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rivista giugno 2013 - Partito Comunista Internazionale

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LO SCONCERTO DEI POPOLI FEDELI AL VATICANOED AL PARLAMENTOPassato il santo, passata la festa; è un modo di dire molto diffuso in certe zone d’Italia, il suo senso alludealla transitorietà dei momenti d’euforia collegati a ricorrenze particolari, com’è il giorno festivo dedicato a uncerto santo. E’ sempre malinconico il momento in cui si deve tornare alle incombenze quotidiane, dopo la gioiadei momenti festivi, in cui sembra che il mondo diventi diverso da quello di sempre, grigio, feroce, pienod’ingiustizie. La festa del santo, il carnevale, le elezioni politiche, sono i momenti socialmente riconosciuti in cuil’uomo comune può vivere un tempo diverso da quello ordinario, in cui può illudersi di essere re per un giorno edi partecipare a un grande evento accomunante, popolare, in cui svaniscono le divisioni sociali presenti nelmondo reale. Si tratta di compensazioni mentali a una vita di subordinazione dentro un meccanismo socialeoppressivo, una semplice fuga ritualizzata, consentita e approvata dal sistema, come una valvola di sfogopsichico, al pari della violenza negli stadi. Il popolo degli elettori ed il popolo dei fedeli papalini si trovasconcertato di fronte al doppio vuoto di potere (senza Papa e senza Governo parlamentare).Le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio sono appena terminate, un nugolo di commentatori politici producemigliaia d’inutili righe d’analisi politiche sul grande evento democratico. Nuovi equilibri politici, rischid’ingovernabilità, il ruolo del capo dello Stato, le preoccupazioni dell’Europa; sarebbe superfluo continuare. Unasequenza di parole senza senso è riprodotta attraverso i mass-media, sono pronunciate con foga dai politici,enunciate soffertamene da alte figure istituzionali: la governabilità, il rispetto delle scelte elettorali del popolosovrano, il tavolo delle trattative, le scelte responsabili per l’interesse del paese. Termini vuoti di significato,pronunciati da attori sociali logori e stanchi, in verità dei semplici funzionari al servizio del sistema di dominio delcapitale. Essi devono svolgere il ruolo che gli assegna il sistema, e quindi, ingannando i poveri sciocchi chesono andati a votare per loro, facendogli credere che il loro voto abbia importanza, continueranno a fare iterminali politici nazionali degli input del capitale monopolistico globale.Nel 1948, commentavamo le elezioni dell’epoca ricordando “Non le conte schedaiole determinano lesituazioni, ma i fattori economici che si concretano in posizioni di forza, in controlli inesorabili sulla produzione eil consumo, in polizie organizzate e stipendiate, in flotte incrocianti nel mare di lor signori”. Il significato è chiaro;sono i processi racchiusi nel conflitto sociale, e gli equilibri di potere fra le classi che determinano i cambiamentidella storia.La cabina elettorale è invece la tomba in cui il proletario seppellisce la speranza di modificare realmente lesue condizioni d’esistenza, legittimando, con la farsa schedaiola, uno Stato democratico/parlamentare che, alpari di uno Stato dittatoriale, ha in ultima istanza la funzione di garantire la vita mostruosa del capitale. Ancora1948 scrivevamo: “Eletto chicchessia al governo della repubblica, non avrebbe altra scelta che rinunziare, ooffrirsi in servigio all'ingranamento di forze capitalistiche mondiali che maneggia lo Stato vassallo italiano”.Gli eletti dal popolo sovrano non hanno scelta, o accettano di far continuare a funzionare la macchina delcapitale, oppure devono rinunziare e dimettersi. Non ci sono alternative, il capitale non ammette servitoriinfedeli, le forze capitalistiche mondiali che maneggiano lo Stato vassallo italiano sono controllori occhiuti ezelanti, e i loro investimenti vanno tutelati. Nel mondo contemporaneo, va ripetuto, le scelte decisive sfuggonoalla discussione e al controllo delle assemblee legislative, dei partiti e di tutte le altre forme organizzate dirappresentanza popolare. Oggi, anche di fronte ad una crisi politica emergente dagli stessi risultati elettoralidiventa sempre più difficile mantenere la mascheratura democratico/parlamentare, che infatti tende adissolversi. Quello che emerge è la concretezza di un apparato statale e di un “partito d’ordine” 24 che si deveincaricare di mantenere la continuità del dominio di classe e degli interessi generali del capitale.Il grande capitale monopolistico transnazionale delega poche funzioni agli stati nazionali; si tratta di semplicicompiti di coordinamento finanziario e monetario delle varie economie nazionali, per meglio favorire losfruttamento della forza lavoro e la circolazione del capitale. Il potere legislativo è spostato verso l’esecutivo, eda questo a organismi burocratici che si estendono dall’apparato amministrativo dello Stato all’impresa statale,fino ai più grandi gruppi privati e alle maggiori organizzazioni sindacali. In apparenza i governi e i parlamenti24 Il riferimento è al testo di Marx “Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte”25

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