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scarica il testo in pdf - Istituto Italiano per gli Studi Filosofici

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l<strong>in</strong>guaggio razionale e <strong>il</strong> primato assoluto del “vedere” nel l<strong>in</strong>guaggiosemantico.Posta la dist<strong>in</strong>zione fra l<strong>in</strong>guaggio dimostrativo e l<strong>in</strong>guaggiosemantico, affermato <strong>il</strong> carattere di fondamento del secondorispetto al primo, si prospetta <strong>per</strong> l’autore <strong>il</strong> problema del rapportofra pathos e logos, della loro separazione e della loro possib<strong>il</strong>ericonc<strong>il</strong>iazione. Grassi r<strong>in</strong>viene nell’Elogio di Elena del sofistaGorgia la sco<strong>per</strong>ta e l’elaborazione della potenza del pathos e dell’abissoesistente fra ciò che rivela la ragione e ciò che ci viene trasmessodalle immag<strong>in</strong>i patetiche. È <strong>per</strong>ò nel Fedro di Platone cheviene <strong>in</strong>dividuato <strong>il</strong> su<strong>per</strong>amento di tale dualismo. Contrariamentealla lettura tradizionale, che vede nel dialogo una critica radicaledella retorica, Grassi concentra la sua attenzione sul fatto che l’essenzadella f<strong>il</strong>osofia non si esaurisce <strong>per</strong> Platone nell’episteme.Quando <strong>in</strong>fatti, nella seconda parte del dialogo, Platone affermache l’oratore dovrebbe possedere dianoia di ciò su cui si parla, fa<strong>in</strong> effetti riferimento non all’episteme, ma al nous. Dianoia –secondo l’<strong>in</strong>terpretazione di Grassi – è quella capacità che ci <strong>per</strong>mettedi dist<strong>in</strong>guere <strong>in</strong> un modo fondato con <strong>il</strong> nous, cioè <strong>in</strong> basealla visione delle archai. Nous non è allora identico a episteme, mane costituisce piuttosto la premessa: la ratio può trarre delle conclusioniscientifiche solo grazie alla diretta <strong>il</strong>lum<strong>in</strong>azione da partedel nous. La fonte della vera retorica non è dunque l’episteme, mala visione noetica, non razionale, che la fonda. Da questo punto divista risulta risolto, secondo l’autore, <strong>il</strong> dualismo di pathos e logos,che si rivela <strong>in</strong>su<strong>per</strong>ab<strong>il</strong>e solo ed unicamente nella prospettiva diun discorso puramente razionale, e non <strong>in</strong> quella di un discorsoche <strong>in</strong>cluda i fondamenti del nostro sa<strong>per</strong>e.Contro <strong>il</strong> razionalismo, che crede di riconoscere nell’accentuazionedella potenza dell’immag<strong>in</strong>e dei fattori irrazionali e mira abandire l’immag<strong>in</strong>e dall’ambito della f<strong>il</strong>osofia, Grassi tenta di“liberare l’essenza e la funzione dell’<strong>in</strong>genium” e di attestare la47

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