Orizzonte Magazine n°6 Giugno 2015 ok--

nima della Perfetta Unione col
Divino. Il legno intermedio fa da
isolante, onde permettere a ciascuna
delle due di costituire uno
schermo separato; uno degli scopi
dell’Anima avvolgente, infatti,
consiste nel proteggere l’organismo
da attacchi d’entità malvagie,
pur presenti nella dimensione
spirituale. In termini moderni
potremmo considerare questo
particolare dell’Arca alla stregua
di una “doppia schermatura”, in
grado di isolarla completamente
dai campi energetici negativi
e di
captare solo quelli positivi; il materiale
usato era infatti l’oro, che
rappresenta il più alto stato di
consapevolezza, quello che non a
caso gli alchimisti chiamavano oro
filosofico.
Se tutto ciò riguarda il solo recipiente
inferiore, la Terra, il coperchio
superiore simboleggia il
Cielo, che completa la Terra, ne
chiude l’apertura e ne colma i bisogni.
Il coperchio dell’Arca era
fatto da un’unica piastra d’oro
massiccio e questo suo essere costituito
da un unico pezzo, mentre
la parte inferiore era composta
di tre pezzi distinti, allude
all’insieme dello spaziotempo:
alle
tre dimensioni spaziali che descrivono
lo spazio fisico si aggiunge
un’unica dimensione temporale
a comporre l’insieme quadridimensionale
entro cui s’inserisce
la realtà materiale. Secondo la sapienza
esoterica esiste poi almeno
una quinta dimensione, rappresentata
dalle Tavole della Torà
contenute nell’Arca, che definisce
il livello della consapevolezza pura,
la “quintessenza” così a lungo
ricercata dagli alchimisti.
La simbologia dei Cherubini posti
sul coperchio, poi, è quanto
mai vasta e interessante. E’ scritto
nell’Esodo (25, 18-21): “Farai
due cherubini d’oro: li farai lavorati
al martello sulle due estremità del
coperchio. Fa’ un cherubino ad una
estremità e un cherubino
all’altra
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