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rivista italiana di economia demografia e statistica - Sieds

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34 Volume LXVII n 1 Gennaio-Marzo 2013Il dato più interessante emerge dall’esame del decennio successivo (2000-2010),arco temporale in cui per la prima volta si registra una lieve inversione <strong>di</strong> tendenzanel collettivo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui “afferenti” alle famiglie dei conduttori. Mentre per lefamiglie “non agricole” l’invecchiamento cresce ad un ritmo lievemente inferiorerispetto al periodo precedente, nel collettivo agricolo, (anche in considerazionedella notevole contrazione del numero <strong>di</strong> “famiglie agricole” rilevata dall’ultimocensimento Istat) l’età me<strong>di</strong>a rimane sostanzialmente invariata, registrando anziuna leggera flessione (51,14 anni in me<strong>di</strong>a nel 2000, 50,82 nel 2010)particolarmente significativa nella provincia <strong>di</strong> Rieti (-7% circa).Tabella 2 – Età me<strong>di</strong>a dei componenti delle famiglie per tipologia familiare, anno eprovincia – Numeri in<strong>di</strong>ce a base mobile.CircoscrizionigeograficheFamiglie "agricole"N.I. base mobileFamiglie non "agricole"N.I.base mobile1990 2000 2010 1991 2001 2011Viterbo . 114,05 99,42 . 104,65 109,53Rieti . 112,58 92,51 . 105,48 114,79Roma . 115,52 99,32 . 107,41 104,53Latina . 118,71 100,07 . 107,89 110,10Frosinone . 112,20 102,62 . 109,78 116,21Lazio . 114,46 99,36 . 107,25 106,163. Modello lineare ad effetti mistiDall’analisi descrittiva illustrata sono emerse interessanti <strong>di</strong>fferenze fra le duesottopopolazioni oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o, secondo gli in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a dellafamiglia, numero <strong>di</strong> famiglie e ampiezza familiare. In questo paragrafo vieneindagata la marcata <strong>di</strong>fferenza 1 tra i due collettivi, pur utilizzando solo una minimaparte delle variabili che sarebbero necessarie.Le cause della <strong>di</strong>versità dei livelli <strong>di</strong> senilizzazione tra i due collettivi analizzatisono <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile in<strong>di</strong>viduazione, pertanto gli autori, nel presente stu<strong>di</strong>o, più che <strong>di</strong>in<strong>di</strong>viduare le cause, si sono posti l’obiettivo <strong>di</strong> contestualizzare il <strong>di</strong>verso livello <strong>di</strong>età me<strong>di</strong>a, analizzandone le relative intensità, al variare della zona rurale 2 <strong>di</strong>1 La circostanza che in prima analisi può stupire è che, pur lavorando in ambiti territorialirelativamente piccoli come i comuni, si è riscontrata una correlazione sostanzialmente nulla tra l’etàme<strong>di</strong>a dei componenti delle famiglie “agricole” e quella dell’intera popolazione.2 Si tratta delle zone in<strong>di</strong>viduate nel Piano <strong>di</strong> Sviluppo Nazionale, me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> variabilisocio-demografiche ed economiche elaborate per sud<strong>di</strong>videre il territorio nazionale in zone con

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