Per giustificare queste affermazioni, vediamo ora come l’uomo haalterato i tre principali cicli climatici e biologici del nostro pianeta. Innanzituttol’essere umano ha modificato il ciclo del carbonio; forse il più importante di tutti,giacché la vita sulla Terra è basata su questo elemento. La concentrazione dianidride carbonica nell’atmosfera sta crescendo in misura esponenziale, «nonci sono dubbi che questo incremento sia stato guidato dall’attività umana, oggiprimariamente dall’uso dei combustibili fossili 48 ». 49 Nei paesi più poveri, invece,l’incremento di CO2 è principalmente il risultato della combustione di biomasse,cioè di foreste, sterpaglie, rifiuti e altri materiali organici usati nell’agricoltura.Un altro elemento essenziale per la vita è l’acqua: anche il suo ciclo èstato pesantemente disturbato. I movimenti delle vaste maree, i processi dievaporazione e di condensazione contribuiscono a mantenere stabili lecondizioni climatiche. L’acqua, però, è intensamente sfruttata per l’agricoltura,per i trasporti di materiali e per diluire i rifiuti chimici delle grandi industrie. Tuttequeste attività, nel loro complesso, turbano profondamente gli ecosistemiacquatici.Anche l’azoto, il gas predominante nell’atmosfera, è oggetto di alterazionidovute soprattutto all’uso dissennato di fertilizzanti agricoli. L’incremento dellasua concentrazione è tra i maggiori responsabili delle frequenti precipitazioni dipiogge acide e della presenza dello smog fotochimico 50 . Nel novero dei fattoriche plasmano il clima, non va dimenticato l’uso sconsiderato di alcuni prodottichimici, dei quali non si conosce ancora il potenziale pericolo. Valga da monitol’esempio di prodotti come il DDT 51 e i CFC 52 . Questi composti chimici venivanomassicciamente usati fino a qualche decennio fa, quando si scoprì che il DDTera anche un potente agente cancerogeno, mentre i clorofluorocarburi erano tra48 I principali combustibili fossili che l’uomo usa sono: carbone, metano e petrolio.49 P. M. Vitousek, H. A. Mooney, J. Lubchenco, J. M. Melillo, Human domination…, cit., p. 497.50 È un tipo di smog che colpisce molte aree urbane ed agricole: è causato dalle particolari reazioni, tra ivari composti dell’azoto, messe in moto dalla luce; è facilmente rilevabile poiché il cielo si presenta conuna sottile colorazione che può andare dal giallo-arancio al marroncino chiaro.51 Acronimo che identifica il composto chimico chiamato para-diclorodifeniltricloroetano, un potenteinsetticida usato soprattutto in ambito agricolo dall’inizio del ‘900 fino alla metà degli anni ’50; fu messoal bando all’inizio degli anni ’70 in America e, in seguito, in quasi tutto il mondo.52 Refrigerante, d'uso comune fino a pochi anni fa, composti da tre tipi di elementi chimici: il cloro, ilfluoro ed il carboni ; usati soprattutto come componenti delle bombolette spray.30
i colpevoli dell’allargamento del buco dell’ozono. Entrambi i prodotti, in seguito aqueste scoperte, furono banditi dai mercati internazionali.La combinazione di tutte queste alterazioni ha fatto si che la temperaturamedia della superficie terrestre sia aumentata di 0,6 °C nell’ultimo secolo.Siamo soltanto all’inizio dell’Antropocene e certamente il nostro impattosull’ambiente non potrà che aumentare. Gli effetti a lungo termine non sonocompletamente diagnosticabili, «è logico supporre […] che la Terra continuerà ascaldarsi per molti decenni ancora […] e che si verificheranno eventi climaticiimprovvisi» 53 . Ora possiamo già intravedere gli inizi di quelli che sembranoessere possibili disastri; i segni del cambiamento sono intorno a noi, nonpossiamo più nascondere la testa sotto la sabbia e far finta di nulla.L’aumento delle temperature sta contribuendo allo scioglimento di moltighiacciai, con un conseguente accrescimento del volume d’acqua nei mari.Molte isole, zone costiere e città famose potrebbero non esistere più traqualche secolo. L’aumento di qualche grado centigrado può inoltre portare adun inasprimento delle condizioni nelle aree già di per sé aride, provocando unmaggior numero d’incendi nelle zone boschive più secche e anomale ondate dicalore. L’aria calda agevola anche la formazione di terribili ed improvvisetempeste che, come conseguenza più grave, possono causare inondazioninelle città più colpite, un fenomeno che si accanisce per lo più nell'Europasettentrionale. Le zone marine non sono certo esenti da problemi. L’acquacalda favorisce la nascita dei temibili uragani che, ogni anno, sempre conmaggior frequenza ed intensità, colpiscono le coste americane ed asiatiche.Se prendiamo in esame soltanto l’ultimo secolo, possiamo renderci contodi come le cose si siano evolute in modo davvero rapido. «Chi ha cinquant’anniha visto le strade riempirsi di automobili, allargarsi le metropoli, spuntare nuovecittà e, in gran parte del mondo, l’agricoltura trasformarsi da lavoro manuale alavoro meccanizzato». 54 Chissà se, tra altri cinquant’anni, saremo i testimoni diulteriori progressi tecnologici e sociali o, nostro malgrado, costretti ad una53 P. J. Crutzen, Benvenuti nell’Antropocene, cit., p. 17.54 Ivi, p. 21.31
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