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rivista giugno 2013 - Partito Comunista Internazionale

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Il nome di Marx e di Lenin e le loro tesi possenti, sulle labbra di quelli che ne hanno fatto inaudito scempio,sono avviliti alla stessa funzione di imbonitura di tutte le altre mistiche ingannatrici. Il marxismo e il leninismonon hanno codici o vangeli, la loro affermazione risiede nella continua, ininterrotta conferma del metodo nelpiano della interpretazione e in quello dell'azione. Invocati al momento dello sbaraglio nello stile da sacrestanidell'ipse dixit, si abbassano allo stesso compito truffaldino che hanno i nomi dei santi sulle bocche dei preti oquelli degli eroi nazionali sulle bocche dei patriottardi.Con uno schieramento delle forze della classe operaia al di fuori della tattica del fronte unico e popolare,che rifuggisse da rivendicazioni antitetiche al programma proletario e da promesse di vittorie legali, che avessesaputo disprezzare la illusoria conquista rappresentata dal riottenimento della facoltà democratica, ben altraposizione di resistenza avrebbero ora dinanzi a sé i piani di assoggettamento del capitalismo di oltreoceano e lecricche di venduti arruolate dalla fosca libidine di amministrare i soccorsi.Invece l'imperialismo capitalistico, le classi privilegiate, gli stati maggiori dell'affarismo, la Chiesa, l'altaburocrazia hanno campo libero in Italia. Poco li disturba il chiasso che riesce ancora a fare una opposizionebattuta che non ha avuto una parola contro il rastrellamento delle armi conservate dagli operai, che affiggemanifesti con «Viva la Polizia!», che sa solo invocare il rispetto della costituzione, che pone come obiettivo agliscioperi ammaestrati rivendicazioni così audaci come la concessione di qualche posto nel gabinetto aglionorevoli del fronte popolare, e, se offerto, avrebbe la suprema viltà di accettarlo rimettendo la sordina a Marxnon solo, ma anche all'ombra pallida che si va farisaicamente rievocando di Giordano Bruno.La democrazia sorta dall'abbattimento del fascismo impegnò a quell'obiettivo le forze operaie promettendoche, vinta la reazione, avrebbe avanzato a ritmo progressivo. Ma noi le contestiamo di essere un progressorispetto al fascismo, e anche se incedesse travolgente, neghiamo che con essa avanzerebbe la causa dellarivoluzione proletaria e del comunismo. Comunque essa tradisce la sua stessa promessa: ognuno può senzaardui sforzi teoretici constatare il senso trionfalmente progressivo della situazione in Italia; bilancio dicinquant'anni di peste bloccarda: la chierica avanza, il fronte rincula.31

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