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Il Libro Italiano della Talidomide... - a.na.d.ma.

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54 GIAMPIERO CAROSI, FRANCESCO CASTELLI<strong>Il</strong> trattamento delle leproreazioni<strong>Il</strong> trattamento delle leproreazioni assume particolare importanza sia per risolvere l’acuzia, spessodram<strong>ma</strong>tica, <strong>della</strong> sinto<strong>ma</strong>tologia sia per evitare le conseguenze irreversibili delle leproreazioni stesse. È dasottolineare la necessità di continuare la terapia antilebbrosa anche in corso di leproreazione.Classicamente, il trattamento <strong>della</strong> leproreazione di tipo 1 reversal si basa sull’impiego di far<strong>ma</strong>ci antiinfiam<strong>ma</strong>toricorticosteroidei. <strong>Il</strong> prednisolone alla dose standard di 1 mg/kg/die per 10-12 setti<strong>ma</strong>ne èsolitamente in grado di controllare il quadro clinico. Talora è necessario ricorrere alla neurolisi chirurgicadel tronco nervoso compresso nei ca<strong>na</strong>li osteo-tendinei.<strong>Il</strong> trattamento <strong>della</strong> leproreazione di tipo 2, l’Erite<strong>ma</strong> Nodoso Leproso, un tempo limitato all’impiegodegli steroidi o <strong>della</strong> clofazimi<strong>na</strong>, ha di recente trovato nelle proprietà anti-infiam<strong>ma</strong>torie <strong>della</strong> talidomideun potente ausilio terapeutico dopo la scoperta, quasi casuale, delle sue proprietà antinfiam<strong>ma</strong>torie nel1965 (Sheskin, 1965).La talidomide, un ansiolitico ritirato dal commercio negli anni ’60 a causa delle sue dram<strong>ma</strong>tiche proprietàteratogenetiche, esplica rapida azione impiegata al dosaggio di 100-300 mg/die sino a risoluzione deisintomi (in media circa 2-3 setti<strong>ma</strong>ne) per poi essere scalata di 50 mg ogni 2-4 setti<strong>ma</strong>ne. In caso di ENLcronico, possono essere impiegati i minimi dosaggi efficaci per il controllo <strong>della</strong> sinto<strong>ma</strong>tologia. <strong>Il</strong>trattamento con talidomide previene i danni neuro<strong>na</strong>li per<strong>ma</strong>nenti.<strong>Il</strong> meccanismo di azione anti-ENL <strong>della</strong> talidomide si esplica verosimilmente mediante le sue proprietàimmunomodulatorie (Theo et al., 2005).La talidomide infatti esplica u<strong>na</strong> efficace azione inibitoria nei confronti del TNF-a (tumor necrosis factor),u<strong>na</strong> potente citochi<strong>na</strong> pro-infiam<strong>ma</strong>toria che gioca un ruolo chiave nel determinismo degli statiinfiam<strong>ma</strong>tori ed i cui livelli sono significativamente aumentati in questa condizione (Partida Sanchez et al.,1998). Inoltre, un ulteriore meccanismo potrebbe essere rappresentato dalla stimolazione <strong>della</strong>proliferazione dei T-linfociti. La stimolazione T-cellulare si verifica mediante produzione di citochi<strong>na</strong> IL-2ed è <strong>ma</strong>ggiore a carico <strong>della</strong> classe dei linfociti T-citotossici, dotati di <strong>ma</strong>ggiore attività anti-infiam<strong>ma</strong>toria,rispetto ai T-helper. Non da ultimo, la talidomide induce u<strong>na</strong> stimolazione Th1 con incremento <strong>della</strong>conseguente produzione di interferon-g (Verbon, 2000), i cui livelli sono risultati aumentati del 422% dopo2 mesi di trattamento con talidomide.

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