5/Caratterizzazione ambientale e valutazione dell’esposizionee&p anno 38 (2) marzo-aprile 2014 • Suppl. 1■ il rischio sanitario e ambientale che deriva dal rilevato superamentodelle concentrazioni soglia di rischio deve risultareparticolarmente elevato in ragione della densità della popolazioneo dell’estensione dell’area interessata;■ l’impatto socioeconomico causato dall’inquinamentodell’area deve essere rilevante;■ l’insistenza, attualmente o in passato, di attività di raffinerie,di impianti chimici integrati o di acciaierie.La normativa prevede inoltre che debbano essere in ognicaso individuati quali siti di interesse nazionale, ai fini dellabonifica, i siti interessati da attività produttive ed estrattivedi amianto.A seguito di tale ricognizione, attraverso l’emanazione delDecreto ministeriale del 11.01.2013 2 e tenendo in considerazionein particolare il terzo criterio, sono stati classificatida siti di bonifica di interesse nazionale a siti di interesseregionale 18 siti tra cui «Basso bacino del fiume Chienti»,«Bolzano», «Litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano» e«Sassuolo-Scandiano». La classificazione di tali aree comesiti di interesse regionale garantisce comunque una prosecuzionenell’attività di monitoraggio e bonifica che passaper competenza alla Regione. E’ necessario chiarire perquanto riguarda le aree presenti nella Regione Campaniache, anche se classificate di interesse regionale, il livello diattenzione da parte di tutte le istituzioni (locali e nazionali)rimane elevato.Inoltre, sempre a seguito di tale ricognizione, il perimetrodi alcuni SIN è stato ridotto, in quanto in alcune aree lacontaminazione non è stata ritenuta tale da poter comportareun rischio sanitario (criterio 1). Sono stati quindi riperimetrati,con i DM 12.12.2012 (GU Serie generale n.2del 3.1.2013) e 24.04.2013 (GU Serie generale n.111 del14.5. 2013), i SIN «Laguna di Grado e Marano» e «Venezia-PortoMarghera». In particolare, sono state deperimetratearee a uso agricolo in cui si ritiene che la contaminazionedei suoli non comporti un rischio per la salute umana.In questi due SIN sono state deperimetrate le aree lagunariin quanto la contaminazione dei sedimenti, ancora presente,non dovrebbe comportare attualmente un rischio per la saluteumana in relazione al consumo dei prodotti della pesca;per tali aree lagunari comunque le azioni di bonifica deisedimenti continuano (in particolare per Venezia), in particolaredove sono presenti livelli elevati di contaminazione(hot spots) e rimangono di competenza delle Regioni; inoltre,per quanto riguarda i corpi idrici superficiali (inclusi isedimenti), l’attuale quadro normativo di recepimento dellaDirettiva quadro acque 2000/60/CE, se applicato correttamente,dovrebbe garantire un’azione di monitoraggio e diprevenzione efficace.E’ necessario inoltre evidenziare che in alcuni attuali SIN leazioni di bonifica sono state implementate e hanno comportatouna riduzione importante della contaminazione.Un esempio è il SIN «Cogoleto-Stoppani», istituito conDM 468/2001, caratterizzato in particolare dalla presenzadi cromo esavalente in diverse matrici ambientali. Anchein tale SIN sono tuttavia ancora necessarie ulteriori azionial fine del completamento della bonifica.LA VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONENEI SITI CONTAMINATI - CONCETTIGENERALILa valutazione dell’esposizione è un aspetto fondamentaledella procedura di valutazione del rischio codificata e consolidatafin dagli anni Ottanta da enti europei e internazionaliquali OMS, USEPA (Agenzia per la protezione ambientaledegli Stati Uniti), EFSA (Autorità europea per la sicurezzaalimentare), FAO. Tale procedura dovrebbe essere applicataanche nei siti contaminati, come suggerito già negli anni Novantadal progetto finanziato dalla Commissione europeaCARACAS (Concerted Action on Risk Assessment for ContaminatedSites in the European Union 1996–1998) 3 e dalrecente rapporto dell’OMS sui siti contaminati. 4La metodologia, come noto, si basa su quattro fasi interconnessetra loro:1. identificazione del pericolo;2. valutazione dose-risposta;3. valutazione dell’esposizione;4. caratterizzazione del rischio.La fase di identificazione del pericolo ha l’obiettivo di individuare,sulla base delle proprietà fisico-chimiche e tossicologichedelle sostanze inquinanti presenti e l’utilizzo distudi epidemiologici, la pericolosità di tali sostanze per lepopolazioni residenti contribuendo quindi a selezionare gliinquinanti indice prioritari (vedi capitolo 6).Le caratteristiche di tossicità delle sostanze presenti nei siticontaminati devono essere necessariamente connesse ai livellidi concentrazione delle sostanze chimiche a cui la popolazioneè esposta.La fase successiva della procedura di risk assessment è infattiquella denominata valutazione dose-risposta nell’ambitodella quale, sulla base di un vasto corpus di conoscenze,sono definiti, per ciascuna sostanza, valori di riferimentocome le dosi tollerabili giornaliere (tolerable daily intake-TDI), o le reference dose (RfD), che rappresentano la quantitàmassima di una sostanza chimica che può essere,teoricamente, assunta giornalmente dall’organismo umano,per un intero arco di vita, senza che verosimilmente si presentinoeffetti avversi. Analogamente vengono definite lereference concentrations (RfC), ovvero le concentrazioni inaria di sostanze che possono essere inalate per l’intero arcodi vita senza che verosimilmente si verifichino effetti avversi.Diversamente, per le sostanze cancerogene vengonodefiniti valori di riferimento a cui sono associati livelli diprobabilità di effetti sanitari (es: unit risk o slope factor).La terza fase della valutazione del rischio è la valutazionedell’esposizione, che attraverso l’elaborazione di un modelloconcettuale (figura 1, pg xx), valuta tutte le potenzialifonti di inquinamento presenti nei siti contaminati, le viedi trasporto e il destino ambientale degli inquinanti, identificandole vie di esposizione principali (ingestione, inala-138 SENTIERI: MORTALITÀ-INCIDENZA ONCOLOGICA-RICOVERI
5/Caratterizzazione ambientale e valutazione dell’esposizionee&p anno 38 (2) marzo-aprile 2014 • Suppl. 1SORGENTE TRASPORTO BERSAGLIOemissioniindustrialiaree di discaricae deposito rifiutiFigura 1. Modello concettuale generico per diversevie di esposizione.Figure 1. Generic conceptual model for differentexposure pathways.infiltrazionie/o ruscellamentoacque meteoriche -irrigazionedispersione atmosfericae/o ricaduta polveriacquesuoloariaparticolatoatmosfericoaree agricolearee di pascoloaree residenzialisedimentizione, contatto dermico) per la specifica popolazione residentesul territorio.I modelli concettuali devono essere sviluppati in base allecaratteristiche specifiche dei siti contaminati sia dal puntodi vista delle attività produttive sia per le caratteristiche territoriali.Un sito contaminato come quello presente aPriolo, che include aree marine e attività portuali, richiederàla messa a punto di un modello di valutazione differenterispetto a un sito collocato in pianura padana, come quellodi Brescia, dove le aree agricole rappresentano le zone amaggiore contaminazione.La valutazione dell’esposizione nei siti contaminati deve tenereconto di tutti i dati disponibili (derivanti da caratterizzazionie monitoraggi istituzionali o anche da studi scientifici)riguardanti le diverse matrici ambientali (acque superficiali5 e sotterranee, suoli, sedimenti, aria) e alimentari (es:ortofrutta, vegetali, prodotti della pesca, acqua potabile, prodotticaseari) integrate, se necessario, da ulteriori studi, arrivandoanche a predisporre indagini ad hoc come quelle didi biomonitoraggio umano. Un monitoraggio efficace, al finedi fornire corrette informazioni, dovrebbe comprendere l’idoneaubicazione delle stazioni di campionamento, una frequenzadi campionamento ponderata rispetto all’obiettivo prescelto,la scelta degli analiti e della matrice, l’applicazione di metodianalitici adeguati e definiti dalle normative di settore. 6Una valutazione quantitativa dell’esposizione, sia essa ingestiva,inalatoria o dermica, dovrebbe anche tenere conto difattori come i comportamenti e le abitudini delle popolazioni.7,8 Conseguentemente, la valutazione dell’esposizionepuò essere condotta facendo riferimento a modelli concettualistandard su individui tipo (bambino, adulto, anziano)oppure, se disponibili, utilizzando studi specifici nei qualisiano state valutate le caratteristiche comportamentali importantiche incidono sull’esposizione.Inoltre, sono da tenere in conto anche studi di tipo tossicologicoed ecotossicologico (saggi in vivo e in vitro, biomarcatori)che possono dare indicazioni sia sulla pericolositàdi miscele di inquinanti i cui effetti non sono rilevatidalle valutazioni relative alle singole sostanze e indicare (inbase ai meccanismi di azione) la presenza di inquinantinon monitorati routinariamente; ulteriori informazionipossono provenire da bioindicatori ambientali (es: aghi dipino, muschi o licheni per quanto riguarda l’inquinamentodell’aria) che sono integratori dell’esposizione recente pregressadell’area.La fase finale di caratterizzazione del rischio ha il ruolo diintegrare, secondo il modello concettuale sviluppato, le fasiprecedenti riferendole alla popolazione realmente espostaper identificare le azioni più efficaci ai fini della sua gestione.Nello specifico, questa fase dovrà individuare il rischiodi possibili effetti sanitari acuti e/o cronici avversi,potenzialmente associati alle esposizioni identificate.Alla valutazione di rischio sanitario, e più in generale allavalutazione delle relazioni esistenti tra esposizioni ambientalie danno sanitario, è oggi indirizzata una particolare attenzione.Infatti, è di recente approvazione il DM24.04.2013 9 che stabilisce i criteri metodologici utili allaredazione del rapporto di danno sanitario (VDS), in ottemperanzaa quanto previsto dal DL 03.12.2012 n. 207.Nei paragrafi successivi saranno esposti tre casi studio, a diversatipologia di contaminazione, effettuati in siti di bonificadi interesse nazionale, in cui l’Istituto superiore disanità ha effettuato uno studio approfondito di valutazionedell’esposizione.139 SENTIERI: MORTALITÀ-INCIDENZA ONCOLOGICA-RICOVERI