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La civilizzazione dei barbari La concezione integrazionista della ...

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no sui nostri figli. Questi, una volta adulti, non saranno più in grado di vivere inmezzo ai loro contemporanei coi quali non sono in armonia. Non importa che sianostati allevati in base ad idee troppo arcaiche o premature; in un caso come nell’altro,essi non appartengono al loro tempo e, di conseguenza, non si trovano in condizionidi vita normale”.Qui il messaggio è espresso molto chiaramente: ogni società è caratterizzatada un determinato modello di educazione, da un insieme di valori,di norme, di regole di comportamento, che si sono costruiti lentamentenel tempo. Sono norme, pratiche e valori che non sono stati inventatidalla mente di qualcuno, ma che sono il frutto di un’evoluzionesociale (questa è la filosofia durkheimiana) e si impongono in manieracostrittiva sul soggetto. Per meglio dire, devono imporsi in maniera costrittivase vogliamo mantenere la solidarietà sociale. Si tratta di un determinismoche appare molto forte, tanto che chi non si adegua al legamesociale, non lo accetta, o chi non viene formato ai valori su cui essosi fonda, è considerato un “deviante”, un “anormale” (“Essi non appartengonoal loro tempo e, di conseguenza, non si trovano in condizioni di vita normale”).In tal modo, prende corpo l’idea che l’educazione crei conformità,normalità, integrazione sociale (direi complessiva e totale) <strong>dei</strong> soggetti.Tale impostazione è stata spesso indicata come una delle peculiaritàdell’impostazione teorica durkheimiana, ed è interessante notare che aproposito dell’educazione ciò sia precisato con parole nettissime, percui si fa fatica a non pensare che la visione di Durkheim a proposito<strong>della</strong> socializzazione sia quella che è stata definita una visione “ultrasocializzata”6 . Una visione in cui, cioè, il soggetto è totalmente realizzatonella misura in cui è totalmente inserito e ha totalmente recepito quelliche sono i costumi <strong>della</strong> società del suo tempo: come è ribadito nelleRègles de la méthode sociologique, è proprio <strong>della</strong> natura del fatto socialel’avere un carattere di coercizione nei confronti del soggetto. Si pensiall’affermazione: “È illusorio credere che noi possiamo allevare i nostri figli comevogliamo”. Non solo colui che si deve formare, cioè il socializzando, ètenuto a conformarsi, e quindi raggiungere la normalità solo nella misurain cui assume i costumi <strong>della</strong> società, ma anche l’agente socializzatoreè vincolato alla trasmissione delle norme socialmente condivise. Gli a-6 Tale termine è ripreso da Wrong, 1961.13

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