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INSEGNAMENTO PITAGORICO ARMONIA - Istituto Cintamani

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LA DOTTRINA ETICA NELLA MUSICALa musica non è un intrattenimento piacevole o una consolazione superficiale per unanimo abbattuto, ma una chiave essenziale per interpretare l’armonia segreta di Dioe della natura, in cui l’unico elemento dissonante è il male che si annida nel cuoredegli uomini. 10La musica, secondo gli antichi filosofi, ha molteplici influssi sull’animo umano. Questo avviene perchél’anima trasmette al corpo il ricordo della musica di cui fu partecipe in cielo ed è tale la sua seduzione chenon c’è essere animato o addirittura inanimato che non ne sia avvinto. L’antico insegnamento affermavache dopo la morte, l’anima ritornava alla dimora celeste, fonte della dolcezza musicale, e di conseguenza sistabilì che i morti dovevano essere accompagnati alla sepoltura a suon di musica, usanza che è praticataancora oggi. L’uso dei canti funebri, in Grecia chiamati Thrénoi, è molto antico e universale.Su questa concezione è basata la dottrina etica della musica presso i Greci iquali riconoscevano un particolare carattere, o ethos, nei modi (scale musicali),nei generi e nei ritmi musicali. I Greci ritenevano che ogni disposizionedell’anima fosse governata dalla musica: si suonava per avanzare o ritirarsi inbattaglia, per eccitare o placare l’ardore guerriero. I Cretesi combattevano alsuono della cetra, gli Spartani al suono delle tibie e non affrontavano ilcombattimento prima di aver fatto sacrifici alle Muse.Platone, dopo aver identificato sei tipi armonici e sei corrispondenti sensibilitàmusicali (III libro della Repubblica), individuò nelle modalità doriche e frigie,rispettivamente definite energica e determinata, quelle in grado di svolgere unruolo significativo nella formazione della classe dirigente della città giusta. Ilmodo dorico, per esempio, per il suo carattere austero e sostenuto, oltre cheper le sue origini nazionali, fu ritenuto il più adatto alla formazione degli animiforti e all’educazione della gioventù. L’armonia frigia è giudicata da Platone in tutt’altro modo che quelloattribuitogli da Aristotele, cioè non come orgiastica apportatrice di passione selvaggia e dell’orgiabacchica 11, bensì quale fonte volitiva di saggezza. Tuttavia, Platone esclude dal suo Stato la danza bacchicaimitatrice di persone in preda all’ebbrezza, perché non è né danza di pace né danza di guerra. Da escluderesarebbero anche la modalità lidia e quella ionica Infatti, la prima era il modo delle nenie funebri e deilamenti, pertanto inviterebbe al facile pianto, allontanando l’ascoltatore dal controllo delle passioni, laseconda sarebbe espressione di una convivialità licenziosa, non consona a sviluppare tipologie umaneimprontate a coraggio e perseveranza.Per Platone la vera musica doveva essere considerata innanzitutto la filosofia, come avrebbe riconosciutogià Socrate (secondo quanto si racconta nel Fedone), che proprio in sogno avrebbe ricevuto l’ordine didiventare musicista. Ma, per l’appunto, in base alla specifica convinzione secondo cui la più alta forma dimusica sarebbe stata appunto la filosofia. Perciò la filosofia è nata come musica, mousiké. Il filosofo hasempre voluto rendere armonico il caos dell’esistente. Ha sempre voluto fare, del rumore dell’esistenza,una musica consonante e rigenerante. Musica rigeneratrice, capace di sanare e lenire le ferite prodotte da10 S. Boezio, De Institutione Musica, 500, 507.11 Negli scritti di Platone non c’è una preclusione contro il culto dionisiaco anzi, Dioniso è equiparato, nell’educazionemusicale dei cittadini, alle Muse e ad Apollo (Leg. 2,664c-665b).7

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