Numero 109 - Anno XVIII, Novembre/Dicembre 2010
Numero 109 - Anno XVIII, Novembre/Dicembre 2010
Numero 109 - Anno XVIII, Novembre/Dicembre 2010
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Una passeggiata nel barocco palermitano<br />
Fra decori, stucchi, marmi policromi e puttini, il grande successo della passeggiata organizzata<br />
la mattina del 20 novembre in collaborazione con l’associazione Itiner’ars nel cuore di<br />
Palermo, alla scoperta di alcune delle più belle chiese della città<br />
L<br />
a voglia di scoprire la<br />
nostra città, i suoi bellissimi monumenti<br />
e la sua storia è sempre<br />
viva e non c’è volta che si organizzi<br />
una visita guidata del centro storico<br />
di Palermo, uno dei più estesi<br />
di tutto il mondo secondo<br />
l’UNESCO, che non vi sia subito la<br />
richiesta da parte dei nostri soci di<br />
un immediato successivo appuntamento.<br />
Anche questa volta il<br />
successo della passeggiata organizzata<br />
la mattina di sabato 20 novembre,<br />
con la collaborazione<br />
dell’associazione Itiner’ars, è stato<br />
strepitoso e la promessa di altri<br />
appuntamenti ravvicinati nel tempo<br />
un obbligo morale. Merito della<br />
bellissima giornata di sole che ci<br />
ha aiutati, a dispetto di previsioni<br />
meteo che non facevano presagire<br />
nulla di buono, e merito soprattutto<br />
della nostra guida, Alessandra,<br />
laureata in storia dell’arte, preparata,<br />
simpatica, capace di seguire<br />
e interessare tutto il gruppo senza<br />
mai apparire pedante o ovvia.<br />
Ma andiamo per ordine. Il<br />
tema della passeggiata era stavolta<br />
le chiese barocche palermitane,<br />
e l’obiettivo era quello di conoscere<br />
alcuni i più importanti esempi della<br />
monumentalità religiosa della città<br />
fra ‘600 e ‘700, allorquando ordini<br />
religiosi come i Teatini, i Francescani,<br />
i Domenicani o i Gesuiti era-<br />
no fra i massimi protagonisti della<br />
vita sociale, economica e intellettuale<br />
della vice-capitale del regno,<br />
Palermo. L’appuntamento per il<br />
nostro gruppo era stato fissato alle<br />
9,15 a Piazza Bellini, da cui poi ci<br />
saremmo mossi per la nostra passeggiata.<br />
E a presentarsi sono stati<br />
25 soci.<br />
Piazza Bellini e la chiesa<br />
di Santa Caterina<br />
La Piazza Bellini, un tempo<br />
denominata Piano di San Cataldo,<br />
si stende in modo irregolare alle<br />
spalle del Palazzo Senatorio, oggi<br />
sede del Comune, che un tempo<br />
aveva qui la sua facciata principale;<br />
prendeva nome dalla Cappella<br />
di San Cataldo, del periodo normanno,<br />
che adesso si trova insieme<br />
alla limitrofa Chiesa di Santa<br />
Maria dell'Ammiraglio (o della Martorana)<br />
su un piano sopraelevato<br />
rispetto a quello stradale.<br />
Dalla parte opposta rispetto<br />
alle due predette Chiese, accanto<br />
al Palazzo Senatorio, si trova la<br />
facciata della Chiesa di Santa Caterina,<br />
uno dei più insigni esempi<br />
di barocco palermitano, per tanti<br />
anni chiusa al pubblico fin quando<br />
proprio l’associazione Itiner’ars<br />
non è riuscita a gestirne il restauro<br />
e a ricevere l’incarico di tenerla<br />
aperta per le visite del pubblico. E<br />
I nostri soci all’interno della chiesa di Santa Caterina<br />
IL CLUB n. <strong>109</strong> – pag. 16<br />
proprio da questa chiesa è iniziata<br />
la nostra passeggiata per Palermo<br />
barocca.<br />
L’architettura della chiesa è<br />
tardo-cinquecentesca, a navata unica<br />
e a croce latina, costruita in<br />
seguito all'ampliamento di un monastero<br />
di suore domenicane voluto<br />
dal predetto Ordine a metà del<br />
'500. Il monastero era nato a seguito<br />
del volere di una nobile palermitana,<br />
Benvenuta Mastrangelo,<br />
rimasta nel 1310 vedova e senza<br />
figli. Pare che all’inizio accogliesse<br />
semplici donne meretrici; soltanto<br />
in seguito, il suo stato mutò per<br />
magnificenza e ricchezza divenendo<br />
un monastero nobiliare e di<br />
clausura. Nel corso del XVI secolo,<br />
infatti, per l’accrescersi del numero<br />
delle suore, il monastero venne<br />
ampliato, e l’antica chiesa di 5an<br />
Matteo che dava il nome alla contrada,<br />
venne incorporata al monastero<br />
stesso. A suor Maria del Carretto,<br />
figlia di Giovanni conte di<br />
Racalmuto, si deve la fondazione<br />
della chiesa attuale, dato che la<br />
vecchia chiesa risultava ormai piccola<br />
e non più corrispondente<br />
all’importanza e alla ricchezza conquistata<br />
dal monastero.<br />
La nuova chiesa, dedicata<br />
a 5anta Caterina, venne quindi<br />
edificata tra il 1566 e il 1596 ed<br />
inaugurata il 24 novembre, nel<br />
giorno della ricorrenza della Santa.<br />
Ignoto è il nome del suo architetto.<br />
Alla facciata della chiesa, alquanto<br />
sobria, seppur posta su un’alta<br />
scalinata, corrisponde un ricchissimo<br />
interno, frutto di due secoli di<br />
lavoro di artisti perlopiù rimasti<br />
anonimi, con sculture, stucchi e<br />
intarsi marmorei che danno il senso<br />
dello sfarzo secentesco dovuto<br />
alla Controriforma. Grande attenzione<br />
è stata dedicata nel corso<br />
della visita ai preziosi quadri in<br />
marmi mischi e bassorilievi posti<br />
alla base delle lesene e ai medaglioni<br />
con le storie di Santa Caterina<br />
delle pareti.<br />
Altrettanto interesse hanno<br />
suscitato gli affreschi di cui la<br />
chiesa è letteralmente ricolma,<br />
come quello di “Gesù che appare a<br />
Santa Caterina”, quello della “Madonna<br />
che appare alla Santa” e