Rassegna bibliografica infanzia e adolescenza», Vol. 9, n ... - minori.it
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Ident<strong>it</strong>à, cinema e new media. Un paesaggio in continuo cambiamento<br />
le sue imprese. Anche per queste ragioni,<br />
la sala cinematografica era, in defin<strong>it</strong>iva,<br />
una sorta di cattedrale al cui interno si celebrava<br />
il culto laico delle immagini in<br />
movimento, con lo spettatore relegato in<br />
una condizione di «sottomotric<strong>it</strong>à e sovrapercezione»<br />
1 , quella di chi può soltanto<br />
lim<strong>it</strong>arsi a seguire la narrazione nel suo<br />
svolgersi univoco, lasciandosi coinvolgere<br />
il più possibile e, come già detto, identificandosi<br />
con il flusso delle immagini e<br />
con le figure che le popolano.<br />
Difficile rintracciare nelle attuali fruizioni<br />
audiovisive quanto appena descr<strong>it</strong>to:<br />
le modal<strong>it</strong>à di costruzione del racconto filmico,<br />
ma soprattutto il processo di ri-locazione<br />
delle immagini in movimento all’interno<br />
di altri medium, iniziato alla fine degli<br />
anni Cinquanta con l’avvento della televisione,<br />
ma portato a maturazione a partire<br />
dall’entrata in campo del dvd e del dig<strong>it</strong>ale<br />
nel corso degli anni Novanta, ha determinato<br />
una lenta metamorfosi dell’esperienza<br />
filmica e dell’ident<strong>it</strong>à spettatoriale,<br />
sempre più migrante, fluida e poliedrica.<br />
Un’ident<strong>it</strong>à che è tanto più facile rintracciare<br />
negli spettatori più giovani, i cosiddetti<br />
“nativi dig<strong>it</strong>ali” cresciuti in una<br />
condizione di totale immersione nella galassia<br />
multimediale al cui interno le immagini<br />
sono diventate parte decisiva della<br />
quotidian<strong>it</strong>à: non si esce più dalla realtà<br />
per entrare più o meno occasionalmente<br />
nella sala cinematografica, unico varco<br />
verso uno spazio uterino, sospeso tra realtà<br />
e sogno, capace di schiudere per un tempo<br />
lim<strong>it</strong>ato una dimensione altra, ma si vive<br />
immersi in un brodo di coltura multimediale<br />
(Laurent Jullier parla di «bagno di<br />
sensazioni» 2 ), nel quale i confini tra realtà<br />
e rappresentazione sono sempre più labili.<br />
La distanza tra la dimensione della sala<br />
e quella dello schermo precedentemente<br />
evocata a propos<strong>it</strong>o dell’att<strong>it</strong>udine eminentemente<br />
narrativa del cinema (il film<br />
come momento a se stante, ermeticamente<br />
chiuso rispetto alla realtà se non per il<br />
ruolo che essa ha in quanto referente dell’immagine<br />
proiettata) si è ridotta sempre<br />
di più con il passare del tempo attraverso<br />
una serie di strategie tese ad accerchiare lo<br />
spettatore, a renderlo il più possibile partecipe,<br />
attraverso procedimenti di “straniamento<br />
intellettivo” prodotti da nuove<br />
forme del racconto e, allo stesso tempo, di<br />
coinvolgimento sensoriale grazie a un<br />
massiccio impiego delle nuove tecnologie.<br />
Partendo da un primo livello – quello<br />
delle forme della narrazione la cui natura<br />
è inev<strong>it</strong>abilmente mutata nel tempo – è<br />
possibile notare come il film, sempre più<br />
di frequente, apra dei varchi verso lo spettatore<br />
attraverso forme narrative ipertrofiche<br />
che non si preoccupano più di presentare<br />
la s<strong>it</strong>uazione sullo schermo come<br />
una “realtà a sé”, separata dal mondo della<br />
sala, ma piuttosto come una dimensione<br />
metanarrativa da esplorare in più direzioni.<br />
Solo alcuni esempi: il film r<strong>it</strong>orna<br />
più volte sullo stesso segmento di storia e<br />
arricchendolo di particolari passati inosservati<br />
(si pensi a film “di culto” di autori<br />
1<br />
Così definisce la condizione dello spettatore Christian Metz in Cinema e psicanalisi. Il significante immaginario,<br />
Venezia, Marsilio, 1980.<br />
2<br />
Jullier, L., Il cinema postmoderno, Torino, Kaplan, 2006.<br />
<strong>Rassegna</strong> <strong>bibliografica</strong> 4/2009<br />
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