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Rivista Italiana di Economia Demografia e Statistica Volume LXVII n 1 Gennaio-Marzo 2013GLI ATTEGGIAMENTI VERSO GLI IMMIGRATI IN ITALIA:SECONDE GENERAZIONI E CONTESTO MACROECONOMICOSara Angelini, Emiliano Sironi1. IntroduzioneIl ruolo chiave degli atteggiamenti, e più in generale delle credenze soggettivenell’indirizzare l’agire umano, è stato profondamente studiato sia in letteraturademografica che in letteratura sociologica, in particolare attraverso la “Teoria dellaazione ragionata e del comportamento pianificato” (Fishbein and Ajzen, 1975;Ajzen, 1991). La peculiarità di tale teoria è quella di far emergere l’importanzadelle credenze soggettive nel contribuire a formare le intenzioni verso un datocomportamento. Un individuo intenzionato a compiere un comportamento hamaggiori probabilità di realizzarlo. I fattori che contribuiscono alla formazione diintenzioni positive nei confronti del comportamento sono essenzialmente tre:1. l’atteggiamento verso il comportamento, vale a dire le credenze chel’individuo possiede riguardo alle sue conseguenze (Fishbein and Ajzen,1975);2. le norme soggettive che costituiscono la percezione dell’opinione altruirelativamente alle conseguenze del comportamento in oggetto (Fishbein andAjzen, 1975);3. Il controllo comportamentale percepito (Ajzen, 1991).Gli atteggiamenti, essendo delle determinanti dirette delle intenzioni,condizionano di riflesso pure i comportamenti. Per queste ragioni il controllo degliatteggiamenti degli individui risulta di estremo interesse se l’oggetto sociale cuisono rivolti è la collocazione degli immigrati all’interno della propria comunità. Inparticolare, oggetto di indagine di questo articolo sarà la percezione degliimmigrati stranieri da parte dei cittadini italiani.Seguendo la teoria del comportamento pianificato, gli atteggiamenti sonoconseguenza sia dei valori condivisi dagli individui di una comunità (che sono, perloro natura, latenti e astratti), sia di fattori di background di carattere economico esociale. Pertanto, in un’ipotetica catena causale, i comportamenti, guidati dalleintenzioni, sono conseguenza degli atteggiamenti che, a loro volta, trovano il loro
16 Volume LXVII n 1 Gennaio-Marzo 2013fondamento in fattori di contesto che rappresentano la base per svolgere un’analisiempirica.La letteratura in questo senso si presenta ricca di spunti e di riflessioni peridentificare le determinanti degli atteggiamenti verso l’immigrazione: O’Rourke eSinnott (2006) evidenziano come gli appartenenti alle generazioni più anzianesiano meno tolleranti verso gli immigrati rispetto alle coorti più giovani. O’Rourkee Sinnott (2006) ancora dimostrano come l’elevata scolarizzazione porti adatteggiamenti più favorevoli all’immigrazione. A risultati analoghi arriva anche illavoro di Hainmueller e Hiscox (2007), analizzando una cross section di Paesieuropei. Inoltre, entrambi questi lavori fanno riferimento a elementi di naturamacroeconomica che possono contribuire alla formazione di atteggiamentifavorevoli o meno verso l’immigrazione: in sostanza atteggiamenti negativi versogli immigrati possono avere origine dal fatto che questi siano percepiti comepotenziali rivali dei residenti sul mercato del lavoro. In particolare, Hainmueller eHiscox (2007) evidenziano come i Paesi caratterizzati da PIL pro-capite maggioresono anche quelli con cittadini che detengono mediamente skills più elevate, dovegli immigrati non sono visti come dei rivali con i quali competere, ma piuttostocome idonei a svolgere ruoli che integrano mansioni svolte sempre meno difrequente dagli autoctoni. Al contrario, i cittadini di Paesi con livelli inferiori delPIL pro-capite tendono in misura maggiore a maturare atteggiamenti antagonisticiverso gli immigrati.L’abbondanza di studi recenti assume quindi rilievo per una comparazione fraPaesi. In tale panorama, tuttavia, manca un lavoro specifico dedicato all’Italia. Ilcontesto italiano, infatti, si configura composito e variegato sul frontedell’immigrazione e degli atteggiamenti verso gli immigrati per svariate ragioni: inprima battuta il contesto economico e di sviluppo mostra fortissime eterogeneitàlungo la direttrice nord-sud con potenziali ripercussioni di rilievo nei confronti delrapporto con gli immigrati, stando alla correlazione fra dinamismo dell’economia eatteggiamenti evidenziata dalla letteratura internazionale.In seconda battuta, il contesto italiano è un utile banco di prova per testare unargomento piuttosto inedito, almeno per quello che concerne le analisi empiriche,ovvero sia sul come è vista l’immigrazione dalle così-dette seconde generazioni diimmigrati. Usando la definizione in letteratura di Rumbaut (2004), definiamo gliappartenenti alle seconde generazioni come quegli individui che sono nati nelPaese di destinazione da genitori immigrati (o almeno da uno di essi).Analizzare quindi le opinioni dei figli di immigrati nei confronti dei nuoviiscritti all’anagrafe significa di converso controllare il processo di integrazione deivecchi immigrati nel tessuto sociale del Paese, sottolineando l’impatto crucialedelle caratteristiche della famiglia di origine e dei fattori culturali.
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