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SENZA LA MIA AUTO - Amici della Bicicletta di Verona

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VICENZAA cura <strong>di</strong> Tuttinbici FIAB Vicenza www.tuttinbici.itNON CAPIVO PERCHÉ IL NONNO <strong>LA</strong>SCIASSE QUEL<strong>LA</strong> MERAVIGLIA APPESA LÀ, IN SO<strong>LA</strong>IOLa bici del Nonno<strong>di</strong> Mario BoschettiBici d’altri tempiQuando ero bambino, andavo spesso acasa dei miei nonni materni.Li ricordo molto bene, la nonna piccola,con i capelli raccolti a crocchia- “nel cocon”, iperattiva e severa, il nonno alto,sorridente e gentile. Ricordo la loro casa,piccola, con le stanze basse, e le scalestrette e ripide che portavano fino al solaio,dove tra poche cose <strong>di</strong>smesse, una biciclettastava appesa alla trave <strong>di</strong> mezzo.Tutta nera e lucida come nuova, mi sembravabellissima e gigantesca. Non capivoperché il nonno lasciasse quella meravigliaappesa là, in solaio.Non capivo perché lui, che in bici potevaandarci non la usasse mai.L’ho intuito solo molti anni dopo quandolui non c’era più; per lui la bicicletta eratroppo veloce, preferiva camminare, il suoritmo naturale era quello del passo, quello<strong>della</strong> pedalata era stato per tanti anni ilmodo con cui andare al lavoro e non quello<strong>della</strong> sua vita, perpetuarlo ancora sarebbestata una forzatura.Da allora sono passati almeno cinquantaanni, quella bicicletta ora sarebbe un pezzoda collezione e il ritmo lento <strong>della</strong> pedalatadel nonno un intralciante anacronismo,su strade sempre più larghe ma che<strong>di</strong>ventano sempre più strette man manoche le auto aumentano <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensionecon l’ego dei proprietari. Dove esistono,le piste ciclabili sono messe in <strong>di</strong>scussioneperché sottraggono spazio, rallentanoil traffico, impe<strong>di</strong>scono la sosta, e dovenon esistono i ciclisti sono accusati <strong>di</strong> esserepericolosi <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nati, e non ultimo <strong>di</strong>sentirsi superiori perché non inquinano. Inrete nascono blog e gruppi per lapidareverbalmente quegli amministratori che simacchiano <strong>della</strong> orrenda colpa <strong>di</strong> limitarevelocità e traffico, e altri che incitanoa o<strong>di</strong>are i ciclisti. Quando poi, un paio <strong>di</strong>volte all’anno, per eccesso <strong>di</strong> inquinamento,viene bloccato il traffico l’automobilistame<strong>di</strong>o tra mille mugugni si piega allagravosa penitenza per autoassolversi daogni peccato e ritornare, il giorno dopo,alle consuete abitu<strong>di</strong>ni.Molti credono che i ciclisti vivano fuoridal tempo e dalla realtà e che il ciclismosia solo uno sport, legato alla velocità edalla beata incoscienza giovanile o alla maniacalesportività <strong>di</strong> adulti poco cresciuti.Non capiscono che la bicicletta non è soloun attrezzo sportivo, è anche una filosofia,una scelta, è andare controcorrente, èostinarsi a credere che comodo e velocenon sono sinonimi <strong>di</strong> buono e bello. L’autoè spesso una necessità, un mezzo chela società impone anche alla stragrandemaggioranza <strong>di</strong> noi ciclisti, un costoso comodogiocattolo del quale non possiamoo non vogliamo liberarci ma è anche unlaccio che ci lega a ritmi ed abitu<strong>di</strong>ni cheUn nonno e la sua bici30danneggiano noi stessi e i nostri figli, uningombro che ci con<strong>di</strong>ziona e ci obbliga.La bicicletta è qualcosa <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso, non èsolo un mezzo, è un modo, è la soluzioneche ci consente <strong>di</strong> spostarci vivendo il movimentocon tutto il nostro corpo, viaggiandoin bici si può godere <strong>di</strong> dettagli <strong>di</strong>paesaggio, architettura, storia, gente, chesolo la raffinata lentezza del pedalareconcede, è la nostra via <strong>di</strong> fuga da ritmi<strong>di</strong> vita troppo frenetici. Andare in bici favibrare il corpo, lo si sente vivo nel ritmo<strong>della</strong> pedalata e nel respiro che cambiacon il cambiare <strong>della</strong> strada, nel vento checi frena o ci sospinge, nell’affanno <strong>della</strong>salita e nella gioia <strong>della</strong> <strong>di</strong>scesa.Viaggiare in bici è ritornare a sensazionipassate ad atmosfere antiche, a quando ilviaggio era una seria avventura da viverecon il corpo e con la mente. Viaggiare inbicicletta <strong>di</strong>venta immergersi nella realtàattraversata, apprezzandone le dolcezze ele asprezze, i piaceri e le fatiche, le meravigliepiccole e nascoste come le mete piùfamose e note.Io amo andare in bici perché quando pedaloil mondo gira più lentamente.Ogni volta che vedo un adulto inbicicletta penso che per la razza umanaci sia ancora speranza.(Herbert George Wells)

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