Ruote nelFoto ArchivioActualfotoEugenioCastellottiQuel fiore schiacciatodalla pressionedi Carlo BaffiA Monte-Carlo Castellotti terminò la gara rilevando la Ferrari F50 n.20 da Manuel FangioSono da poco passate le 17.15del 14 marzo 1957, quando l’Ansa batte il flash: ”Incidente aCastellotti”. Poco dopo nesegue un secondo, che annunciail decesso del pilota. La tragediaè avvenuta durante i collaudidella Ferrari 801, presso lapista dell’Aerautodromo diModena. Uno schianto fatale,che ha calato bruscamente ilsipario su una promessa dell’automobilismonazionale. Un’avventurabreve, ma intensissima,quella di Eugenio Castellotti,nato a Lodi il 10 ottobre del1930. Un’infanzia psicologicamentenon facile. La madrenubile è ancora sedicenne,mentre il padre, un facoltosoavvocato del lodigiano prossimoai 60 anni, riconosce il figliosolo quando questi compie ilnono anno di età. Alle attenzionimaterne, si contrappone l’intransigenzadel genitore chevede nel figlio un futuro forense.Altro che automobili, chesono la vera grande passione diEugenio, che 13enne gira dinascosto sull’Alfa paterna. Unagiovinezza trascorsa in collegio,fino alla scomparsa del padre54
tempoCon la Ferrari 290MM vince la Mille Miglia del 1956da cui eredita un patrimonioimmenso. Castellotti si regalauna Ferrari 166S Sportscar,con cui può finalmente coltivarel’amore per la velocità. Sfrecciasulle provinciali, sfidando dinotte gli amici fino a Milano. Ilsuo futuro sono le corse e il 1°aprile del 1951 debutta al Girodi Sicilia con la sua barchettaFerrari. Poi è il turno della MilleMiglia, della Coppa dellaToscana e di altre gare in Salita.La grande occasione arrivacon i Prototipi: giunge secondoal GP di Monaco e vince in Portogallo.Imprese, che nel 1954gli fruttano la chiamata da partedella Lancia che gli offre primaun volante per la gare Sporte l’anno dopo quello della D50,in Formula 1. Fa coppia con ilgrande Alberto Ascari, con cuinasce un grande amicizia.“Metti le ruote dove le mettoio”, gli dice spesso “Ciccio”,quasi fosse una sorta di fratellomaggiore. L’esordio nel mondialeavviene il 16 gennaio1955 sul circuito di BuenosAires, dove per il caldo torrido,Castellotti abbandona esaustola gara. Si riscatta a Monte Carlo,giungendo 2° alle spalle dellaFerrari di Trintignant. Una corsasegnata dal pauroso incidentedi Ascari che vola inmare, senza riportare conseguenze.Solo un grosso spavento,che il due volte iridato intendeesorcizzare subito.L’occasione si presenta, quandoviene invitato a Monza dall’amicoEugenio, impegnatonelle prove in vista della “1000Chilometri”. Chiede di farequalche giro; ne farà solo unpaio, perché per cause ancoraoscure resta vittima di un tremendoschianto. È il 26 maggio1955. Un colpo durissimo perla Lancia che sospende l’attivitàagonistica, lasciando correreCastellotti in Belgio, a titolo personale.Malgrado sia molto provato,è stato uno dei primi asoccorrere Ascari, il lodigianoreagisce con la pole a Spa. E’la sua ultima gara con la vetturatorinese, perché dal 26luglio, tutto passa sotto lagestione Ferrari, con cui concludeil mondiale al terzo posto.Nonostante le forti rivalità conHawthorn, Musso e Collins(Fangio è prima guida incontrastata)chiude 6° nella stagione‘56, con una mancata vittoria aReims, bloccato dagli ordini discuderia. La rivincita arrivaperò alla Mille Miglia. Sotto undiluvio e senza visiera per quasi350 km, alla guida della290MM precede Collins di 12’,Musso di 34, Fangio 49.Un’apoteosi che gli vale ancheil titolo di Campione d’Italia. Il1957 lo vede ancora sulla rossa,ma lo strapotere dellaMaserati 250F preoccupa. Unmomento difficile che coincidecon problemi legati alla vitaaffettiva. Da tempo tiene bancola sua relazione con OdetteBedogni, in arte Delia Scala,famosa attrice del momento.Un rapporto tormentato dagelosie reciproche e contrastatodalla madre di lui. E’ marzoe Castellotti, fa la spola traModena e Firenze, dove ognisera assiste alla commedia incui recita la sua futura sposa.Uno stress a cui si aggiungonole pressioni della squadra. Il 14marzo alle 8.30, dopo aver viaggiatoin treno, si presenta inpista a Modena convocato dalDrake. Deve battere il recordstabilito il giorno prima da JeanBehra, alfiere del Tridente.Castellotti sale in macchina esi lancia. Ogni 5 giri rientra perle regolazioni, ma pare sia moltonervoso. È ormai tardopomeriggio, quando la monopostoarrivando in prossimità della“esse” tocca un cordolo,sbanda, punta verso il prato esi ribalta volando sulla tribunettadella “Biella”. Il pilota sbalzatofuori, viene subito soccorso,ma si spegne durante il trasportoin ospedale. Così comela sua ancora promettente carriera.55