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Il Libro Italiano della Talidomide... - a.na.d.ma.

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BREVE STORIA DELLA TALIDOMIDE IN ITALIA 19ovvero dell’EMEA, le autorità competenti dei singoli Paesi (UK, Ger<strong>ma</strong>nia, Spag<strong>na</strong>, Portogallo, Francia,Belgio) si sono singolarmente pronunciate a favore dell’adozione di sistemi di Risk Ma<strong>na</strong>gement daaccompag<strong>na</strong>re all’impiego terapeutico <strong>della</strong> talidomide.Attualmente in Europa, nell’impiego ad uso nomi<strong>na</strong>le (e nei Paesi ove il far<strong>ma</strong>co è stato già approvato),risultano ad oggi complessivamente registrati nel “data base” degli utilizzatori di Thalidomide Pharmioncirca 5.000 medici, oltre 3.000 far<strong>ma</strong>cie e 11.000 pazienti.La gestione del proble<strong>ma</strong> del potenziale teratogenico dei far<strong>ma</strong>ci (non solo quindi riferito alla talidomide) èun te<strong>ma</strong> in costante progresso ed evoluzione: a titolo di esempio si seg<strong>na</strong>la come, in parallelo all’impiegonella pratica clinica or<strong>ma</strong>i quotidia<strong>na</strong> <strong>della</strong> talidomide, sia in corso un intenso program<strong>ma</strong> inter<strong>na</strong>zio<strong>na</strong>le disviluppo clinico e regolatorio che già coinvolge nuovi far<strong>ma</strong>ci il cui principio attivo risulta essere underivato <strong>della</strong> molecola origi<strong>na</strong>le di talidomide.Uno tra i più interessanti di questi nuovi far<strong>ma</strong>ci in sviluppo clinico e registrativo risulta essere lale<strong>na</strong>lidomide (Celgene), il cui impiego può estendersi non solo al trattamento del mielo<strong>ma</strong> multiplo <strong>ma</strong>anche alla variante definita come “5q” delle sindromi mielodisplastiche, un insieme di neoplasiee<strong>ma</strong>tologiche u<strong>na</strong> volta definite con il generico termine di “anemia aplastica”. Recentemente l’FDA haannunciato l’avvio di un processo di valutazione del program<strong>ma</strong> di Risk Ma<strong>na</strong>gement (denomi<strong>na</strong>to“RevAssist”) messo a punto a tal proposto da Celgene con l’obiettivo ancora u<strong>na</strong> volta di annullare ilpossibile rischio taratogeno associato all’impiego <strong>della</strong> le<strong>na</strong>lidomide.Se il proble<strong>ma</strong> <strong>della</strong> teratogenicità non è verosimilmente ancora superato per i derivati <strong>della</strong> talidomide,l’adozione di sistemi di Risk Ma<strong>na</strong>gement è u<strong>na</strong> pratica desti<strong>na</strong>ta a diffondersi ed affer<strong>ma</strong>rsi per la gestionedi tutti quei far<strong>ma</strong>ci ad elevato rischio potenziale associato al loro impiego.Un recente convegno inter<strong>na</strong>zio<strong>na</strong>le (Ro<strong>ma</strong>, aprile ’05) che ha coinvolto un gruppo rappresentativo difar<strong>ma</strong>cisti ospedalieri di diversi Paesi europei, è stato ampiamente dedicato alla valutazione dell’opportunitàdi adozione e del possibile impatto dei sistemi di Risk Ma<strong>na</strong>gement nell’attività ospedaliera. Al termine deilavori, i partecipanti non solo sono risultati concordi sulla necessità di adottare uno specifico siste<strong>ma</strong> di RiskMa<strong>na</strong>gement per la distribuzione <strong>della</strong> talidomide, <strong>ma</strong> anche sul fatto che questo approccio rappresenta unvero e proprio “modello” da considerare ogni qualvolta si presenti la necessità di gestire un far<strong>ma</strong>co “adelevata necessità di monitoraggio”.

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