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Il Libro Italiano della Talidomide... - a.na.d.ma.

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LA TALIDOMIDE, DALLA STORIA ALLA FARMACOLOGIA CLINICA 31conscia dei rischi e ritiene che la diffusione di tale far<strong>ma</strong>co sia ostacolata da problemi burocratici.Infatti, u<strong>na</strong> indagine prelimi<strong>na</strong>re condotta nel 2005 dall’AIOM evidenzia ciò. A 2000 medici oncologi,iscritti all’AIOM (Associazione Italia<strong>na</strong> Medici Oncologi), è stato somministrato, via web, un questio<strong>na</strong>rio(20 do<strong>ma</strong>nde) sull’impiego <strong>della</strong> talidomide. <strong>Il</strong> 36% (714 oncologi) ha risposto al questio<strong>na</strong>rio e, di questi,il 40% (289) ha affer<strong>ma</strong>to di utilizzare la talidomide per il trattamento di mielo<strong>ma</strong> multiplo (88%),glioblasto<strong>ma</strong> (6%) e carcino<strong>ma</strong> re<strong>na</strong>le (6%). Gli intervistati hanno dichiarato che il far<strong>ma</strong>co era statodispensato nell’82% dei casi da far<strong>ma</strong>cie ospedaliere, nel 12% da far<strong>ma</strong>cie territoriali e nel 6% dalle ASL. Allado<strong>ma</strong>nda (con possibilità di risposta multipla) su quali fossero i problemi legati alla prescrizione delfar<strong>ma</strong>co, il 47%, di coloro che hanno risposto (714), ha addotto problemi burocratici, il 27% diregolamentazione e solo il 10% di sicurezza.ConclusioniLa letteratura scientifica dimostra che la talidomide ha un presente ed indica che ha un futuro. In questopresente credono i medici ed in questo futuro credono non solo i ricercatori, <strong>ma</strong> anche le industriefar<strong>ma</strong>ceutiche, che stanno sviluppando derivati brevettabili di questa molecola. Tuttavia anche i derivati<strong>della</strong> talidomide sembrano avere effetti teratogeni e, se <strong>ma</strong>i dovesse avvenire la loro commercializzazione(ovviamente a costi molto più elevati), essa andrà ugualmente accompag<strong>na</strong>ta da un protocollo di<strong>ma</strong><strong>na</strong>gement del rischio. È stato infatti del tutto recentemente annunciato lo svliluppo di un program<strong>ma</strong> diRisk Ma<strong>na</strong>gement (denomo<strong>na</strong>to “RevASSIST”) sviluppato appositamente per il derivato <strong>della</strong> talidomide“Le<strong>na</strong>lidomide”, che verrà portato in approvazione FDA a gen<strong>na</strong>io 2006.La <strong>ma</strong>ncanza in Italia di un program<strong>ma</strong> autorizzato di controllo, simile a quello in vigore in altri Paesi,garantisce poco chi usa la talidomide da eventi avversi, porta ad un uso off-label in numerose altre patologiedove <strong>ma</strong>ncano efficaci terapie, impedisce di comprendere nella sua interezza quanto ed in quali patologiesia utilizzata e di acquisire dati di efficacia per quelle patologie in cui viene utilizzata per usocompassionevole.

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