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Rassegna bibliografica infanzia e adolescenza», Vol. 9, n ... - minori.it

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Crescere in rete: giovani e nuove tecnologie<br />

terattivo), mobile, reversibile, multidirezionale<br />

e multimediale, potenzialmente<br />

partecipativo. Interrogarsi oggi sul rapporto<br />

tra <strong>minori</strong> e media significa, dunque,<br />

soprattutto riflettere su come i tratti<br />

caratteristici delle nuove tecnologie della<br />

comunicazione entrano in relazione con<br />

processi di socializzazione e con le dinamiche<br />

ident<strong>it</strong>arie attraverso i quali si formano<br />

i membri delle nuove generazioni.<br />

2. Una generazione<br />

intrinsecamente tecnologica<br />

Il nostro percorso di lettura prende le<br />

mosse da un piccolo paradosso: mentre la<br />

riflessione scientifica sembra non tematizzare<br />

frequentemente il rapporto tra<br />

bambini, ragazzi e nuovi media (pochi testi<br />

sono esplic<strong>it</strong>amente dedicati a questa<br />

tematica, soprattutto al di fuori dell’area<br />

pedagogica), l’ingresso nell’uso quotidiano<br />

delle nuove tecnologie è assunto spesso<br />

come parametro identificativo per definire<br />

la generazione dei più giovani, sia<br />

nella pubblicistica e nell’informazione<br />

quotidiana e periodica, sia nei t<strong>it</strong>oli di<br />

molti contributi scientifici sull’argomento<br />

(“Blog Generation”, “MySpace Generation”,<br />

“Generazione Internet” ecc.). Si<br />

crea così in queste “etichette” una completa<br />

sovrapposizione tra il mondo dei<br />

media dig<strong>it</strong>ali che si sta definendo nella<br />

tecnologia e nelle pratiche d’uso e quello<br />

dei ragazzi, nel momento in cui più intensamente<br />

stanno costruendo la propria<br />

ident<strong>it</strong>à di individui e il proprio mondo<br />

relazionale. Si pensi, per esempio, alla<br />

fortunata definizione di “nativi dig<strong>it</strong>ali”<br />

(Prensky, 2001) e, per contrasto, di “migranti<br />

dig<strong>it</strong>ali”, che sottintende una diversa<br />

competenza e appropriazione culturale<br />

delle tecnologie basata unicamente sul<br />

dato anagrafico, con poca attenzione al<br />

fatto che gli ambienti dig<strong>it</strong>ali sono il risultato<br />

di ricerche e applicazioni sviluppate<br />

dalla generazione degli “immigrati” e<br />

che le caratteristiche dei diversi contesti<br />

sociali possono condizionare pesantemente<br />

la disponibil<strong>it</strong>à e le pratiche di uso<br />

delle risorse tecnologiche.<br />

Può sembrare evidente che definire<br />

una generazione – e soprattutto i processi<br />

che la caratterizzano in modo trasversale<br />

rispetto alle variazioni degli ambienti<br />

sociotecnologici – mediante il riferimento<br />

alla tecnologia che segna il periodo della<br />

sua nasc<strong>it</strong>a significa peccare di determinismo<br />

tecnologico, e dunque trasformare<br />

una certa configurazione di risorse e di<br />

vincoli tecnici, linguistici e culturali in<br />

una “matrice” rigida di ident<strong>it</strong>à e di comportamenti<br />

personali e sociali, nonché di<br />

forme di convivenza e relazione; più difficile,<br />

ma necessario, è invece riflettere in<br />

modo cr<strong>it</strong>ico – come si cercherà di fare<br />

nelle prossime pagine a partire dai contributi<br />

più recenti, prevalentemente <strong>it</strong>aliani<br />

o comunque tradotti in <strong>it</strong>aliano – sulle<br />

opportun<strong>it</strong>à e i rischi che gli ambienti dig<strong>it</strong>ali<br />

propongono ai propri utenti e, in<br />

particolare, agli utenti più giovani. Per<br />

quanto alcuni testi siano spesso specificamente<br />

dedicati a un mezzo o a un tipo di<br />

piattaforma (il telefono cellulare, i blog, i<br />

social network…), si è deciso di privilegiare<br />

un percorso tematico che individui<br />

l’emergere di nodi comuni nella rete dei<br />

diversi strumenti; punto di partenza è<br />

proprio il nodo principale, quello dell’ident<strong>it</strong>à,<br />

anche se solo raramente indagato<br />

<strong>Rassegna</strong> <strong>bibliografica</strong> 4/2009<br />

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