10.07.2015 Views

rivista giugno 2013 - Partito Comunista Internazionale

rivista giugno 2013 - Partito Comunista Internazionale

rivista giugno 2013 - Partito Comunista Internazionale

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

forme di nazionalismo ed il movimento di Grillo si allinea ai tempi: “essere "apartitici" non significa altro cheessere del "partito dominante" del Capitale, in cui la fusione eclettica di argomenti di “sinistra” e di “destra” perfondare un programma “né di destra, né di sinistra”, incarna “veramente” lo spirito per l’emergere di unnazionalismo-popolare molto più adeguato ai tempi di crisi e sacrificio, rispetto a quello fatto di retoricapatriottarda ed europeista evocato dal presidente della repubblica e da tutti i “vecchi” partiti. Tutti questiinteressi trasversali danno luogo a spinte e controspinte che hanno un riflesso sul quadro politico immediato: ipartiti tradizionali e le istituzioni parlamentari si dimostrano inadeguati ad assicurare un equilibrio tra lecomponenti sociali, aumenta la conflittualità politico-istituzionale, emergono “nuovi” soggetti e formazioniparlamentari.Ma tutte le forze politiche, anche se apparentemente divise su molti punti, sono però unite su una precisaposizione di classe: rendere il lavoro ed i salariati ancora più flessibili e genuflessi agli interessi del Capitale edai meccanismi della sua riproduzione. Qualunque esecutivo dovrà risolvere un problema che è sul tappeto daanni: agire sulla forza lavoro per estrarre più plusvalore dentro un nuovo “patto fra produttori”.La sovrastruttura politica che serve a ciò è una democrazia blindata con un esecutivo forte che agisca edoperi senza intralci parlamentari. Su questo terreno democratico tutti i protagonisti della politica-politica sitrovano d'accordo, bisogna cambiare, rinnovare, promuovere, riformare. La direzione di questo cambiamento èsolo quella di portare ad una collaborazione con le buone o con le cattive tutte le classi in nome di un “interessecomune”. Quale schieramento trasversale si farà interprete e massa di manovra, di questa impellente necessitàha poca importanza, la realtà lavora per la sua formazione poiché si restringono gli spazi di mediazione socialesi potenziano gli esecutivi politici e l’invasività dello stato e questo processo troverà i suoi esecutori. Il problemava al di là degli individui oggi in campo, che in quanto tali possono anche uscire di scena, e riguarda, appunto,le dinamiche sociali in atto e il loro sviluppo in un quadro generale che, tra tante incertezze, offre una solidacertezza: non si tornerà più in una situazione precedente la crisi e bisognerà dirottare il più dei sacrifici sullespalle del lavoro dipendente.Quello che è importante, per noi, è la conferma storica che dimostra come: a fronte della necessità dipreservare il ciclo di valorizzazione ed accumulazione del capitale, e di quello finanziario in particolare, gli statidevono continuamente rompere la loro architettura istituzionale trasformandosi, contro tutta la loro ideologiauniversalistica, democratica e schedaiola, nelle macchine di controllo e di dominio che Lenin in Stato eRivoluzione aveva tratteggiato. Accentramento dei poteri, svuotamento degli istituti elettorali-perlamentari edelle istanze politiche tradizionali, impossibilità di gestire e distribuire la ricchezza come in passato, mentre lefunzioni repressive di carattere preventivo assumono una prassi quotidiana: “Anche quindi la politica di governodella classe imperante, da vari decenni a questa parte e con ritmo sempre più deciso, si evolve verso forme distretto controllo, di direzione unitaria gerarchica fortemente centralizzata. Questo stadio e forma politicamoderna, sovrastruttura che nasce dal fenomeno economico monopolistico ed imperialistico previsto da Leninfin dal 1916 col dire che le forme politiche della più recente fase capitalistica possono essere soltanto di tiranniae di oppressione, questa fase tende a sostituire generalmente nel mondo moderno quella del liberismodemocratico classico, non è altro che il fascismo.” (Tesi della Sinistra 1945)La borghesia non aspetta la crisi, e la sua tormentata evoluzione si dirige verso la preparazione alla difesaed all’attacco: la classe operaia ne tragga a sua volta l’ammonimento a difendersi per poter contrattaccare sututti i fronti, dalla più semplice rivendicazione salariale fino alla più vasta affermazione politica, riconoscendo inogni mossa dello stato volta a rafforzare la propria “corazza”, un colpo diretto alla sua esistenza organizzata.Aprile <strong>2013</strong>37

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!