetto importante che caratterizza<br />
esclusivamente le linee Guida ESH-ESC è<br />
la grande attenzione che viene dedicata al<br />
trattamento dei pazienti ipertesi e dislipidemici<br />
nei quali viene precisata la necessità<br />
di un approccio aggressivo alle alterazioni<br />
del profilo lipidico basato sull’impiego di<br />
statine e indispensabile come parte integrante<br />
della strategia finalizzata a ridurre la<br />
entità del rischio CV globale. In particolare<br />
le Linee Guida ESH-ESC propongono un<br />
approccio al rischio CV nel paziente iperteso<br />
e dislipidemico che ancora una volta<br />
tiene conto dell’entità del rischio CV di<br />
base del soggetto e delle evidenze di efficacia<br />
emerse da studi di intervento di<br />
pubblicazione relativamente recente (ad es.<br />
HPS, ASCOT). In pratica secondo le linee<br />
Guida ESH-ESC, il trattamento farmacologico<br />
con statine viene proposto in tutti i<br />
pazienti ipertesi che presentano un valore<br />
Vol. XVIII n. 3 - <strong>Maggio</strong>/<strong>Giugno</strong> 2006 173