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Fabio Mel, chitarrista del gruppo, e<br />
per testare lo strumento, abbiamo<br />
fatto partire una base, di quelle già<br />
registrate, che era proprio di Ligabue.<br />
Io per scherzo mi sono messo<br />
a cantare e sia Fabio che un altro<br />
musicista presente, sono rimasti<br />
colpiti dalla mia voce, ossia da<br />
come era straordinariamente simile<br />
a quella del cantautore emiliano. Io,<br />
all’epoca, già cantavo da 20 anni,<br />
loro suonavano da tempo, così abbiamo<br />
deciso di mettere su una<br />
cover band di Ligabue, per vedere<br />
come andava. Da qui è nato il nostro<br />
viaggio, che è partito da Roma,<br />
ma poi ha visto coinvolte anche altre<br />
realtà diverse, incontrando nel<br />
proprio percorso personaggi famosi,<br />
come Marco Baldini o l’entourage<br />
di Linus. Abbiamo provato anche<br />
a fare della musica nostra, ma con<br />
questa non abbiamo avuto quella<br />
scintilla, che ci ha, invece, sempre<br />
guidati nel cammino, come tribute,<br />
facendo le canzoni di Luciano.”<br />
E così la storia dei Terzo Tempo<br />
prende origine cinque anni<br />
fa, dopo di che come procede la<br />
vostra avventura?<br />
”Le battaglie per arrivare fin qui<br />
sono state tantissime: dal guadagnare<br />
soli venti euro e chiedere uno<br />
spazio minimo di mezz’ora per esibirsi<br />
al doversi accontentare di locali<br />
scadenti pur di farsi conoscere<br />
al pubblico. Ci rimettevano invece<br />
che guadagnare. E qui si apre tutta<br />
un’altra questione, perché la situazione<br />
dei locali di Roma è davvero<br />
complessa e articolata; nella nostra<br />
città non è facile, infatti, trovare<br />
spazi di esibizione se non si ha un<br />
certo nome; alcuni locali accettano<br />
solo tribute che siano note a livello<br />
nazionale, come oggi lo siamo<br />
noi. Però non abbiamo mai mollato,<br />
perché ci credevamo in questo<br />
sogno e l’impatto con la gente era<br />
ed è tutt’ora davvero particolare.<br />
Ricorderò sempre la frase del proprietario<br />
del primo locale - l’Angel’s<br />
Beer sulla Casilina - che, alla fine<br />
della prima serata mi disse: «Simone<br />
è incredibile, voi non cantate, ma<br />
trasmettete una magia, che rotola<br />
<strong>Orizzonte</strong> <strong>Magazine</strong> • 13