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Satsuki Oishi [Osaka (Giappone), 1980]<br />

Nata e cresciuta in Giappone ad Osaka, dopo aver stu<strong>di</strong>a<strong>to</strong> moda, inizia a lavorare in uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> interior design e<br />

successivamente si trasferisce in Italia nel 2003. La sua attività poliedrica segue l’intero processo creativo dall’art <strong>di</strong>rection<br />

alla realizzazione finale <strong>di</strong> pro<strong>get</strong>ti legati al mondo del visual design, windows <strong>di</strong>splay, art installations, set<br />

design per la moda ed il cinema, ecc. Il suo spiri<strong>to</strong> giapponese la porta a dare vita ad installazioni ed opere dal forte<br />

impat<strong>to</strong> visivo, dove il concet<strong>to</strong> non viene racconta<strong>to</strong> attraverso le parole, ma attraverso l’utilizzo sapiente dell’immagine.<br />

Dalla cultura giapponese deriva inoltre il suo modo <strong>di</strong> utilizzare la carta passando delicatamente da uno<br />

spazio piat<strong>to</strong> e bi<strong>di</strong>mensionale ad un mondo fat<strong>to</strong> <strong>di</strong> tre <strong>di</strong>mensioni, più profondo ed espressivo. Attualmente <strong>di</strong>vide<br />

la sua attività tra Milano e Tokyo, dove è impegnata nello sviluppo <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi pro<strong>get</strong>ti <strong>di</strong> interior e visual design.<br />

Maria Rosa Panaro [Casal <strong>di</strong> Principe (CE), 1935]<br />

Si è formata “all’ombra della magnolia” dell’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> Napoli dove ha consegui<strong>to</strong> il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong><br />

laurea in Scultura. È stata docente <strong>di</strong> Discipline Plastiche al Liceo Artistico <strong>di</strong> Napoli, città dove vive e lavora. Svolge<br />

la sua attività dal 1956, significativamente documentata e s<strong>to</strong>ricizzata.Coniuga nel suo lavoro la ricerca <strong>di</strong> materiali<br />

riciclabili polimaterici e policromi, modella la cartapesta come la ceramica ma non <strong>di</strong>sdegna incursioni in materiali<br />

nobili come il bronzo o poveri come il cemen<strong>to</strong> e il gesso. Si interessa <strong>di</strong> antichi e nuovi miti, attratta in particolare<br />

dal mondo femminile. Numerosissime le mostre personali e collettive a cui ha preso parte: dai primi premi (1956)<br />

agli incontri della gioventù, alle prime personali in Gallerie come la San Carlo, la Chiurazzi ed altre. Negli anni<br />

Settanta partecipa ad attività <strong>di</strong> gruppo, in particolare con i collettivi femministi: sono <strong>di</strong> ques<strong>to</strong> periodo le mostre<br />

“Uroboros” alla galleria Numerosette, quella col Gruppo XX presso la Galleria <strong>di</strong> Lucio Amelio, “Ot<strong>to</strong> scul<strong>to</strong>ri dal<br />

1950 ad oggi”. Alla Biennale <strong>di</strong> Venezia del 1978, con il gruppo “Donne\Immagine\Creatività” presenta un vaso<br />

<strong>di</strong> Pandora capovol<strong>to</strong> per ribaltare il tra<strong>di</strong>zionale mi<strong>to</strong>. Negli Anni Ottanta riprende la sua ricerca artistica in<strong>di</strong>viduale<br />

de<strong>di</strong>cata alle esperienze femministe: personali quali “Metamorfosi <strong>di</strong> Lilith” alla Galleria Colonna nel 1982,<br />

“La pelle del serpente” alla galleria A come Arte, “Maternità e presepi” al Pfalazzo vescovile <strong>di</strong> Cava de’ Tirreni, la<br />

rassegna itinerante “L’immaginario riflesso” a San Leucio, Amalfi e in altri luoghi.Negli Anni Novanta il suo lavoro<br />

continua con un ciclo de<strong>di</strong>ca<strong>to</strong> alla rivoluzione del 1799 presenta<strong>to</strong> in una mostra alla Casina pompeiana <strong>di</strong> Napoli<br />

in cui rivisita il passa<strong>to</strong> con le forme e i volti del presente. Sempre negli anni Novanta partecipa a “Fuori dall’ombra”<br />

a Castel Sant’Elmo, al “Bosco Sacro dell’arte” a Capo<strong>di</strong>monte, a “Napoli 50-59, il rinnovamen<strong>to</strong> della pittura<br />

in Italia” al Palazzo dei <strong>di</strong>amanti <strong>di</strong> Ferrrara. Installa un suo “Monumen<strong>to</strong> a Partenope” nella biblioteca Molaioli<br />

<strong>di</strong> Napoli e partecipa a Padova alla “Biennale internazionale del bronzet<strong>to</strong> e altri materiali”.Nel nuovo millennio è<br />

inserita nella pubblicazione <strong>di</strong> Giorgio Di genova “Generazione Anni Trenta” e sue opere sono inserite nel Museo<br />

Bargellini <strong>di</strong> Pieve <strong>di</strong> Cen<strong>to</strong>. A Napoli, nel complesso monumentale <strong>di</strong> Santa Chiara, nel 2003, “Il Presepe, la Colonna<br />

napoletana” in cui presenta un universo abita<strong>to</strong> da creature simboliche, fantastiche che fanno riferimen<strong>to</strong> sempre<br />

al quoti<strong>di</strong>ano: non solo Lilith Partenope ma anche salamandre, lische, pesci, cherubini, maternità e melograni, testimoni<br />

della circolarità della vita, spaghetti, pizze, colombe.Ultime partecipazioni sono state “Percorsi <strong>di</strong> luce. Natale<br />

a Napoli” e la sezione campana della 54ª Biennale <strong>di</strong> Venezia, “Lo sta<strong>to</strong> dell’arte”.È presente a: Museo Bargellini,<br />

Università <strong>di</strong> Siena, Museo Cam Casoria, Museo Arca Arte Sacra, Museo Napoli Novecen<strong>to</strong>.Hanno scrit<strong>to</strong> <strong>di</strong> lei: C.<br />

Barbieri, L. Vergine, O. Ferrari, P. Ricci, V. Corbi, G. Grassi, F. Menna, L. Caruso, M. Buonomo, A. trimarco, G. Di<br />

Genova, E. Crispolti, D. Micacchi, F. Di castro, A. Izzo, A. spinosa, M. Sovente, C. vival<strong>di</strong>, L.P. Finizio, M. Venturoli,<br />

E. Caroli, M. Bignar<strong>di</strong>, C. Irace, D. Gallone, L. Caramel, E. Battarra, V. Sgarbi, A.P Fiorillo.<br />

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