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In Giappone è mol<strong>to</strong> importante la tra<strong>di</strong>zione dell’origami, che si basa sull’arte <strong>di</strong> piegare la carta per ottenere forme<br />

geometriche. Ebbene, credo che tale tra<strong>di</strong>zione abbia un imprescin<strong>di</strong>bile valore per le opere realizzate da Satsuki<br />

Oishi con strisce <strong>di</strong> carta arro<strong>to</strong>late. Da esperta, inventiva ed estrosa vetrinista, ella ha punta<strong>to</strong> a realizzare conformazioni<br />

mol<strong>to</strong> complesse, ma visivamente fascinose quan<strong>to</strong> sorprendenti per risultati ottenuti dall’unicità della sua<br />

perizia costruttiva ra<strong>di</strong>cata su una geometria palingenetica, ispirata alla natura, e sempre elaborata con quella rigorosa<br />

e raffinata sensibilità artistica tipica dei giapponesi. Lo attesta Crystallize, splen<strong>di</strong>da traduzione in carta <strong>di</strong> una<br />

delle morfologie del cristallo dei fiocchi <strong>di</strong> neve, nella fattispecie quella a stella. E nell’aver appeso l’opera ad un filo,<br />

opzione scelta dall’artista affinché essa possa esser vista davanti e <strong>di</strong>etro, forse è da in<strong>di</strong>viduare anche un recupero<br />

moderno delle origini dell’origami 6 . Pertan<strong>to</strong> il cartaceo fiocco <strong>di</strong> neve Crystallize <strong>di</strong> Oishi vola nello spazio.<br />

Invece le Maripose dell’installazione <strong>di</strong> Eugenia Serafini sono appese sulla superficie che le accoglie. Pertan<strong>to</strong> le<br />

farfalle realizzate da Eugenia con carta <strong>di</strong> co<strong>to</strong>ne da lei fatta a mano volano solo virtualmente. Esse per la loro semplicità<br />

esecutiva si contrappongono alla complessità geometrica dell’opera della Oishi. Quan<strong>to</strong> è stu<strong>di</strong>atamente calcolata<br />

la struttura ornamentale <strong>di</strong> Crystallize, altrettan<strong>to</strong> sono casuali le conformazioni delle Maripose della Serafini,<br />

che riduce al minimo il riferimen<strong>to</strong> alle variopinte ali delle farfalle reali. Infatti Eugenia utilizza pochi interventi <strong>di</strong><br />

colori o segni ai bor<strong>di</strong> sulle carte strozzate al centro per ottenere ondulazioni antinaturalistiche delle ali delle sue<br />

Maripose, mentre in<strong>di</strong>rizza il suo estro creativo alla <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> ogni singolo elemen<strong>to</strong> al fine <strong>di</strong> mimare con tale<br />

composizione gli scarti imprevisti del loro volo.<br />

Un altro artista che arro<strong>to</strong>la e strizza le carte è il siciliano Giovanni Le<strong>to</strong>, il quale per molti anni ha realizza<strong>to</strong> multicolori<br />

salsicciotti <strong>di</strong> carta riciclata, accorpandoli sulle tele per lo più uno sull’altro in stratificazioni a creare quella<br />

sorta <strong>di</strong> paesaggi che decenni fa definii Geologie dell’Altrove. Col tempo questi accorpamenti si sono movimentati con<br />

esiti sia tendenti a spirali o a serpentine a testimoniare un’esigenza <strong>di</strong> rinnovamen<strong>to</strong>, che ha fat<strong>to</strong> sì che tali elementi,<br />

dopo l’applicazione a forme varie (libro, flabello, arco, bucranio, ecc.), saltassero giù dalle tele per occupare il suolo<br />

calpestabile, com’è avvenu<strong>to</strong> nel 2011 con Made in Italy, opera ambientale suggerita dalle problematiche dello smaltimen<strong>to</strong><br />

dei rifiuti urbani che è stata esposta alla 54ª Biennale <strong>di</strong> Venezia su mia segnalazione 7 . Diret<strong>to</strong> <strong>di</strong>scendente<br />

dell’opera esposta nella sezione biennalesca <strong>di</strong> Torino, è Assemblaggio (Ritrat<strong>to</strong> d’anonimo) del 2012 e, come gli appena<br />

nati, è più piccola e tutta della materia primeva, cioè la carta, anche se <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi tipi, compresa quella lucida per<br />

creare effetti anche repellenti, che, sposandosi con altre forme, crea una composizione vagamente antropomorfica,<br />

coricata e fatta pezzi, per sottili e sottintesi riman<strong>di</strong> alla <strong>di</strong>fficile situazione esistenziale nell’Italia o<strong>di</strong>erna.<br />

La rappresentazione della figura umana è prerogativa, ovviamente con esiti <strong>di</strong>versi, delle opere in cartapesta <strong>di</strong><br />

Ezio Flammia e <strong>di</strong> Rosa Panaro, ed in carta <strong>di</strong> Rena<strong>to</strong> Flenghi. Egli, infatti, ha ritaglia<strong>to</strong> quattro stilizzate figurine in<br />

atteggiamenti vari da un foglio <strong>di</strong> carta, che quin<strong>di</strong> si fa sfondo al loro ballet<strong>to</strong> e assume in <strong>to</strong><strong>to</strong> valore ambientale.<br />

6 Le origini degli origami affondano nelle funzioni della religione scin<strong>to</strong>ista. I primi origami erano semplici strisce <strong>di</strong> carta piegata in forme<br />

geometriche per lo più unite ad un filo. Il valore sacrale della carta deriva dal fat<strong>to</strong> che la pronuncia <strong>di</strong> essa e degli dei è kami.<br />

7 Lo sot<strong>to</strong>lineavo nell’incipit del mio tes<strong>to</strong> per l’apposi<strong>to</strong> catalogo: “Ancorché ispira<strong>to</strong> ad un problema attuale, quale quello dello smaltimen<strong>to</strong><br />

delle immon<strong>di</strong>zie che da alcuni anni incombe sulle città italiane, tra cui Napoli e Palermo, il lavoro presenta<strong>to</strong> dal siciliano Giovanni Le<strong>to</strong><br />

viene da lontano”, per poi concludere, dopo aver riassun<strong>to</strong> la precedente produzione <strong>di</strong> Le<strong>to</strong>: “Senza tener con<strong>to</strong> <strong>di</strong> tale tragit<strong>to</strong> ideativo e<br />

operativo non si potrebbe comprendere Made in Italy, con cui l’artista <strong>di</strong> Bagheria ha invaso <strong>di</strong> nuovo lo spazio calpestabile, spingendo – nella<br />

mimesi dei detriti urbani – alle estreme conseguenze la libera proliferazione degli elementi e nel contempo dei materiali utilizzati, in cui la<br />

carta è sempre presente, ma in rappor<strong>to</strong> <strong>di</strong>alettico con corda, nastro adesivo e plastica” (cfr. Giovanni Le<strong>to</strong>, in AA. VV., Pa<strong>di</strong>glione Italia. 54ª<br />

Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale <strong>di</strong> Venezia. Lo sta<strong>to</strong> dell’Arte, a c. <strong>di</strong> V. Sgarbi (Torino, marzo 2012), Istitu<strong>to</strong> Nazionale <strong>di</strong> Cultura,<br />

Torino 2012, p. 640).<br />

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